Huet Mirapan 200
Huet Mirapan 200
Sul web c'è in vendita un esemplare che sembra in buone condizioni, ma proposto ad un prezzo a mio parere insensato. Mi piacerebbe conoscere qualcosa di più di questo modello della nobile Huet
- CARLO ROSSI
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Re: Huet Mirapan 200
Sul Mirapan della, come chiami tu, “nobile” Huet lascio raccontare Paolo Monti e Marco Ghirardi che lo posseggono.
Io posso parlarvi della “curiosa inserzione” raccontandovi particolari confermabili da tutte le persone citate.
http://www.subito.it/hobby-collezionism ... htm?last=1
- Perché curiosa? Perché, immediatamente contattato da arcinoto personaggio ligure che stava cercando siffatto modello, il venditore, un barbaricino del Gennargentu, incredibilmente, si rifiuta di cedere il binocolo. Prima anomalia.
- Il noto appassionato binoculare ligure, si rivolge ad un amico di Pavia e lo incarica di tentare l’acquisto. Il Pavese, che di binocoli se ne intende pure lui, contatta il Sardo venditore che insiste nel diniego. Perché un cristiano si prende la briga di mettere in vendita un binocolo (ad un prezzo fuori dal mondo) e, trovati due compratori, si rifiuta di vendere? Confermata la prima anomalia e fino a qui la spiegazione non c’è!
- Legge l’inserzione anche un amico emiliano del sardo che a causa del folle prezzo richiesto non è disposto a comperare il pur interessante Mirapan. Decide però di contattare l’amico venditore Sardo per saperne di più. Dunque contatta il venditore e l’anomalia continua: “No, non lo vendo”.
- L’emiliano, che dispone di due account di posta elettronica di cui il secondo non conosciuto dal singolare venditore, decide di rispondere non telefonicamente come tutti hanno fatto fino a qui ma lo fa utilizzando la mail non conosciuta e si firma “leopoldo” che non è un nome di fantasia ma il suo secondo nome ovviamente anch’esso non conosciuto dal montanaro del Gennargentu il cui comportamento per ora non si spiega. Così si dichiara un appassionato di ottiche sardo molto interessato al fantomatico binocolo ed informa il venditore di essere disponibile al ritiro di persona. “Leopoldo” non riceve risposta alcuna. Ora l’anomalia continua ma è diversa: il sardo non si rifiuta di vendere ma NON RISPONDE.
- L’emiliano allora torna a telefonare all’originale personaggio e, per giocare, butta là un’offerta superiore: “sono disposto a darti 1.100 euro”………… La risposta è allucinante: “ No, guarda, l’ho venduto ieri ad un signore di Cagliari, un certo “Leopoldo” che ha insistito così tanto fino ad offrirmi 1.250 euro. A quel punto ho ceduto e ho dovuto darglielo”………
- capitto mi hai?
- Le certezze su questa storia sono poche ma estremamente nitide, perciò ora l’anomalia sembra spiegata:
- E’ stato millantato il possesso di un binocolo che il sardo non ha mai avuto disponibile
- Si è tentato di prendere visibilità inventando una disponibilità che non esisteva
- E’ stata fatta la figura del cioccolatino con molte persone dell’ambiente dei binocoli
- La credibilità di questo curioso personaggio, se mai c’è stata , si è bruciata definitivamente
Io posso parlarvi della “curiosa inserzione” raccontandovi particolari confermabili da tutte le persone citate.
http://www.subito.it/hobby-collezionism ... htm?last=1
- Perché curiosa? Perché, immediatamente contattato da arcinoto personaggio ligure che stava cercando siffatto modello, il venditore, un barbaricino del Gennargentu, incredibilmente, si rifiuta di cedere il binocolo. Prima anomalia.
- Il noto appassionato binoculare ligure, si rivolge ad un amico di Pavia e lo incarica di tentare l’acquisto. Il Pavese, che di binocoli se ne intende pure lui, contatta il Sardo venditore che insiste nel diniego. Perché un cristiano si prende la briga di mettere in vendita un binocolo (ad un prezzo fuori dal mondo) e, trovati due compratori, si rifiuta di vendere? Confermata la prima anomalia e fino a qui la spiegazione non c’è!
- Legge l’inserzione anche un amico emiliano del sardo che a causa del folle prezzo richiesto non è disposto a comperare il pur interessante Mirapan. Decide però di contattare l’amico venditore Sardo per saperne di più. Dunque contatta il venditore e l’anomalia continua: “No, non lo vendo”.
- L’emiliano, che dispone di due account di posta elettronica di cui il secondo non conosciuto dal singolare venditore, decide di rispondere non telefonicamente come tutti hanno fatto fino a qui ma lo fa utilizzando la mail non conosciuta e si firma “leopoldo” che non è un nome di fantasia ma il suo secondo nome ovviamente anch’esso non conosciuto dal montanaro del Gennargentu il cui comportamento per ora non si spiega. Così si dichiara un appassionato di ottiche sardo molto interessato al fantomatico binocolo ed informa il venditore di essere disponibile al ritiro di persona. “Leopoldo” non riceve risposta alcuna. Ora l’anomalia continua ma è diversa: il sardo non si rifiuta di vendere ma NON RISPONDE.
- L’emiliano allora torna a telefonare all’originale personaggio e, per giocare, butta là un’offerta superiore: “sono disposto a darti 1.100 euro”………… La risposta è allucinante: “ No, guarda, l’ho venduto ieri ad un signore di Cagliari, un certo “Leopoldo” che ha insistito così tanto fino ad offrirmi 1.250 euro. A quel punto ho ceduto e ho dovuto darglielo”………
- capitto mi hai?
- Le certezze su questa storia sono poche ma estremamente nitide, perciò ora l’anomalia sembra spiegata:
- E’ stato millantato il possesso di un binocolo che il sardo non ha mai avuto disponibile
- Si è tentato di prendere visibilità inventando una disponibilità che non esisteva
- E’ stata fatta la figura del cioccolatino con molte persone dell’ambiente dei binocoli
- La credibilità di questo curioso personaggio, se mai c’è stata , si è bruciata definitivamente
Re: Huet Mirapan 200
Stupito da tutti questi giri mi sorge spontanea una domanda : qui prodest ?
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Re: Huet Mirapan 200
Infatti....
Al di la' delle Carlesche dietrologie non e' che semplicemente voleva venderlo solo ad un sardo come lui????
