Ius primae noctis

Osservazioni del Sole e del Sistema Solare, del cielo profondo, di comete e quant'altro sopra le nostre teste
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Diogene
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Ius primae noctis

Messaggio da Diogene »

L’alba precedente la mia prima notte deep è greve e lattiginosa, d’un sole ancora malato di notte umida, ma già molesto. Sarebbe utile dormire il più possibile per poter spendere di più al buio ma figuriamoci. Mi viene da non radermi, come faccio nei giorni che si fa sul serio. Prova severa cucinare per amici sconosciuti, amici e sconosciuti, stupenda contraddizione in termini, regalatami dal forum. L’insalata di riso si riempie di giallo e rosso d’un orto che so io , perché i Pavesi pestano con il peperone e poi fa tanto spettro doppler d’allontanamento. La russa se la pigliano come so farla, ma poi, chissà com’è, mi viene meno schietta e ruvida di verdure e piaciona di maionese. I pensieri passano attraverso le mani nel piatto che prepari, senza scampo d’occasione. Deludo il superbo kilo di trita da Truccazzano, convinto di diventare un’austera Tartare, ma agli umani in quota notturna serve almeno una cosa calda per canalizzare il resto, quindi Svizzere ripiene alla mia maniera, nascoste nella pagnotta abbrustolita. Con le buste termogeniche allo spuntare di Giove erano ancora tiepide. Un dolce da notte di stelle : senz’altro cioccolato, tonico, energetico, endorfinico, poi pere, poco caramellate, dolci, fragranti e leggere, decappano le fauci come la Bonarda dopo il salame di Varzi. Cosa c’è di più terragno di una vite vecchia e brutta, con le radici ostinate nella sua zolla argillosa, e cosa più nobile della sapienza antica che l’alleva e del nettare sublime che ne ricava ? Cosa più simile all’astrofilo, con piedi e treppiedi ben piantati a terra in bolla, occhi e sogni nell’infinito ? Rido pensando ad un serioso sito osservativo con gli astrofili che cantano a braccetto con le bottiglie in mano, mentre cento tubi si agitano in tutte le direzioni, finalmente liberi di guardare quello che gli pare ! Per fare centro al buio dei loro ignoti gusti devo sparare almeno tre colpi classici : bianco, rosso e rosato. Per ausilio nella scelta invoco i Numi tutelari della terra arcigna che attraverseremo, i veri padroni occulti dei filari ormai stracarichi delle gioie a venire. Benigni mi sussurrano : Pinot nero vinificato in bianco, in Oltrepò accettato come documento d’identità morale, poi Buttafuoco, fermo, rosso, cupo, stagno e lavico, come sgorgasse dalle viscere stesse di quella terra silenziosa. Il rosato lì non c’è, ed il vino non si può e non si deve inventare. Allora rosato del Salento “Libera Terra” , sottratto alla mafia da un pugliese coraggioso e libero come dovremmo essere tutti. Carico l’auto con il sorriso compiaciuto d’inizio dell’avventura, quando ancora tutto può essere. Le strade roventi e semideserte del SudEst milanese accolgono la mia andatura rilassata con sonnacchioso stupore, mi conoscono come uno dei tanti neocentauri, metà uomo e metà scenic, che ogni giorno assaltano la città pugnal tra i denti, che non danno quartiere e non ne chiedono, come i Caimani del Piave. Ma oggi sono Diogenenomade. Arrivo da Benny con un’auto da pic nic per vitelloni agli estrogeni, con le mogli in vacanza. La presenza del mio Lidloscopio non turba l’insieme, l’innocuità dello strumentino ne fà un semplice, piccolo neo culturale sulla guancia paffuta dell’insalata russa. Riparto ai comandi di un’incredibile Enterprise ultrapadana, stracarica di tecnologia del Far East ed italico arrangiare. Sono troppo orgoglioso che il Capitano BennyKirk abbia scelto la mia nave per la delicata missione. Se lo spazio non fosse poi davvero curvo, di certo lo è diventato l’asfalto verso Sud, per il peso dell’insolito veicolo. Dobbiamo raggiungere e metterci in orbita intorno ad Erg, satellite di Pavia, dove rifornirci di caffè, ben attenti ai Troll d’autogrill, golosi di strumenti incustoditi, che fiutano a Parsec di distanza. Là è previsto il rendez-vous con la nave Yaris del comandante Franco, da riconoscere a vista causa assoluto silenzio radiocellulare. Franco ci riconosce e con il suo caccia stellare, più maneggevole, si mette coraggiosamente all’avanguardia. Devo disinserire Regulator e Limitator e passare al controllo totalmente manuale per le insidie della rotta. Franco ottimo apripista, seguo a distanza per non farci fottere entrambi da un unico raggio Multanova. La strumentazione può sopportare pochi G e durante l’attraversamento dell’estesa Fascia degli Autovelox non possiamo usare l’iperspazio. Finalmente il Capitano BennyKirk può rivelarmi la meta : dobbiamo arrivare al Mare dellArmà in tempo per atterrare la strumentazione, prima che il popolo dei Fotoguardoni , numerosi e ben armati, occupino tutto. Attraversiamo un incredibile collage di vigneti sontuosi e forti, che sarebbe meglio non segnalare oltre l’orbita di Orione, prima che vengano a bersi tutto! Oltre, più in alto, la terra oltrepadana non cessa di stupirmi, alle porte della sbracata Milano un mondo arcaico ed antichissimo, quasi deserto, pieno di scuropassi e mille cose uniche, ben celate, da scoprire. Dove il vento porta spesso solo altro silenzio. Eccoci : missione compiuta. Faccio l’ultima