Riflessioni sull'inquinamento luminoso

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ilRosso
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Iscritto il: 16/09/2011, 10:59
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Riflessioni sull'inquinamento luminoso

Messaggio da ilRosso »

Anni ’50: ragazzino, abitavo a Recco (GE). Se nelle sere limpide alzavo gli occhi al cielo, rimanevo impressionato dalla quantità di stelle che vedevo (bastava allontanarsi di poco dalle zone più illuminate): la Via Lattea divideva in due il mio cielo, una fascia di stelle e di polvere luminosa.
Anni ’60: ci siamo trasferiti a Gaeta (LT). Le stelle erano un po’ diminuite, ma ce n'erano ancora tante e si riusciva ad identificare la Via Lattea come una fascia del cielo dove le stelle erano più fitte. Verso la fine del decennio andavo alla scuola del Centro Velico Caprera, e qui ritrovavo quasi tutte le stelle della mia infanzia mentre i colleghi provenienti dalle grandi città sbigottivano: in particolare i Milanesi non avevano mai visto uno spettacolo simile.
Sono tornato a Caprera (con mio figlio) alla fine del secolo: tra luci di La Maddalena, Palau, Arzachena e base dei sommergibili U.S.A., dal Centro Velico non si vedeva più una sola stella.
Abito a Frosinone. L’Osservatorio di Campo Catino si dà da fare perché i Comuni della provincia osservino la Legge Regionale sull’inquinamento luminoso, i Comuni cercano di adeguarsi ed i miglioramenti ci sono. Il mio condominio affaccia su una valletta periferica, poco abitata e ricca di verde e di buio; l’altra sera grazie al vento vedevo un cielo da manuale; nel senso che mi pareva di guardare lo schema didattico di un testo di astronomia per principianti: vedevo, e nitide, solo le stelle principali delle costellazioni mentre tutti gli astri minori scomparivano.
Insomma: c’è ancora tanto da fare, e non so se è il caso di essere ottimisti.
Saluti a tutti.
Ernesto
Ernesto Rosso
Traffico con qualche binocolo di vario tipo e ingrandimento: dai 6x dell'Hensoldt Vilaba fino ai 15x del Pentekarem Zeiss, passando per le misure intermedie.
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