ieri finalmente sono riuscito a osservare il cielo con il mio binoscopio autocostruito.
Chiamarlo binoscopio è un'esagerazione in quanto, dopo mille valutazioni ho deciso che la configurazione più semplice fosse considerare due tubi muniti delle culle Takahashi, fissati con un interasse di 160 mm (come richiesto dal Buon Matsumoto nel caso di uso di "gomiti EMS UL" da 2") al di sopra di un piastra di alluminio.
Tale soluzione molto artigianale mi sembra la più percorribile in accordo alle mie finanze e al fatto che le culle, essendo fissate con una vite centrale, mi permettono di variare la convergenza dei tubi ottici.
Il tutto, almeno per ora si trova sopra una forcella del buon Biffi e un cavalletto Manfrotto 171.
Forse in futuro raffinerò lo strumento, ma per ora intendo valutarne le prestazioni.
Approfittato di una fresca e serena, benché nebbiosa serata della periferia sud milanese, all'interno di un paese con un confortante cielo che possiamo definire Bortle 8.
La prima luce si avvale delle coppie di oculari Pentax XW 20 e 10. Ho anche una coppia di oculari di 5 mm di focale della stessa casa, ma intendo provarli successivamente.
Inizio inquadrando Giove che presenta le classiche bande equatoriale nord (NEB) e quella sud (SEB) che a 45x e 90x si stagliano in maniera evidente, con dettagli visibile, in compagnia di Callisto a sinistra e Io e Ganimede a destra del gigante rosso.
La cosa che impressione è il senso di tridimensionalità che al visione binoculare dona e di come il pianeta sia inciso sul velluto nero del cielo sottostante.
Approfitto dello spicchio di cielo disponibile e inquadro l'ammasso delle Pleiadi che entra appena appena nel campo oculare (ritengo che per campi più ampi possa essere una scelta intelligente gli APM 30 da 70 gradi).
Atlante, Alcione e Merope fino a Maia nello stesso campo rappresenta sempre una visione appagante che non tradisce mai.
Tento la nebulosa M42 in Orione e tendo a precisare che la stavo osservando in mezzo a lampioni a palla, che tendo ad irradiare a 360 gradi le loro moleste luci.
A 45 ingrandimenti le classiche stelle A,B,C,D si stagliano prepotenti in una nebulosa incisa come non mai nei miei occhi dalla città.
Il trapezio, all'interno di una zona più scura è imperioso, le due ali di M42 sono molto evidenti e riempiono almeno tutti campo di circa 1.5° dell'oculare, mentre la parte centrale, seppur più debole è visibile e mi godo la visione per diversi minuti.
Aldebaran e le Iadi sono coperto da un albero che richiederebbe di aspettare oltre il tempo concessomi, visto che il giorno successivo tocca svegliarsi presto per lavorare.
Trattasi di prima luce per vagliare se vale la pena sbatterci la testa per migliorare lo strumento e direi che la risposta è affermativa.
IL sistema con anelli non mi permetteva di gestire agevolmente l'allineamento e le visioni facevano venire mal di testa e stavo per lasciar perdere, ma fortunatamente non lo ho fatto.
Ottima la maniglia con contrappeso scorrevole per bilanciare lo strumento al campo oculare.
Certo all'inizio si deve valutare almeno:
- allineamento tubi
- parallelismo gomiti matusmoto
- regolazione distanza interpupillare con aggiustamento fuoco e collimazione gomiti dato dai piccoli perni dei gomiti stessi
Una volta capito come operare e migliorando qualche aspetto, mi aspetto anni di osservazioni felici.
Vi aggiornerò non appena farò altre osservazioni e/o modifiche.
Scusate se mio resoconto è risultato prolisso, ma ne ero entusiasta.
Grazie e saluti