Al di la' delle Carlesche dietrologie non e' che semplicemente voleva venderlo solo ad un sardo come lui????
Claudio Todesco
Il cielo...la natura...sono concetti semplici...per chi ha il vizio di sognare.
Il cielo...la natura...sono concetti semplici...per chi ha il vizio di sognare.
Re: Huet Mirapan 200
In questo momento non ho il tempo e la concentrazione adatta per descrivere e scrivere le mie impressioni sull' "Introuvable".
Posto solo un paio di foto.
Posto solo un paio di foto.
Re: Huet Mirapan 200
che oculari "enormi" ... splendido
Re: Huet Mirapan 200
Aggiungo un pò di condimento a questa storia:
stamattina durante una telefonata di cortesia, dopo che Carlo mi ha messo al corrente della storia che ha narrato, mi è venuto in mente che il funambolico sardo, circa sei mesi fa, mi telefonò e dopo un breve scambio di pareri, iniziò a raccontarmi del suo fantasmagorico "parco macchine" dove a suo dire, erano presenti ben 2 mirapan, ai quali non aveva dovuto fare nulla perchè in condizioni pari al nuovo! Come usciti di fabbrica!
Inutile che vi nasconda la comprensibile invidia suscitatami al momento (sgrunt! sempre agli altri queste fortune!)
Li per li poi non ho dato molto peso al fatto che quando l'incalzavo chiedendogli se me ne cedeva un esemplare, lui glissasse deviando ad altro, ho semplicemente pensato che come spesso accade tra i collezionisti, fosse un pò "fuori fase"
Che dire di tutto ciò... se io lo conoscessi di persona, proverei ad indirizzarlo verso un buon psicologo che gli curi quel grosso complesso di inferiorità che lo porta a millantare in modo così spregiudicato!! solo per attrarre a se un pò di fugace attenzione
Poveretto
stamattina durante una telefonata di cortesia, dopo che Carlo mi ha messo al corrente della storia che ha narrato, mi è venuto in mente che il funambolico sardo, circa sei mesi fa, mi telefonò e dopo un breve scambio di pareri, iniziò a raccontarmi del suo fantasmagorico "parco macchine" dove a suo dire, erano presenti ben 2 mirapan, ai quali non aveva dovuto fare nulla perchè in condizioni pari al nuovo! Come usciti di fabbrica!
Inutile che vi nasconda la comprensibile invidia suscitatami al momento (sgrunt! sempre agli altri queste fortune!)
Li per li poi non ho dato molto peso al fatto che quando l'incalzavo chiedendogli se me ne cedeva un esemplare, lui glissasse deviando ad altro, ho semplicemente pensato che come spesso accade tra i collezionisti, fosse un pò "fuori fase"
Che dire di tutto ciò... se io lo conoscessi di persona, proverei ad indirizzarlo verso un buon psicologo che gli curi quel grosso complesso di inferiorità che lo porta a millantare in modo così spregiudicato!! solo per attrarre a se un pò di fugace attenzione
Poveretto
Daniele Ricci Mingani
Sempre a caccia del binocolo perfetto.....
Sempre a caccia del binocolo perfetto.....
Re: Huet Mirapan 200
Per sommi capi, e con decisa brevità, in premessa vanno tenuti in considerazione alcuni fatti.
Il Mirapan200, per la specificità ed anche unicità del progetto, lo richiede.
Il contesto storico
Alla fine del secondo conflitto mondiale, la Francia, al contrario di tutti gli altri paesi europei, rimase in stato di guerra pressoché costante fino al 1962 (Trattato di Eviàn). Molti ormai tendono a dimenticare tale aspetto. Prima fu impegnata con la Guerra di Indocina e poi con quella d’Algeria. Il permanere di condizioni con conflitti militari reali favorirono ovviamente, per quello che qui ci interessa, lo sviluppo di progetti e prodotti ottici di reale utilizzo sui teatri di guerra. Mentre in Germania e nel resto d’Europa si ricostruiva l’impianto industriale e i danni di guerra, in Francia, oltre alle ricostruzioni, si costruivano ottiche non tanto per il mercato civile ma anche e soprattutto perché necessarie militarmente. In questo periodo infatti fioriscono una serie di progetti/prodotti poi diventati celebri in ambito collezionistico: dai classici 8x30 (i “francesini” della Legione Straniera a marchio Huet/BBT/S.r.p.i., alla continuativa produzione di pezzi anche Porro 2 (famosi i 7x50 e 10x50 della Marine Nationale) a pezzi dedicati al Ministero dell’Aria (il 12X50 Porro 2), a binocoli per la Marina Aeronavale e sommergibilistica (lo S.G.O. 8x40) e un infinità di altri che per brevità qui non cito. La produzione di questi pezzi era necessaria e vitale allo sforzo bellico francese, come lo fu prima anche per tutti gli altri europei per la WWII. In pratica, negli anni Cinquanta vi era un solo paese davvero leader nella produzione di ottiche di qualità altissima in Europa, come appunto l’ottica militare richiede, e questo era la Francia, non la Germania. In questo periodo, a mio parere, l’unica realtà che si distingueva a livello mondiale per la qualità altissima delle produzioni perfettamente affiancabile alla qualità francese fu la Leitz Canada (ELCAN), rimasta totalmente intatta durante il secondo conflitto mondiale e da questo uscita ulteriormente rafforzata anche per le allora attualissime necessità militari americane, con la Guerra fredda (o Pace calda) agli inizi. Da questo veloce inquadramento abbiamo un paese che sforna progetti (e vetri) ottici a specifica elevata e che, solo secondariamente, ne riversa parti sul mercato civile. Come si vedrà, tale aspetto fu decisamente secondario, visti gli altissimi profitti della commessa militare. La distribuzione commerciale dei prodotti civili fu alquanto approssimativa e certamente non attentamente pianificata.
HUET– Paris
In un tale contesto storico la Huet-Paris era difatti l’azienda di spicco di tutta la produzione ottica transalpina, la capofila, come lo fu ad esempio la Zeiss per la Germania nel secondo conflitto. Huet, per reale necessità, e le controllate (BBT Krauss, in questo periodo ormai inglobata completamente, e le pure governative S.R.P.I./ APX Puteaux e altre) fu la realtà principale che si trovò a sviluppare pezzi per le forze armate impegnate in conflitti reali. Il “Francesino” Mod. 49 difatti deriva dallo Huet Trinotix di anni addietro (anni Trenta), poi ulteriormente sviluppato e realizzato nel corso di quegli anni anche con marchi BBT/SRPI. Questa costante integrazione col tempo portò alla creazione di un’unica realtà produttiva, la Société General d’Optique, meglio nota oggi come S.G.O., con sede a Parigi presso gli antichi stabilimenti Huet &Cie.
