Of the Aperture and Atmosphere - II PARTE

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piergiovanni
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Of the Aperture and Atmosphere - II PARTE

Messaggio da piergiovanni »

Continuo con riportare brevemente qualche aneddoto interessante relativo all'esperienza degli osservatori del passato.
Prendetele come nozioni storiche, ovviamente la tecnologia e le ottiche sono cambiate, tuttavia mi pare interessante conoscere la loro opinione in merito all'uso di grandi aperture per le osservazioni planetarie.
Mi scuso per gli eventuali errori di traduzione, spero di essere riuscito a cogliere le esatte impressioni.
I pensieri degli osservatori devono essere giudicati, anche in base alle conoscenze dell'epoca e considerando il fatto che molti erano "ricchi magnati" e spesso privi di conoscenze scientifiche.
Insomma è un resoconto storico...


Riporto, in primis, l'esperienza di William Lassel (1799 -1880)
Lassel abitava vicino a Liverpool si costruì un osservatorio dotato un riflettore da 60cm, che vantava una fra le prime montature equatoriali, dopo varie peripezie si era accorto, infatti, della comodità di osservare gli oggetti in base alla rotazione terrestre.

Con questo strumento fece delle belle scoperte: nel 1846 scoprì Tritone, nel 1848 co-scoprì indipendentemente, Iperione, una luna di Saturno, infine, nel 1851 scoprì Ariel e Umbriel, due nuove lune di Urano.

Or bene Lassel scrive che : - E' vero che il difetto di flessione degli specchi molto larghi può essere, in un certo grado, eliminato, tuttavia l'atmosfera è del tutto" inattaccabile" Di fatto a causa di essa il telescopio più grande risulta "meno potente" rispetto alle prestazioni che riesce a fornire uno strumento più piccolo. -

William Parson terzo conte di Rosse, conosciuto come "Lord Rosse" possedeva , nella sua tenuta, di Birr Castel, due riflettori da 3 e 6 piedi (0.9 metri e 1.8metri, detto anche il Leviathan of Parsonstown) Questi strumenti erano, ovviamente, una meraviglia per l'epoca e Parson scopri la prima forma a spirale di un oggetto celeste. Durante la sua lunga esperienza osservativa, comprese che "l'agitazione dell'atmosfera "ed ogni variazione di temperatura è umidità erano in grado di "distruggere" la risoluzione di uno specchio perfetto (per l'epoca )

Sempre secondo l'esperienza di Lassel:
"L'effetto di questi disturbi è, nei grandi riflettori, pari al cubo della loro apertura e quindi vi sono poche ore all'anno in cui il telescopio da 1.8m può esibire la sua vera potenza."

Infine riporto l'esperienza di G Johnstone Stoney che lavorò per un po' di anni con il grande telescopio di Lord Rosse.
"In esso, spesso le stelle sono molto luminose ma anche simili a palle di luce, come "piccoli piselli" e l'immagine bolle violentemente in conseguenza del disturbo atmosferico."
Poi aggiunge: " Durante la notte vi sono dei rari momenti in cui la turbolenza atmosferica pare cessare per pochi secondi ed in tali attimi la stella si vede puntiforme, come questo specchio, in realtà, dovrebbe mostrare".


Sitr George Airy Boiddel scrisse,invece che : "osservando il globo di Giove , in un grande specchio, si nota un effetto simile alla introduzione di una lampada che illumina l'interno del telescpio." :D


W.F. Denning, ha sottolineato più volte come i disegni di Giove fatti con il gigantesco telescopio Riflettore di Rosse, non mostrassero ulteriori detagli rispetto a quelli che aveva prodotto ossevando in telescopio molto più piccoli.
Con maggior precisione disse che: " Un telescopio da soli 6.5 pollici è in grado di mostrare i medesimi dettagli senza alcuna difficoltà"

Ed ancora :" Seppur possa sembrare incredibile, l'osservazione di Giove in un grande telescopio, poichè è luminoso come se si stesse osservando una "lanterna" o la presenza di Sirio, all'interno del campo inquadrato che mostra il fondo cielo simile all'aurora del mattino......penso che vi sia qualcosa di più attraente nell'osservare un disco planetario "pallido" in una piccola apertura. (...)che lo visualizza come "immobile" ben inciso, come ritagliato ed in grado di mostrare il dettaglio più minuto con tutta la chiarezza possibile (....).di una squisita incisione"


