Tillandsia: le figlie del vento.

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Enotria
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Tillandsia: le figlie del vento.

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Sono piante della famiglia delle Bromeliacee, forse più conosciute con il romantico nome di “figlie del vento”.
Il motivo va ricercato nel singolare modo di vivere di queste piante: non hanno radici, eppure non sono parassite, traggono il poco che a loro serve per vivere direttamente dall’aria. Sono piante tipiche di ambienti difficili, ventosi, con forti escursioni termiche, con lunghi periodi di siccità ed improvvisi nubifragi.
Insomma, sono talmente abituate a climi impossibili, che non hanno alcun problema a campare anche nelle nostre case, con poche o niente cure, anzi, per loro, i nostri appartamenti, sono una specie di villeggiatura.
Due piante di tillandsia, notare l'assenza di apparato radicale.
Due piante di tillandsia, notare l'assenza di apparato radicale.


Non hanno radici, quei pochi peluzzi che emettono servono solo per ancorarsi ad un substrato, ma non sono utilizzati per l’assorbimento. Questo viene invece attuato direttamente a livello fogliare, da una moltitudine di stomi che si sono specializzati assumendo una forma ad imbuto che raccoglie in continuazione l’aria umida, trattenendo poi all’interno della pianta l’acqua che era sospesa nell’aria. Il nutrimento segue la stessa via, viene introdotto mediante gli stomi: le gocce d’acqua rimbalzano sulla corteccia dell’albero portante sciogliendo i minerali, poi penetrano negli stomi, nutrendo così la tillandsia.
Tricomi a vari ingrandimenti.
Tricomi a vari ingrandimenti.
Come ben si vede nell’immagine a maggior ingrandimento, ciascuno stoma ha una frangia (tricoma) che quando l’aria è secca si ripiega sopra l’apertura chiudendola, mentre se l’aria è umida si apre a forma di imbuto per accogliere quanta più umidità è possibile.

Queste caratteristiche di estrema resistenza la rendono perfetta per chi non ha molte attenzioni per le piante: potete metterle in giardino e dimenticarle per sempre, potete tenerle in casa ed andare in ferie per un mese senza preoccuparvi di nulla.

Per farle accettare alla consorte, con le prime piante che ho avuto ho preparato delle composizioni con un fondo di ghiaino e sopra, solo appoggiate, le piante.
3.JPG


Naturalmente si possono arricchire le composizioni con rocce, rami, pezzi di corteccia, ecc.
Se fate le cose per bene, può anche darsi che la vostra consorte le accolga benevolmente e se ne impossessi, decretandole come facente parte della casa e quindi, sotto la sua materna protezione.
4.JPG
Naturalmente potete utilizzarle anche all’aperto, fissandole a vecchi tronchi d’albero: diventeranno presto un particolare curioso, dando un tono tropicale al vostro giardino. State solo attenti, in questo caso, di scegliere zone riparate o varietà resistenti al freddo.
Non avendo ancora radici di ancoraggio, almeno inizialmente sarà bene fermare la piantina con del filo di ferro verde, in modo da mantenerla fissata almeno nei primi mesi.
Nella intersezione di un albero di Giuda.
Nella intersezione di un albero di Giuda.
E’ facile notare come la pianta in basso stia per fiorire: le foglie apicali tipicamente arrossano e compaiono i fiori, quasi sempre molto belli e coloratissimi. Finita la fioritura, se la pianta era già sofferente, finisce il suo ciclo e muore, altrimenti emette dalla base altre due o tre nuove piante che rapidamente si accrescono per fare una nuova e ben più ricca generazione.
Particolare della infiorescenza.
Particolare della infiorescenza.


:wave:
Andrea

URL: http://spazioinwind.libero.it/andrea_bosi/index.htm

:clap: il binocolo migliore in assoluto, è quello che hai con te nel momento in cui ti serve. :clap:

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. . . . . . io racconto storie. (Enotria)
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