Racconto della visita all'osservatorio di Campo dei Fiori

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Re Vega
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Racconto della visita all'osservatorio di Campo dei Fiori

Messaggio da Re Vega »

Ciao a tutti, di seguito il racconto che finalmente sono riuscito a scrivere della serata di Giovedì 24/11, trascorsa all’osservatorio astronomico Schiaparelli di Campo dei Fiori, grazie all’invito di Paolo, ricercatore dell’osservatorio che ha fato dell’indagine spettroscopica la sua specialità principale.
Mi piacerebbe che del racconto passasse più l’aspetto emozionale che non quello tecnico, così da poter trasmettere a chi legge, un po’ delle belle sensazioni provate.
L’ultima volta che ho avuto occasione di fare osservazione astronomica insieme a Paolo risale ad una lontana sera degli anni 70; io ed un nutrito gruppetto di mocciosi giocavamo felici e spensierati nel giardino di un condominio come tanti in Varese. Tra noi c’era appunto Paolo che un po’ più grandicello faceva da “capo”….. non solo per via dell’età, bensì perché era quello che tra noi aveva l’immaginazione più fervida e si inventava sempre qualche nuovo gioco avventuroso con cui farci divertire; e ci divertivamo davvero.
Un bel giorno, o meglio una bella sera Paolo si presenta con uno strano aggeggio dotato di tre gambe di legno, un raccordo metallico dal quale spuntavano due manopole ed al quale era fissato un tubo bianco; Del consueto chiasso che accompagnava le nostre serate, quella sera non v’era traccia; eravamo tutti concentrati nel capire che cosa fosse quel coso con il quale Paolo armeggiava girando le manopole e mettendo e togliendo dei barilotti da un buco posto lateralmente per poi guardarvi dentro………”è un telescopio !!” ci dice, divertito dalle nostre espressioni; “serve a guardare il cielo: pianeti, stelle, Luna” ….”oooh!! davvero!!?, possiamo guardare anche noi?” “Si certo, chi vuole essere il primo?”………”io, io, io!!!
La vista dei crateri lunari e degli anelli di Saturno suscitò in noi tutti un’emozione mai provata prima; ecco, giovedì sera all’osservatorio dopo tanti anni ho provato qualcosa di molto simile;

In cima alle scale che portano al primo piano dell’edificio mi soffermo un po’ ad ammirare un vecchio binoscopio Zeiss che si dice sia appartenuto al duce il quale a sua volta lo avrebbe ricevuto in dono dal fuhrer.

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Salutiamo Luca Buzzi, un altro ricercatore dell’osservatorio che si occupa di asteroidi, il quale ci fa la cortesia di misurarci il seeing in quel momento; il risultato è stato di 1,8 secondi d’arco, un valore ottimo che rappresenta praticamente il massimo per un sito che non sia il mauna kea.
Paolo mi invita a seguirlo in cupola e io non mi faccio certo pregare; mi esorta a chiudere velocemente la porta di ingresso per impedire all’aria calda di entrare.
L’interno della cupola è molto bello e curato e ricorda gli osservatori di tanti anni fa; le pareti, così come la grande base su cui poggia la strumentazione sono interamente perlinati ; all’interno di quest’ultima sono ricavate delle nicchie contenenti una serie di antichi cimeli ottici, i più rilevanti dei quali, secondo me, sono gli oculari di ottone probabilmente coevi dell’obiettivo Merz e magari dallo stesso lavorati.

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La strumentazione è imponente, soprattutto per chi come me non è abituato a queste misure; lo strumento principale è un Newton-Cassegrain da 60 cm sostenuto da una grande e robusta montatura equatoriale a forcella; in parallelo all’ottica principale sono montati due rifrattori, uno è il Merz del cui obiettivo si fa riferimento pocanzi, avente 188mm. di apertura e 2740mm di focale; l’altro, con cui però non ho avuto il tempo di fare la conoscenza, è un 150mm. f/15.

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Per prima cosa Paolo inizia con i preparativi per l’attività osservativa che dovrà svolgere da lì a poco; bisogna sostituire lo specchio secondario del riflettore da 60 cm.; essendo questo strumento un Newton- Cassegrain, volendo passare da un fuoco all’altro si rende necessaria questa operazione che tuttavia non porta via più di 5 minuti. Lo strumento era stato utilizzato poco prima da Luca al fuoco Newton, mentre Paolo lo utilizza al fuoco Cassegrain dove è montato lo spettrometro da lui interamente realizzato.