Ricordo che Denning viveva a Bristol ed era considerato uno dei più abili osservatori planetari dell'epoca. seppur un'altra sua specialità fosse lo studio delle meteore
Pare che una volta commentò " " Non esco mai al telescopio, aspettandomi di vedere qualcosa di interessante..."
Denning, per la cronaca scoprì cinque comete ed una nova , la Cygni del 1920)

Dennig fu uno dei primi a gettare il guanto di sfida, nei confronti degli osservatori di pianeti dotati di specchi di grandi dimensioni, infatti, nel 1885 scrisse di essere ormai convinto che "i telescopi di piccolo diametro erano in grado di sorpassare i grandi telescopi quando si trattava di "lavoro planetario"

Ecco un'altra interessante parte del suo pensiero, maldestramente tradotto dal sottoscritto.
"Molti rintengono che in una "prova cruciale" il telescopio dal diametro inferiore potrebbe risultare perdente. E'ovvio che il telescopio dal diametro piccolo difetti di luce, tuttavia guadagna in definizione. Quando il seeing è buono, la visione in una grande apertura è superlativa , è ovvio, ma tali frangenti avvengono raramente durante un'osservazione metodica dei pianeti.

Ovviamente se calcoliamo il sudore profuso per la creazione di un grande specchio è nostra aspettativa ottenere delle eccellenti immagini (planetarie) tuttavia comparandoli a strumenti di piccolo diametro si nota che la "combustione" dell'atmosfera e la luce eccessiva, cancella le informazioni più tenui..(visibili nei telescopi di minor diametro)
Allegati
la ricostruzione del "leviatano"
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Piergiovanni Salimbeni - tester e giornalista
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Re: Of the Aperture and Atmosphere - II PARTE

Messaggio da -SPECOLA-> »

Ecco a far da contraltare al riflettore Leviatano di Parsonstown, il telescopio rifrattore del Reverendo Graig (capolavoro di Slater da ben 24", pari a 61cm!).
Purtroppo la resa ottica non sembrerebbe esser stata sempre all'altezza delle aspettative, magari anche per questioni di seeing, oltre che di poca stabilità della montatura altazimutale a torre.
http://snipurl.com/22tx7i2
http://snipurl.com/22txcn5
Il telescopio Craig è descritto per la prima volta sulla rivista "Illustratted London News" il 18 Agosto del 1852.
Nell'articolo si pone l'attenzione sul fatto che lo strumento fosse al momento il rifrattore acromatico più grande del mondo e che a differenza di tutti gli altri presenti sul territorio di Albione, fosse completamente INGLESE (progetto e costruzione di ogni singola parte).

Nello stesso articolo, tra le altre cose si legge:
La potenza di questo telescopio, come strumento di misura, è inavvicinabile da tutti gli altri.
Risolve la Via Lattea.
Il telescopio è perfettamente acromatico; Saturno si mostra di color bianco latte.
Il Reverendo Craig vuole esaminare il pianeta Venere perché spera di poter risolvere la questione circa l'esistenza o meno di un satellite di questo pianeta.
La luna è un oggetto perfettamente incolore.
Riguardo allo studio di Saturno con questo telescopio, che è rimasto in servizio soltanto per 6 anni (1852-1858), ecco un particolare interessante:
Quando la notizia di questa scoperta giunse in Inghilterra, il professor Challis ha iniziato ad usare il telescopio acromatico Northumberland da 11,6" dell'Università di Cambridge sugli anelli di Saturno, senza però riuscre a scorgerne il terzo: stessa cosa anche utilizzando il gigantesco riflettore del Conte di Rosse.
Questi fatti fecero diventare una questione di grande interesse, provare se fosse vera o meno l'esistenza di questo terzo anello nel sistema di Saturno.
A questo proposito siamo felici ora di pubblicare un'incisione che mostra il sistema di anelli intorno a Saturno, così come come si sono visti in Inghilterra, nel Telescopio Craig.

