Una foto e una storia. Caldè

[piergiovanni]

Ciao ragazzi, ho un po' nostalgia delle mie uscite di fotografia di paesaggio. Ho deciso di condividere con voi qualche mia impressione, che tracciavo un paio di anni fa, quando il paesaggio era la mia fonte di divertimento principale.

Destinazione : Caldè (frazione di Castelveccana)

Continua il giro delle più belle rive del Lago Maggiore, questa volta decido di portare Peppo a vedere la mitica Caldè, graziosa frazione di Castelveccana, situata in posizione strategica fra Brezzo di Bedero e Laveno Mombello. Consiglio a tutti di vistare Caldè,che, oltre al panorama stupendo, consente di visitare la omonima Rocca che è raggiungibile da una stradina sul fianco destro della Chiesa di San Pietro in via cap.Barassi e le Fornaci, che ai più paiono suggestive ma che io definisco un eco-mostro ormai decaduto spesso sede di rave party ed altro..
Tuttavia il piccolo borgo è davvero molto carino, con delle viuzze che ricordano alcuni paesi liguri.

Con noi c’è Francesco, bravissimo fotografo di moda e matrimonio ma anche amante del paesaggio, L’ultima volta andai con lui a fotografare la zona delle Fornaci, ricordo un rientro al buio con tanto di torce..bei momenti.


Appena arrivati, mi accorgo all'istante di aver lasciato a casa la slitta porta filtri, Peppo mi fa notare che fortunatamente ho la testa attaccata al corpo altrimenti avrei lasciato a casa anche quella.
Del resto come non dargli torto? Su dieci uscite insieme ho perso un telecomando ad infrarossi, quasi smarrito la piastra del cavalletto, un paio di tappi copri obiettivi e poi non ricordo cos’altro.


Personalmente avevo un conto in sospeso con uno dei porticcioli di Caldè, dato che due anni fa avevo tentato di fare un paesaggio notturno con scarsi risultati, ma, anche questa volta, c’era un intoppo: la dimenticanza della slitta porta filtri mi avrebbe obbligato a tenere i filtri con le mani, con pessimi risultati…tuttavia valeva la pena provare.

Dato che il sole era ancora alto, dopo aver fatto un po’ sfogare Francesco con una posa quasi impossibile a causa del sole alto e dei riflessi , decidiamo di esplorare un po’ la zona, dedicandoci ad alcuni close-up di porte, portoncini ed altro.

Peppo, forse per par-condicio, è fra noi con una bella lombalgia (la mia sul lato destro e la sua sul lato sinistro? Ci sarà qualche ragione politica? Mmm non credo) ma ugualmente si proferisce in posizione da maestro yoghi per scattare sulla spiaggia nei pressi del circolo nautico di Calde, nel frattempo , attendendo il sole tramontare, Francesco sorride gaudente testando il nuovo obiettivo macro stabilizzato , che Canon mi ha mandato in prova.
Finalmente il sole inizia a tramontare, purtroppo il cielo è scarso e le nuvole non si vedono neppure con il binocolo, tento una mezza inquadratura a tre barche che fa molto cartolina, ma personalmente l’effetto ottenuto e del solito “già visto..” Non ve la mostro..
Lascio perdere e provo a sdraiarmi per riprendere i riflessi su una roccia vicino ad una catena arrugginita..sto quasi per bloccarmi, vorrei chiamare l’osteopata, ma il disco intervertebrale, ligio al dovere di paesaggista si riposiziona, indenne nella sua sede, conferendomi un aria soddisfatta da ginnasta russo. (magari )

Dopo la ginnastica posturale mia e di Peppo decidiamo di rispostarci verso il porticciolo per fare qualche scatto ai piloni del pontile, poc’anzi citati.
Personalmente sono quasi soddisfatto, ma mancano vari elementi all’appello, il sole al tramonto ed un cielo più drammatico.
Penso lo riproverò, un’altra quarantina di volte…vedremo.

Ciao a tutti
Pier