Chiare, fresche et dolci acque..... o forse no?

Immagini della microscopia amatoriale

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Guido Gherlenda
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Chiare, fresche et dolci acque..... o forse no?

Messaggio da Guido Gherlenda »

Spesso ammiriamo fiumi, laghi e torrenti per la trasparenza e purezza delle loro acque, i nostri occhi possono osservare pesci, alghe e tutto quello che abbia delle dimensioni superiori a pochi decimi di millimetro, l’acqua circostante sembra assolutamente “pura” ma racchiude un mondo incredibilmente popolato da un’infinità varietà di esseri dalle forme impensabili, in un solo bicchiere d’acqua possono esserci più specie di protisti che specie di uccelli e mammiferi in tutta l’Europa, il bello per noi è che, posti in una goccia su di un vetrino, continuano indisturbati le loro attività.

Da bambino avevo ricevuto in regalo un microscopio poco più che giocattolo e trascorso diverse giornate osservando l’acqua dei fossi, dopo oltre una quarantina d’anni ho avuto la brillante idea di rinfrescare quei ricordi, forse mi sono sorpreso più adesso che allora, un vero microscopio apre le porte di un mondo affascinante ed incredibile.

Scritta questa forse inutile presentazione passiamo a delle immagini dei più comuni e facilmente reperibili soggetti:
Euplotes 20x.jpg
Haematococcus, un’alga unicellulare frequente nelle temporanee pozze d’acqua, al soppraggiungere della siccità si incista per riprender vita con la prima pioggia, in alto un individuo in piena attività e sotto un gruppo in “riposo”.
acanthocystis turfacea A 40x.jpg
Pediastrum tetras, un’alga che forma colonie di 4, 8, 16 .... individui.
Ellerbeckia 100x a.jpg
Questa è una diatomea, alga che ha la particolarietà di possedere uno scheletro siliceo, contrariamente a quanto ho sempre creduto si muove con una certa velocità.
Diatomea 40x.jpg
Queste diatomee, del genere ellerbekia a forma di cilindro, formano delle colonie filamentose.
Pediastrum Tetras 0x3275.JPG
Un eliozoo, altro magnifico soggetto da riprendere, sempre fluttuante alla ricerca di prede.
Haematococcus.jpg
Passando a soggetti più complessi questo è un euplotes un intento a passeggiare sul vetrino coprioggetto, si notano le alghe fagocitate.


In gioventù praticavo molto assiduamente caccia fotografica, col diminuire del tempo libero e la drastica riduzione della prestanza fisica ho riscoperto la microscopia, ottima e rilassante alternativa nelle brutte giornate anche per chi pratica attività all’aperto, in fondo rispecchia da vicino la fotografia ai grossi animali con la differenza che tutto si compie in pochi millimetri quadrati, ma la ricerca e l’inseguimento hanno le stesse emozioni.
Ultima modifica di Guido Gherlenda il 29/08/2012, 0:34, modificato 1 volta in totale.
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Re: Chiare, fresche et dolci acque..... o forse no?

Messaggio da Guido Gherlenda »

Euglene.

Dopo una prima introduzione molto generica mi piacerebbe continuare con dei post che trattino solo un gruppo di protisti alla volta, con una piccola descrizione tanto per inquadrare il tipo d’organismo e le sue eventuali peculiarità.

Non so sia il caso di aprire una nuova discussione per ogni gruppo, eventualmente i moderatori mi indichino cosa sarà più opportuno per le prossime.

Inizio con delle alghe flagellate: le euglene, sono affascinanti organismi unicellulari dotati di due flagelli, uno corto nasconto nella cavità anteriore ed uno lungo molto mobile che ne permette il movimento, vicino al flagello si trova un fotorecettore, macchia oculare o stigma, di colore rosso acceso utilizzato per ricercare la luce, indispensabile per il processo di fotosintesi, pur essendo alghe alcune specie possono alimentarsi anche fagocitando altri microrganismi.