Immagine

Il terzo anello è piuttosto palpabile, così che non vi sia più alcun dubbio sulla sua esistenza.
Il colore di questo anello è una tabula brillante.
Si presume per via della grande quantità di luce di questo pianeta, che il telescopio del Reverendo Craig porta l'occhio dell'osservatore.
Questo aspetto dettagliato e brillante è in realtà completamente invisibile in strumenti minori.
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico).
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piergiovanni
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Re: Of the Aperture and Atmosphere - II PARTE

Messaggio da piergiovanni »

Ciao Fabrizio, grazie per queste ulteriori informazioni.
Pier
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Re: Of the Aperture and Atmosphere - II PARTE

Messaggio da Acronauta »

L'obiettivo del leviatano ha una storia interessante. Rosse aveva iniziato a fabbricare specchi nel 1827 utilizzando una tecnica per produrli a spicchi, come le fette di una torta, ed evitare quindi di maneggiare pesi considerevoli (gli specchi erano di lega metallica, non di vetro come oggi), utilizzando per la lucidatura una macchina a vapore. In questo modo fabbricò obiettivi fino a 91 cm di diametro (36 pollici). Quando decise di provare a fabbricare un altro 36 pollici ma in un pezzo unico scoprì che quest'ultimo era migliore e quindi abbandonò la produzione di specchi segmentati.

Il primo tentativo di Rosse di fondere uno specchio di sei piedi (1.8 m) avvenne il 13 aprile del 1842 per il quale prese ogni precauzione compresa la costruzione di un forno nel quale lo specchio avrebbe potuto raffreddarsi lentamente (raffreddamenti troppo rapidi darebbero luogo a tensioni interne e fessurazioni). Ci mise ben sedici settimane a raffreddarsi, e infine si ruppe durante la movimentazione. Per nulla scoraggiato Rosse fuse altri cinque specchi, il secondo e il quinto dei quali sopravvissero al processo di raffreddamento e lucidatura con la macchina a vapore e furono quindi installati a turno nel tubo.

Il costo finale dello strumento fu di 12000 sterline dell'epoca.
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Re: Of the Aperture and Atmosphere - II PARTE

Messaggio da Acronauta »

-SPECOLA-> ha scritto:Ecco a far da contraltare al riflettore Leviatano di Parsonstown, il telescopio rifrattore del Reverendo Graig
grazie, Fabrizio, molto interessante! Certo che il Saturno bianco-latte non mi torna molto come colore a meno che non fosse un'impressione dovuta alla luminsità.

Sulla visibilità dell'anello C di Saturno ha scritto molto anche Schiaparelli, magari recupero qualcosa dal mio archivio.
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Re: Of the Aperture and Atmosphere - II PARTE

Messaggio da Re Vega »

Bellissimo argomento; se non sbaglio all'epoca di Lord Rosse gli specchi erano in "speculum" e raggiungevano una riflettività del 68%.

http://en.wikipedia.org/wiki/Speculum_metal

Federico
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Zeiss AS 150 f/15 e D&G 152 f/15 (intubazione Fumagalli); Taka FS128; S.W. 120ED; Pentax 75 EDHF
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“Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone oppresse e amare quelle che opprimono.” - Malcom X. 
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Re: Of the Aperture and Atmosphere - II PARTE

Messaggio da -SPECOLA-> »

Per la questione del colore di Saturno visto attraverso il Craig Telescope , penso anch'io che qualcosa non torni.
Magari però sono io che non ho tradotto bene quel passaggio.
La prima volta che appresi dell'esistenza di questo telescopio, fu leggendo la prima edizione de "Il libro dei telescopi" di W. Ferreri (sono passati oltre venti anni e allora la rivista di astronomia diretta dal Ferreri si chiamava ORIONE) e ne rimasi molto colpito.
Per quanto riguarda invece i riflettori con specchi in speculum (si Federico, non ti sbagli), a parte il Tubus Herchelii Mayor (il famoso 40 foot, ovvero 1.2m f/10!), che è davvero impressionante (lo specchio originale esiste ancora http://it.wikipedia.org/wiki/Osservatorio_Casa ), mi hanno sempre affascinato i GREGORIANI di Short.
Fabrizio Ferrario
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Re: Of the Aperture and Atmosphere - II PARTE

Messaggio da Acronauta »

-SPECOLA-> ha scritto:Magari però sono io che non ho tradotto bene quel passaggio.
mi pare che la tua traduzione sia corretta, forse l'autore voleva solo rimarcare il fatto che nelle imamgini non c'erano colori spuri
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Re: Of the Aperture and Atmosphere - II PARTE

Messaggio da AlessioM »

Ottima traduzione Piergiovanni ;)
Il mio sito: http://www.carbonia2meteo.altervista.org/ Stazione meteo Davis vantage pro 2
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Re: Of the Aperture and Atmosphere - II PARTE

Messaggio da -SPECOLA-> »

Raf ha scritto:forse l'autore voleva solo rimarcare il fatto che nelle imamgini non c'erano colori spuri
Credo che tu abbia proprio colto nel segno.
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