Un paio di domande agli esperti, sui vecchi 7x35 giapponesi grandangolari.
1) Quando il Giappone produceva migliaia e migliaia di questi bin, perchè la Germania, o meglio le due Germanie, non si cimentavano allo stesso modo (almeno così mi sembra) nella produzione di questo classico schema ottico?
2) Perchè, a giudicare almeno dall'attuale mercato, in Europa arrivavano pochi binocoli di questo tipo? Si può azzardare come risposta che gli europei, rispetto ad americani e giapponesi, preferivano un bin più leggero nonchè la qualità dell'immagine rispetto all'ampio campo? (...l'8x30 piuttosto che il 7x35!) e che perdurando questa tendenza a livello planetario i grandi produttori (decadenza dei porro a parte) smisero di investire in questo schema ottico?
3) Che differenze ci sono tra i 7x35 Tasco 110 e 410 visto che dovrebbero avere stessi prismi e stesso campo?
Infine un'ultima considerazione.
Sono venuto in possesso,veramente per pochi euro, di un 7x35 con un c.a. di 77°, fortunatamente ben collimato. Il bin è ovviamente un pò malandato, anche se le ottiche, che meriterebbero una ripulitina, non sembrano malaccio (jb 56). Per la cronaca, viste le "pupille quadrate", il bin dovrebbe avere prismi in Bak 7.
Bene, questo bin, pur malmesso, mi ha riservato quella che io considero una grande quando inaspettata sorpresa: un effetto tridimensionale da Wow! Ho fatto ripetuti e diretti confronti mirati con i due Nikon E II (...voglio dire) e niente da fare, questi, almeno per il mio apparato neuro-ottico, ne uscivano irrimediabilmente bastonati.
Effetto visivo (reale o soggettivo) dovuto al più grande campo? Alla differenza di x? (nell'8x30 cmq scarsamente rilevante). Alla maggiore p.u.? (ma allora anche il 10x50...). Boh, non lo so.
Però mi sono venuti in mente certi felici resoconti di uso di strumenti vintage da parte di alcuni binoamici senior esperti di ottiche "datate"...
Grazie per l'attenzione.
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