Si riproducono per scissione longitudinale e possono attraversare lunghi periodi in condizioni avverse trasformandosi in cisti o stato palmelloide, nel quale si aggregano immerse in una sostanza gelatinosa, in grado di riprendere la forma originale in brevissimo tempo.

Vivono in acque dolci con abbondanti sostanze organiche, sopravvive anche in ambienti molto acidi, di colore normalmente verde che può diventare rossastro in caso di innalzamento della temperatura per la migrazione di pigmenti verso l’esterno, altre specie sono naturalmente rossastre ad esempio l’Euglena sanguinea.

Quello che più mi ha colpito di queste alghe è il continuo e rapidissimo cambiamento di forma, sembra non averla definita, le immagini evidenziano questa caratteristica.
Eglena Oxyurispp.jpg
Questa è un'immagine scattata appena avvicinato alla microscopia, la qualità non è il massimo ma si vede bene il flagello, solitamente non facile da evidenziare.
Euglena 100x_6748.JPG
La velocità con la quale muta forma è strabiliante, davanti allo stigma la cavità nella quale escono i flagelli, purtroppo non visibili, per esattezza le euglene hanno due flagelli: uno talmente corto da non uscire all'esterno ed un altro molto lungo adibito al moto.
Euglena 100x 12.jpg
Si può notare la macchia oculare di un bel colore rosso.
Euglena 20x.jpg
Questo gruppo di Euglena sanguinea è in fase palmelloide, probabilmente le condizioni dell'ambiente non erano di loro gradimento, ritorneranno mobili appena questo sarà a loro più gradito.

Per tutte queste foto, eccetto la prima, è stato utilizzato lo Zeiss Phomi III con fotocamera Canon eos 450 e proiezione con oculare Zeiss 10x Kpl W.
Ultima modifica di Guido Gherlenda il 10/11/2012, 0:23, modificato 4 volte in totale.
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Re: Chiare, fresche et dolci acque..... o forse no?

Messaggio da Guido Gherlenda »

Diatomee.

Queste alghe unicellulari sono rappresentate da oltre 50.000 specie tra esistenti e fossili (alcune fonti arrivano a dichiarare oltre 100.000 specie), praticamente ubiquitarie purchè ci sia un minimo di acqua sia dolce che marina, per rendersi conto della quantità di queste alghe basti pensare che sono responsabili del 25% di tutto l’ossigeno prodotto attraverso la fotosintesi e che molti giacimenti petroliferi dono dovuti a sedimenti di diatomee.

Vivono sia in forma pelagica che bentonica, in colonie o individuali, in comune hanno uno scheletro siliceo (frustolo) incredibilmente cesellato, molto spesso composte da due valve a mo’ di scatoletta; il sistema di locomozione è particolarissimo: dalla fessura lungitudinale (rafe) fuorisce del citoplasma che come un cingolo scorre permettendo un movimento particolarmente efficiente; la riproduzione avviene per scissione: le due valve si separano ed ognuna di queste riproduce la parte mancante oppure sessuata tramite auxospore; le sostanze nutritive vengono immagazzinate sotto forma di goccioline d’olio chiaramente visibili in molte specie.
Per una corretta identificazione bisognerebbe osservare il frustolo dopo averlo privato della sostanza organica e montato con prodotti ad alto indice di rafrazione, solo in questo modo si può osservare al meglio la struttura dello scheletro.