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Finalmente arriva il momento che tanto aspettavo; Paolo imposta il software del telescopio sulla modalità “pianeti” , seleziona “jupiter” e preme invio; il silenzio viene interrotto dal rumore simultaneo del movimento della montatura e della cupola; anche qui l’emozione che ho provato è stata grande, soprattutto quando dall’apertura della cupola in movimento è comparso inconfondibile Giove.
D’un tratto il rumore cessa e si ode solo di tanto in tanto come un lamento dovuto all’inseguimento del telescopio.
Raggiunta la posizione ideale per osservare, comodamente seduto su un divanetto motorizzato che si aziona tramite due joystick e che è in grado di raggiungere qualunque punto del telescopio, avvicino l’occhio all’oculare del rifrattore Merz.
Mi soffermo un attimo su quella che è stata una piacevole sorpresa, ovvero trovare montato nel porta oculari un vecchio Clave da 35mm. Nonostante il piacere che quest’incontro ha suscitato, mi rendo subito conto che tale oculare non sarà in grado di ingrandire il pianeta sufficientemente per un’osservazione adeguata; comunque sia ci guardo dentro lo stesso (ci mancherebbe ). Giove è al centro del campo, un po’ piccolino e luminosissimo; provo ad agire sul fuocheggiatore trovandolo un po’ duretto, ma non c’è problema in quanto la solidità di cotanta montatura permette di prendere letteralmente a calci il telescopio senza notare la minima vibrazione; trovo facilmente il fuoco, ed ora il pianeta è molto nitido; si notano molti dettagli ma la ridotta dimensione dell’immagine e lo scarso tempo a disposizione mi spingono a salutare il vecchio Clave per passare ad un più adeguato e performante Abbe Zeiss da 16mm.; ora le dimensioni del pianeta sono più o meno quelle alle quali osservo di solito. L’immagine dopo una veloce ritoccata alla messa a fuoco è molto piacevole; i bordi del pianeta sono lame di coltello, il fondo cielo è scurissimo, l’alone bluastro è presente ma non fastidioso, SEB e NEB, molto ben definite e mostrano delicati dettagli al loro interno; nella fascia equatoriale sono evidenti numerosi festoni, visibili come delle unghiate; molto evidenti le bande della zona temperata, un paio delle quali, al passaggio in meridiano si risolvono in quello che sembra un trenino di chicchi scuri; le regioni polari appaiono granulose. Ogni tanto mi fermo a riflettere sul fatto che sto osservando Giove all’interno di una cupola astronomica in cima ad una montagna, in un rifrattore vecchio di oltre cent’anni, lavorato da Merz ….e mi parte un brivido alla schiena. Quello che più mi ha colpito non è stato tanto il livello di risoluzione, piuttosto il fatto che si vedeva tutto sempre, non occorreva aspettare l’attimo buono. Ottima anche la sensazione di tridimensionalità e la definizione dell’immagine ai bordi del campo.
Come tutte le cose belle anche questo momento magico è stato di breve durata; Paolo doveva infatti utilizzare il telescopio principale per altri scopi ed io non potevo trattenermi ulteriormente all’oculare.

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Fortunatamente però la serata aveva in serbo una chicca molto gradita; finito di effettuare il suo lavoro, Paolo mi chiede se ho voglia di sbirciare anche nel C14 (indovinate la risposta) ospitato nella cupola ovest, una piccola struttura di recente realizzazione utilizzata per lo più per le serate aperte al pubblico così come lo stesso C14.
La visione è da togliere il fiato; all’oculare Abbe da 25mm con barlow 2x, l’immagine è virtualmente come una foto digitale….ovalini dappertutto, colori, sottostrutture, e chi più ne ha più ne metta; mai visto nulla di simile, in vita mia.
Anche il contrasto dell’immagine e l’oscurità del fondo cielo, pur non eccellenti, mi sono sembrati migliori rispetto a quelli tipici degli SC, aumentando così la mia convinzione che nella realizzazione delle ottiche di maggior diametro casa Celestron metta senz’altro più cura che non nel resto della produzione.

