Diogene ha scritto:... vedere prima di essere visti faceva spesso la differenza tra vivere e morire...
A supporto di quanto racconta il padre di Maner, ammesso che ce ne sia bisogno, vorrei ricordare quanto c'era scritto dentro la custodia di alcuni binocoli americani della WWII: oltre alle istruzioni per il mantenimento in efficienza dello strumento, in conclusione, veniva riportata una frase che tradotta diceva più o meno proprio così: "Ricordati che dalla cura con cui tu manterrai questo strumento dipenderà la tua capacità di vedere il nemico, prima che lui veda te", e se lo mettevano pure per iscritto....
Comunque tornando alla domanda di Daniele io credo che porterei alla manifestazione aviatoria lo Swift Supreme che ho recentemente acquistato, non è una piuma, ma per un 10x50 con 80° di campo ben corretti si può fare lo sforzo.
Ho già fatto questo test "aviatorio" seguendo le evoluzioni di prova dei caccia Aermacchi, praticamente davanti alla mia finestra dell'ufficio; quanto è bello e facile puntare questi velivoli, anche a 10x ma con un binocolo a grandissimo campo , non ultimo quello spettacolare e ( purtroppo per i contribuenti ) costosissimo e letale giocattolo che è l'Eurofighter.
Paolo vuoi dire che oltre a tutti gli esemplari di avifauna di cui ci parli dalle tue finestre ti godi anche le evoluzioni dell'Eurofighter?????
Se pago meta' dell'affitto mi posso trasferire da te???
Claudio Todesco
Il cielo...la natura...sono concetti semplici...per chi ha il vizio di sognare.
Io ti consiglierei di fare il controllo della fauna nel parco .... Di giorno e lo studio degli astri la notte !!!
Ovvio a prezzo modico .... Cosi unisci utile dilettevole e pure il guadagno !!!
E non ti dico del panorama !!!!
Abramo
Adesso capite perché Monpao si gusta i binocoli...
Hensoldt dialyt..qualcuno!! Hans Hensoldt jagd e nox..Minox family bd 10x44 br,bd 8-14x40 br ed, Scope MD62 ED..Sard 7x50.. Nedelta 7x50..Switf Audubon...Polifemo Celestron C5 http://www.centrometeolombardo.com/cont ... e=Stazioni
Atomix58 ha scritto:@Angelo è la posizione troppo arcuata e innaturale del collo a provocare i problemi alla cervicale, non il peso del binocolo che sostieni con le braccia.........
Per me non è così, uso sempre l'arcata sopraciliare come appoggio, cosa per me necessaria per avere stabilità ed equilibrio quando osservo verso l'alto, quindi il peso del binocolo sulla cervicale lo sento tutto, da qui la mia preferenza per i binocoli leggeri (relativamente al "pacchetto" ergonomia/diametro/ingrandimento che mi è necessario per il tipo di osservazione).
Buongiorno a tutti, finalmente ho tutto pronto per il rimontaggio del SARD, devo dire che è stato un lavoro di restauro abbastanza impegnativo ma confermo quella che era stata la mia prima impressione: questo binocolo è costruito veramente bene, con soluzioni tecniche anche semplici ma molto utili ed efficaci, un esempio. Quanti di noi avranno provato a collimare con il sistema degli eccentrici sulle lenti frontali, per vedere poi vanificato ogni sforzo appena si va a stringere la ghiera di bloccaggio? Con il SARD non succede perché è presente un grano laterale che ferma il doppietto prima di stringere la ghiera. Detto questo, passo ad elencare quali, secondo me, sono i principali problemi che si devono affrontare in un lavoro come questo. La prima difficoltà si incontra nello smontare parti bloccate dall'ossido formato con il passare del tempo, come le due ghiere di finitura che coprono le filettature delle lenti frontali, che non presentano punti di appiglio e se sono molto ossidate non si sbloccano nemmeno con una chiave a nastro. Come fare allora? Io mi sono armato di coraggio e le ho tagliate per poterle aprire e svincolare dalla sede filettata. Naturalmente poi saranno inutilizzabili e bisognerà ricostruirle. Una foto mostra la vecchia ghiera tagliata e quella nuova. Un mio consiglio è anche quello di non ricorrere a chiavi a compasso universali, quelle regolabili per intenderci, possono fare molti danni soprattutto quando usate su particolari bloccati, io ho costruito degli utensili su misura per scongiurare ogni pericolo. Altro problema è il rivestimento del corpo del binocolo, anche se discretamente conservato, nel mio presentava gli inevitabili segni del tempo, opacità, sporcizia incorporata e piccole crepe. Sono intervenuto con una leggera sabbiatura che ha riportato a vivo la superficie, ho poi sigillato le crepe con silicone ed infine ho ricoperto il tutto con 12 mani di gomma spray. Il risultato secondo me è sorprendente, sembra di avere tra le mani uno strumento nuovo con una piacevolissima sensazione al tatto. Un'altro scoglio è rappresentato dal fatto che possono mancare alcune parti, nel mio binocolo non erano presenti le conchiglie oculari, ma con l'aiuto di immagini trovate in rete le ho ricostruite. Ho utilizzato la tecnica della gomma da colata, questa è una fase molto impegnativa, che richiede la costruzione di uno stampo, quindi macchinari e padronanza dei sistemi che andranno utilizzati, ma ci sono riuscito. Ora mi attende la pulizia delle parti ottiche e il rimontaggio.
