Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Su CN ho trovato questo link
https://archive.org/details/Sky_and_Tel ... f/page/n83
a Sky&Telescope del marzo 1982. A parte il piacere di sfogliare quella che all'epoca era una GRANDE rivista di astronomia (non il giornalino striminzito che è adesso) segnalo che alle pagine 302 - 308 c'è un bell'articolo sulle caratteristiche dei vetri e le curve di cromatismo di diversi grandi rifrattori professionali.
Assolutamente da leggere!
https://archive.org/details/Sky_and_Tel ... f/page/n83
a Sky&Telescope del marzo 1982. A parte il piacere di sfogliare quella che all'epoca era una GRANDE rivista di astronomia (non il giornalino striminzito che è adesso) segnalo che alle pagine 302 - 308 c'è un bell'articolo sulle caratteristiche dei vetri e le curve di cromatismo di diversi grandi rifrattori professionali.
Assolutamente da leggere!
Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Interessante.
Ci sono raggi, spessori, indici e grafici.
Proverò a fare delle simulazioni con atmos cominciando dal Konigsberg.
Ci sono raggi, spessori, indici e grafici.
Proverò a fare delle simulazioni con atmos cominciando dal Konigsberg.
tripletto apo 155 f. 7 a contatto su losmandy g11
oculari clave': 5,6,8,12,16,20,25,35,45, pentax xl: 21-10.5-5.2, radian 3mm
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barlow baader FFC, prisma di Herschel 2"
canon 550d con zoom: 18-135 EF-S IS, 100-400L IS USM
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- Ivano Dal Prete
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Non so se e' possibile considerarlo un grande rifrattore professionale, ma se interessa da qualche parte ho una pagina di appunti del 1923 di Robert Lundin, all'epoca master optician di Clark&Sons con i dati del doppietto da 10" con cui osservavo anni fa.
Contra negantes principia alicuius scientiae non sit disputandum in illa scientia
("Non si deve disputare di cose pertinenti ad una scienza, contro chi ne nega i principi").
Dante Alighieri, Questio de aqua et terra
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Se puoi mettere questa pagina sarà sicuramente interessante.
Naturalmente farò prove anche con gli altri della lista.
Se tu avessi eventualmente materiale anche degli altri rifrattori sarebbe cosa molto gradita.
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
questo è quello che ho ottenuto con atmos del rifrattore Konigsberg D. 158mm f. 16,11.
Lo sferocromatismo non mi sembra molto corretto. questa è la versione ottimizzata.
Lo sferocromatismo non mi sembra molto corretto. questa è la versione ottimizzata.
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Doppietto 10", note di Robert Lundin, Alvan Clark&Sons (1923). Questa nota mi e' stata mandata dal presidente dell'Antique Telescope Society, che l'ha trovata mentre consultava l'archivio della ditta. Il "William Butler" citato e' il cliente, un banchiere di New York che aveva allestito un osservatorio nella sua residenza di campagna a Mount Kisko. Chissa' che fine fara'
Ultima modifica di Ivano Dal Prete il 27/09/2019, 15:01, modificato 1 volta in totale.
Contra negantes principia alicuius scientiae non sit disputandum in illa scientia
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Molto interessante, Ivano, un pezzo di storia
Mi sono letto bene l'articolo di S&T e ci sono un paio di cose che non mi tornano. Cito nel paragrafo relativo al Konigsberg:
Tra l'altro ho notato che nei grafici si fa sempre riferimento all'acromatizzazione B-F non alla C-F. Ma la linea B è a 686.7 nm mentre la C è 656.3, non capisco perché prenda la B-F come riferimento, forse per motivi storici se è vero che era la preferita da Fraunhofer. Bisognerebbe indagare nelle biblioteche digitali, farò una ricerca in quella della mia università.
@Maurizio: mi pare di capire dall'articolo che i numeri vadano presi un po' con le molle, nel senso che in qualche caso i raggi sono stati ricavati a ritroso partendo dalla determinazione della posizione dei fuochi con lo spettrometro piuttosto che da una misurazione diretta sulle lenti.
