formula
formula
Ciao a tutti!
In un vecchio libro di telescopi che ho, con un capitolo sui binocoli, ho trovato questa formula nel paragrafo sulla percezione della profondità : B/b x i (B=distanza obiettivi, b=distanza occhi osservatore, i=ingrandimento). Non ho capito se, con il termine percezione della profondità si riferisce alla percezione tridimensionalità?
In un vecchio libro di telescopi che ho, con un capitolo sui binocoli, ho trovato questa formula nel paragrafo sulla percezione della profondità : B/b x i (B=distanza obiettivi, b=distanza occhi osservatore, i=ingrandimento). Non ho capito se, con il termine percezione della profondità si riferisce alla percezione tridimensionalità?
Re: formula
Non mi è chiara la grandezza b minuscolo.
Misurerebbe la distanza degli occhi da cosa?
Misurerebbe la distanza degli occhi da cosa?
L’ultimo passo della ragione umana è riconoscere che vi è un Mistero con un’infinità di cose che la superano (Pascal)
Re: formula
La distanza fra i 2 occhi dell'osservatore...fisiologicamente diversa per ognuno di noi...dice il mio libro che si va da un minimo di 58mm per chi ha gli occhi molto vicini ad un massimo di 70mm.
- -SPECOLA->
- Buon utente
- Messaggi: 9633
- Iscritto il: 16/09/2011, 19:26
- Contatta:
Re: formula
Di che libro si tratta, precisamente?
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
Re: formula
"Il libro dei telescopi" di Ferreri seconda edizione del 1992 (da ragazzo ero appassionato, peccato aver scordato tutto! )
- -SPECOLA->
- Buon utente
- Messaggi: 9633
- Iscritto il: 16/09/2011, 19:26
- Contatta:
Re: formula
Ok, grazie.
Io ho la prima EDIZIONE (acquistata ai tempi del bimestrale "ORIONE"); poi vado a leggere.
Io ho la prima EDIZIONE (acquistata ai tempi del bimestrale "ORIONE"); poi vado a leggere.
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
-
- Buon utente
- Messaggi: 950
- Iscritto il: 16/02/2012, 0:20
Re: formula
Le formule non dicono tutto.
Lo SGO Huet 8x40 11°reali e 88°apparenti, pur essendo un tetto Abbe Konig e quindi con gli obiettivi relativamente vicini ha una tridimensionalità da vertigini....
Lo SGO Huet 8x40 11°reali e 88°apparenti, pur essendo un tetto Abbe Konig e quindi con gli obiettivi relativamente vicini ha una tridimensionalità da vertigini....
Osservo con: Stabilizzati Canon, Leitz Marseptit 7x50, Leitz Maroctit 8x60, Zeiss Telex 6x24, Zeiss Marineglass 6x30, HUET-BBT-SRPI militari francesi 8x30, HUET 7x50 SGO M.le 1957 7° Vingtiemes Marine Nationale(Porro II), Miyauchi Binon 7x40(ex 50)W, HUET SGO Marine Nazionale mod. 1959 (Abbe Konig) 8x40 11° Vingtiemes (AFOV 88°-190 m. a 1000 m.) e altro;
Celestron C8, Meade ETX 90, Zeiss C 63/840 (Telementor), Vixen 90/1300, Newton 114/900 Toyo Japan rifigurato ZEN.
Celestron C8, Meade ETX 90, Zeiss C 63/840 (Telementor), Vixen 90/1300, Newton 114/900 Toyo Japan rifigurato ZEN.
Re: formula
Col termine profondità si intende la capacità di percepire la distanza tra due oggetti lungo la visuale. La formula per calcolarla è questa:
detta P la minima profondità che è possibile percepire con la visione binoculare a una distanza L
L la distanza tra l'osservatore e la scena osservata in metri
Theta la capacità stereoscopica della visione (senza binocolo) in radianti (si assume 1.45E-04 rad)
M l'ingrandimento
DIP la distanza interpupillare in mm
B la distanza tra i centri degli obiettivi
N = B / DIP
si ha
P = 1000 x L^2 x Theta / (M x N x DIP)
ad esempio per un binocolo da 7 ingrandimenti con DIP di 65 mm e N = 1.77 che osservi una scena a 800 m di distanza, è possibile percepire la profondità di due parti della scena che siano separate nella direzione di osservazione di almeno 115 m.