Questa breve introduzione, assai poco rigorosa, ci ha permesso di inquadrare a grandi linee chi sono queste creature facilissime da incontrare al microscopio, non semplici da riprendere a causa della loro trasparenza, delle ridotte dimensioni ( da 10 e 200 µm) e non ultimo, dalla grande mobilità di alcune specie.
1 Incrostazione diatomee.jpg
Spesso rivestono completamente rocce o vegetali formando una patina compatta, in questo caso l'incrostazione è formata principalmente da Cocconeis e Merodion, per questo “vizietto” sono la disperazione dei possessori d’acquari.
2 Pinnularia nik-neo100x-10x.jpg
Le due valve si sono separate e sono evidenti in questa Pinnularia ormai non più vitale.
3 Melosira varians auxospora 40x.jpg
Al centro un’auxospora di Melosira varians, ai lati due colonie, questo è il sistema riproduttivo sessuato.
4 Ellerbeckia.jpg
Le colonie possono essere di svariate fogge, l’Ellerbekia assume forma filiforme, l’immagine inferiore mostra i “dentini” utilizzati dalle singole cellule discoidali per unirsi alle contigue.
5 Tabellaria-fragilaria.jpg
Unendosi possono assumere l’aspetto di nastri più o meno lunghi come nel caso delle Tabellarie o delle Fragilarie.
6 Cymbelle.jpg
La Cymbella in alto, nell’immagine, è in disfacimento e lo scheletro vitreo è ben visibile, l’altra è in piena forma e si nota, inferiormente, il peduncolo con il quale si fissa.
8 Cocconeis 100x.jpg
La Cymatopleura solea è una diatomea di buona dimensione caratterizzata da un moto veloce e molto uniforme, non forma colonie.
7 Cymatopleura solea20x.jpg
Una delle più belle diatomee: la Cocconeis, conduce vita bentonica spesso in numerosissimi gruppi di singoli organismi accatastati uno sull'altro.

La costanza delle striature e del diametro dei fori dello scheletro hanno fatto si che vengano utilizzate come test per gli obiettivi da microscopia, famoso è il vetrino di Kemp con 8 diatomee ordinate in ordine crescente di difficoltà nella separazione dei dots o delle strie.
Guido Gherlenda
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Amebe e Tecamebe

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Amebe e Tecamebe.
Ameba è la denominazione comune di un genere di protisti molto conosciuto e diffuso, sono organismi molto semplici formati da una sola cellula, caratterizzati dal continuo mutare di forma, si spostano agilmente emettendo degli pseudopodi, questi sono utilizzati anche per l’alimentazione: circondano piccoli organismi sino ad inglobarli in uno spazio chiamato vacuolo digestivo, i resti verranno espulsi con una “manovra” opposta.
Il loro ambiente naturale è principalmente l’acqua stagnante o a decorso lento con comportamento strettamente bentonico, esistono alcune specie parassite di animali superiori, uomo compreso, frequenti in particolar modo nelle zone tropicali.
La moltiplicazione avviene per scissione.

L’osservazione è facile essendo molto comuni, non di meno la loro trasparenza non sempre rende agevole la fotografia, si ricorre spesso a tecniche di illuminazione quali il contrasto di fase o interferenziale, buoni risultati si ottengono comunque anche con illuminazione obliqua.
63x Ameba.jpg
Questa è una piccola Ameba, si vedono in trasparenza delle piccole alghe fagocitate. (Zeiss Plan Neofluar 63x 1.25)
Amoeba 1.jpg
Un’altra specie di Ameba, illuminazione in contrasto di fase. (Zeiss 40x 0.65 Ph2)

Affini alle Amebe sono le Tecamebe, l’organismo è molto simile ma queste ultime sono racchiuse in un “guscio” , la teca appunto, la forma di questa è varia e può essere composta da chitina, silice a volte con aggiunta di materiale di “recupero”, molto belle quelle rivestite da frustuli di diatomee.
20x a.jpg
arcella 100x10509.jpg
Una tecameba del genere Arcella,nella seconda immagine si nota la struttura geometrica della teca, probabilmente chitinosa, la forma è a vetro d’orologio, gli pseudopodi escono dal basso in ogni direzione, sempre nella seconda immagine questi si notano in alto a sinistra.
20x_1.jpg
La forma delle teche è molto varia sia per forma che per colore, in questo caso sono presenti delle “corna”. (Zeiss Jena Apo 20x-0.65)
Tecameba 63x.jpg
Questa ha la forma di botticella, dallo stoma si vedono chiaramente fuoriuscire gli pseudopodi. (Zeiss Plan Neofluar 63x 1.25)
Tecameba epi21x-nik-czj.jpg
L’illuminazione in campo oscuro mette in evidenza la trasparenza vitrea di questa teca, in questo caso vuota. (Lomo Epi 21x)


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Guido Gherlenda
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