Mi sono letto bene l'articolo di S&T e ci sono un paio di cose che non mi tornano. Cito nel paragrafo relativo al Konigsberg:
e più avanti:... this lens has its minimum focus at the D line and is achromatized for the B and F lines. Fraunhofer favored this color correction
nei manuali di ottica moderni "Fraunhofer" e "C-F" sono usati praticamente come sinomini laddove si descrive il tipo di acromatismo, ma leggendo l'articolo sembrerebbe che non sia così.Fraunhofer's lenses surround bright objects with a bluish secondary spectrum while C-F correction leads to a magenta fringe
Tra l'altro ho notato che nei grafici si fa sempre riferimento all'acromatizzazione B-F non alla C-F. Ma la linea B è a 686.7 nm mentre la C è 656.3, non capisco perché prenda la B-F come riferimento, forse per motivi storici se è vero che era la preferita da Fraunhofer. Bisognerebbe indagare nelle biblioteche digitali, farò una ricerca in quella della mia università.
@Maurizio: mi pare di capire dall'articolo che i numeri vadano presi un po' con le molle, nel senso che in qualche caso i raggi sono stati ricavati a ritroso partendo dalla determinazione della posizione dei fuochi con lo spettrometro piuttosto che da una misurazione diretta sulle lenti.
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Raf584 ha scritto: ↑27/09/2019, 13:20
nei manuali di ottica moderni "Fraunhofer" e "C-F" sono usati praticamente come sinomini laddove si descrive il tipo di acromatismo, ma leggendo l'articolo sembrerebbe che non sia così.
Tra l'altro ho notato che nei grafici si fa sempre riferimento all'acromatizzazione B-F non alla C-F. Ma la linea B è a 686.7 nm mentre la C è 656.3, non capisco perché prenda la B-F come riferimento, forse per motivi storici se è vero che era la preferita da Fraunhofer. Bisognerebbe indagare nelle biblioteche digitali, farò una ricerca in quella della mia università.
Estremamente interessante, grazie Raf.
Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Molto interessanti queste considerazioni finali:
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
La frase che inizia con "Catastrophe" mi ricorda quello che mi ha raccontato Paolo Tanga della cupola dell'osservatorio di Nizza. Era stata progettata da Eiffel, poggiava su... acqua (!) e si ruotava con una mano. Poi l'hanno voluta aggiornare e "migliorare", ma siccome era gia' perfetta non poteva migliorare, poteva solo peggiorare e non ha piu' funzionato bene. Ogni manufatto fa parte di un contesto tecnologico, materiale e culturale, non e' parte a se' stante che si puo' facilmente estrarre e riposizionare.
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Vero, ci sono oggetti che se è possibile è meglio non toccare, soprattutto un rifrattore storico come quelli citati nell'articolo.
Purtroppo ho avuto occasione di vedere dei veri e propri orrori - uno anche recentemente - perpetrati da ottici irresponsabili su manufatti storici.
Purtroppo ho avuto occasione di vedere dei veri e propri orrori - uno anche recentemente - perpetrati da ottici irresponsabili su manufatti storici.
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Giustissimo, una volta lo stavo per fare anch'io ma mi hanno fermato in tempo
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
più tardi riprovo a fare la simulazione considerando la riga B .6867 di sicuro i grafici dovrebbero migliorare.Raf584 ha scritto: ↑27/09/2019, 13:20
Tra l'altro ho notato che nei grafici si fa sempre riferimento all'acromatizzazione B-F non alla C-F. Ma la linea B è a 686.7 nm mentre la C è 656.3, non capisco perché prenda la B-F come riferimento, forse per motivi storici se è vero che era la preferita da Fraunhofer. Bisognerebbe indagare nelle biblioteche digitali, farò una ricerca in quella della mia università.
@Maurizio: mi pare di capire dall'articolo che i numeri vadano presi un po' con le molle, nel senso che in qualche caso i raggi sono stati ricavati a ritroso partendo dalla determinazione della posizione dei fuochi con lo spettrometro piuttosto che da una misurazione diretta sulle lenti.
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
ecco i grafici rifatti del Konigsberg con le righe spettrali B, D, F.
originale: ora lo sferocromatismo è meglio su queste righe ma c'è un po di coma.
ottimizzato: sferocromatismo corretto e coma azzerato.
ora provo con il Johns Hopkins d. 239
originale: ora lo sferocromatismo è meglio su queste righe ma c'è un po di coma.
ottimizzato: sferocromatismo corretto e coma azzerato.
ora provo con il Johns Hopkins d. 239
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
ecco il Johons Hopkins D. 239 f. 14.99 righe B, D, F. sferocromatismo quasi perfetto affetto da forte coma:
ottimizzato: coma azzerato.
