Ne ho approfittato per cogliere un’offerta al volo ed acquistare uno Swarosvki CL Curio 7x21.
Le motivazioni di questa scelta sono molteplici: innanzi tutto il formato 7x che mi intrigava molto più dei soliti 8x dei compatti, poi le dimensioni molto contenute simili all’Hawke Sapphire ED appena ceduto, le innumerevoli attestazioni di qualità lette in vari forum, infine, ma non ultimo, il fatto di poter finalmente avere la possibilità di osservare con un cosiddetto binocolo “alpha” ed avere un termine di paragone per valutare la qualità degli altri miei binocoli.
Non starò a “cantare le lodi” del nuovo acquisto, perché in effetti la qualità si percepisce sia nella costruzione che nell’immagine (ben definita in tutto il campo visivo, con bella immersione e colori saturi e naturali) né starò ad elencare i difetti che volendo fare i pignoli si riescono comunque a trovare.
Quello che più mi interessava, e che mi interessa raccontare, è il confronto col porro APM 6x30 di cui ho più volte scritto in altra discussione.
Ebbene, anche se mi riservo di rivedere il giudizio dopo più lunghi ed approfonditi test, da quel che ho potuto rilevare in questi primi giorni posso dire che al centro del campo visivo (cioè nel cosiddetto sweet spot) la definizione, il contrasto e la resa dei colori dell’APM è del tutto paragonabile a quelle del Curio, non vorrei dire migliore, ma sicuramente non inferiore.
La differenza più macroscopica fra i due è che al di fuori del centro campo nell’APM compare la sfuocatura, e la cosa si nota soprattutto quando ci si concentra nell’osservazione dei dettagli, mentre nel Curio l’immagine resta pienamente godibile, dando la sensazione di maggior appagamento.
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