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Sto leggendo un libro dedicato alla Luna di Walter Ferreri, mi ha incuriosito un capitolo che sembra dare credito, attraverso studi scientifici (non sempre condivisi), alla teorie che vedono nelle fasi della Luna un influenza nel comportamento umano.
Finora ero convinto che queste non fossero nient'altro che delle leggende prive di fondamento.
E' risaputo che la Luna influenza le maree e alcuni cicli riproduttivi di organismi marini.
Gli studi partono dal concetto che il nostro corpo sia composto dal 70% di acqua, e quindi, se la Luna influenza le masse di acqua dei mari è lecito pensare che anche quella di cui siamo composti ricevano delle sollecitazioni.
Vi scrivo il testo che viene riportato sul libro scritto dal dottor Lieber un medico statunitense che negli anni 60 e 70 ha condotto alcune ricerche più accurate mai effettuate in questo campo:
Cominciai ad occuparmi dell'influsso esercitato dalla Luna attraverso quello stesso genere di osservazioni personali che sono alla base di un interesse così diffuso. Tale interesse risale all'epoca in cui, studente di medicina, effettuavo il mio tirocinio presso il Jakson Memorial Hospital di Miami.
Durante il servizio nelle corsie di psichiatria la mia curiosità fu risvegliata da un particolare tipo di avvenimenti. Notai che vi erano periodi ricorrenti durante i quali il comportamento dei degenti era più disturbato del solito.
Questi disturbi si manifestavano senza una ragione apparente e duravano pochi giorni.
Non potei portare alcun rimedio alla cosa e mi chiedevo quale fosse la causa dell'inatteso periodo di agitazione dei malati. Sebbene le circostanza mi impedissero di soddisfare la mia curiosità, negli anni successivi il fenomeno continuò ad ossessionarmi.
Dopo un periodo di quattro anni trascorso in qualità di "chirurgo volante" nell'aviazione degli Stati Uniti, nel 1969 decisi di dedicarmi alla psichiatria e presi a interessarmi soprattutto al comportamento umano. Poco tempo dopo il mio ritorno nelle corsie dei malati di mente, notai di nuovo gli inspiegabili periodi di comportamento disturbato e questa volta decidi di scoprirne le cause.
Interrogando il personale addetto alle corsie, appresi che gli assistenti e le infermiere erano abituati al verificarsi di tali periodiche manifestazioni. Quasi scherzando le attribuivano invariabilmente all'inizio del plenilunio.
Incerto se crederli o meno, interrogai sul fenomeno anche il personale del pronto soccorso e seppi che effettivamente, nei periodi di plenilunio, i pazienti ricoverati d'urgenza manifestavano sintomi di irrequietezza e di comportamento bizzarro. Ciò fu confermato anche dalla polizia e dai soccorritori che accompagnavano i pazienti.
Un giorno, esitando, accennai all'argomento parlando con alcuni medici interni, i quali mi informarono che nei reparti di medicina si constatavano periodiche acutizzazioni di sanguinamento di ulcere e di attacchi epilettici e che il personale le attribuiva all'influenza del plenilunio.
Non ero certo della considerazione in cui venivano prese queste osservazioni, ma dopo un certo periodo di tempo mi convinsi che il personale ospedaliero, con molti anni di esperienza sulle spalle, credevano realmente a ciò che affermava. Aveva constatato una coincidenza tra il comportamento bizzarro dei pazienti e il plenilunio con una frequenza ritenuta sufficientemente evidente.
La mia prima indagine consistette in una sorveglianza delle corsie di psichiatria.
I disturbi periodici potevano forse essere attribuiti a cambiamenti di carattere sociale?
Forse l'avvicendamento del personale, l'accettazione di pazienti particolarmente irrequieti e persino le condizioni meteorologiche potevano giustificare la costante ricorrenza del suddetto comportamento.
Avevano forse ragione gli esperti addetti ai malati? Poteva realmente il plenilunio essere responsabile della misteriosa agitazione? E se si, cos'era, come si verificava il fenomeno?
Ritenevo che la faccenda meritasse un'ulteriore investigazione, anche al costo di rendermi ridicolo nei confronti dei miei colleghi. Diedi dunque inizio a ciò che in seguito divenne uno studio approfondito delle fasi lunari come possibile fattore nel comportamento umano violento, nonostante che la maggio parte degli studiosi considerasse l'argomento attinente alla superstizione, al folclore e alla mitologia.
Intrapresi un estesa revisione della lettura scientifica per rendermi conto di quanto era era stato scritto circa il possibile influsso della Luna sul comportamento umano. Trovai rapporti positivi ed altri negativi ma soprattutto l'aiuto di Douglas Duke, professore di fisica e astronomia dell'università di Miami e di Tom Carpenter della National Oceanic and Atmospheric Administration di Washington.
I risultati della ricerca inerente atti violenti furono indicativi. Il grafico degli omicidi avvenuti nella contea di Dade indicava un nesso con il ciclo delle fasi lunari.
Nel periodo di plenilunio gli omicidi erano più numerosi. Il grafico dimostrava una diminuzione del numero di omicidi durante il periodo di novilunio, con un rialzo secondario immediatamente successivo al suddetto.
Quando gli omicidi avvenuti nella contea di Cuvahoga vennero tracciasti su un grafico, rivelarono un campione simile a quello del nostro grafico di Dade.
I rialzi del grafico Cuvahoga, però, erano spostati verso destra, il che significa che avvenivano più tardi di quelli di Dade e non coincidevano con la fase di plenilunio e novilunio, ma si manifestavano circa tre giorni dopo le suddette fasi.
Questi rialzi spostati rappresentano un risultato statistico rilevante. Le nostre scoperte iniziali, poi confermate da studi successivi, portarono alla conclusione di un eventuale eccesso di acqua presente nel corpo causa una tensione nei tessuti, gonfiore e irritabilità nervosa. Quando l'attrazione gravitazionale della Luna disturba il nostro equilibrio fluido avvertiamo un senso di tensione e siamo predisposti all'agitazione emotiva.
In conclusione la Luna ha un influenza sul comportamento umano, ma in misura piuttosto limitata e tale che non è facile estrarre il suo contributo da quello prodotto da tanti altri fattori.
I grafici:
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