I COLTELLI PORTAFORTUNA O SCACCIAGUAI

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GIANNI MERLINI
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I COLTELLI PORTAFORTUNA O SCACCIAGUAI

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COLTELLI PORTAFORTUNA O SCACCIAGUAI: I COLTELLI DELLE FATE

Li ho chiamati i Coltelli delle Fate, e le prime volte li ho guardati con un misto di curiosità e di malcelata commiserazione.
Io, che sempre ho cercato lame blasonate o con una storia alle spalle, mi soffermavo a guardare sulle bancarelle di qualche mercatino “artigiano” quelle buffe trasformazioni di coltelli e temperini, sicuramente fatti in Cina ad imitazione di più seri esemplari made in EU!
Eppure mi sono sorpreso a prenderli in mano, esaminandoli con occhio malignamente critico: effettivamente erano graziosi, con quelle faccette di fate e di gnomi, con una abbondanza di pietruzze dure, perline di vetro, decorati anche con motivi campestri e floreali.
Era una bancarella come tante, piena di elfi, di gnomi, di fatine graziose (alcune anche sexi), di mostriciattoli partoriti da una fantasia di sapore medioevale, pervasa da sogni di maghi e fattucchiere, intenti a preparare i loro filtri magici e d’amore.
Dietro il banco una giovane signora con bambina bionda al seguito: mi parve brutto non chiedere almeno qualche prezzo. E lì arrivò la fregatura: i prezzi erano veramente modesti, anche in considerazione del lavoro “aggiuntivo” fatto sui manici e sulla guaina dei modelli a lama fissa.
Pochi euro per un temperino potevo permettermeli, ed anche per un serramanico di maggiori dimensioni. Il piccolo -pensai - finirà direttamente nella collezione, e magari sulle guancette del calcagno farò incidere l’anno e le mie iniziali, ma quell’altro lo metterò alla frusta con le trote del Gesso! E così successe: il temperino ogni tanto è “uscito a prendere una boccata d’aria”; viste le modeste dimensioni è finito spesso nel taschino dei pantaloni, adattandosi a fare l’apribuste in ufficio. L’altro, di maggiori dimensioni, è venuto con me in Piemonte, nelle belle riserve di pesca del Cuneese, ed è stato usato principalmente per la pulizia delle grosse trote di torrente.
A dispetto delle sue modeste origini orientali si è dimostrato funzionale ed affidabile, richiedendo solo una più accurata pulizia, la sera, con sapone neutro e bruschino abbastanza delicato ( o meglio uno spazzolino da denti). Solo al rientro a Firenze si è meritato, dopo un ulteriore lavaggio, una buona passata d’olio e l’acquisto di una custodia di cuoio (della ditta Maserin) sulla quale ho cucito un bottone in legno con incisa l’immagine di un pesce.
Un anno dopo, una amico, dietro versamento di una moneta da 50 centesimi, mi ha regalato un coltello a lama fissa, completo di custodia artigianale, con pietre dure “incastonate” e raffigurante, all’estremità del manico, una testa di stregone con cappellaccio floscio, naso adunco e barba fluente. La lama porta impresso il bollo “TRAMONTINA inox stainless Brasil”.
Se poco c’è da dire sul lama fissa, se non la lunghezza della lama cm 12 e quella del coltello completo di manico cm 24, merita soffermarci un attimo sulla struttura dei due serramanici.
Sono di fattura curata nei particolari, sia dell’impugnatura che delle lame: il temperino ha le piastre interne del manico in ottone così come le fascette e le guancette del calcagno; la lama presenta il tallone che si prolunga nelle pianelle laterali, dotate di unghiatura, fin quasi alla punta; è simile a quella di un normale temperino, con punta acuta e dorso che quasi a metà piega ad angolo in avanti; il blocco della lama avviene con” la molla a pompa” di origine tedesca. Chiuso misura cm 7,5, aperto cm 13,5, il tagliente della lama cm 5.
Se il modello maggiore è costruttivamente uguale al piccolo, diversa è la forma della lama, alla francese (allunata) con controfilo arrotondato nella parte curva; pianelle di buone dimensioni ove è ricavata una unghiatura rettilinea, parallela al dorso per quasi tutta la lunghezza, affilatura a rasoio; piastre in acciaio, guancette del calcagno e fascette in lega stampata con motivi floreali, blocco della lama a pompa. Dimensioni chiuso cm 10, aperto cm 18,5, tagliente cm 7.
Sono coltelli portafortuna o scacciaguai? Fin dall’antichità è stato attribuito al coltello, o meglio ad alcuni coltelli, il potere di” tagliare”le avversità, allontanando il malocchio, o - specie in mare - di fare cessare gli eventi temporaleschi e le paurose trombe d’aria. Superstizioni, tradizioni o leggende che siano, il coltello ha da sempre esercitato un suo fascino particolare, quasi magico: non va dimenticato l’uso del dono reciproco del “coltello d’amore” all’atto del fidanzamento, tradizione radicata nell’Italia centro-meridionale almeno dal XIX secolo.
Se comunque questi coltellini delle fate non saranno un sicuro talismano, certo faranno sorridere, per quel loro carattere “infantile” e sicuramente tanto, tanto kitsch.
Varie immagini dei coltelli delle fate a questo link: http://postimage.org/gallery/5l1hi0vy/
COLTELLI FATE 1.jpg
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Gianni Merlini

Malo malo malo ire, quam mala mala malis malis mandere.
(Preferisco morire d'un brutto male, che mangiare mele cattive con denti guasti)

Mi diletto con: Fujinon Polaris FMTRC SX 7x50, Konus zoom 10-30x50, Bushnell stableview 10x35, Bushnell legend ultra hd 8x42, Nikon HG L 10x25 dcf , Vixen BCF 20x80, Swarovski SLC 15x 56 WB, Lens2Scope, Auriol spottingscope 20 - 60 x60 .......
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