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
grazie per la pagina di appunti.Ivano Dal Prete ha scritto: ↑27/09/2019, 1:43 Doppietto 10", note di Robert Lundin, Alvan Clark&Sons (1923). Questa nota mi e' stata mandata dal presidente dell'Antique Telescope Society, che l'ha trovata mentre consultava l'archivio della ditta. Il "William Butler" citato e' il cliente, un banchiere di New York che aveva allestito un osservatorio nella sua residenza di campagna a Mount Kisko. Chissa' che fine fara'
Però l'ultima colonna di numeri che dovrebbero essere gli spessori, non riesco a capire se la misura sia in pollici o sue frazioni.
proverò comunque a mettere degli spessori compatibili...
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Il Konigsberg sarebbe un doppietto a contatto ? vedo che il gap è 0
Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
ciao Raffaello
al centro è zero però necessitano degli spessorini ai bordi di 0.09mm
al centro è zero però necessitano degli spessorini ai bordi di 0.09mm
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Ah è proprio pochissimo, sono praticamente a contatto sul bordo.
come si riesce a ottimizzare la coma ? modifichi le curvature o anche la spaziatura ?
come si riesce a ottimizzare la coma ? modifichi le curvature o anche la spaziatura ?
Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Facendo diverse prove variando i raggi a uno a uno e la spaziatura non ho ottenuto un miglioramento significativo del coma.
solo ottimizzato modificando tutte le curvature simultaneamente ho ottenuto l'azzeramento del coma.
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
ho fatto la simulazione del terzo rifrattore della lista, lo Sproul 610mm f. 14,92.
Anche in questo sferocromatismo e coma non troppo corretti.
Mi viene da pensare che abbia ragione Raffaello nel dire che i valori della tabella non siano troppo precisi.
Questo è l'originale: e qui l'ottimizzao:
Anche in questo sferocromatismo e coma non troppo corretti.
Mi viene da pensare che abbia ragione Raffaello nel dire che i valori della tabella non siano troppo precisi.
Questo è l'originale: e qui l'ottimizzao:
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
ho ultimato le simulazioni degli ultimi rifrattori storici della lista e a parte l'US Naval che ha uno sferocromatimo accettabile ma non il coma, il Lick e lo Yerkes soffrono oltre che nel coma anche nello sferocromatismo.
Chissà perchè tutti questi antichi grandi rifrattori hanno più o meno le stesse caratteristiche, probabilmente era dovuta alla metodologia di calcolo di allora.
US Naval d. 660mm f. 15 originale: US Naval d. 660mm f. 15 ottimizzato: Lick d. 914mm f. 19.28 originale: Lick d. 914mm f. 19.28 ottimizzato: Yerkes d. 1016mm f. 19.05 originale: Yerkes d. 1016mm f. 19.05 ottimizzato;
Chissà perchè tutti questi antichi grandi rifrattori hanno più o meno le stesse caratteristiche, probabilmente era dovuta alla metodologia di calcolo di allora.
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Secondo me ci sono degli errori nelle misure riportate. Anche tenendo conto, com'è ovvio, che i costruttori non avevano le possibilità di calcolo e di verifica che abbiamo coi nostri calcolatori, sembrerebbe che alcuni obiettivi non fossero nemmeno acromatizzati, lo trovo davvero strano. Ad esempio leggendo l'articolo si viene a sapere che il Lick era effettivamente acromatizzato B-F, e sembra che una delle ragioni per cui i Clark spaziavano così tanto le lenti era per correggere il più possibile lo sferocromatismo nel blu.
Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
per tutti i rifrattori ho usato come riferimento la riga D= 0.589 e le righe B= 0.687 e F = 0.4861 per l'acromatizzazione.
Tutti questi obiettivi hanno lo stesso andamento chi più chi meno, quindi penso che il metodo di calcolo in uso fra i progettisti fosse sempre lo stesso.
Sarebbe interessante conoscere qualcuno che possa verificare se queste tabelle di Sky and Telescope riportano i dati effettivi dei progetti originali.
Per esempio se i raggi sono stati ricavati con metodi indiretti, dubito che possano essere quelli reali.
Il risultato più vicino alla realtà si ottiene tramite la misurazione delle curve con uno sferometro.
Tutti questi obiettivi hanno lo stesso andamento chi più chi meno, quindi penso che il metodo di calcolo in uso fra i progettisti fosse sempre lo stesso.