Davvero bravo e abile!!! Complimenti!!!
Sono curioso di vedere l'opera finita.
Anche il mio esemplare abbisogna di un generoso restauro...tra non molto l'Italia sara' popoplata da splendidi Sard come nuovi....
Claudio Todesco
Il cielo...la natura...sono concetti semplici...per chi ha il vizio di sognare.
Bel lavoro davvero ,
anche se io personalmente avrei evitato di tagliare le ghiere di finitura originali.
Con un po' di pazienza e l'attrezzo giusto, secondo me è sempre possibile smontare e rimettere parti manutenibili, o almeno io ci sono sempre riuscito.
Per quanto riguarda la difficoltà di mantenere la collimazione effettuata tramite eccentrici sulle lenti frontali andando a serrare le rispettive ghiere di bloccaggio, è vero ciò che scrivi e infatti solitamente si preferisce mettere dei grani anche la dove in origine non erano previsti.
Il trucco però per ovviare a questo tipo di approccio, sta nello stucco che originariamente è stato adoperato al posto dei grani.
Disponendo dello stesso o di qualcosa di simile (per esempio del frenafiletti medio che garantisca la manutenibilità nel tempo), si porta a termine la collimazione lasciando nel contempo lo strumento intattto, così come era stato progettato e costruito originariamente.
È impressionante vedere tutti quei pezzi sul tavolo.
Lo stampo per la realizzazione delle conchiglie paraocchi sostitutive è un'opera d'arte!
COMPLIMENTI!!!
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico). 31 Luglio 1985: Fondazione della , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
Grazie a tutti per i complimenti, un grazie particolare ad Enotria che ha saputo cogliere in pieno lo spirito che mi anima, ma aspettate a vedere il lavoro finito, potreste anche cambiare idea
Sembra nuovo.
Il fascino del tempo però è andato perduto e per me è questo un vero peccato.
Gusti personali, comunque.
La cosa importante è che funzioni.
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico). 31 Luglio 1985: Fondazione della , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
Ciao Claudio, probabilmente la mia domanda è superflua, comunque ricordo che un particolare che apprezzai moltissimo quando provai un Sard 6x42 fu il fatto che le conchiglie oculari erano indipendenti dal movimento elicoidale degli oculari. Ritengo che questa ottima caratteristica sia rimasta con il restauro, lo confermi?
Osservo con: Stabilizzati Canon, Leitz Marseptit 7x50, Leitz Maroctit 8x60, Zeiss Telex 6x24, Zeiss Marineglass 6x30, HUET-BBT-SRPI militari francesi 8x30, HUET 7x50 SGO M.le 1957 7° Vingtiemes Marine Nationale(Porro II), Miyauchi Binon 7x40(ex 50)W, HUET SGO Marine Nazionale mod. 1959 (Abbe Konig) 8x40 11° Vingtiemes (AFOV 88°-190 m. a 1000 m.) e altro;
Celestron C8, Meade ETX 90, Zeiss C 63/840 (Telementor), Vixen 90/1300, Newton 114/900 Toyo Japan rifigurato ZEN.
Ciao Ottaviano, la domanda non è superflua, comunque sì, le conchiglie oculari sono libere di ruotare indipendentemente dalle ghiere di focheggiatura, anche se devo dire che questo binocolo ha una grande profondità di fuoco, e a meno di osservare oggetti sotto i piedi e poi all'infinito, una volta regolato difficilmente si ha necessità di ritoccare. Approfitto dell'argomento per invitare chiunque avesse bisogno di questi accessori specifici per il SARD 6x42, a contattarmi in MP, posso produrle su richiesta. Un saluto.
Grazie della conferma, in ogni caso e indipendentemente dalla grande profondità di campo, la peculiarità delle conchiglie oculari girevoli è una ulteriore prova della eccellenza di questo binocolo e di chi lo ha progettato e realizzato.
Vista la tua disponibiltà presente a fornire (produrre) parti dello stesso mi viene ancor più voglia di acquistarne uno...
