Olympus CK

Principi di funzionamento, manutenzione, modifica e autocostruzione dei microscopi e dei loro accessori

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Guido Gherlenda
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Olympus CK

Messaggio da Guido Gherlenda »

a.JPG
Non avevo mai provato un microscopio invertito e in effetti l’approccio è stato drammatico: vetrini capovolti, condensatore sopra il tavolino, rotore sotto, non c’è niente che ricalchi un micro tradizionale, anche la messa a fuoco è solo macro.

La costruzione di questo microscopio è tipica degli anni ’70: abbondante uso di metallo, meccanica precisa e ben assemblata, grazie al tipo di struttura il peso è contenuto in cica 8.5 Kg., il rotore accoglie tre ottiche , di corredo sono cinque: 4x, 10x, 20x, 40x e 100x, a seconda dei tipo di osservazione si monta il gruppo più adatto.

La testa è una trinoculare con 100% agli oculari o 100% alla fotocamera, per chi come me è abituato alle testate con parzializzatore, il sistema tutto o niente è un po’ scomodo, ma una volta abituati non ci si fa troppo caso, del resto molti moderni microscopi anche di buona fascia utilizzano lo stesso sistema che ha il merito di avere meno problemi di polvere e aberrazioni essendo diretto.

Il condensatore, chiaramente a lunghissima distanza di lavoro, è montato su un supporto molto solido ed è di facile regolazione, io l’ho usato solo per le prime prove in BF, tipo di illuminazione che non uso quasi mai.

Dopo un’oretta ci si trova a proprio agio, l’uso per il quale è stato concepito, osservazione di colture, nel mio caso è di poco interesse ma con un piano privo di intralci è facile provare diverse modalità d’illuminazione, con una sorgente diffusa si ottengono effetti dalla radente al campo oscuro in maniera molto semplice ed immediata, ottimi effetti anche con una luce puntiforme, un po’ meno semplice da posizionare, da non sottovalutare la possibilità di appoggiarsi al vetrino in quanto il soggetto si trova sul lato opposto.

Passiamo ai risultati che sono riuscito ad ottenere, la prima immagine riprende un soggetto banale: una bolla d’aria, è incredibile come in una manciata di secondi con il solo spostare lateralmente la sorgente luminosa si ottengano risultati così diversi e tutti interessanti, obiettivo Olympus 20x.
Bolle 20x.jpg
Lo stesso per quest’alga in putrefazione, decisamente un altro pianeta rispetto alle difficoltà che si incontrano con un microscopio “dritto” dove è necessaria una messa a punto più laboriosa.
Alga 20x.jpg
Con ottiche ad immersione è opportuno utilizzare un olio ad alta densità, io uso l’ottimo Cargille type B facilmente reperibile in rete, ovviamente l’immersione non è da entrambi i lati ma la nitidezza sembra non risentirne, la messa a fuoco macrometrica ha una morbidezza e precisione da non far rimpiangere i doppi comandi.
Ho voluto provare uno Zeiss Jena Apo 90x 1.30 in sostituzione del 100x a corredo, per verificare la compatibilità anche con ottiche non originali, il microscopio non si è accorto dell’inghippo ed ha continuato a produrre ottime immagini:
Pediastrum 100x.JPG
Pediastrum, 90x immersione.
Stoma100x.JPG
Stoma di Lemna, 90x immersione.
non id 100x.JPG
Organismo non identificato, 90x immersione.

Nonostante la luce diffusa abbassi il contrasto la risoluzione non ne risente, le immagini sono più “morbide” ma sempre ben dettagliate.

Non sono riuscito a provarlo a fondo come meriterebbe e i risultati sono lontani da quelli che si otterrebbero con un po’ di assiduità, per certo è un microscopio veloce da settare anche se sicuramente non è il primo acquisto che debba fare un hobbista, non ha la versatilità di un normale biologico, diverso se viene affiancato a quest’ultimo, potrebbe essere il completamento ideale.

Parlando di cifre credo che si vada dai 300 ai 600€ circa (sempre prendendo spunto da ebay), più pregiati quelli con la testa trinoculare meno diffusa rispetto alla standard, per salire se viene proposto con contrasto di fase, per le ottiche non ci sono problemi: si può montare tutto quello che ha una buona distanza di lavoro, ad esempio gli ottimi vecchi Leitz o Zeiss con parafocale di 37mm.

