Orgoglio italiano

Principi di funzionamento, manutenzione, modifica e autocostruzione dei microscopi e dei loro accessori

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Enotria
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Messaggio da Enotria »

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Siamo talmente abituati a sminuire tutto ciò che è fatto in Italia, che ormai ci sembra impossibile che qualche nostra industria sia riuscita a progettare e costruire qualche cosa che, ancora oggi, si pone ai massimi livelli della tecnica.

Ma la nostra Officine Galileo di Firenze non è certo nuova a certi risultati, già altre volte si è parlato su questo Forum delle realizzazioni nel campo dei binocoli tanto civili che militari ed, anche in questo caso, con ottimi risultati.

Ma la Galileo ha operato molto anche nel campo dei microscopi, anche se qui la supremazia dell’ottica tedesca ha relegato questa nostra industria al settore degli strumenti scolastici, di scarso pregio e vincolati da forti limiti economici.

Ma un progetto andò contro corrente: ideare e costruire uno stereo microscopio per le nostre università e centri di ricerca e che fosse quanto di meglio la tecnologia di allora avesse permesso. In altre parole, quello che oggi potremmo definire come “lo stato dell’arte”.

Questa volta non vi erano problemi di budget ed i tecnici della Galileo potevano finalmente pensare al meglio.

Il risultato di questa coraggiosa iniziativa, è uno strumento che ancora oggi è ai massimi livelli di qualità, con innovazioni uniche ed originali, ma che più nessun produttore riprenderà perché, si sa, nessuno sta a guardare cosa progettano gli italiani, tanto, cosa vuoi che riescano a fare ?

Invece, quello che sono riusciti a fare, è lo stereo microscopio Officine Galileo, mod. NCS:
Officine Galileo, stereo microscopio mod. NSC
Officine Galileo, stereo microscopio mod. NSC
Un capolavoro di ottica, un capolavoro di meccanica !

E, si badi bene, non sfruttando benevole concessioni della Zeiss o di altre industri primarie, ma progettando tutto da capo e con soluzioni a cui nessuno aveva mai pensato.

Lo stereo di un laboratorio di ricerca non se ne va a spasso per i corridoi, la sua struttura deve essere ben stabile e robusta, senza concessioni: gli si trova il suo posto e la deve rimanere, insensibile agli urti o alle vibrazioni.
La struttura meccanica di base
La struttura meccanica di base
Ed allora facciamo un albero di supporto ben stabile, un cilindro di acciaio di 43 millimetri di diametro contro i 14 mm. che allora erano lo standard per simili strumenti.
Una base ampia e robusta darà poi la necessaria stabilità, con un piatto porta oggetti sovrabbondante, in modo da adattarsi a qualsiasi necessità o, anche, ad essere eliminato per lasciare spazio ad oggetti extra large. Il piano viene poi ripetuto, se necessario, ad una altezza maggiore, sia per poter vedere con maggior comodità i piccoli oggetti, sia per effettuare trasparenze e visioni in diascopia.
La robustezza della corona dentata e della cremagliera sono a prova di trenino d’alta montagna, naturalmente forgiata in metalli diversi, ottone ed acciaio, per un migliore scorrimento.
A questo riguardo, una vera chicca di ingegno: nella superficie della guida scorrevole, sono ricavate due fessure ad S che, una volta riempite di grasso, permettono una costante lubrificazione dell’intera escursione per anni ed anni di lavoro.
Le fessure per il grasso lubrificante.
Le fessure per il grasso lubrificante.

Poi, era stato previsto un robusto sgancio rapido della parte ottica dal suo basamento: in questo modo era possibile utilizzare più basi diverse, in modo da adeguarsi rapidamente ad ogni tipo di lavoro.
Infine, tutta questa robustezza rendeva molto rigido il collegamento ottica-meccanica, consentendo così una abbondante spaziatura fra la colonna portante ed il punto visualizzato dal microscopio, in questo modo era possibile la visione anche di oggetti molto ingombranti:
Dal vetrino microscopico, alla palla da calcio.
Dal vetrino microscopico, alla palla da calcio.
Tutti questi accorgimenti permettevano una enorme flessibilità nel lavoro, permettendo di passare rapidamente dalla visione per trasparenza di un preparato microscopico su vetrino, alla visione in episcopia di un grosso pallone da calcio.