Osservo con: Stabilizzati Canon, Leitz Marseptit 7x50, Leitz Maroctit 8x60, Zeiss Telex 6x24, Zeiss Marineglass 6x30, HUET-BBT-SRPI militari francesi 8x30, HUET 7x50 SGO M.le 1957 7° Vingtiemes Marine Nationale(Porro II), Miyauchi Binon 7x40(ex 50)W, HUET SGO Marine Nazionale mod. 1959 (Abbe Konig) 8x40 11° Vingtiemes (AFOV 88°-190 m. a 1000 m.) e altro;
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Ma a cosa serve avere le conchiglie oculari non indipendenti dal movimento elicoidale degli oculari?
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico). 31 Luglio 1985: Fondazione della , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
Ciao Fabrizio, forse volevi dire "conchiglie oculari (non) indipendenti"...se le conchiglie sono indipendenti dalla rotazione degli oculari si mantengono sempre perfettamente nella giusta posizione, aderenti agli occhi, altrimenti ruotano con gli oculari per cui bisogna staccarle e rimetterle in posizione dopo avere effettuato la messa a fuoco... non è un particolare da poco e, chiaramente, su uno strumento di uso militare, sarebbe inammissibile la mancanza di tale caratteristica...però è una "finezza" che su molti binocoli militari manca completamente, nel senso che, per semplificare, non ci sono proprio le conchiglie oculari...
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Se le conchiglie oculari hanno la forma perfettamente cilindrica non serve che siano indipendenti alla rotazione degli oculari, tanto sia in rotazione che ferme non cambia il loro orientamento, nel caso di conchiglie oculari con aletta è invece indispensabile che possano essere orientate per poter usare il binocolo, nel caso del SARD la cosa non è automatica, perchè il binocolo non è stato progettato per questo, quindi io ho considerato delle tolleranze dimensionali che le fanno rimanere ferme mentre si focheggia se il binocolo è appoggiato agli occhi ( c'è quindi una rotazione relativa agli oculari) in alcuni binocoli come lo IOR, gli oculari sono concepiti in modo da ruotare senza portarsi dietro le conchiglie anche se la manovra viene fatta con il binocolo lontano dal viso. Tutto quì.
Grazie a tutti e due (Ottaviano e Claudio) per la risposta.
Leggendo l'intervento di Ottaviano a pagina 10 di questa discussione, credevo che ci fossero dei binocoli con conchiglie oculari a "fetta di salame" solidali alla messa a fuoco IF e mi chiedevo a che pro, visto che conchiglie libere di questo tipo le ritrovo anche su dei vecchissimi galileiani (e mi auguro anche sul AIR MINISTRY "PILOT" BINOCULARS Hughes & Son, London usato dalla RAF durante la Seconda Guerra Mondiale, sebbene CF).
Fabrizio Ferrario
Mi diverto con un po' di strumenti, dal rifrattore TECHNO 50/630 in avanti... (non in ordine di tempo, né di dimensioni e/o schema ottico). 31 Luglio 1985: Fondazione della , Osservatorio Astronomico di Cajello (Anno XXXVIII). http://www.specola.altervista.org/
Riapro questo post perchè sono sopravvenuti fatti nuovi. Chi ha letto in precedenza sa che il mio Sard appena restaurato era pronto per essere usato, ma la pulizia di tutte le ottiche non è stata sufficiente a togliere una macchia estesa sulla superficie esterna di un doppietto dell'oculare sinistro, che ad occhio nudo era appena percettibile, ma una volta tutto assemblato andava perfettamente a fuoco. Ho usato per un po' il binocolo così, ma di giorno questo difetto era piuttosto fastidioso e a poco a poco il mio carattere perfezionista ha preso il sopravvento. Ho iniziato a contattare esperti per consigli su cosa fare, tra i quali anche Luca Mazzoleni, persona squisita oltre che gentilissima e disponibile che ringrazio pubblicamente. Ho così capito che l'unica cosa da fare è rilucidare quella lente, ma la lucidatura si porta via il trattamento anti riflessi che poi andrà rifatto, e allora perchè non rifarlo su tutte le lenti? L'idea mi allettava, soprattutto per il fatto di confrontare un moderno trattamento, seppur monostrato per non stravolgere il progetto iniziale, con quello di circa 70 anni or sono. Ma allo stesso tempo mi spaventava, per l'immane lavoro, per le scarse competenze, per lo scarso tempo a disposizione (ho promesso di portare il binocolo al grande raduno di Orvieto) e per ultimo ma più importante fatto che il doppietto incriminato, come il suo gemello dell'altro tubo, non è semplicemente incollato, ma tenuto insieme da una fascia metallica filettata e ribadita che funge da ghiera di serraggio per le altri lenti dell'oculare. La lucidatura presuppone lo scollaggio delle lenti e quindi la distruzione di questa fascia con tutti i rischi relativi. Il nuovo trattamento non può essere depositato su quello vecchio che va quindi tolto, si può usare l'acido muriatico (i trattamenti sono depositi di vapori metallici) ma non tutti i vetri passano immuni questo metodo, il rischio è quindi alto, la lucidatura è un'operazione complessa per un dilettante, ma riporta a nuovo le lenti eliminando piccoli graffi, ed inoltre obbliga a scollare le lenti e quindi a sostituire il vecchio balsamo con evidenti vantaggi. Insomma per farla breve (mica tanto) ho preso il coraggio a due mani e ho deciso di costruirmi una lappatrice per lucidare le lenti, ed ho iniziato a scollarle. Ho prima provato con un solvente, lo xilolo, ma il tempo di immersione è risultato troppo lungo, anche giorni, per cui ho deciso per il più classico sistema della bollitura anche se comporta il rischio di vedere spaccarsi i vetri. Ho iniziato a lucidare con ottimi risultati e sono a buon punto, ho anche contattato la ditta che si occuperà dei trattamenti ottenendo la loro disponibilità. Spero di farcela. Mi sono accorto di aver scritto un poema, vi chiedo scusa, e vi ringrazio per la pazienza, dopo cena proverò ad allegare un paio di foto.