Non so se era questo che ti interessava.
detta P la minima profondità che è possibile percepire con la visione binoculare a una distanza L
L la distanza tra l'osservatore e la scena osservata in metri
Theta la capacità stereoscopica della visione (senza binocolo) in radianti (si assume 1.45E-04 rad)
M l'ingrandimento
DIP la distanza interpupillare in mm
B la distanza tra i centri degli obiettivi
N = B / DIP
si ha
P = 1000 x L^2 x Theta / (M x N x DIP)
ad esempio per un binocolo da 7 ingrandimenti con DIP di 65 mm e N = 1.77 che osservi una scena a 800 m di distanza, è possibile percepire la profondità di due parti della scena che siano separate nella direzione di osservazione di almeno 115 m.
Non so se era questo che ti interessava.
- -SPECOLA->
- Buon utente
- Messaggi: 9633
- Iscritto il: 16/09/2011, 19:26
- Contatta:
Re: formula
Perfetto Raf,
esposizione chiara, semplice e concisa.
Da archiviare subito e tenere sempre a portata di mano (magari si potrebbe riportare il trafiletto anche nel GLOSSARIO di BINOMANIA).
Rispondendo a Ottaviano, le formule rendono le misure replicabili, è però vero che poi quello che ciascun osservatore riesce a cogliere dei risultati universali di queste, dipende anche da fattori soggettivi.
Un po' come per la percezione dei colori, che non tutti percepiscono allo stesso modo, pur essendo in realtà tutti identici per tutti (scusate il ripetitivo uso del termine "tutti" ma è voluto), giusto per fare un esempio.
esposizione chiara, semplice e concisa.
Da archiviare subito e tenere sempre a portata di mano (magari si potrebbe riportare il trafiletto anche nel GLOSSARIO di BINOMANIA).
Rispondendo a Ottaviano, le formule rendono le misure replicabili, è però vero che poi quello che ciascun osservatore riesce a cogliere dei risultati universali di queste, dipende anche da fattori soggettivi.
Un po' come per la percezione dei colori, che non tutti percepiscono allo stesso modo, pur essendo in realtà tutti identici per tutti (scusate il ripetitivo uso del termine "tutti" ma è voluto), giusto per fare un esempio.
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
Re: formula
Raf, due chiarimenti sulla formula:
P = 1000 x L^2 x Theta / (M x N x DIP)
Se N = B / DIP allora non è la stessa cosa scrivere la formula direttamente così P = 1000 x L^2 x Theta / (M x B) visto che le due DIP si semplificano?
Seconda cosa, il 1000 iniziale se esprimo le misure direttamente in metri, di tale fattore moltiplicativo se ne puo fare a meno, usando i tuoi dati:
L = 800 m
M = 7x
B = 0,115 m (aka 11,5 cm)
Quindi non sarebbe meglio esprimerla con le misure direttamente tutte in metri, così da semplificarla?
P = L² • θ / (M • B) o meglio P = θL² / MB abbiamo P = 0,000145 x 800² / (7 x 0,115) = 115,28 m
P = 1000 x L^2 x Theta / (M x N x DIP)
Se N = B / DIP allora non è la stessa cosa scrivere la formula direttamente così P = 1000 x L^2 x Theta / (M x B) visto che le due DIP si semplificano?
Seconda cosa, il 1000 iniziale se esprimo le misure direttamente in metri, di tale fattore moltiplicativo se ne puo fare a meno, usando i tuoi dati:
L = 800 m
M = 7x
B = 0,115 m (aka 11,5 cm)
Quindi non sarebbe meglio esprimerla con le misure direttamente tutte in metri, così da semplificarla?
P = L² • θ / (M • B) o meglio P = θL² / MB abbiamo P = 0,000145 x 800² / (7 x 0,115) = 115,28 m
Re: formula
Beh sì, è che N viene considerato un parametro costruttivo del binocolo quindi è rimasto nella formula per far vedere come dipendono P ed L (se ricavi L) da quel parametro.
Vero anche riguardo al 1000, ma di solito la distanza interpupillare viene espressa in mm e quindi il fattore è semplicemente una comodità per non dover fare le equivalenze.
Vero anche riguardo al 1000, ma di solito la distanza interpupillare viene espressa in mm e quindi il fattore è semplicemente una comodità per non dover fare le equivalenze.
Re: formula
Qualche mia considerazione in merito.
1) Mi sembra strano, se leggo e capisco bene, che nella formula di Moss ad una Dip via via più grande corrisponda una percezione della tridimensionalità via via minore, il contrario di ciò che invece avviene (come giustamente ci si può aspettare) nelle formule dopo riportate.
2) Le formule matematiche sono importanti. E’ doveroso cercare sempre di “quantificare” per meglio capire i fenomeni fisici e cmq tutto quanto ci sta attorno: ma in campi come questo dobbiamo accettare che la rigorosa legge dei numeri venga poi “metabolizzata” da quel complesso, affascinante e misterioso sistema occhio-cervello, che come sappiamo è fortemente “personalizzato”.