Anche il sistema illuminante era stato progettato in modo sovra abbondante, tale da consentire ogni soluzione.
Alla testata ottica è fissato un anello girevole, che sopporta due distinte fonti luminose: uno spot per una luce concentrata sul soggetto ed un sistema a fluorescenza per una illuminazione diffusa.
Questo consentiva l’illuminazione perfetta proprio secondo i canoni classici della fotografia, con la luce diffusa di fondo e lo spot che guida lo sguardo verso il soggetto da evidenziare. Inoltre, per coloro che studiavano i minerali o le banconote, bastava sostituire i due tubi fluorescenti con gli stessi adatti per gli UV ed ottenere così l’esame in luce ultravioletta.
Scaglie di uranocircite sotto i raggi UV.
Scaglie di uranocircite sotto i raggi UV.
Ma tutto ciò che abbiamo visto riguarda aspetti tutto sommato secondari dello stereo microscopio, è ormai ora che andiamo ad esaminare le sue caratteristiche ottiche.

Lo schema ottico è un CMO classico, il motivo per cui lo si preferiva allora come oggi, è per la possibilità di inserire accessori lungo il percorso ottico, ad esempio una testata fotografica, senza dover risolvere complicazioni meccaniche.
Le ottiche sono singole, sono state preferite ai più semplici zoom per la loro maggiore luminosità e per la facilità e costanza di allineamento. Certo che così, invece di avere due soli telescopietti, ne abbiamo due per ciascun ingrandimento disponibile.
E gli ingrandimenti possibili sono ben cinque, gli ormai classici 6, 10, 16, 25 e 40x complessivi. Il motivo della scelta orientata verso i bassi valori è semplicemente realistica: inutile offrire elevati ingrandimenti in uno strumento che non è adatto ad utilizzarli, meglio allora favorire i maggiori campi inquadrabili con gli ingrandimenti più bassi.
Range degli ingrandimenti.
Range degli ingrandimenti.
E veniamo ora alla parte ottica vera e propria, i singoli cannocchiali che ingrandiscono.

Per capire meglio cosa ha fatto di nuovo la Officine Galileo, vediamo la soluzione che era adottata dalle maggiori case costruttrici di allora.
I cannocchiali erano dei sistemi galileiani ed, essendo il CMO progettato per infinito, ogni singolo cannocchiale poteva essere utilizzato guardando da entrambe le estremità: cambiava solo l’ingrandimento. La Zeiss e tutte le altre principali case, hanno sfruttato questa caratteristica utilizzando ogni singolo cannocchiale sia al dritto, sia al rovescio, coprendo così due ingrandimenti alla volta e risparmiando nella costruzione: due soli cannocchiali invertibili facevano tutti e cinque gli ingrandimenti. Un cannocchiale avrebbe fatto il 10x e, girato, avrebbe ingrandito 25x, l’altro cannocchiale avrebbe fatto il 6x e girato il 40x, ed il 16x chi lo fa ?
Non lo fa nessuno, se ci guardate è solo un tubo vuoto, senza lenti, infatti 16x è l’ingrandimento base della testata, non ha bisogno di essere ne aumentato, ne diminuito.
Capito i furboni ?
Certo che così facendo la taratura era molto più difficoltosa e la struttura più delicata, ma che importa, si risparmiano due ottiche e, dato che è stereo, ne risparmiano addirittura quattro.

Questa soluzione ai tecnici della Galileo non stava proprio bene, rendeva lo strumento delicato e le riparazioni quasi impossibili se non venivano effettuate dalla casa madre. Occorreva un'altra soluzione.
Soluzione tipo Zeiss e tipo Galileo.
Soluzione tipo Zeiss e tipo Galileo.


A sinistra vedete la soluzione “tipo Zeiss” in cui un tamburo ruota in orizzontale mettendo in posizione i vari cannocchiali: completando la rotazione ogni coppia avrebbe fatto due ingrandimenti e lo stesso il tubo vuoto, che avrebbe fatto per due volte il 16x. Notate anche che così l’ordine progressivo degli ingrandimenti risulta sbagliato: 6-16-25-40-16-10x.

A destra la soluzione della Galileo, in cui il tamburo ruota, ma in verticale, ed ha cinque posizioni, poste nell’ordine giusto e ciascuna fa solo un ingrandimento.
Certo, così per ogni canale stereo si impiegano due cannocchiali in più ed il costo aumenta, ma vuoi mettere ?
Ora la progressione degli ingrandimenti è giusta, di 16x c’è n’è solo uno, ma soprattutto, ciascun cannocchiale ha due eccentrici in testa e due eccentrici in coda: non si spostano neppure a martellate e si regolano uno per uno molto più facilmente.