Sarebbe interessante conoscere qualcuno che possa verificare se queste tabelle di Sky and Telescope riportano i dati effettivi dei progetti originali.
Per esempio se i raggi sono stati ricavati con metodi indiretti, dubito che possano essere quelli reali.
Il risultato più vicino alla realtà si ottiene tramite la misurazione delle curve con uno sferometro.
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Buongiorno a tutti,
quanto è condivisibile affermare che questi grandi rifrattori erano (sopratutto) così performanti perché:
1) erano "grandi"
2) il cielo era (generalmente) migliore
3) erano "grandi" gli osservatori che li utilizzavano
quanto è condivisibile affermare che questi grandi rifrattori erano (sopratutto) così performanti perché:
1) erano "grandi"
2) il cielo era (generalmente) migliore
3) erano "grandi" gli osservatori che li utilizzavano
Pratico il "voyeurismo ed il feticismo" con tante (lenti) e confesso la mia passione per le "mature" (lenti) ...
Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Se fosse spaziato in olio ?
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
A quell'epoca ? non saprei, mi sembra difficile. Allora è più probabile che sia cementato, ma chi lo sa.
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Erano semplicemente il massimo messo a disposizione dal progresso dell'epoca e infatti non appena la tecnica ha consentito di attuare altre soluzioni, si sono estinti come i dinosauri...
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
E dire che Marco Falorni con uno di quei "dinosauri" osservava i dettagli della Rima Tenuis su Marte..
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Ma certamente! I telescopi mica hanno la data di scadenza come il vasetto dello yogurt.
Però scendendo un po' sotto alla mera semplificazione, qual è il motivo per cui è da moltissimo tempo che gli astronomi utilizzano altro?
Non dovrebbe essere difficile inquadrare la base giustificativa teoricae e non, sottostante, tracciata a supporto di ciò.
Però scendendo un po' sotto alla mera semplificazione, qual è il motivo per cui è da moltissimo tempo che gli astronomi utilizzano altro?
Non dovrebbe essere difficile inquadrare la base giustificativa teoricae e non, sottostante, tracciata a supporto di ciò.
Fabrizio Ferrario
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Si si è molto facile.
Piuttosto sono la ripetibilità e verificabilità di certi disegni eseguiti all'oculare di Newton e soprattutto cannocchiali da 8"-16 " ( e oltre) a lungo fuoco del tipo di quelli citati da Raffaello, risalenti agli anni 30' -40' 50' 60' 70' 80' 90' del secolo scorso ( Falorni-O'Meara-Moreux-Antoniadi-Desloges-Dollfus-Yamamoto-Cave-Liot-Mc Celland-Mayeda-Saheki -Murayama-Konnai-) la dimostrazione su base empirica che per lo studio di Luna e Pianeti non è scientificamente corretto definire i vecchi telescopi planetari "dinosauri".
Tuttaltro, essi rimangono per quanto concerne l'alta risoluzione visuale tutt'oggi strumenti dedicati ahinoi spesso insuperati, - complice anche il seeing spesso infausto dei nostri giorni, l'altezza dei Pianeti sull'Eclittica, e chissà, forse anche qualcos' altro.:
Si notino i dettagli impressionanti verificabili qui, specialmodo quelli all'oculare del nipponico doppietto 300 mm f 15 e il 330 mm di Pittsburgh, per non parlare dei mitici disegni di Urano eseguiti all'oculare del rifrattore di 23 cm di Harvard da SJ O'Meara che permisero di calcolare il periodo di rotazione del Pianeta, successivamente confermato dalle sonde:
https://www.kwasan.kyoto-u.ac.jp/~cmo/c ... ks_Mn1.htm
https://www.kwasan.kyoto-u.ac.jp/~cmo/c ... 10/10.html
https://www.sciencephoto.com/media/1005 ... udon-paris
http://www.planetastronomy.com/special/ ... do-SAF.htm
https://planetarymapping.wordpress.com/ ... mars-1958/
Piuttosto sono la ripetibilità e verificabilità di certi disegni eseguiti all'oculare di Newton e soprattutto cannocchiali da 8"-16 " ( e oltre) a lungo fuoco del tipo di quelli citati da Raffaello, risalenti agli anni 30' -40' 50' 60' 70' 80' 90' del secolo scorso ( Falorni-O'Meara-Moreux-Antoniadi-Desloges-Dollfus-Yamamoto-Cave-Liot-Mc Celland-Mayeda-Saheki -Murayama-Konnai-) la dimostrazione su base empirica che per lo studio di Luna e Pianeti non è scientificamente corretto definire i vecchi telescopi planetari "dinosauri".
