Con estrema modestia, porto il mio caso concreto, ho fatto una prova di assaggio, diciamo un test, con il TECNOSKY IBIS da 100mm a 45°, davero un'ottimo prodotto e già capace di reggere 172x con molta facilità.
Aggiungo che pur essendo capace di 172x, in terrestre li ho però goduti davvero bene montando due filtri VERDE CHIARO N° 76.
In alternativa sentivo il bisogno di diaframmare ad almeno 80mm per usarlo davvero bena come un 50x80
Quindi si, un'ottica ACRO ben realizzata ed ottimamente intubata, ha una resa soddisfaciente sul deep sky, discreta sul planetario, ma azzoppata nel terrestre in giornate particolarmente soleggiate, dove la maggior luce, anzichè giovare all'ottica, ne peggiora le prestazioni con un inscurimento delle immagini imprevisto.
Lo stesso fenomeno l'ho riscontrato in terrestre in giornate luminosissime, con vari ACRO da 150mm ad f5 ed f6, rispetto al mio 120ED.
Molto per il più malleabile peso e molto anche per la figura molto più snella, ho voluto passare al APM ED APO FPL-53 da 82mm a 45°, proprio perchè sto operando una politica di diminuzione del peso e dell'ingombro dei miei strumenti, in favore di una netta superiore qualità ottica.
Tale politica l'ho già perseguita dotandomi di due cavllini da corsa purissimi, piccoli e leggeri, come i RUMAK INTES MICRO M615 ad f15 ed M500 ad f10, entrambi dotati di una torretta ZEISS ERETTIVA a 45°.
Questi due RUMAK di nobile nascita, leggeri, curatissimi, superlucidati e con la preziosa maniglia di serie sono due simil-APO estremamente più comodi da trasportare, montare ed usare.
Per farla breve, nel terrestre di potenza in una giornata luminosa e con un vento da NORD-OVEST che spazzava via la turbolenza termica diurna, l'APM ED APO da 82mm FPL-53 ha fornito una prestazione sbalorditiva, superando di poco l'M615 da 152/2250mm alla voce luminosità e bellezza di immagine a 100x, mentre a retto a muso duro alla voce risoluzione, perdendo il confronto, ma molto dignitosamente.
Ho avuto sia sua maestà il MIYAUCHI 20-37x100 a 45° che l'ottimo NEXUS da 23-41x100 a 45°, però ricordo bene che se andavo per pianeti, oppure sul terrestre di potenza, dovevo diaframmarli entrambi a 70mm, per avere una discreta immagine a 40x70.
l'addove l'APM ED APO FPL-53 non mi sugerisce il bisogno di una diaframmatura per essere molto nitido ed ancora strabochevolmente luminoso a 148x in binoculare ed addirittura ad essere sufficientemente luminoso e nitido a 235x in monoculare, avendo un solo complessivo di barlow + oculare capace di 235x.
Prorio il fattore luminosità di un'ottica APO, vs l'inscurimento di un'ottica ACRO, in terrestre diurno molto luminoso, segna una trincea profonda tra i due strumenti.
Sul deep sky è notorio che un'ottica ACRO vede assolto il suo peccato originale e la differenza di resa luminosa si assottiglia, ma non si cancella mai del tutto.
Di fronte a questi numeri non posso che essere categorico, la differenze c'è ed è enorme, in modo particolare nel terrestre soleggiato e sul planetario.
Per il prezzo non certo poplare, costa comunque meno del mio ex spotting scope ZEISS FL85 che come ingrandimento si fermava al suo ZOOM 20x60 e dove a 20x lo ZOOM mi faceva vedere attraverso il buco della serratura.
Per gli stessi 20x dello ZOOM ZEISS sul FL85, se sul APM ED APO da 82mm/470mm monto due PANOPTIC da 24mm/68° oppure due BAADER HYPERION di pari misura, mi si spalanca un PORTONE di 3°,4 su un superbo campo piatto di 68° di campo apparente.
Non parliamo della differenza di tridimensionalità ed immersività tra la visione monoculare ,vs binoculare, davvero due distinti universi e nemmeno paralleli.
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