Recensione del binocolo APM 100 ED Apo 45°- I parte: Osservazione terrestre.

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Prima luce sull’ APM 100 ED APO, presso il rifugio della Corte.

 

Da quando si è cominciato a parlare di questo nuovo prodotto, concepito da Markus Ludes di Apm-Telescope e costruito in Cina, er0 ovviamente  smanioso di testarne le prestazioni.
Le prime caratteristiche tecniche che mi furono inviate lasciavano presagire delle eccellenti prestazioni. Finalmente, dopo mesi di attesa, sono stato in grado di testare, insieme con altri appassionati, un esemplare della seconda generazione appena arrivato in Germania.

Ho deciso di dividere la recensione del binocolo APM100 ED APO 45° in due parti, questa prima che state leggendo, verterà sulle sue performance nell’uso diurno, in seguito sarà pubblicato un altro articolo, spero entro la fine del mese di Ottobre, ove descriverò minuziosamente la sua resa nelle osservazioni del cielo profondo e  in quelle planetarie. Già, planetarie! Proprio così, miei cari lettori! Vi anticipo, infatti, che con questo binocolo ho superato, senza troppi problemi, il limite dei cento ingrandimenti, ma non vorrei togliervi il gusto delle  righe successive. Vediamo insieme cosa ho riscontrato durante l’evento di Binomania del 6-7 Settembre, che è appena serenamente trascorso  in quel del rifugio della Corte.

Caratteristiche tecniche dichiarate dalla Casa Madre.

Obiettivi (mm): 100
Distanza interpupillare (mm) 54-74
Scafo magnesio
Dimensioni (mm) 520x270x145
Composizione obiettivi. 2 elementi ED APO + lente posteriore FK-61ED
Lunghezza focale (mm) 550
Adattatore treppiede filettatura 3/8 e 1/4 di pollice
Paraluce retrattili
Prezzo in Euro 2950
Produttore APM- TELESCOPES

Costruzione meccanica e rifiniture.


Il binocolo mostra una qualità costruttiva eccellente, dalla verniciatura alla viteria, alla cura di ogni particolare. Si comprende immediatamente che questo è uno strumento di alta qualità e non nego che durante la “due giorni” qualche curioso visitatore mi ha domandato se tale prodigio fosse stato concepito e partorito da mente nipponica.

Il binocolo è composto di un monoblocco di magnesio, a cui si collegano i tubi ottici dove hanno sede gli obiettivi apocromatici da 100 mm di diametro. La linea è abbastanza classica e riprende non solo quella cui ci ha abituato Kowa con il modello Highlander, ma anche quella di alcuni binocoli prodotti durante la Seconda Guerra Mondiale.  L’angolazione a 45° consente un comodo utilizzo sia per le osservazioni terrestri paesaggistiche che durante l’osservazione dei rapaci diurni a lunga distanza.

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L’APM 100 ED APO equipaggiato con i Pentax XW 14 mm: 40 ingrandimenti e 2.5mm di pupilla di uscita.

 

La verniciatura grigia è molto professionale, non ho notato segni o imperfezioni. Contrariamente  a quanto purtroppo accade in  alcuni binocoli dal prezzo ben superiore che ho potuto testare.
L’interno dello scafo ottico è ben scurito e costellato da vari diaframmi, perfettamente circolari.  Una minuziosa ispezione degli obiettivi ED APO (doppietto) non ha mostrato segni, graffi e neppure  la presenza di particelle di vernice o sporco.  Purtroppo sempre più spesso presenti in altri prodotti.    A dispetto delle sue dimensioni imponenti il binocolo è sicuramente leggero, è facile da manovrare anche con una sola mano  e si monta su supporti relativamente economici, come ad esempio una Manfrotto 501 HDV. E’ comunque preferibile dotarlo di una forcella robusta a causa della sua propensione a raggiungere ingrandimenti superiori a quelli cui ora eravamo abituati sino ad ora.
Il peso senza oculari è di poco superiore ai 6,5 kg, inoltre, grazie  alla presenza di due eccellenti paraluce a estrazione, la lunghezza è certamente contenuta, di poco superiore a cinquanta centimetri.

L’ampio maniglione, presente nella parte superiore dello chassis, fornisce una presa sicura. Questa nuova generazione, inoltre, presenta una sede filettata ove fissare il classico puntatore Red Dot.

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Il comodo maniglione per una presa sempre sicura.