In conclusione uno strumento in grado di dare molte soddisfazioni anche al microscopista evoluto, dal costo modesto ma meccanicamente superiore agli attuali entry level della stessa tipologia, ovviamente avendo un budget 10 volte superiore.....
Guido Gherlenda
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Re: Olympus CK

Messaggio da Enotria »

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Il buon Guido ha messo in giusta evidenza una delle caratteristiche più utili di questa tipologia di microscopi: la rapidità con cui si riesce a trovare le migliori condizioni di illuminazione e di visione.

Questo è vero in particolare quando si utilizza l'illuminazione diffusa, possibile solo su questo tipo di microscopi, spaziando con continuità dal campo oscuro, alla luce radente ed alla piena illuminazione, semplicemente spostando la posizione della lampada illuminante rispetto al soggetto.

Addirittura, vi sono anche dei soggetti che, con le normali forme di illuminazione, sono visibili solo a costo di ulteriori acquisti di accessori, spesso piuttosto costosi, tipo il Contrasto di Fase o il DIC.

Infatti, vi sono situazioni in cui il normale microscopio biologico deve dichiarare forfait: ad esempio, un classico è il tentare di vedere le cellule della mucosa orale. Con i microscopi normali ciò è impossibile perché le cellule del cavo orale hanno lo stesso indice di rifrazione della saliva, sono quindi perfettamente invisibili per trasparenza, per cui, se le volete vedere con un biologico, o le colorate, oppure vi attrezzate con almeno il CdF.

Con un microscopio invertito invece il problema semplicemente non si pone: basta angolare la luce e la cellula diventa perfettamente visibile, con il suo nucleo e con tutto il suo codazzo di batteri.
:twisted: Che figura di mer . . ! Ma non ti eri lavato i denti prima ? :twisted:
Cellule della mucosa orale, rese visibili dalla luce radente.
Cellule della mucosa orale, rese visibili dalla luce radente.
Allo stesso modo si risolvono situazioni che altrimenti metterebbero in grave imbarazzo un normale microscopio biologico, guardate ad esempio questo ammasso di alghe della specie Gloeocapsa: sarebbero invisibili e ben nascoste all'interno dei loro involucri gelatinosi, invece l'illuminazione radiale, possibile solo sul microscopio invertito, le illumina perfettamente, mettendo in evidenza le diverse capsule di mucillagine.
Alghe della specie Gloeocapsa immerse in capsule di mucillagine.
Alghe della specie Gloeocapsa immerse in capsule di mucillagine.
Infine, un esempio di come il Campo Oscuro, da sempre considerato di difficile esecuzione, venga interpretato dal microscopio invertito in un modo meno critico, rendendone estremamente più facile la realizzazione e l'ottenimento di buoni risultati.
Radiolare in Campo Oscuro ottenuto con illuminazione diffusa su microscopio invertito.
Radiolare in Campo Oscuro ottenuto con illuminazione diffusa su microscopio invertito.
Guardate come il Campo Oscuro sia perfettamente ottenuto, pur mantenendo illuminato in modo corretto anche l'intero corpo del radiolare.
Infatti, mentre con il normale biologico si otterrebbe il classico effetto "silouette", con i bordi illuminati e quindi chiari, mentre il corpo risulterebbe in ombra, con la luce diffusa otteniamo non solo un fondo completamente nero, ma anche una figura centrale perfettamente illuminata.

E con questo ritorno di nuovo al concetto di Guido sulla facilità di utilizzo e di regolazione di un microscopio invertito: superato il primo sconcerto per l'anomala disposizione dei suoi componenti, ci si accorge che tutto è più semplice, più immediato e più rapido.
Certo non voglio dire che lo si dovrebbe acquistare come primo microscopio, ma se lo volete affiancare al vostro biologico, di certo non lo rimpiangerete e, dopo poco, vi accorgerete che, se avete fretta di vedere qualche cosa, sarà sempre lui il preferito.


:wave:
Andrea

URL: http://spazioinwind.libero.it/andrea_bosi/index.htm

:clap: il binocolo migliore in assoluto, è quello che hai con te nel momento in cui ti serve. :clap:

Ogni oggetto ha la sua storia,
. . . io non vendo oggetti,
. . . . . . io racconto storie. (Enotria)
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