Una cosa è comune alla maggior parte delle ottiche francesi di alto livello a Porro 1 di quel periodo, sia civili che militari: il blocco prismi. Anche le lenti del disegno ottico, mentre i prismi, solitamente di tipo High Index ad alte prestazioni possono in alcuni casi essere di tipo High Grade Index Prism (ancora migliori).
Per quanto riguarda il blocco prismi esso è identico sia ad esempio sui francesini, sia sul Mirapan, o sui BBT Milli e altri. E non sono solo identici appunto il blocco, ma anche l’ottica, il vetro, i prismi. La differenza principale è nella telaistica: di base con costruzione pesante in ottone per le versioni militari, in leggero alluminio per quelle civili, con l’aggiunta chiaramente della messa a fuoco centrale.
In pratica, un francesino militare HI e un BBT Milli civile, a livello di pura resa ottica sono del tutto simili, se non identici, e ciò conferma una probabile e ovvia comune origine. In pratica l’ottica civile francese degli anni Cinquanta, su i marchi di punta tipo Huet e BBT Krauss, utilizzava componentistica di chiara origine militare, anche se ciò ovviamente non era ufficialmente dichiarato.
Le origini del progetto Mirapan200 (supposizione). Il Mirapan200 VS “il Francesino classico 8x30 di marca HUET/BBT KRAUSS/SRPI”. Quello che ha vinto la commessa. Anno 1953.
In un tale contesto viene progettato il Mirapan200. La cosa più logica da immaginare, vista la qualità e il costo derivante di un tale prodotto sul mercato (ai tempi spaventoso), è che fu in realtà (molto probabilmente)…una commessa militare mancata. A mio parere, suppongo, che il Ministero della Guerra abbia richiesto a Huet un Grande Campo per l’osservazione, anche di tipo contraereo, dando chiare e ovvie rigide specifiche. Il pezzo risultante però fu probabilmente o giudicato non conforme o semplicemente gli furono preferiti altri progetti (per l’uso su terra), più maneggevoli e leggeri per le reali necessità di terra (i francesini), e comunque dotati di un buon campo di 150/1000m. Per l’uso in mare gli fu preferita la versione a tetto, con lente da 40 (maggiore P.U.) ma a tetto (il famoso Huet 8x40 S.G.O. Mod. 1953 ) realizzata nello stesso anno, la prima serie, del Mirapan.
Huet avendo però ormai realizzato a livello prototipale il binocolo, ma non prodotto, si trovò a disporre di un pezzo che con le dovute semplici modifiche (scafo in alluminio, assenza di reticolo, messa a fuoco centrale e poco altro) rappresentava quanto di meglio ci potesse essere sul mercato mondiale civile per l’osservazione a grandissimo campo di paesaggio. Tutto l’impianto ottico, compreso l’affidabilissimo blocco prismi, di origine e specifica militare, le davano un prodotto in grado di surclassare letteralmente la concorrenza del periodo.
La concorrenza di allora.
Oggettivamente un confronto tra lo Huet 8x30 MIRAPAN200 e uno Zeiss 8x30 Oberkochen o un Leitz 8x30 Binuxit è difatti improponibile. Questo Huet è una classe a parte. E questi erano i migliori 8X30 non francesi del periodo. Un binocolo francese di raffronto reale ai due tedesci è infatti il BBT Krauss 8x30 Milli 312-20, ma no certo il Mirapan.
Chi non ha mai preso anche solo in mano il Mirapan200 e lo ha visto solo in foto, non riesce a capire realmente la lampante differenza. Il Mirapan rispetto a un classico 8x30 a grande campo 150/1000 civile e CF (Appunto tipo gli Zeiss, BBT, Leitz, citati come puro esempio) appare decisamente più grande, più massiccio, anche se il formato è il classico 8x30. L’unico elemento uguale in pura dimensione rispetto a un classico 8x30 sono le lenti obiettive e…la rotella di messa a fuoco. Fine. Le casse prismi hanno dimensioni quasi doppie per non dire degli oculari, letteralmente giganteschi.
Le prestazioni e caratteristiche e peculiarità del Mirapan200 in visione.
Curiosamente….il Mirapan200 ha lo stesso campo del fratello diverso, ovvero l’8x40 SGO Marine Nationale da 11° di campo reale e 88° di campo apparente. Al metro. La specifica nominale “200” è stata scelta per pura necessità di tipo pratico/nominale/pubblicitario.
La differenza più evidente tra i due pezzi è la presenza di una minima vignettatura che nel Mirapan200 non fa apparire il cerchio di visione in modo secco, come nel tetto 8x40 e se questo, confermo pienamente quanto riportato da Ottaviano Fera, permette una sfruttabilità effettiva del 95% del campo (tale da rendere inutile in questo strumento il concetto /definizione di Sweet Spot, visto che di spot non ce ne sono proprio), il Mirapan200 ha uno S.S. decisamente ampio, totalmente sfruttabile con perfetta fruibilità fino a ben oltre l’80% e “tiene” molto bene fino al bordo, senza particolari drammatiche cadute. Nella zona di reale e più frequente e naturale utilizzo ha una trasparenza, incisione, contrasto, saturazione del colore, nitidezza elevatissime. Immagini molto secche, istantanee nella leggibilità. Bassissimo cromatismo, difatti un’ottica apocromatica. Tiene perfettamente ogni riflesso, nessun problema l’osservazione in controluce e direi…anzi, addirittura esalta i contrasti e la nitidezza. Molti strumenti “rifuggono” le condizioni di controluce angolato, il Mirapan no, anzi, si esalta. Di notte sul cielo potete facilmente immaginare cosa sia avere a diposizione 88° di campo apparente sfruttabile per la quasi totalità. Le stelle, anche al bordo, non diventano una “poltiglia”. In mezzo sono perfette capocchie di spillo. Dopo aver guardato nel Mirapan, un 150 di alto livello sembra un binocolo stretto! Un 130 metri, un vero tubo di stufa dove si fatica davvero a definirlo “un binocolo”, anche se il 130m in questione costa 1.500€ e oltre, anche molto oltre.
