Giovanni Bruno ha scritto: ↑15/04/2019, 8:17
Nell'attuale epoca in cui possiamo avere un SEMI-APO SKYWATCHER, da 150/1200mm a circa 2.000€, non dovrebbe essere molto dissimile il prezzo di un IPOTETICO APO, con gli stessi vetri ED dell'SW da 150/1200mm f8, ma declinato ad un 150/2250ED f15, che dovrebbe costare non più di 2500€.
Ho scritto un IPOTETICO APO, perchè con gli stessi vetri del f8 SW, un ipotetico BARRIDE da 150/2250mm ED, sarebbe per forza un APO di alto livello.
Per gli amanti dei rifrattori lunghissimi, credo che non faccia un gran differenza passare da 1.500€ del BARRIDE ACRO f15, ai 2.500€ di un ipotetico BARRIDE APO ED f15.
Perlomeno io, se davvero dovessi fare la scelta di un rifrattore da 150/2250mm, vorrei anche qualcosa di davvero super, proprio grazie al crollo dei prezzi delle ottiche ED.
Caro Giovanni, verissimo a mio avviso dall'inizio alla fine.
Se i cinesi annusassero la possibilità di poter commercializzare con buoni risultati un ED a lungo fuoco lo farebbero all'istante ed il prezzo potrebbe e dovrebbe essere assolutamente concorrenziale, un f15 sarebbe relativamente semplice da lavorare rispetto al più corto f8 .
A quel punto un osservatore planetario e lunare già comunque in grado di poter gestire una lunga leva potrebbe fare il sacrificio di investire qualche denaro in più in un lungo fuoco ED che diverrebbe di fatto un telescopio planetario definitivo senza compromessi.
Stamani di buon'ora grazie al meteo più clemente mi sono recato in una delle postazioni osservative di Monfestino, ove e' stazionato lo Zen 150 f 20 acromatico con in groppa il 150 f 8 rispaziato e "dopato" con Chromacor .
Galvanizzato dai discorsi circa un ipotetico ED a lungo fuoco ho voluto cercare il pelo nell'uovo nel lungo f20 il quale, nonostante la lunghissima focale, presenta ovviamente un lieve accenno di aberrazione cromatica.
L'ottica ci insegna che la “perfetta” acromaticità è possibile solo quando le variazioni di colore della linea F e C sono interamente contenute all’interno deldisco di Airy: In un 6" ciò accade intorno ad f 38, di conseguenza in un f20 quel filino di aberrazione è percepibile.
Personalmente non ritengo la AC di un rifrattore a lungo fuoco uno "spettro", un problema, piuttosto una caratteristica degli acromatici i quali , se peraltro lavorati egregiamente come lo Zen, sono in grado di offrire un' immagine incisa e contrastata da lasciare senza fiato che ben poco ha da invidiare a quella di un Apocromatico di egual apertura ma corta focale.
Sono due tipologie di telescopio meravigliose nella loro diversità, che arrivano a portare a casa il risultato attraverso strade diverse.
L' immagine di Giove nell'f8 con Chromacor è ovviamente più corretta dal punto di vista della cromatica rispetto all'f20, la tonalità è neutra simile a quella apprezzabile in un ottimo smi-apo ma il disco del Pianeta è meno tridimesionale e più nervoso rispetto all' f20, i bordi vibranti :
Nell' f20 Giove è una sfera tridimensionale che pare fluttuare nell'immensità: Il Pianeta "olimpicamnte" tranquillo nel lunghissimo , è "nervoso" nell'f8, e una parte dell'informazione viene chiaramente persa a causa della turbolenza; un amico che viene di tanto in tanto a trovarmi mi dice che l'immagine nel corto fuoco e' "incasinata", rendendo assai bene l'idea.
D'altro lato nell'f20 la tonalità è leggermente più calda e sono sicuro che se dovessi incappare in una notte di ottimo seeing potrei vedere piu' features intricate sul Pianeta nell'f8 con il Chromacor.
Mi sento di dire che il microdettaglio che giocoforza va perso nell'acromatico a lungo fuoco nel blu e nel rosso ( il 150 f20 ha una correzione CeF) va a pareggiare i conti con il più corretto chromacorizzato 150 f8 laddove quest'ultimo soffre di più la turbolenza e presenta un'immagine meno tridimensionale e perdipiù vibrante , peraltro con la necessità di dover rifocheggiare spesso.
I vantaggi degli strumenti a rifrazione a lunga focale di 5-6" e oltre sono sotto gli occhi - anzi negli occhi - di chiunque abbia la fortuna di poterli utilizzare con continuità.
Le elucubrazioni teoriche di chi di fatto
non li possiede e non è quindi in grado di sperimentarne i benefici direttamente sul campo rimangono de facto un tentativo sterile di voler appiccicare a tutti i costi alla realtà formule ed ipotesi concettuali che non hanno conferma nei resoconti di chi i rifrattori lunghi li usa e li prova in tutto il mondo.
Vorrei che leggeste cosa ne pensano a riguardo negli USA osservatori illustri come Bill Paolini, Daniel Mounsey, Gregg Shaffer ed altri :
https://www.cloudynights.com/topic/6564 ... -f8/page-2
Mi auguro a questo proposito che questa interessante discussione iniziata da Piergiovanni per condividere le osservazioni condotte con uno strumento che fino a pochi lustri fa poteva essere solamente un sogno per gli astrofili non degeneri nell'abituale (italico) tentativo di processo intentato nei confronti di questa particolare configurazione
Per tornare nello specifico al Barride di Piergiovanni Il "Direttore" Vincenzo Rizza ha suggerito il termine " rinascimento cinese" riferendosi al fatto che negli ultimissimi anni la qualità dei prodotti made in China è notevolmente cresciuta, soprattutto per quanto concerne la la vorazione dei doppietti a medio-lunga focale, rendendo possibile l'acquisto a più persone di strumenti assolutamente performanti che un tempo sarebbero costati un occhio della testa.
Valutate che rivolgendosi direttamente a Barride un doppietto Bk7/f4 150 f 15 lo si porta a casa per una cifra che sta sotto i 500 euro.
A questo punto attendiamo che il meteo sia più clemente, avremmo già dovuto e voluto
![Crying or Very Sad :cry:](./images/smilies/icon/cry.gif)
testare assieme questo 150 f 15 ma l'osservazione è stata rimandata, personalmente non vedo l'ora che Pier ci racconti come andrà la bestia sulla Luna i prossimi giorni, un uccellino mi ha detto che il tempo potrebbe migliorare dalle sue parti
![Cool 8-)](./images/smilies/icon/cool.gif)