curva ed entro nel pianoro a passo d’uomo, con solo i led anteriori , per mostrare che veniamo in pace. Sul posto solo due o tre team, ma della specie più pericolosa. Franco resta ai veicoli e mi sussurra “stammi vicino” , mentre Benny, con notevole coraggio, va da solo a parlamentare. Tutto si risolve civilmente con gli accordi di rito. E’ del tutto evidente che tutti i presenti farebbero volentieri a meno degli altri, ma anche che tutti sono abituati a non poterselo mai permettere. Assisto affascinato alla scelta del terreno, al posizionamento di quei mostri ed alle prime operazioni di “parcheggio”. Quando l’educazione me lo consente apro le zampette del mio ATX-70 e lo piazzo ad una distanza che mi appare adeguata a manifestare il noviziato ma anche ad affermare l’appartenenza. Franco è un signore riservato e sorridente, di una misurata gentilezza che non basta a dissimulare la sua evidente, enorme e contagiosa passione. Benny è un ragazzone generoso, sensibile e diretto, con un piglio spiccio ed una passione tanto grande quanto priva di qualsiasi ecclesialità, che mi mette a mio agio. Tutti i team ostentano una certa rilassatezza, sorrisi, panini, noi ci mettiamo a tavola come rinascimentali a caccia. Ma percepisco una certa tensione, l’attesa del puntamento e del buio. In silenzio, come per pulsione genetica irrefrenabile, all’unisono i grandi tubi ruotano maestosamente verso la polare, ed il Pian dell’Armà diventa un boschetto di girasoli notturni, irresistibilmente attirati un altro sole antico, nel cielo che lentamente diventa un arazzo di nero velluto, trapuntato di gemme sfavillanti dai mille arcani colori, che finalmente si rivelano al mio occhio stupefatto. Tutta la notte mi mostra a poco a poco uno spettacolo infinito di incomparabile bellezza, che attendevo da una vita e che va ben oltre le mie aspettative. Ho visto mille foto e letto mille libri ma niente vale l’emozione profonda e commovente del doppio diamante oro ed indaco di Alibreo. Era lì, dov’era davvero quando partì la sua luce destinata a me, ed io potevo ammirarla nel suo cielo. Forse quei fotoni partiti nella notte dei tempi potevano aspirare a finire il loro viaggio cosmico in una retina più sensibile e consapevole, ma di certo non più felice ed emozionata della mia. Il cielo era ideale, ma ho cominciato a percepire le piccole, costanti variazioni di seeing, come dicono loro ed ora anch’io. Tutto quello che gli amici mi mostravano cercavo di ritrovarlo con il mio trappolino, che non è solo il giocattolo che credevo ma un piccolo, semplice strumento con la sua dignità, capace anch’esso di mostrare cose meravigliose, a patto di sapere cosa, come e dove. Andromeda, le doppie, M seguita da mille cifre, le nebulose più lievi, arcane ed evanescenti, le foto di Franco con i loro delicati colori, mille oggetti di cui ora confondo nomi e sigle. Ad un punto denso della notte il cielo è cambiato e con lui le persone, più silenzi e lucine rosse o verdi nel buio. La via lattea ha preso vita, spessore, come piccole scaglie di un rettile che sembrava muoversi, che ci avvolge da sempre. Ho lasciato i tubi e mi sono seduto in silenzio guardando in alto. Senza nemmeno bisogno di chiudere gli occhi sono tornato sulla prua di un traghetto per la Sardegna, con i miei vent’anni che beccheggiavano nel maestrale, stupefatto dal peso dell’incredibile coltre di stelle che mi ricopriva. Mai più dopo allora, nemmeno in montagna. Stanotte sono tornate. Le ho cercate, chiamate per nome. Sono le stesse ed anch’io. Avevo gli occhi umidi, forse per l’umidità che viene dal mare. Il mio Audubon mi butta fra quegli spilli dardeggianti, ne rivela infiniti altri. Lo strumento viene molto apprezzato dagli amici, con mia grande gioia. Mi è mancata molto la mia Gra, che avrebbe capito, condiviso e tanto apprezzato. Ma è solo un appuntamento rimandato. Il cielo cambiava continuamente, offrendosi in modi diversi, come le persone, i toni delle voci, le scelte operative. Si alternavano fame e stanchezza, entusiasmo e nuova energia, il caffè, un signore di Busto Garolfo che mi incoraggia ad usare il mio strumento e scopro lavora con un caro amico. La pipì sempre più vicino, la mucca curiosa che potrebbe fare un cataclisma, le mani sugli occhi quando passano le auto. Franco mi spiega mille cose con sorridente pazienza, Benny vorrebbe farmi vedere tutto il cosmo tutto insieme, io che sono un riservato non ho freni alle mie esclamazioni di gioia e di stupore. E poi la Velo. Mentre sorgono Giove e poi Venere riesco a vedere anch’io la nebulosa più fugace ed elusiva. Una perla segreta del cielo mi si è mostrata, un’ impalpabile e quasi impercettibile nuvola di seta appena luminosa. La descrivo a Benny che gongola. Lui è una macchina da guerra, ho perso il conto degli oggetti che abbiamo osservato. Al momento di caricare ero confuso e turbato quanto felice. La tensione e l’emozione mi hanno provato molto, me ne sono reso conto lungo il ritorno. Non so cosa ne sarà della mia passione di astrofilo, ma di certo dopo stanotte non sono più la stessa persona, mi si è aperta una finestra di conoscenza nuova attraverso un’emozione che non ho parole adeguate a descrivere. Ringrazio Benny e Franco per l’amicizia condivisa in una delle notti più belle della mia vita. Cieli sereni a tutti, davvero.
Diogenenomade
Benny