I punti deboli del progetto. La probabile riconversione telaistica da militare a civile.
In visione il Mirapan200 è molto esigente lato utilizzatore per una perfetta centratura della DIP e anche l’accomodamento agli occhi va molto curato, pena un possibile errore di parallasse con caduta prestazionale. A livello strumentale è la parte telaistica esterna, oggi solo buona, ma non a livello delle migliori realizzazioni tedesche e italiane (San Giorgio), più solide, più stagne a livello di pura meccanica e ciò più a livello di sensazione che di effettiva inefficienza, ma la cura realizzativa del telaio non è allo stesso livello del progetto e della prestazione ottica.
Il prezzo attuale, il prezzo potenziale e la reperibilità del pezzo sul mercato.
Due parole su i pezzi comparsi sul mercato negli ultimi anni.
Un pezzo è stato venduto su ebay.uk nel febbraio 2012 a 315 sterline.
Uno nel novembre 2013 a 385 sterline (ebay)
Uno a febbraio/marzo 2014 a 250€ in Francia.
Uno a marzo 2014 a 205 sterline (il pezzo veniva definito "difettoso").
Uno ad aprile 2014 in Belgio, da venditore reale (il mio pezzo).
Uno a maggio 2014 a prezzo sconosciuto su Ebay.fr
In pratica si hanno notizie certe di soli 6 pezzi negli ultimi anni su i canali di vendita, ma è pure peggio.
Se a questi, ufficialmente noti, aggiungo le foto pubblicate su un forum di militaria francese da un ragazzo nel dicembre del 2009 del suo pezzo (e si arriva con questo a 7, e quello di Paolo Monti purtroppo danneggiato su una lente oculare, si arriva a 8 pezzi in totale, a me conosciuti e noti).
Non si hanno altre notizie e/o immagini di Mirapan200 sull'intero mondo terracqueo... anche se si favoleggia che in Sardegna, sia presente un altro esemplare, quindi forse si arriverebbe a 9, ma qui entriamo già nella leggenda. Anche se qualcun altro ci sarà in giro, stiamo parlando di uno dei binocoli più rari al mondo.Poi si fa notare che anche in nessuna delle grandi collezioni americane è presente (WPG, Spiers, Ted Brinck), e in nessun “museo” online. Non per altro è chiamato anche semplicemente "l'Introuvable" .
Le quotazioni oscillano oggi tra i 250€ e i 500€ a seconda delle condizioni di conservazione dello strumento.
Se uno avesse denaro pesante non si fermerebbe davanti a 1000€. Il valore potenziale, a termini prestazionali e di rarità è questione privata. Ma con 1.000€ oggi non si compra nulla sul mercato del nuovo che possa dare una visione paragonabile a quella data da questo strumento, e neanche a 2.000 e oltre, parlando di binocoli non piazzati.
La notorietà attuale del marchio, l’attuale scarsità di pezzi sul mercato, un’ ipotesi. Le precedenti politiche commerciali HUET.
Come accennato, Huet una volta completamente assorbita nella Société General perse definitivamente visibilità. Oggi solo una frazione di collezionisti conosce e apprezza queste produzioni, e già i collezionisti di binocoli non sono quantità di persone equiparabili a folle. Da un lato, visto che i grossi introiti derivavano più dalle commesse militari che dal mercato civile, a questo furono dedicate risorse e attenzioni decisamente minime. In base alle poche informazioni rinvenute, sembra che Huet/BBT abbiano venduto i prodotti civili solo sui seguenti mercati: Francia, Regno Unito, Canada, Stati Uniti e poco altro (forse anche Australia). Con una distribuzione approssimativa e a “macchia”, una volta scomparso il marchio, marchio che sulla maggior parte dei mercati nemmeno ufficialmente mai apparve, come in Italia, il tutto cadde velocemente nell’oblio. Se a questo si unisce che la telaistica più leggera non abbia certo favorito il mantenimento ideale delle condizioni di pulizia interna dell’ottica, con un marchio difatti ormai dimenticato, e sconosciuto ai più…dato che non si trattava di uno Zeiss, di un Leitz, o di uno Swarovski, in molti avranno ritenuto che “non valesse la pena pulire quel vecchio strumento dal marchio sconosciuto” e quindi (ritengo) furono letteralmente buttati nella spazzatura.
Il Mirapan2000. Il binocolo del futuro, secondo me.
Il Mirapan200 è stato progettato e realizzato a partire dal 1953, in pochi pezzi comunque, e certo non con le tirature di altri binocoli più normali. E’ stato progettato a carta e penna e ancora oggi fornisce prestazioni che sono comprovabilmente in grado di brutalizzare tutti gli alto di gamma attuali dal costo di migliaia di euro.
Il binocolo che comprerei sul nuovo è il Mirapan2000 8x35 . Un 190/1000 di campo, gommato, a tenuta stagna, sempre Porro 1. Aumenterebbe un po’ il peso ma darebbe sicurezza aggiuntiva nelle uscite.
Lo hanno fatto 61 anni fa al tecnigrafo, non vedo perché non sarebbe possibile farlo nel 2016, o già anche oggi. Il costo? Adeguato alla qualità e alla prestazione, non banale e uniformata, realmente permessa.
Un progetto unico al mondo, come recitava la pubblicità ufficiale dedicata.
Il Mirapan200, per la specificità ed anche unicità del progetto, lo richiede.