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Allora C14 Vs. Merz 188 1-0 ? sicuramente si ma proviamo a considerare che:
-I vetri usati ai tempi di Merz non erano certo puri e performanti come quelli attuali e soprattutto erano sprovvisti di qualunque trattamento anti riflesso.
-l’obiettivo in questione non viene pulito da molti molti anni; è infatti purtroppo relegato al mero uso di cannocchiale guida e pertanto trascurato da tutti coloro che hanno accesso alla strumentazione.
-Paolo mi ha riferito di un incidente occorso all’obiettivo anni fa ad opera di un maldestro operatore, non sapendomi però raccontare in dettaglio dell’accaduto e soprattutto del danno patito.
-Sulla collimazione dell’obiettivo ci sono più dubbi che certezze.
-E’ presente una evidente (si vede dalle foto allegate) non coincidenza tra gli assi ottici di obiettivo ed oculare (questo aspetto da solo costituisce l’aspetto singolo più rilevante per non considerare quello da me sperimentato il vero limite dello strumento); sarebbe stato certamente possibile rimediare all’inconveniente; grazie ad un semplice ed utilissimo registro applicato al tubo scorrevole di messa a fuoco, è infatti possibile intervenire e far coincidere i due assi ottici, ma il tempo è tiranno e tra osservare e registrare, ho preferito la prima possibilità.
Naturalmente ho pensato ad un confronto tra l’ottimo C14 ed un moderno acromatico da 200mm. f/20.
Dovrei però prima tentare di convincere i responsabili della struttura a dismettere l’obiettivo Merz che raggiungerebbe gli altri cimeli nelle vetrinette espositive ed utilizzare il tubo per ospitare un nuovo doppietto dalle summenzionate caratteristiche…chissà, magari.

Molto interessante, anche se appartiene ad un campo di ricerca di cui capisco ben poco, è lo spettroscopio realizzato interamente da Paolo, con cui per divertimento abbiamo catturato lo spettro di Giove visibile nella foto. Le righe orizzontali che uniscono i vari livelli (righe verticali) sono denominate “telluriche”; interessante osservare come alcune di queste siano invece un po’ inclinate a causa del veloce moto rotatorio gioviano e del conseguente effetto Doppler che ne causa appunto l’inclinazione.

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Spero il racconto sia piaciuto e di non essermi dilungato troppo.

Federico
Strumenti:
Zeiss AS 150 f/15 e D&G 152 f/15 (intubazione Fumagalli); Taka FS128; S.W. 120ED; Pentax 75 EDHF
Set oculari Zeiss Abbe I; TMB supermono 6 e 8 mm; Taka LE 5 mm e Abbe 12,5 mm; Barlow Zeiss 2x
Fujinon 7x50 Mariner; Zeiss Dodecarem.

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Re: Racconto della visita all'osservatorio di Campo dei Fior

Messaggio da monpao »

Grazie della bella serata condivisa con noi tramite il tuo scritto.
Poi naturalmente ognuno, nel tuo racconto, si sofferma su ciò che più gli "sta a cuore" :mrgreen:
Mi ha colpito che il grande binocolo Zeiss, dalle immagini postate, risulti probabilmente proveniente dall' Olanda, infatti ho scorto il marchietto della olandese Nedinsco, che è poi comunque la storica licenziataria Zeiss per i Paesi Bassi.
Di questo gigante che è nato come binocolone "turistico", per esempio per osservare le Alpi dai grandi alberghi della Baviera, esiste almeno un altro esemplare in Italia, e grazie al fortunato possessore ho potuto metterci gli occhi dentro.
Inutile dire quale notevole strumento sia :shock:
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Re: Racconto della visita all'osservatorio di Campo dei Fior

Messaggio da piergiovanni »

grazie Fede, un reportage bellissimo!!! Spero di vedere anche io nel C14, prima o poi..
Pier
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Re: Racconto della visita all'osservatorio di Campo dei Fior

Messaggio da Re Vega »

Ciao grazie; alla prima occasione cercherò ti avvisarti quanto prima. Ora sono sul terrazzo ad osservare Giove ma c'è turbolenza.

Federico
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Angelo Cutolo

Re: Racconto della visita all'osservatorio di Campo dei Fior

Messaggio da Angelo Cutolo »

Bel racconto, sembrava di essere lì con te. Grazie. ;)
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Re: Racconto della visita all'osservatorio di Campo dei Fior

Messaggio da Re Vega »

Grazie, è proprio l'effetto che speravo di sortire :)

Federico
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