 

Scrivo “seconda generazione” giacché Mr. Ludes mi ha informato che sono state apportate recentemente le seguenti migliorie:

1) E’ stato inserito un field stop inferiore, pari a 21,5 mm, per prevenire qualche riflesso indesiderato che i primi test avevano evidenziato.
2) L’interno dello scafo ottico è stato annerito.
3) E’ stata creata una base di appoggio per un puntatore Red Dot.
4) E’ stata migliorata la verniciatura.
5) E’ presente un test report del costruttore.

La caratteristica più interessante del binocolo APM 100 ED APO 45°, oltre ai grandi obiettivi a bassa dispersione, è la sua possibilità di utilizzare la maggior parte degli oculari astronomici. Il costruttore dichiara che è stato progettato per essere utilizzato senza problemi con i Televue Delos, i Nagler e i recenti Docter UWA 12.5 mm. Ci  siamo avvalsi anche di altri oculari:  Pentax XW,  Baader Hyperion e dei comunissimi oculari Plossl di fattura economica.

Il sistema di fissaggio è ottimo e si basa su un focheggiatore elicoidale che presenta una ghiera in ottone “a strozzo” per un perfetto serraggio. La messa a fuoco si è rivelata fluida e priva d’impuntamenti, anche con oculari dal peso discreto. La sua lunghezza focale è pari a 550 mm e genera  un rapporto focale pari a F/5.5 che pare possa garantire un campo apparente privo di vignettature sino a 2.8°. Il binocolo non è impermeabilizzato e non è riempito in azoto.

 

Il mio primo contatto presso il Rifugio della Corte.
Confesso ai lettori che la scorsa settimana temetti di non poter saggiare la resa di questo binocolo.
APM, infatti, mi aveva avvertito di un possibile ritardo della prima fornitura di esemplari della  seconda generazione  presso il loro quartier generale. Per tale motivo mi accordai, speranzoso, per far spedire il binocolo direttamente in Valtellina.

Fortunatamente giovedì 4 settembre, alle cinque di pomeriggio vidi illuminarsi il display del mio smartphone con il volto lampeggiante del mio valido collaboratore Corrado Morelli: il binocolo APM100 ED APO 45° era arrivato e, nel giro di un’ora,  il buon Morelli sarebbe anche stato in grado di anticiparmi le sue impressioni. L’attesa, ovviamente, fu lunga e snervante e alla fine rimasi anche basito per due asserzioni profferite dal buon “Konrad” che andarono prontamente a sgretolare l’opinione che avevo sui binocoli giganti.
Per tale motivo trascorsi una notte alquanto agitata, colma di pensieri e  congetture che dovevano rapidamente essere soddisfatte.

Malauguratamente la mia partenza fu contraddistinta da un’insistente pioggia che accompagnò me e la mia chiassosa famigliola sino alle pendici della Val Gerola. Durante la guida le voci alternate di Luca Mazzoleni, Corrado Morelli e altri appassionati mi allietarono in un’intensa lotteria d’ipotesi.

Per fortuna, dopo aver scaricato “armi e bagagli” e aver ceduto ad un’abbondante cena a base di risotto alla salsiccia, torta di verdura e torta di mandorle, potei  finalmente porre gli occhi all’oculare del binocolo APM100 ED APO 45° che per l’occasione fu subito comparato al mio esemplare di Docter Aspectem 80-500 ED 40X.
Consapevole che fosse un raffronto alquanto atipico, sia per il diametro differente sia per lo schema ottico, Corrado ed io decidemmo di ispezionare la Valle baciata dal crepuscolo e qui arrivarono i primi guai per me, per Konrad e per il suo conto in banca.

La prima cosa che notai fu una differenza di luminosità schiacciante, dissimile alla classica a cui sono sempre abituato. Di fatto sciolsi immediatamente il mio scetticismo nei confronti  della prima affermazione di Corrado: –Il binocolo APM100 ED APO 45°, è veramente molto luminoso, l’ho confrontato anche contro il Fujinon  25×150 e sono rimasto impressionato.-

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APM 100 ED APO e Docter Aspectem

 

Secondo contatto con il binocolo APM100 ED APO 45°.
Nei giorni successivi, anche grazie all’arrivo e alla collaborazione di numero di appassionati, provenienti da varie regioni d’Italia, sono stato in grado di vagliarne le sue reali prestazioni nell’uso terrestre oltre a compararlo con alcuni prodotti della concorrenza.
Premetto che la sua estrema universalità gli consente di mantenere il punto di fuoco con oculari astronomici dagli schemi ottici differenti, quindi, è ovvio che le sue prestazioni varino di volta in volta, in ogni caso si nota sempre di aver a che fare con un binocolo dalla qualità molto elevata, oserei dire il miglior  fra i “giganti” da me provati.