R: Ius primae noctis

Messaggio da Benny »

Che dire..... senza parole.....
Grazie a te per la serata!

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-SPECOLA->
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Re: Ius primae noctis

Messaggio da -SPECOLA-> »

Bellissimo resoconto. :!:
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
31 Luglio 1985: Fondazione della Immagine , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
Benny

R: Ius primae noctis

Messaggio da Benny »

Ragazzi.... comunque l'hamburgher ripieno dovete provarlo..... :!:

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CARLO ROSSI
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Re: Ius primae noctis

Messaggio da CARLO ROSSI »

a Diogenenomade:
Intrigante, originale e descrittivo resoconto!
Molto bene, molto bravo.

Bel colpo. :o :o :o carlo
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Born to... Zeiss
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Re: Ius primae noctis

Messaggio da Born to... Zeiss »

Che bello.....ho anche letto che sarai da Corrado a meta' settembre...
Sara' un piacere conoscerti!!! ;)
Claudio Todesco

Il cielo...la natura...sono concetti semplici...per chi ha il vizio di sognare.
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carmine
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Re: Ius primae noctis

Messaggio da carmine »

Ciao Diogenenomade, io da vero meridionale sono di poche parole,ora dopo aver letto la tua descrizione non ho neanche quelle, ad un certo punto mentre ti leggevo ho pensato anch'io di essere della serata.

ciao

carmine
Ultima modifica di carmine il 20/08/2012, 5:36, modificato 2 volte in totale.
Carmine A.Romano

Guardo attraverso: Nikon, Celestron, ITT, Zeiss, Opticron,Tecnosky, Canon, Pentax, Apm, ecc.....
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piergiovanni
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R: Ius primae noctis

Messaggio da piergiovanni »

Se riuscissimo ad impostare il forum sulle genuine sensazioni e sul mero piacere di osservare,sarebbe una cosa meravigliosa..hai la penna da scrittore..e' un piacere leggerti.ero li anche io...bravissimo

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Piergiovanni Salimbeni - tester e giornalista
Canale Youtube https://www.youtube.com/c/binomania/?sub_confirmation=1

Siti Web
Binomania.it-Recensioni di binocoli, spotting scope, telescopi astronomici e altro ancora
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Faber
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Re: Ius primae noctis

Messaggio da Faber »

Parole commoventi che ricordano a noi tutti il piecere che proviamo durante le nostre osservazioni.
La ricetta per coltivare la passione per il cielo e non finire mai di stupirsi di ciò che vediamo e condividerlo con gli altri e voi ci siete riusciti benissimo :-)
Ottima poi l'idea del party gastronomico sotto le stelle.
Ciao e vi auguro tante osservazioni felici.

Fabio
Fabio Bergamin

Osservo con binocolo:
Kowa XD 8.5x44, Shogetsu Kansei 6.5x32
Osservo con telescopio:
Takahashi FC 100 DL., JSO, Telescopi ATM e oculari (Pesanti e leggeri...)
Osservo con microscopio
Leitz SM-LUX; Wild M3
Benny

R: Ius primae noctis

Messaggio da Benny »

In effetti è stata una serata (g)astronomica :grin:

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