3) Infatti più che altro si parla di percezione. Proprio ieri Piergiovanni nel 3ad “Porro al top…o no?” elencava una serie di 5 fattori che possono condizionare tale percezione.
4) Di questi 5 fattori vorrei qui soffermarmi sul terzo. Posso sbagliare, ma l’importanza dall’ampiezza del c.a. mi sembra in linea di massima un po' trascurata nei discorsi sulla percezione della tridimensionalità. Per quanto mi riguarda questo fattore ha una notevole influenza sulla mia percezione.
5) Infine un’ultima considerazione personale maturata dall’uso di quei non tantissimi binocoli che mi sono passati sotto mano. L’impressione è che tale percezione di tridimensionalità sia stata sempre in qualche modo direttamente proporzionale alla generosità delle dimensioni dei prismi (attenzione: sto parlando solo di porro con un’unica eccezione di un tetto).
Ciao a tutti
1) Mi sembra strano, se leggo e capisco bene, che nella formula di Moss ad una Dip via via più grande corrisponda una percezione della tridimensionalità via via minore, il contrario di ciò che invece avviene (come giustamente ci si può aspettare) nelle formule dopo riportate.
2) Le formule matematiche sono importanti. E’ doveroso cercare sempre di “quantificare” per meglio capire i fenomeni fisici e cmq tutto quanto ci sta attorno: ma in campi come questo dobbiamo accettare che la rigorosa legge dei numeri venga poi “metabolizzata” da quel complesso, affascinante e misterioso sistema occhio-cervello, che come sappiamo è fortemente “personalizzato”.
3) Infatti più che altro si parla di percezione. Proprio ieri Piergiovanni nel 3ad “Porro al top…o no?” elencava una serie di 5 fattori che possono condizionare tale percezione.
4) Di questi 5 fattori vorrei qui soffermarmi sul terzo. Posso sbagliare, ma l’importanza dall’ampiezza del c.a. mi sembra in linea di massima un po' trascurata nei discorsi sulla percezione della tridimensionalità. Per quanto mi riguarda questo fattore ha una notevole influenza sulla mia percezione.
5) Infine un’ultima considerazione personale maturata dall’uso di quei non tantissimi binocoli che mi sono passati sotto mano. L’impressione è che tale percezione di tridimensionalità sia stata sempre in qualche modo direttamente proporzionale alla generosità delle dimensioni dei prismi (attenzione: sto parlando solo di porro con un’unica eccezione di un tetto).
Ciao a tutti
L’ultimo passo della ragione umana è riconoscere che vi è un Mistero con un’infinità di cose che la superano (Pascal)
-
- Buon utente
- Messaggi: 950
- Iscritto il: 16/02/2012, 0:20
Re: formula
Io acquisto i binocoli per le piacevoli sensazioni soggettive che mi danno nell'osservazione del mare, della terra e del cielo e quindi di tutta la natura circostante. Se poi le mie piacevoli sensazioni soggettive non si accordano con i risultati universali di determinate formule, come ad es. quella del valore/fattore crepuscolare, la cosa mi lascia del tutto indifferente.-SPECOLA-> ha scritto: Rispondendo a Ottaviano, le formule rendono le misure replicabili, è però vero che poi quello che ciascun osservatore riesce a cogliere dei risultati universali di queste, dipende anche da fattori soggettivi.
Un po' come per la percezione dei colori, che non tutti percepiscono allo stesso modo, pur essendo in realtà tutti identici per tutti (scusate il ripetitivo uso del termine "tutti" ma è voluto), giusto per fare un esempio.
Ultima modifica di ottaviano fera il 08/11/2014, 17:21, modificato 1 volta in totale.
Osservo con: Stabilizzati Canon, Leitz Marseptit 7x50, Leitz Maroctit 8x60, Zeiss Telex 6x24, Zeiss Marineglass 6x30, HUET-BBT-SRPI militari francesi 8x30, HUET 7x50 SGO M.le 1957 7° Vingtiemes Marine Nationale(Porro II), Miyauchi Binon 7x40(ex 50)W, HUET SGO Marine Nazionale mod. 1959 (Abbe Konig) 8x40 11° Vingtiemes (AFOV 88°-190 m. a 1000 m.) e altro;
Celestron C8, Meade ETX 90, Zeiss C 63/840 (Telementor), Vixen 90/1300, Newton 114/900 Toyo Japan rifigurato ZEN.
Celestron C8, Meade ETX 90, Zeiss C 63/840 (Telementor), Vixen 90/1300, Newton 114/900 Toyo Japan rifigurato ZEN.
