Invece che barzellette, voglio dedicare una mia ricetta ad un personaggio che sicuramente la saprà apprezzare: Carlo Rossi.
A parte che gli devo un favore, a parte la simpatia che irradia dalla sua immagine, mi sembra una persona che sa apprezzare un buon piatto, magari in allegra compagnia.
Risotto all'aceto Balsamico
Ingredienti : Cipolla, carota e sedano per il fondo, salsiccia, olio, una punta di aceto balsamico, brodo vegetale. Burro e grana per la mantecatura.
Preparazione :
- Soffriggere il trito di cipolla, sedano e carota fino a farlo appassire, aggiungere la salsiccia a pezzi, lasciare cuocere per una decina di minuti.
- Aggiungere un cucchiaio d’aceto balsamico per spegnere il soffritto, poi subito il riso e mescolare bene.
- Tirare il risotto con il brodo fino a cottura, poi spegnere, cospargere di formaggio grana e burro per la mantecatura. Dopo un riposo di un paio di minuti, servire.
Risotto all'Aceto Balsamico di Modena
Come vedi è semplicissimo, come tutte le mie ricette, ma spero che vi piaccia.
- Per tradizione regionale (provengo dall'alto veneto) il risotto, da sempre, è il mio primo piatto preferito (nelle mille varianti possibili)
- Inoltre, per irònia del dèstino, ho amici a Modena che fanno parte da sempre della nomenclatura dell'aceto balsamico e dunque tre o quattro ampolle (90cc) di aceto balsamico (quello vero, quello di 30 anni - ma il più delle volte l'età non si può determinare perchè la batteria può essere di 80 o cent'anni e oltre) mi pervengono come regalo di natale, ogni anno.
- ogni anno ci riuniamo a Spilamberto e facciamo "la vigliaccata" - che altro non è che una mangiata a base di aceto Balsamico: primo, secondo, contorni, dolci, tutto a base di aceto balsamico....... Vincenzo Ferrari Amorotti porta con se 750cc di aceto della sua acetaia e........vai!!!!!
- Ti ringrazio del pensiero, non mancherò di ricambiare
ciao ciao carlo
Avviso ai naviganti emiliani: MAI, ma proprio Mai, usare per il risotto il riso ARBORIO . Quello giusto è il VIALONE NANO ..... al massimo il Carnaroli
CARLO ROSSI ha scritto:Avviso ai naviganti emiliani: MAI, ma proprio Mai, usare per il risotto il riso ARBORIO
emiliani ??? e noi milanesi ? guarda che il risotto cosa nostra è
"Dans le nord de l'italie, une des premières notices faisant référence à la culture du riz est une lettre datée du 27 septembre 1475 de Galeazzo Maria Sforza et envoyée au duc de Ferrare concernant douze sacs de riz."
CARLO ROSSI ha scritto:Avviso ai naviganti emiliani: MAI, ma proprio Mai, usare per il risotto il riso ARBORIO
emiliani ??? e noi milanesi ? guarda che il risotto cosa nostra è
"Dans le nord de l'italie, une des premières notices faisant référence à la culture du riz est une lettre datée du 27 septembre 1475 de Galeazzo Maria Sforza et envoyée au duc de Ferrare concernant douze sacs de riz."
Forse mi sono espresso male, per meglio chiarire il mio pensiero:
- la terra del risotto: Lombardia - Piemonte - Veneto
- io sono veneto trapiantato in Emilia da oltre 40 anni
- fino a pochissimo tempo fa in emilia (salvo una piccola striscia dell'emilia lungo il po a nord e anche ai confini con la lombardia a ovest) il risotto era considerato un piatto di serie B e, quando prorio lo facevano, lo facevano con il riso Arborio: niente di più sbagliato data la consistenza del pur nobile grano e la povertà di amido, invece abbondante nel Vialone Nano e Carnaroli
- oggi la musica è cambiata per merito della globalizzazione (oggi il risotto è un piatto da re in america e nel resto del mondo, italia compresa, assurto al rango solo di recente assieme al Prosecco)
Dunque l'avviso per i naviganti era solo per gli emiliani, peraltro meritevoli delle 5 stelle per altri numerosi ed insostituibili piatti.....
Spero di aver chiarito e spero anche non ne esca una "querelle ingegneristica"
Alle prossime puntate il compito di riconoscere le eccellenze delle altre regioni italiane
ok.
Qui in nella toscana senese, andiamo forte con la Ribollita, rigorosamente condita con olio extra vergine, chiaramente del Chianti (meglio se prodotto da me, ops...è pubblicità?.
ecco, adesso ho scoperto che a Carlo gli piace il risotto.
bene allora fuori dalla mia cucina,
io sono specializzato per i primi piatti e soprattutto per i risotti.
Adesso vi faccio un risotto..................non vi dico come, ma a base di verdure e vi leccherete i baffi, vabbè Carlo non li ha.......
oppure preferite carne o pesce,
insomma cucino io, ditemi quanti siete e vi prendo per la gola.
fotografo con Nikon Coolpix S32 e Fujifilm 9500,
osservo con Zeiss Jenoptem 10x50 multi-coated, Steiner Fero D12 8x30 Bund,
ATN Omega Class 7x30, Rouya 10x50.
