Cadl, grazie alla mobilità oculare (soggettiva per età, stato di salute, condizioni di illuminazione, etc.,etc., il cervello è in grado di raccogliere il grado massimo di ogni informazione ricevuta (anche ai bordi del campo) per elaborarla in una immagine complessa e completa.
Per tale motivo, soprattutto nel settore astronomico, ove si è soliti, osservare il cielo con un binocolo o telescopio fissati su cavalletto, si incentiverà di molto la mobilità oculare dell'occhio che andrà a percepire la totalità del campo inquadrato, fornendo al cervello dati per un immagine "finita". Per questo motivo, gli astrofili amano molto il campo piatto, perche spaziano destra a sinistra con micro-movimenti rapidissimi lungo tutto il campo e percepiscono la puntiformità stellare. E’ anche per questo motivo che gli astrofili esperti sanno che è inutile tentare di sforzare la vista, osservando un soggetto al centro del campo, molto meglio spaziare a destra e sinistra per aumentare l’acuità visiva. Il problema della fissità centrale, di fatto, è verificabile con il piccolo suggerimento scritto da Rigel.
Diversa e maggiormente soggettiva la percezione dell’immagine durante il panning veloce, ove il cervello e l'occhio non hanno il tempo di raccogliere informazioni a sufficienza, soprattutto anche per la "Limitazione "dei tempi di esposizione. (il nostro occhio ha un tempo di esposizione "medio "pari a 1/10 di secondo.
Anche in questo caso, in realtà intervengono altri fattori come l'effetto palla rotolante, la distorsione angolare e la velocità di spostamento del binocolo ma anche l’esperienza del soggetto e la sua assuefazione allo strumento ottico utilizzato.
Insomma la questione è molto complessa , pare quindi alquanto difficile da catalogare con poche formulette.
In linea generale noto che persiste ancora un poco di confusione.
Per iniziare consiglio la lettura, pubblicata anni or sono su binomania,"L'occhio questo sconosciuto"
http://www.binomania.it/articoli/stroppa/eye.php