Il contesto storico
Alla fine del secondo conflitto mondiale, la Francia, al contrario di tutti gli altri paesi europei, rimase in stato di guerra pressoché costante fino al 1962 (Trattato di Eviàn). Molti ormai tendono a dimenticare tale aspetto. Prima fu impegnata con la Guerra di Indocina e poi con quella d’Algeria. Il permanere di condizioni con conflitti militari reali favorirono ovviamente, per quello che qui ci interessa, lo sviluppo di progetti e prodotti ottici di reale utilizzo sui teatri di guerra. Mentre in Germania e nel resto d’Europa si ricostruiva l’impianto industriale e i danni di guerra, in Francia, oltre alle ricostruzioni, si costruivano ottiche non tanto per il mercato civile ma anche e soprattutto perché necessarie militarmente. In questo periodo infatti fioriscono una serie di progetti/prodotti poi diventati celebri in ambito collezionistico: dai classici 8x30 (i “francesini” della Legione Straniera a marchio Huet/BBT/S.r.p.i., alla continuativa produzione di pezzi anche Porro 2 (famosi i 7x50 e 10x50 della Marine Nationale) a pezzi dedicati al Ministero dell’Aria (il 12X50 Porro 2), a binocoli per la Marina Aeronavale e sommergibilistica (lo S.G.O. 8x40) e un infinità di altri che per brevità qui non cito. La produzione di questi pezzi era necessaria e vitale allo sforzo bellico francese, come lo fu prima anche per tutti gli altri europei per la WWII. In pratica, negli anni Cinquanta vi era un solo paese davvero leader nella produzione di ottiche di qualità altissima in Europa, come appunto l’ottica militare richiede, e questo era la Francia, non la Germania. In questo periodo, a mio parere, l’unica realtà che si distingueva a livello mondiale per la qualità altissima delle produzioni perfettamente affiancabile alla qualità francese fu la Leitz Canada (ELCAN), rimasta totalmente intatta durante il secondo conflitto mondiale e da questo uscita ulteriormente rafforzata anche per le allora attualissime necessità militari americane, con la Guerra fredda (o Pace calda) agli inizi. Da questo veloce inquadramento abbiamo un paese che sforna progetti (e vetri) ottici a specifica elevata e che, solo secondariamente, ne riversa parti sul mercato civile. Come si vedrà, tale aspetto fu decisamente secondario, visti gli altissimi profitti della commessa militare. La distribuzione commerciale dei prodotti civili fu alquanto approssimativa e certamente non attentamente pianificata.
HUET– Paris
In un tale contesto storico la Huet-Paris era difatti l’azienda di spicco di tutta la produzione ottica transalpina, la capofila, come lo fu ad esempio la Zeiss per la Germania nel secondo conflitto. Huet, per reale necessità, e le controllate (BBT Krauss, in questo periodo ormai inglobata completamente, e le pure governative S.R.P.I./ APX Puteaux e altre) fu la realtà principale che si trovò a sviluppare pezzi per le forze armate impegnate in conflitti reali. Il “Francesino” Mod. 49 difatti deriva dallo Huet Trinotix di anni addietro (anni Trenta), poi ulteriormente sviluppato e realizzato nel corso di quegli anni anche con marchi BBT/SRPI. Questa costante integrazione col tempo portò alla creazione di un’unica realtà produttiva, la Société General d’Optique, meglio nota oggi come S.G.O., con sede a Parigi presso gli antichi stabilimenti Huet &Cie.
Una cosa è comune alla maggior parte delle ottiche francesi di alto livello a Porro 1 di quel periodo, sia civili che militari: il blocco prismi. Anche le lenti del disegno ottico, mentre i prismi, solitamente di tipo High Index ad alte prestazioni possono in alcuni casi essere di tipo High Grade Index Prism (ancora migliori).
Per quanto riguarda il blocco prismi esso è identico sia ad esempio sui francesini, sia sul Mirapan, o sui BBT Milli e altri. E non sono solo identici appunto il blocco, ma anche l’ottica, il vetro, i prismi. La differenza principale è nella telaistica: di base con costruzione pesante in ottone per le versioni militari, in leggero alluminio per quelle civili, con l’aggiunta chiaramente della messa a fuoco centrale.
In pratica, un francesino militare HI e un BBT Milli civile, a livello di pura resa ottica sono del tutto simili, se non identici, e ciò conferma una probabile e ovvia comune origine. In pratica l’ottica civile francese degli anni Cinquanta, su i marchi di punta tipo Huet e BBT Krauss, utilizzava componentistica di chiara origine militare, anche se ciò ovviamente non era ufficialmente dichiarato.
Le origini del progetto Mirapan200 (supposizione). Il Mirapan200 VS “il Francesino classico 8x30 di marca HUET/BBT KRAUSS/SRPI”. Quello che ha vinto la commessa. Anno 1953.
In un tale contesto viene progettato il Mirapan200. La cosa più logica da immaginare, vista la qualità e il costo derivante di un tale prodotto sul mercato (ai tempi spaventoso), è che fu in realtà (molto probabilmente)…una commessa militare mancata. A mio parere, suppongo, che il Ministero della Guerra abbia richiesto a Huet un Grande Campo per l’osservazione, anche di tipo contraereo, dando chiare e ovvie rigide specifiche. Il pezzo risultante però fu probabilmente o giudicato non conforme o semplicemente gli furono preferiti altri progetti (per l’uso su terra), più maneggevoli e leggeri per le reali necessità di terra (i francesini), e comunque dotati di un buon campo di 150/1000m. Per l’uso in mare gli fu preferita la versione a tetto, con lente da 40 (maggiore P.U.) ma a tetto (il famoso Huet 8x40 S.G.O. Mod. 1953 ) realizzata nello stesso anno, la prima serie, del Mirapan.
Huet avendo però ormai realizzato a livello prototipale il binocolo, ma non prodotto, si trovò a disporre di un pezzo che con le dovute semplici modifiche (scafo in alluminio, assenza di reticolo, messa a fuoco centrale e poco altro) rappresentava quanto di meglio ci potesse essere sul mercato mondiale civile per l’osservazione a grandissimo campo di paesaggio. Tutto l’impianto ottico, compreso l’affidabilissimo blocco prismi, di origine e specifica militare, le davano un prodotto in grado di surclassare letteralmente la concorrenza del periodo.
La concorrenza di allora.
Oggettivamente un confronto tra lo Huet 8x30 MIRAPAN200 e uno Zeiss 8x30 Oberkochen o un Leitz 8x30 Binuxit è difatti improponibile. Questo Huet è una classe a parte. E questi erano i migliori 8X30 non francesi del periodo. Un binocolo francese di raffronto reale ai due tedesci è infatti il BBT Krauss 8x30 Milli 312-20, ma no certo il Mirapan.
Chi non ha mai preso anche solo in mano il Mirapan200 e lo ha visto solo in foto, non riesce a capire realmente la lampante differenza. Il Mirapan rispetto a un classico 8x30 a grande campo 150/1000 civile e CF (Appunto tipo gli Zeiss, BBT, Leitz, citati come puro esempio) appare decisamente più grande, più massiccio, anche se il formato è il classico 8x30. L’unico elemento uguale in pura dimensione rispetto a un classico 8x30 sono le lenti obiettive e…la rotella di messa a fuoco. Fine. Le casse prismi hanno dimensioni quasi doppie per non dire degli oculari, letteralmente giganteschi.
Le prestazioni e caratteristiche e peculiarità del Mirapan200 in visione.
