Lo strumento che ho usato è stato il 90 mm a corto fuoco (500 mm) già recensito su Astrotest e che ho riportato a casa da Tecnosky grazie alla cortesia di Vincenzo che ha fatto da trasportatore. Bene, ancora una volta sono rimasto davvero sorpreso di quanto ben progettata sia quest'ottica. Osservando infatti Venere il pianeta appariva nitidissimo a 143x (OR 7 e Barlow 2x), con poco spettro secondario
![Shocked :shock:](./images/smilies/icon/eek.gif)
Dove il rifrattorino ha mostrato la sua natura di non-apo è nello star test, comunque da manuale ma (a fuoco) meno nitido del tripletto, che mostra ovviamente centriche più secche, neutre e definite. E' soprattutto meno corretto nel rosso, che infatti attorno alle stelle molto brillanti sfarfalla allegramente intorno alla centrica se il seeing non è buono, mentre invece si vede pochissimo blu persino attorno a Rigel, che non ho avuto difficoltà a separare nonostante il seeing ballerino e la stella ancora non molto alta sull'orizzonte. Sono curioso di provarlo nell'osservazione di Marte ma prevedo che in questo caso avrà bisogno di un po' di filtraggio.
Un altro esercizio a cui mi sono dedicato ieri sera è stato quello di verificare quali Barlow fornissero le prestazioni migliori con questo strumento (f/5.5) e ancora una volta, come con tutti quelli che ho provato, la Orion Deluxe lunga (14 cm) ha dato la birra a tutte le mie apocromatiche, tripletti e quadrupletti: questa è davvero la miglior Barlow che ho avuto modo di usare finora (e che ovviamente non è più prodotta...); non ho sotto mano quel gran bel pezzo d'ottica che è la barlow Clavé ma sono sicuro che la Orion avrebbe poco o nulla da invidiargli.
Tutte le osservazioni le ho fatte col prisma Takahashi, mi riservo quindi di verificare cosa cambia usando uno specchio.