Tuttaltro, essi rimangono per quanto concerne l'alta risoluzione visuale tutt'oggi strumenti dedicati ahinoi spesso insuperati, - complice anche il seeing spesso infausto dei nostri giorni, l'altezza dei Pianeti sull'Eclittica, e chissà, forse anche qualcos' altro.:
Si notino i dettagli impressionanti verificabili qui, specialmodo quelli all'oculare del nipponico doppietto 300 mm f 15 e il 330 mm di Pittsburgh, per non parlare dei mitici disegni di Urano eseguiti all'oculare del rifrattore di 23 cm di Harvard da SJ O'Meara che permisero di calcolare il periodo di rotazione del Pianeta, successivamente confermato dalle sonde:
https://www.kwasan.kyoto-u.ac.jp/~cmo/c ... ks_Mn1.htm
https://www.kwasan.kyoto-u.ac.jp/~cmo/c ... 10/10.html
https://www.sciencephoto.com/media/1005 ... udon-paris
http://www.planetastronomy.com/special/ ... do-SAF.htm
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Gli astronomi utilizzano diametri molto più grandi con specchi perchè ci sono problemi tecnici che impediscono la realizzazione di rifrattori di dimensioni superiore la metro.-SPECOLA-> ha scritto: ↑07/10/2019, 8:22 Però scendendo un po' sotto alla mera semplificazione, qual è il motivo per cui è da moltissimo tempo che gli astronomi utilizzano altro?
Se ciò fosse stato possibile li avrebbero sicuramente prodotti e utilizzati.
Poi se oggi ci fosse qualche ente benemerito che si prendesse l'impegno di ottimizzare e rifigurare con la tencica "ion beam figuring", questi grossi rifrattori sicuramente li vedremmo riutilizzati e sfruttati molto di più.
tripletto apo 155 f. 7 a contatto su losmandy g11
oculari clave': 5,6,8,12,16,20,25,35,45, pentax xl: 21-10.5-5.2, radian 3mm
zoom: vixen 8-24 e hyperion 8-24. erfle 40mm, wide scan II 30mm, leica 14mm wa
barlow baader FFC, prisma di Herschel 2"
canon 550d con zoom: 18-135 EF-S IS, 100-400L IS USM
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Ciao Francesco T,
il termine "dinosauri" l'ho utilizzato per fare un parallelo; non di certo per definire qualcosa.
Tantomeno i gloriosi grandi rifrattori dei secoli scorsi.
Pensavo si capisse.
Riguardo alla ripetibilità e verificabilità di certi disegni eseguiti all'oculare di Newton e soprattutto cannocchiali da 8"-16 " ( e oltre) a lungo fuoco, è vera; fa parte del parte del progresso scientifico ma...
Premesso che non raramente diventa impossibile disegnare tutto quello che si riesce a cogliere con l'occhio all'oculare, tanti sono i dettagli e le sfumature che un telescopio è in grado di mostrare, nel passato sono capitate anche cose un po', passami il termmine, "strane", tipo per esempio, rimanendo in tema, la "geminazione dei cosiddetti "canali marziani".
Senza contare inoltre, che i GRANDI osservatori sono tali a prescindere dal mezzo che utilizzano; per esempio mi viene in mente che l'astrofilo Guido Ruggieri... :
download/file.php?id=20192&mode=view
--
Ciao ForMa_55
di sicuro se i vecchi e gloriosi GRANDI telescopi rifrattori di una volta venissero ottimizzati e rifigurati, potrebbero benissimo ritornare ad essere utilizzati proficuamente; è vero.
Pur sempre con i loro limiti però, perché i miracoli non li fa nessuno.
E comunque un siffatto intervento finirebbe irrimediabilmente per snaturali; imho.
Mi immagino per esempio i cannocchiali di Galileo rimessi in pista in quel modo; brrr..
Mi vengono i brividi;
il termine "dinosauri" l'ho utilizzato per fare un parallelo; non di certo per definire qualcosa.
Tantomeno i gloriosi grandi rifrattori dei secoli scorsi.
Pensavo si capisse.
Riguardo alla ripetibilità e verificabilità di certi disegni eseguiti all'oculare di Newton e soprattutto cannocchiali da 8"-16 " ( e oltre) a lungo fuoco, è vera; fa parte del parte del progresso scientifico ma...