Curiosamente….il Mirapan200 ha lo stesso campo del fratello diverso, ovvero l’8x40 SGO Marine Nationale da 11° di campo reale e 88° di campo apparente. Al metro. La specifica nominale “200” è stata scelta per pura necessità di tipo pratico/nominale/pubblicitario.
La differenza più evidente tra i due pezzi è la presenza di una minima vignettatura che nel Mirapan200 non fa apparire il cerchio di visione in modo secco, come nel tetto 8x40 e se questo, confermo pienamente quanto riportato da Ottaviano Fera, permette una sfruttabilità effettiva del 95% del campo (tale da rendere inutile in questo strumento il concetto /definizione di Sweet Spot, visto che di spot non ce ne sono proprio), il Mirapan200 ha uno S.S. decisamente ampio, totalmente sfruttabile con perfetta fruibilità fino a ben oltre l’80% e “tiene” molto bene fino al bordo, senza particolari drammatiche cadute. Nella zona di reale e più frequente e naturale utilizzo ha una trasparenza, incisione, contrasto, saturazione del colore, nitidezza elevatissime. Immagini molto secche, istantanee nella leggibilità. Bassissimo cromatismo, difatti un’ottica apocromatica. Tiene perfettamente ogni riflesso, nessun problema l’osservazione in controluce e direi…anzi, addirittura esalta i contrasti e la nitidezza. Molti strumenti “rifuggono” le condizioni di controluce angolato, il Mirapan no, anzi, si esalta. Di notte sul cielo potete facilmente immaginare cosa sia avere a diposizione 88° di campo apparente sfruttabile per la quasi totalità. Le stelle, anche al bordo, non diventano una “poltiglia”. In mezzo sono perfette capocchie di spillo. Dopo aver guardato nel Mirapan, un 150 di alto livello sembra un binocolo stretto! Un 130 metri, un vero tubo di stufa dove si fatica davvero a definirlo “un binocolo”, anche se il 130m in questione costa 1.500€ e oltre, anche molto oltre.
I punti deboli del progetto. La probabile riconversione telaistica da militare a civile.
In visione il Mirapan200 è molto esigente lato utilizzatore per una perfetta centratura della DIP e anche l’accomodamento agli occhi va molto curato, pena un possibile errore di parallasse con caduta prestazionale. A livello strumentale è la parte telaistica esterna, oggi solo buona, ma non a livello delle migliori realizzazioni tedesche e italiane (San Giorgio), più solide, più stagne a livello di pura meccanica e ciò più a livello di sensazione che di effettiva inefficienza, ma la cura realizzativa del telaio non è allo stesso livello del progetto e della prestazione ottica.
Il prezzo attuale, il prezzo potenziale e la reperibilità del pezzo sul mercato.
Due parole su i pezzi comparsi sul mercato negli ultimi anni.
Un pezzo è stato venduto su ebay.uk nel febbraio 2012 a 315 sterline.
Uno nel novembre 2013 a 385 sterline (ebay)
Uno a febbraio/marzo 2014 a 250€ in Francia.
Uno a marzo 2014 a 205 sterline (il pezzo veniva definito "difettoso").
Uno ad aprile 2014 in Belgio, da venditore reale (il mio pezzo).
Uno a maggio 2014 a prezzo sconosciuto su Ebay.fr
In pratica si hanno notizie certe di soli 6 pezzi negli ultimi anni su i canali di vendita, ma è pure peggio.
Se a questi, ufficialmente noti, aggiungo le foto pubblicate su un forum di militaria francese da un ragazzo nel dicembre del 2009 del suo pezzo (e si arriva con questo a 7, e quello di Paolo Monti purtroppo danneggiato su una lente oculare, si arriva a 8 pezzi in totale, a me conosciuti e noti).
Non si hanno altre notizie e/o immagini di Mirapan200 sull'intero mondo terracqueo... anche se si favoleggia che in Sardegna, sia presente un altro esemplare, quindi forse si arriverebbe a 9, ma qui entriamo già nella leggenda. Anche se qualcun altro ci sarà in giro, stiamo parlando di uno dei binocoli più rari al mondo.Poi si fa notare che anche in nessuna delle grandi collezioni americane è presente (WPG, Spiers, Ted Brinck), e in nessun “museo” online. Non per altro è chiamato anche semplicemente "l'Introuvable" .
Le quotazioni oscillano oggi tra i 250€ e i 500€ a seconda delle condizioni di conservazione dello strumento.
Se uno avesse denaro pesante non si fermerebbe davanti a 1000€. Il valore potenziale, a termini prestazionali e di rarità è questione privata. Ma con 1.000€ oggi non si compra nulla sul mercato del nuovo che possa dare una visione paragonabile a quella data da questo strumento, e neanche a 2.000 e oltre, parlando di binocoli non piazzati.
La notorietà attuale del marchio, l’attuale scarsità di pezzi sul mercato, un’ ipotesi. Le precedenti politiche commerciali HUET.
Come accennato, Huet una volta completamente assorbita nella Société General perse definitivamente visibilità. Oggi solo una frazione di collezionisti conosce e apprezza queste produzioni, e già i collezionisti di binocoli non sono quantità di persone equiparabili a folle. Da un lato, visto che i grossi introiti derivavano più dalle commesse militari che dal mercato civile, a questo furono dedicate risorse e attenzioni decisamente minime. In base alle poche informazioni rinvenute, sembra che Huet/BBT abbiano venduto i prodotti civili solo sui seguenti mercati: Francia, Regno Unito, Canada, Stati Uniti e poco altro (forse anche Australia). Con una distribuzione approssimativa e a “macchia”, una volta scomparso il marchio, marchio che sulla maggior parte dei mercati nemmeno ufficialmente mai apparve, come in Italia, il tutto cadde velocemente nell’oblio. Se a questo si unisce che la telaistica più leggera non abbia certo favorito il mantenimento ideale delle condizioni di pulizia interna dell’ottica, con un marchio difatti ormai dimenticato, e sconosciuto ai più…dato che non si trattava di uno Zeiss, di un Leitz, o di uno Swarovski, in molti avranno ritenuto che “non valesse la pena pulire quel vecchio strumento dal marchio sconosciuto” e quindi (ritengo) furono letteralmente buttati nella spazzatura.
Il Mirapan2000. Il binocolo del futuro, secondo me.