Claudio
Allegati
Ultima modifica di Claudio57 il 20/05/2013, 10:43, modificato 3 volte in totale.
Riguardo il balsamo del Canada avevi provato con la nitro ????
Era interessante aver visto qualche foto del problema...
Argomento molto interessante altro che poema aspettiamo evoluzioni
Abramo
Hensoldt dialyt..qualcuno!! Hans Hensoldt jagd e nox..Minox family bd 10x44 br,bd 8-14x40 br ed, Scope MD62 ED..Sard 7x50.. Nedelta 7x50..Switf Audubon...Polifemo Celestron C5 http://www.centrometeolombardo.com/cont ... e=Stazioni
Fabrizio Ferrario
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Si Abramo, ho provato anche con il nitro, ma il più adatto si è rivelato lo Xilolo, lo dimostra il fatto che una volta staccate le lenti con la bollitura, con questo solvente è velocissima la ripulitura delle stesse dai residui, la bollitura stessa ha richiesto molti minuti a cento gradi a conferma che il balsamo di 70 anni fà è molto tosto.
Claudio
P.S. con la nitro poi e meglio non provare proverò domani a postare una foto del difetto, ma penso che non si vedrà un granchè.
Ultima modifica di Claudio57 il 19/05/2013, 22:45, modificato 2 volte in totale.
Buonasera, rispondo solo ora ad Abramo, che chiedeva una foto di quella lente del Sard che mi ha spinto alla lucidatura di tutte le superfici ottiche (prismi esclusi) per cercare di capirne di più. Non sono riuscito a riprendere in nessun modo il difetto, ma in una foto dell'oculare fatta prima di smontare il tutto si vede qualcosa, io credo che sia un fungo, giudicate voi. Intanto il lavoro di lucidatura è finito e le lenti sono in consegna presso il laboratorio che si occuperà del trattamento anti riflesso. Staremo a vedere.
Escludendo che sia nato così....
E facile che sia l'ossido d'alluminio che si e' deposiatato sulla lente !!!
Sempre il mio guru mi diceva che i trattamenti antiriflesso una volta erano fatti con basi di "glicerina se non ricordo male " quindi molto delicati...
Abramo
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Ciao Abramo e tutti voi, io non credo sia un danno causato da ossido, la lente segnata non è la lente dell'occhio come la foto erroneamente potrebbe far credere, ma la quinta lente a partire da questa, cioè la biconvessa del doppietto dotato di fascia filettata di cui ho mostrato la foto. Quindi una lente interna all'oculare che io ho trovato perfettamente pulito, rimango dell'idea che un fungo abbia aggredito il coating. Per quanto riguarda quest'ultimo, da quanto ho potuto constatare, nel mio esemplare non era poi tanto delicato visto che, con la lucidatura con ossido di cerio (il migliore a detta di molti) ho dovuto insistere abbastanza per tirarlo via. Devo dire invece che, alla resistenza dell'antiriflesso non corrispondeva una altrettanto possente colorazione dello stesso, presa una ad una le lenti mostravano un tenue colore azzurrino a volte difficile anche da notare. Questa la mia esperienza.
Buon giorno a tutti, spero di farcela Born, oggi dovrebbero arrivare le lenti, si tratta di incollarle e rimontare il tutto, se non ci saranno inconvenienti sicuramente il mio ci sarà. Piuttosto non conosco ancora l'indirizzo preciso del raduno, spero che il buon Andrea ci ripensi a comunicarlo.