Re: formula
Ho letto tutto in rigoroso silenzio
- -SPECOLA->
- Buon utente
- Messaggi: 9633
- Iscritto il: 16/09/2011, 19:26
- Contatta:
Re: formula
@ Ottaviano.
Certamente.
Infatti le formule in questo caso servono più al progettista che all'utilizzatore (occasionale o meno).
Se non esistessero le formule, le piacevoli sensazioni soggettive che ti danno i tuoi binocoli nell'osservazione della natura circostante le avresti unicamente con certi pezzi di ogni serie, perché non esisterebbe costanza e soprattutto ripetibilità (uno dei fondamenti del metodo scientifico moderno; GRAZIE Galileo ).
Certamente.
Infatti le formule in questo caso servono più al progettista che all'utilizzatore (occasionale o meno).
Se non esistessero le formule, le piacevoli sensazioni soggettive che ti danno i tuoi binocoli nell'osservazione della natura circostante le avresti unicamente con certi pezzi di ogni serie, perché non esisterebbe costanza e soprattutto ripetibilità (uno dei fondamenti del metodo scientifico moderno; GRAZIE Galileo ).
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
-
- Buon utente
- Messaggi: 950
- Iscritto il: 16/02/2012, 0:20
Re: formula
@ Francesco.
Concordo su tutto.
Infatti ovviamente parlavo del rapporto tra le formule e le sensazioni dell'utilizzatore...
E' altrettanto ovvio che senza le formule non esisterebbe il progettista e neppure determinati binocoli...
Concordo su tutto.
@ SPECOLA-SPECOLA-> ha scritto:@ Ottaviano.
Certamente.
Infatti le formule in questo caso servono più al progettista che all'utilizzatore (occasionale o meno).
Se non esistessero le formule, le piacevoli sensazioni soggettive che ti danno i tuoi binocoli nell'osservazione della natura circostante le avresti unicamente con certi pezzi di ogni serie, perché non esisterebbe costanza e soprattutto ripetibilità (uno dei fondamenti del metodo scientifico moderno; GRAZIE Galileo ).
Infatti ovviamente parlavo del rapporto tra le formule e le sensazioni dell'utilizzatore...
E' altrettanto ovvio che senza le formule non esisterebbe il progettista e neppure determinati binocoli...
Osservo con: Stabilizzati Canon, Leitz Marseptit 7x50, Leitz Maroctit 8x60, Zeiss Telex 6x24, Zeiss Marineglass 6x30, HUET-BBT-SRPI militari francesi 8x30, HUET 7x50 SGO M.le 1957 7° Vingtiemes Marine Nationale(Porro II), Miyauchi Binon 7x40(ex 50)W, HUET SGO Marine Nazionale mod. 1959 (Abbe Konig) 8x40 11° Vingtiemes (AFOV 88°-190 m. a 1000 m.) e altro;
Celestron C8, Meade ETX 90, Zeiss C 63/840 (Telementor), Vixen 90/1300, Newton 114/900 Toyo Japan rifigurato ZEN.
Celestron C8, Meade ETX 90, Zeiss C 63/840 (Telementor), Vixen 90/1300, Newton 114/900 Toyo Japan rifigurato ZEN.
Re: formula
Infatti la formula postata da Raf, la si può considerare "conoscitiva", infatti mancano diverse incognite, già solo la differenza di acuità visiva tra persona e persona, può cambiare tali valori, ma vi sono altre variabili ovviamente, altra cosa che trovo molto importante è la conoscenza o meno del paesaggio inquadrato, ad esempio se io so gia che due edifici all'orizzonte (quindi sicuramente di difficile intellegibilità 3D) che stò inquadrando col binocolo sono a distanze diverse, il mio cervello mi darà tale sensazione pur non avendo gli elementi geometrici per dare tale valutazione, di questo ne ho avuto evidenza diretta, visto che è mia abitudine calcolare il TFOV della strumentazione con l'ausilio di una CTR 1:10.000 quindi identificandone gli elementi nell'inquadratura con gli omologhi sulla mappa.
- -SPECOLA->
- Buon utente
- Messaggi: 9633
- Iscritto il: 16/09/2011, 19:26
- Contatta:
Re: formula
Sì,
la formula è universale, mentre il percepito (sensazioni in testa) no, per via della loro natura soggettiva.
Diciamo che è un po' l'eterna lotta (se cosi la vogliamo chiamare), tra razionale e irrazionale.
la formula è universale, mentre il percepito (sensazioni in testa) no, per via della loro natura soggettiva.
Diciamo che è un po' l'eterna lotta (se cosi la vogliamo chiamare), tra razionale e irrazionale.
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/