Premesso che non raramente diventa impossibile disegnare tutto quello che si riesce a cogliere con l'occhio all'oculare, tanti sono i dettagli e le sfumature che un telescopio è in grado di mostrare, nel passato sono capitate anche cose un po', passami il termmine, "strane", tipo per esempio, rimanendo in tema, la "geminazione dei cosiddetti "canali marziani".
Senza contare inoltre, che i GRANDI osservatori sono tali a prescindere dal mezzo che utilizzano; per esempio mi viene in mente che l'astrofilo Guido Ruggieri... :
download/file.php?id=20192&mode=view
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Ciao ForMa_55
di sicuro se i vecchi e gloriosi GRANDI telescopi rifrattori di una volta venissero ottimizzati e rifigurati, potrebbero benissimo ritornare ad essere utilizzati proficuamente; è vero.
Pur sempre con i loro limiti però, perché i miracoli non li fa nessuno.
E comunque un siffatto intervento finirebbe irrimediabilmente per snaturali; imho.
Mi immagino per esempio i cannocchiali di Galileo rimessi in pista in quel modo; brrr..
Mi vengono i brividi;
Fabrizio Ferrario
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
In effetti quei rifrattori non si sono estinti come i dinosauri, per fortuna esistono ancora e la maggior parte è in uso anche se con scopi diversi da quelli per cui erano stati costruiti.
Come dice Maurizio il motivo per cui non si sono più costruiti rifrattori "giganti" dopo quello di Yerkes - ma altri ne sono stati realizzati dopo anche se di dimensioni minori - è dovuto da un lato alle problematiche di costruzione di lenti di quel diametro, dall'altro dall'abbandono dell'astronomia visuale in seguito alla nascita dell'astrofisica e dell'astronomia extragalattica che a differenza dell'astrometria - l'occupazione principale degli astronomi fino ai primi anni del XX secolo - avevano bisogno non tanto di risoluzione quanto di luce, di una buona luminosità fotografica - quindi strumenti a f/ basso - e di una focalizzazione perfetta a tutte le lunghezze d'onda, requisiti meglio soddisfatti dai riflettori.
La maggior parte dei grandi rifrattori è stata impiegata ancora per tutta la prima metà del XX secolo e diversi anche oltre (Pic du Midi, ad esempio, vedi i disegni riportati da Francesco) sia per l'astronomia planetaria - visuale e spettroscopica - sia per la misura delle stelle doppie. Purtroppo i professionisti non osservano più da un pezzo e quindi gli strumenti storici nella migliore delle ipotesi vengono usati per la didattica, nella peggiore cadono in disuso perché comunque mantenere e operare uno strumento di grosso calibro richiede soldi e personale che gli osservatòri e gli enti locali, perennemente a corto di soldi, preferiscono spendere per altre cose. Anche alcuni riflettori storici come l'Hooker da 100 pollici di Monte Wilson sono stati riconvertiti alla divulgazione perché resi inutili dall'inquinamento luminoso.
Comunque sia i grandi rifrattori non sono morti, anzi nell'immediato futuro ci saranno certamente delle realizzazioni importanti in questo campo. Alcune aziende propongono rifrattori di 30, 40 e anche 50 cm di diametro, che è la dimensione del Merz-Repsold di Schiaparelli che per qualche tempo fu il più grande in Europa. Per un riflettore si tratta di misure ormai ordinarie ma per un rifrattore certamente no.
Come dice Maurizio il motivo per cui non si sono più costruiti rifrattori "giganti" dopo quello di Yerkes - ma altri ne sono stati realizzati dopo anche se di dimensioni minori - è dovuto da un lato alle problematiche di costruzione di lenti di quel diametro, dall'altro dall'abbandono dell'astronomia visuale in seguito alla nascita dell'astrofisica e dell'astronomia extragalattica che a differenza dell'astrometria - l'occupazione principale degli astronomi fino ai primi anni del XX secolo - avevano bisogno non tanto di risoluzione quanto di luce, di una buona luminosità fotografica - quindi strumenti a f/ basso - e di una focalizzazione perfetta a tutte le lunghezze d'onda, requisiti meglio soddisfatti dai riflettori.