Se poi andiamo a vedere la qualità ottica complessiva del nostro strumento, dobbiamo ammettere che anche nella lavorazione e calcolo delle lenti la Galileo ci ha saputo fare, con delle risoluzioni ai vari ingrandimenti che, ad oggi, sono il sogno di tanti stereo microscopi dalla marca arcinota e dal costo di alcune migliaia di Euro: 32 linee/mm a 6x, 57 a 10x, 80 linee a 16x, 114 linee/mm con il 25x e 161 linee con il 40x.

Peccato che i microscopi Galileo NSC siano così rari, peccato che costino così cari, ma se vi capita il tipo che non capisce nulla di microscopia e lo vende, non lasciatevelo scappare.
Un vetrino di istologia visto a 40x
Un vetrino di istologia visto a 40x


Epilogo: la strada indicata dalla Officine Galileo nella progettazione dello stereo microscopio NSC è rimasta inutilizzata, le novità introdotte non vennero mai recepite dalle altre fabbriche costruttrici.

Forse il costo di un simile strumento e di una simile lavorazione era troppo alto, forse, più semplicemente, il progetto fu rapidamente dimenticato perché, tanto, cosa volete che facciano gli italiani di buono ?


:wave:
Andrea

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Re: Orgoglio italiano

Messaggio da Francesco R »

Interessantissimo come sempre!
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Dante
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Re: Orgoglio italiano

Messaggio da Dante »

Grazie Andrea!
"Ciascuna specie merita che dei ricercatori vi dedichino la loro carriera e storici e poeti la celebrino... poichè noi ne facciamo parte, il destino della creazione è tutt'uno con il destino dell'umanità."
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500paolo
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Re: Orgoglio italiano

Messaggio da 500paolo »

Enotria ha scritto:.
...forse, più semplicemente, il progetto fu rapidamente dimenticato perché, tanto, cosa volete che facciano gli italiani di buono ?

:wave:
Gia' sono piu' per questa ipotesi. Anche in altri settori solo perche' un prodotto e' marchiato Germany e' ritenuto sinonimo di qualita' e degno di essere preso ad esempio...Ma siamo sicuri che e' sempre così? :(
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Enotria
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Re: Orgoglio italiano

Messaggio da Enotria »

Vi ringrazio per gli apprezzamenti, certo che spesso mi spiace vedere come dei tecnici italiani abbiano delle intuizioni geniali, delle ottime soluzioni e poi, per un motivo o per l'altro, ne vengono defraudati.
Guardando indietro nel tempo, quanti nostri scienziati hanno dovuto cedere le loro idee solo perché impossibilitati a proseguire, o perché non avevano i soldi per il brevetto o, semplicemente, perché non sapevano valorizzare le loro scoperte.

E non mi consola affatto il riconoscimento postumo che talvolta la Storia ci restituisce, al contrario, mi fa arrabbiare ancora di più perché, ancora una volta, conferma il trionfo di una ingiustizia. :mrgreen:

:wave:
Andrea

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Re: Orgoglio italiano

Messaggio da DIDODA »

Io ce l'ho da trentacinque anni e ancora mi da soddisfazione a guardarci, anche se sono passato a guardare con Olympus SZX9.Confermo tutto quanto detto da Enotria, è un ottimo strumento e il mio proveniva dalle Officine della Oto Melara di La Spezia e comprato allora per 600.000 Lire da un vecchio amico di Arezzo.Era il Top dei microscopi binoculari anche se per i minerali era meglio allora il Greenough della Kiowa con tanto di zoom ma dal costo di due buoni stipendi :think:
Complimenti per la descrizione Andrea :thumbup:
Hensoldt-Zeiss 8x30 M, Hensoldt 8x56 Dialyt, Bausch&Lomb M16 7x50, San Giorgio 8x30, 6x30, Officine Galileo 8x30, 6x30, Huet 8x30, Carl Zeiss Jena 8x30 MdI, Kern 8x30, 6x30, 6x24, Aeritalia 8x30, beh S.F.14Z.Gi 10x50, S R P I 12x40 "starlight", AFSA 6x30, Hensoldt 6x30 Vilaba Roma, i miei migliori e tanti altri.
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