Nessuno ha mai assaggiato i Malloreddus alla campidanese ? Vi ho messo la ricetta nell'altra pagina, ed e' un tipico primo piatto della cucina sarda - Io i vostri bei risotti non li ho mai mangiati ma immagino che bonta' siano
AlessioM ha scritto:Nessuno ha mai assaggiato i Malloreddus alla campidanese ? Vi ho messo la ricetta nell'altra pagina, ed e' un tipico primo piatto della cucina sarda - Io i vostri bei risotti non li ho mai mangiati ma immagino che bonta' siano
ciao, no, io ho assaggiato il pane Carasau (giusto) ed ovviamente il pecorino, ma non sono molto esperto di cucina sarda..proveremo a ripetere la ricetta.
Pier
ciao lucio, l'ATN è ottimo, l'ho comprato perchè si vede bene, mi è piciuto ma poi mi pento, porto occhiali e non metto lenti a contatto.
E' un 7x30, ottimo.
fotografo con Nikon Coolpix S32 e Fujifilm 9500,
osservo con Zeiss Jenoptem 10x50 multi-coated, Steiner Fero D12 8x30 Bund,
ATN Omega Class 7x30, Rouya 10x50.
tommaso ha scritto:se nessuno ha parlato vuol dire che avevano la bocca occupata, pertanto la tua ricetta è piacuta e nessuno te lo ha detto.
D accordo,ma se nessuno dice niente come faccio a saper se la ricetta sarda e' piaciuta? Certo che tutte le ricette che avete scritto sono buone ma vedo che molti utenti si sono espressi, compreso me anche se i risotti che avete postato la ricetta non li ho mai assaggiati Niente di che'
Date un occhio quà www.riservasanmassimo.it , luogo di straordinario interesse che unisce bellezza, fauna, impresa economicamente sostenibile a conservazione maniacale del territorio. Qui ho visto cos'è il vero riso Carnaroli, niente ma proprio nulla a che fare con i soliti, a cominciare dall'aspetto ed altezza sorprendente della pianta. Rovescio : credete che chiunque lo provi non riuscirà più a mangiare un risotto fatto con gli altri ! E non è neppure caro.
Diogenegourmand
Primissimi anni '50, una grande casa in Cittadella (pd) - tre piani - tre fratelli con le rispettive famiglie - la grande famiglia commercia in formaggio dal 1875 - anzi compera formaggio sull'altipiano di Asiago e lo stagiona nei grandi magazzini di invecchiamento adiacenti la casa - poi lo vende in tutt'italia, isole comprese, e in sud tirolo - d'estate, raramente, una forma di asiago va a male e fa "i vermi" -
- quando succedeva ci sarebbe voluta una cinepresa per registrare il fermento che ne seguiva:
Noi bambini vedevamo improvvisamente un via vai frenetico. Le zie che correvano di traverso il giardino dalla casa ai magazzini. Le donne di servizio che accendevano il fuoco, altre correvano in granaio a prendere la farina gialla e lavavano il grande paiolo di rame. Sussurri e gridolini di eccitazione. Sembrava un cortometraggio in bianco e nero di Charlie Chapli.
Dal magazzino di invecchiamento se ne usciva qualcuno, furtivo, senza dare nell'occhio, con cartoccio di carta gialla sotto al braccio...
In due giravano la polenta che, una volta cotta, veniva versata a raffreddare sul paiuolo che sembrava una piazza, tant'era grande. Sotto al porticato veniva preparata l'enorme tavolata. Arrivavano i fiaschi di vino. Si alimentava la "cucina economica" per arrostire, a sera, la polenta raffreddata.
Insomma, ragazzi, non avete idea della festa che si allestiva.
A noi bambini ci veniva dato l'incarico della "corba di insalata" : io tagliavo insalata e radicchio e coglievo i pomodori nell'orto; Gianni, mio cugino, lavava ed asciugava la "corba", un enorme terrina di terra cotta, che avrebbe contenuto tutta l'insalata mista. La Rosa sovrintendeva il rito nel suo insieme.
Un giro di telefonate avvisava amici e parenti che, puntuali, arrivavano con salumi a prender posto sino a riempire la grande tavolata. In ritardo, arrivava Gino Zen, vecchio contadino, con una luccicante fisarmonica bianca e nera.
Dopo ore di preparativi, al calar del sole, si accendevano le luci, le voci alzavano il volume e..... e finalmente arrivava la forma di asiago tutta "squaqquarata" sul secondo grande tagliere.
Non so se il successo di queste giornate (un paio all'anno) dipendesse dal formaggio con i vermi o dalla convivialità che ne derivava, fatto sta che tutti erano chini sulla forma andata a male a contendersi quella o questa porzione, questo o quel pezzo, migliore dell'altro.
Fortunatamente in questo forum ci sono poche signore che rischiano di leggere perciò mi scuso con loro ma proseguo con la descrizione:
La parte più interessante era vedere i commensali che, con la fetta di polenta abbrustolita in mano, rincorrevano i vermi che saltavano da tutte le parti.....
La fisarmonica emetteva i ritmi della festa, le gote arrossate dal vino e dalle risate, la notte ci sorprendeva svegli, eccitati e poco inclini a chiudere il divertimento.
Non so a voi, ma a me il formaggio con i vermi ha sempre fatto schifo.
........ma vi posso garantire che se va ancora una volta a male una forma di asiago io......... ricomincio subito.
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il binocolo migliore in assoluto, è quello che hai con te nel momento in cui ti serve. 
vabbè Carlo non li ha.......