La maggior parte dei grandi rifrattori è stata impiegata ancora per tutta la prima metà del XX secolo e diversi anche oltre (Pic du Midi, ad esempio, vedi i disegni riportati da Francesco) sia per l'astronomia planetaria - visuale e spettroscopica - sia per la misura delle stelle doppie. Purtroppo i professionisti non osservano più da un pezzo e quindi gli strumenti storici nella migliore delle ipotesi vengono usati per la didattica, nella peggiore cadono in disuso perché comunque mantenere e operare uno strumento di grosso calibro richiede soldi e personale che gli osservatòri e gli enti locali, perennemente a corto di soldi, preferiscono spendere per altre cose. Anche alcuni riflettori storici come l'Hooker da 100 pollici di Monte Wilson sono stati riconvertiti alla divulgazione perché resi inutili dall'inquinamento luminoso.
Comunque sia i grandi rifrattori non sono morti, anzi nell'immediato futuro ci saranno certamente delle realizzazioni importanti in questo campo. Alcune aziende propongono rifrattori di 30, 40 e anche 50 cm di diametro, che è la dimensione del Merz-Repsold di Schiaparelli che per qualche tempo fu il più grande in Europa. Per un riflettore si tratta di misure ormai ordinarie ma per un rifrattore certamente no.
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Premesso che le problematiche nella costruzione di lenti di elevato diametro, il progresso e l'abbandono dell'astronomia visuale, sono tutte cose che fanno il paio con ciò che ho già scritto, sono contento che nell'immediato futuro ci saranno certamente delle realizzazioni importanti in questo campo.
Sarà interessante valutare l'impatto del contributo scientifico in campo professionale che daranno le nuove leve di rifrattori di 30, 40 e anche 50 cm di diametro.
Si tratta comunque di telescopi di apertura decisamente più ordinaria, rispetto a quella dei grandi rifrattori di una volta, che definirei tali a partire dai 60 cm in su, in onore del capolavoro di Slater.
Oltre i 125 cm di apertura non si andò mai.
Sarà interessante valutare l'impatto del contributo scientifico in campo professionale che daranno le nuove leve di rifrattori di 30, 40 e anche 50 cm di diametro.
Si tratta comunque di telescopi di apertura decisamente più ordinaria, rispetto a quella dei grandi rifrattori di una volta, che definirei tali a partire dai 60 cm in su, in onore del capolavoro di Slater.
Oltre i 125 cm di apertura non si andò mai.
Fabrizio Ferrario
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Mah, ciascuno definisce le cose come gli pare... io mi accontenterei anche di un rifrattore decisamente ordinario da 50 cm, qualcosa del genere, ecco
magari mi sta anche sul terrazzo... ma quel telescopio non esiste più
Francesco, anni fa Dollfus mi regalò un libro - con una bellissima dedica - in cui raccontava la sua carriera, ci sono dei disegni meravigliosi, alla prima occasione te lo porto. Se cerchi nei mercatini dell'usato forse puoi ancora trovarlo, nel caso ti consiglio di non fartelo scappare.Francesco T ha scritto: ↑07/10/2019, 10:14 ( Falorni-O'Meara-Moreux-Antoniadi-Desloges-Dollfus-Yamamoto-Cave-Liot-Mc Celland-Mayeda-Saheki -Murayama-Konnai-)
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Se è per quello, io mi accontento ancora di meno.
Comunque sia,
se fossero veramente diametri "ordinari", allora le nuove produzioni non si fermerebbero a 50 cm; imho.
È vero che il telescopio Craig non esiste più, però al suo tempo è stato un bel salto in avanti.
Riguardo a Slater, invece:
Cit. "Chi è stato qualcuno resta sempre qualcuno".
Comunque sia,
se fossero veramente diametri "ordinari", allora le nuove produzioni non si fermerebbero a 50 cm; imho.
È vero che il telescopio Craig non esiste più, però al suo tempo è stato un bel salto in avanti.
Riguardo a Slater, invece:
Cit. "Chi è stato qualcuno resta sempre qualcuno".
Fabrizio Ferrario
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Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
piccolo OT:
qual è il più grande rifrattore amatoriale in Italia ?
qual è il più grande rifrattore amatoriale in Italia ?
Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Non ne ho idea. Stando a quello che leggo qui il 51 cm della foto sembrerebbe destinato a un cliente italiano.
Re: Caratteristiche tecniche di grandi rifrattori professionali
Sarà qualche osservatorio, non so quanto costi un tripletto apo da 20", ma sicuramente non poco (per me siamo ben oltre i 200.000 €).