Il Mirapan200 è stato progettato e realizzato a partire dal 1953, in pochi pezzi comunque, e certo non con le tirature di altri binocoli più normali. E’ stato progettato a carta e penna e ancora oggi fornisce prestazioni che sono comprovabilmente in grado di brutalizzare tutti gli alto di gamma attuali dal costo di migliaia di euro.
Il binocolo che comprerei sul nuovo è il Mirapan2000 8x35 . Un 190/1000 di campo, gommato, a tenuta stagna, sempre Porro 1. Aumenterebbe un po’ il peso ma darebbe sicurezza aggiuntiva nelle uscite.
Lo hanno fatto 61 anni fa al tecnigrafo, non vedo perché non sarebbe possibile farlo nel 2016, o già anche oggi. Il costo? Adeguato alla qualità e alla prestazione, non banale e uniformata, realmente permessa.
Un progetto unico al mondo, come recitava la pubblicità ufficiale dedicata.
Ultima modifica di Marco Ghirardi il 08/08/2014, 8:19, modificato 2 volte in totale.
Re: Huet Mirapan 200
Marco e co. a leggervi fate davvero emozionare!!!
Complimenti per la descrizione poetica che fate lasciando noi profani a sognare a bocca aperta e ad occhi chiusi il mito di queste romantiche storie industriali oramai d'altri tempi.......
Spero solo che riuscieremo ad incontrarci tutti al Rufeno ad ottobre con magari qualche pezzo unico/raro al seguito,non solo per poter metterci gli occhi dentro 1 minutino,ma soprattutto per poter ascoltare la narrazione della sua storia in prima fila con il diretto interessato ad un metro di distanza
Complimenti per la descrizione poetica che fate lasciando noi profani a sognare a bocca aperta e ad occhi chiusi il mito di queste romantiche storie industriali oramai d'altri tempi.......
Spero solo che riuscieremo ad incontrarci tutti al Rufeno ad ottobre con magari qualche pezzo unico/raro al seguito,non solo per poter metterci gli occhi dentro 1 minutino,ma soprattutto per poter ascoltare la narrazione della sua storia in prima fila con il diretto interessato ad un metro di distanza
....il mio vetro preferito??Ovviamente HABICHT 7x42!!!!
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Re: Huet Mirapan 200
Ecco Marco, dopo questo tuo intervento, il prezzo del Mirapan lieviterà in modo esponenziale..........contento??
Mi sa che tra due o tre mesi dovrai correggere le quotazioni che oggi hai riportato.
........ non sarà che ne hai due o tre da .....vendere????
Mi sa che tra due o tre mesi dovrai correggere le quotazioni che oggi hai riportato.
........ non sarà che ne hai due o tre da .....vendere????
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Re: Huet Mirapan 200
In questo forum, grazie a qualcuno, si "fa" la storia....comunque, lo sconosciuto di maggio 2014 sono io e il mio Huet Mirapan 200, super 8x30 per il quale non ho al momento nulla da aggiungere a quanto riferito da Marco, è in splendide condizioni....
Osservo con: Stabilizzati Canon, Leitz Marseptit 7x50, Leitz Maroctit 8x60, Zeiss Telex 6x24, Zeiss Marineglass 6x30, HUET-BBT-SRPI militari francesi 8x30, HUET 7x50 SGO M.le 1957 7° Vingtiemes Marine Nationale(Porro II), Miyauchi Binon 7x40(ex 50)W, HUET SGO Marine Nazionale mod. 1959 (Abbe Konig) 8x40 11° Vingtiemes (AFOV 88°-190 m. a 1000 m.) e altro;
Celestron C8, Meade ETX 90, Zeiss C 63/840 (Telementor), Vixen 90/1300, Newton 114/900 Toyo Japan rifigurato ZEN.
Celestron C8, Meade ETX 90, Zeiss C 63/840 (Telementor), Vixen 90/1300, Newton 114/900 Toyo Japan rifigurato ZEN.
Re: Huet Mirapan 200
Grazie Ottaviano, troppo gentile, e grazie Alessio, esagerato!
...e sperando che Carlo Rossi non mi picchi alla prima occasione....
Comunque anche se ne avessi due o tre, li terrei tutti! Parola.
...e sperando che Carlo Rossi non mi picchi alla prima occasione....
Comunque anche se ne avessi due o tre, li terrei tutti! Parola.
Re: Huet Mirapan 200
Ebbene si, sono due, e non mi riferisco solo ai nostri esemplari, quello di Ottaviano Fera sopra e il mio (che qui vedete in un incontro tecnico di vertice mondiale - l'esemplare sopra sarà presente al Rufeno, e solo questo vale il fatto di salire al Monte), ma per due intendo.... le serie di Mirapan200. Un prima serie e una seconda. E sono diverse.
Nella versione A, chiaramente la prima, il coating ha il tipico colore azzurro intenso delle ottiche francesi, Huet in particolare ma non solo, che di identica fattura troviamo su molti strumenti della Casa. Nella seconda invece il coating è molto diverso, con una chiara ed evidente declinazione sul magenta. Per gli obiettivi, stesso discorso.
Meccanicamente e progettualmente sono identici ma la resa (presunta) del colore dovrebbe essere nella seconda serie ancora più neutra, più "bianca", rispetto alla prima, che mostra un tono leggerissimamente caldo,ambrato.
Le altre differenze estetiche:
- Viti di chiusura coperchi sono lasciate lucide, verniciate in nero nella versione B.
- La cinghia di trasporto è marrone nella A, sulla parte superiore verniciata in nero nella B, così come i rivetti, mentre nella A sono in acciaio lasciato al naturale, nella B sono neri.
- La custodia della A non riporta alcuna scritta mentre nella B è riportato sul fronte il marchio Huet-Paris.
Nella versione A, chiaramente la prima, il coating ha il tipico colore azzurro intenso delle ottiche francesi, Huet in particolare ma non solo, che di identica fattura troviamo su molti strumenti della Casa. Nella seconda invece il coating è molto diverso, con una chiara ed evidente declinazione sul magenta. Per gli obiettivi, stesso discorso.
Meccanicamente e progettualmente sono identici ma la resa (presunta) del colore dovrebbe essere nella seconda serie ancora più neutra, più "bianca", rispetto alla prima, che mostra un tono leggerissimamente caldo,ambrato.
Le altre differenze estetiche:
- Viti di chiusura coperchi sono lasciate lucide, verniciate in nero nella versione B.
