Antefatto
C’è un bruscolino, è innegabile: un maledetto granellino di polvere, lo si vede solo dalla parte dell’obiettivo, e soltanto se metti il binocolo inclinato a 37° rispetto alla sorgente luminosa.
Non da alcun fastidio, ma non posso sopportare che ci sia, non deve esistere nel mio Swarovski Habicht SL 7x50, non ci dormo la notte.
Ed allora, assieme al mio amico Giuseppe, detto “Mani di Fata”, decidiamo per l’intervento.
Il tavolo operatorio è pronto, tutti gli strumenti sono disposti in perfetto ordine ed allineati, io e Mani di Fata siamo in piedi ed osserviamo il paziente, languidamente appoggiato su di un soffice strato di morbidissima carta giapponese a 6 veli, marca Culo San.
Ad un cenno della testa, al unisono, io afferro saldamente il binocolo immobilizzandolo e Mani di Fata, con i guantini bianchi di cotone freschi di bucato, svita l’obiettivo.
No, macché, non viene !
Riproviamo, questa volta aiutandoci con uno stringi tubo, ma opportunamente protetto da una fascia di neoprene morbidissima.
Ma manco per idea !
Mani di Fata comincia a sudare, si toglie i candidi guanti di cotone, branca con una mano lo Swarovski e con l’altra stringe il tubo dell’obiettivo, tentando di girarlo con tutta la forza di cui dispone. Nello sforzo incontrollato, l’unico risultato che ottengono è una bellissima impronta del mignolo sudaticcio stampata sulla lente, la sacra lente frontale, con tutte le sue iridescenze del multi trattamento multi stratificato, ma ora violentato da quella orribile ditata inconsulta.
No, non è possibile, il mio etereo Swarovski Habicht SL 7x50 stuprato, violentato nelle sue lenti più pure, ed il bruscolino è ancora li, al suo posto, a deridermi, quasi volesse dirmi: “io sto qui, al sicuro qui dentro, non ce la fai, non ce la puoi fare !”
Basta !
Con un paio di manate il tavolo viene sgombrato, il binocolo è da me stretto in un abbraccio sudato e Mani di Fata apre del tutto le ganasce di acciaio del giratubi da idraulico. Afferrata la tremenda pinza in fondo al manico, per fare la massima leva, . . . dai . . . gira . . . ma tu tieni stretto . . . dai che viene . . . kraack !
Ai giorni nostri
E’ da un po’ che non seguo più il mercato dei binocoli, anzi, sto cercando di strigarmi dei miei.
Ma vedere su eBay quel povero Swarovski mi faceva pena: era come vedere il mendicante guercio che elemosina, come vedere un cagnolino che arrancava con tre sole gambette, non posso resistere.
Con quattro soldi me lo porto a casa e lo guardo: è molto peggio, se possibile, di come pensavo.
L’obiettivo è stato letteralmente strappato via, pezzi del supporto sono rimasti attaccati al binocolo, altri pezzi sono ancora attaccati alle lenti, tanti altri sono andati persi.
Decido di tentare la riparazione: prima cercheremo di fissare l’ottica al binocolo anche se con un intervento provvisorio, ma almeno ci sarà possibile renderci conto dei danni subiti e delle reali possibilità di recupero.
In caso tutto si risolva per il meglio, in un secondo tempo, miglioreremo anche l’estetica della riparazione.
Per prima cosa preparo un disco di battuta, per sostituire la zona irregolarmente fratturata e poi un robusto anello che accolga l’ottica dell’obiettivo e che la fissi in modo solido al corpo del binocolo.
Non spaventatevi, la vernice nera anti riflesso non è data male, ma si è voluto appositamente salvare le zone sottoposte ad incastro o filettate, in modo da non ostacolarne il movimento.
Una volta incastrati i pezzi, otteniamo un nuovo obiettivo, finalmente libero di ruotare e che viene fissato al binocolo da tre viti a scomparsa.
A questo punto non resta che montare l’ottica e farla ruotare fino a trovare grossolanamente il miglior punto di collimazione, per poi fissare le tre viti.
La lente è poi ancora libera di ruotare, come era in origine, in modo da ricercare la miglior collimazione possibile, a binocolo totalmente montato.
Non è certo un capolavoro, ma almeno ora il binocolo funziona regolarmente. Se tutto va bene, fra un po’ di tempo aggiungerò due terminali a maggior protezione delle lenti e per una migliore estetica.
Non lo faccio subito semplicemente perché non ho in casa del tubo da 70 e mi piange il cuore ad usare del 70 pieno per svuotarlo del tutto. Mi vergogno come un ladro, ma prima o poi troverò il tubo adatto a ricoprire la parte terminale degli obiettivi.
Per ora è meglio accontentarci, anche se . . . . , anche se non ci fosse un minuscolo bruscolino dietro alla lente.
Non da alcun fastidio, ma certo che è un peccato lasciarlo li . . . . .
Ma questa è tutta un’altra storia.
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