- La cinghia di trasporto è marrone nella A, sulla parte superiore verniciata in nero nella B, così come i rivetti, mentre nella A sono in acciaio lasciato al naturale, nella B sono neri.
- La custodia della A non riporta alcuna scritta mentre nella B è riportato sul fronte il marchio Huet-Paris.
Re: Huet Mirapan 200
Sul modello B vedo il marchio "Qualité France", anni sessanta. Bellissimi.........mi piacerebbe vedere una foto di come si vede attraverso, magari un paesaggio con un campanile.
Hensoldt-Zeiss 8x30 M, Hensoldt 8x56 Dialyt, Bausch&Lomb M16 7x50, San Giorgio 8x30, 6x30, Officine Galileo 8x30, 6x30, Huet 8x30, Carl Zeiss Jena 8x30 MdI, Kern 8x30, 6x30, 6x24, Aeritalia 8x30, beh S.F.14Z.Gi 10x50, S R P I 12x40 "starlight", AFSA 6x30, Hensoldt 6x30 Vilaba Roma, i miei migliori e tanti altri.
Re: Huet Mirapan 200
Marco c' è una cosa che non ho capito: nel tuo racconto dici che il blocco prismi è il medesimo per tutti, mirapan compreso, poi parlando delle differenze che lo distinguono da francesini classici, scrivi che lo scafo è quasi doppio e infatti le immagini lo confermano.
Dunque i prismi non sono gli stessi ma ben più generosi vero??
Dunque i prismi non sono gli stessi ma ben più generosi vero??
Daniele Ricci Mingani
Sempre a caccia del binocolo perfetto.....
Sempre a caccia del binocolo perfetto.....
Re: Huet Mirapan 200
Corretto Daniele, prismi di dimensioni decisamente superiori rispetto a un classico 8x30.
Re: Huet Mirapan 200
Il Marchio QF è sempre presente su tutti i Mirapan, di entrambe le serie.DIDODA ha scritto:Sul modello B vedo il marchio "Qualité France", anni sessanta.
Il pezzo completo è quello di Ottaviano, quello in dettaglio invece è il mio esemplare, qui leggermente più sbiadito dal tempo ma ancora ben visibile.
Penso, se non sono in errore, che il QF sia stato introdotto verso il 1955. In entrambe le foto lato obiettivi è ben visibile il caratteristico coating della prima serie. Con l'occasione metto un dettaglio di un obiettivo della seconda serie, la B (la prime due immagini, su fondo fucsia).
Per la foto del campanile vedremo di accontentarti ma, se non ricordo male, mi sembra che tu risieda dalle parti di Civitavecchia. Se si, perchè non fai un salto al Rufeno, così lo provi?
Ciao
Re: Huet Mirapan 200
Perchè no, Marco, se non ho altri impegni vengo con la consorte e qualche cassa di binocoli
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Re: Huet Mirapan 200
Cancella gli altri impegni......
Osservo con: Stabilizzati Canon, Leitz Marseptit 7x50, Leitz Maroctit 8x60, Zeiss Telex 6x24, Zeiss Marineglass 6x30, HUET-BBT-SRPI militari francesi 8x30, HUET 7x50 SGO M.le 1957 7° Vingtiemes Marine Nationale(Porro II), Miyauchi Binon 7x40(ex 50)W, HUET SGO Marine Nazionale mod. 1959 (Abbe Konig) 8x40 11° Vingtiemes (AFOV 88°-190 m. a 1000 m.) e altro;
Celestron C8, Meade ETX 90, Zeiss C 63/840 (Telementor), Vixen 90/1300, Newton 114/900 Toyo Japan rifigurato ZEN.
Celestron C8, Meade ETX 90, Zeiss C 63/840 (Telementor), Vixen 90/1300, Newton 114/900 Toyo Japan rifigurato ZEN.
Re: Huet Mirapan 200
questo è il mio esemplare, un coated magenta di cui parlavate, un seconda serie deduco anche per le viti verniciate di nero di cui parlava Marco Ghirardi.
un saluto
un saluto
Re: Huet Mirapan 200
Ciao Flavio, veri complimenti.
Se ti va è puoi, sarebbe molto interessante una tua salita con il Mirapan B al Rufeno, così da poter afficancare in prova entrambe le versioni, oltre certo al piacere di conoscerci.
Come ultimo aspetto, desumibile dalla documentazione fotografica "circolante" in rete, forse la versione B è stata prodotta in un numero ancora minore di esemplari rispetto alla A.
La matricola del tuo pezzo dovrebbe partire da 15xxxx. Corretto?
Se ti va è puoi, sarebbe molto interessante una tua salita con il Mirapan B al Rufeno, così da poter afficancare in prova entrambe le versioni, oltre certo al piacere di conoscerci.
Come ultimo aspetto, desumibile dalla documentazione fotografica "circolante" in rete, forse la versione B è stata prodotta in un numero ancora minore di esemplari rispetto alla A.
La matricola del tuo pezzo dovrebbe partire da 15xxxx. Corretto?
Re: Huet Mirapan 200
Si esatto Marco la matricola parte proprio dal 15, per Rufeno intendete la riserva naturale del monte rufeno vicino Acquapendente?Marco Ghirardi ha scritto:Ciao Flavio, veri complimenti.
Se ti va è puoi, sarebbe molto interessante una tua salita con il Mirapan B al Rufeno, così da poter afficancare in prova entrambe le versioni, oltre certo al piacere di conoscerci.
Come ultimo aspetto, desumibile dalla documentazione fotografica "circolante" in rete, forse la versione B è stata prodotta in un numero ancora minore di esemplari rispetto alla A.
La matricola del tuo pezzo dovrebbe partire da 15xxxx. Corretto?
Quando fate questo raduno, c'è un link dove avere più informazioni, se riesco mi farebbe molto piacere.
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Re: Huet Mirapan 200
Claudio Todesco
Il cielo...la natura...sono concetti semplici...per chi ha il vizio di sognare.
Il cielo...la natura...sono concetti semplici...per chi ha il vizio di sognare.
Re: Huet Mirapan 200
Ma chi non avesse voglia di leggere tutto il Libro/post sull'argomento, semplicemente, per Flavio e per chi ancora non lo sapesse, l'Adunanza del Monte Rufeno si terrà l'ultimo fine settimana di Ottobre, con inizio al venedì 24 e termine la domenica.
Per info potete chiedere direttamente ad Andrea Vagni.
Per info potete chiedere direttamente ad Andrea Vagni.