La tonalità dei colori, quando utilizzato con i Pentax XW è neutra, forse un filo fredda, l’aberrazione cromatica è quasi sempre invisibile anche durante le forti condizioni  di illuminazione, mentre la nitidezza è elevatissima.  La quasi totalità dei presenti ha riscontrato che essa si pone ai massimi livelli, di fatto, come visibile nelle immagini, è stato in grado di rivaleggiare a medi ingrandimenti (50x-70X) con un eccellente binoscopio Takahashi 90 dotati di specchi Matsumoto.

Rispetto ai classici binocoli cinesi da 100 mm prodotti dall’United Optics (23x/41×100, BA6 Series) si nota un’evidente supremazia dell’APM nell’uso a medio – alti ingrandimenti, dove l’inferiore qualità meccanica e ottica dei Ba6 non consente di rivaleggiare con questo nuovo prodotto sopra i 40-50x..
In realtà anche ai bassi ingrandimenti la sua resa è eccellente, migliore di quella di uno spotting scope di alta gamma,  inoltre,  quando lo si compara in piena luce contro dei mostri d’eccellenza quali il Docter Aspectem e il Kowa Highlander si apprezza una maggior capacità del binocolo APM100 ED APO 45° di mostrare i dettagli nelle zone scure del paesaggio .

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un’altra sfida pomeriana.

La mattina del 6 Settembre, ad esempio, con l’amico birdwatcher Abramo Giusto abbiamo esplorato i crinali di alcune montagne alla ricerca degli stambecchi e, ogni qualvolta, ci imbattevamo in avvallamenti, spaccature, ed ombre in generale, il binocolo APM mostrava dettagli percepibili a fatica nei due antagonisti.  Per tale motivo, il solito preconcetto  per cui è inutile osservare di giorno attraverso  un binocolo dal diametro superiore agli ottanta millimetri di diametro va fortemente riconsiderato  in proporzione al reale settore di utilizzo.

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Scatto ottenuto con il raccordo SVS ZOOM e il Samsung Galaxy S4, a circa 6 km di distanza. La giornata era fosca, la foto grandangolare del rifugio non è stata scattata nel medesimo periodo. La perdita di fuoco ai bordi è dovuta ad un non perfetto allineamento del raccordo con l’oculare Pentax XW


Durante il pomeriggio del 5 di Settembre abbiamo anche osato un test, un poco azzardato ma che ci ha maggiormente convinto delle reali prestazioni ottenibili con questo nuovo binocolo. L’astrofilo Fabio Bergamin ha installato rapidamente il suo performante rifrattore LZOS da 130 mm dotandolo di specchio Matsumoto, visore binoculare Televue e vari oculari. Seppur la resa sopra gli ottanta ingrandimenti fosse la migliore, visibile nei vari strumenti presenti durante l’evento, ciò che ci ha lasciato realmente basiti è stata la facilità con cui il binocolo APM100 ED APO 45° riesce a raggiungere altissimi ingrandimenti.
Molto probabilmente anche l’Aspectem o l’Highlander potrebbero superare il limite dei 40-50 ingrandimenti, imposto dai costruttori, ma il merito di APM è stato proprio quello di rendere il suo nuovo 100 mm molto universale.

Il problema principale in questo caso è il raggiungimento di una precisa collimazione ad ingrandimenti superiori ai 50X  che non penso  il costruttore possa garantire di serie, inoltre, come risaputo, anche gli oculari di scarsa qualità possono contribuire ad amplificare tale problema. MarKus Ludes mi ha confermato che ogni esemplare, prima di essere spedito, viene controllato con una coppia di oculare da 4 mm per verificarne l’allineamento.

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A partire da destra: Kowa Higlander Prominar, binoscopio Takahashi 90, APM100 ED APO, BAS 23-41×100


Le occasioni di osservare sopra i 100 ingrandimenti sono state poche, in primis perché la luna piena e anche le condizioni meteo serali ci hanno consentito raramente di sfruttarlo nell’uso astronomico, inoltre perché è molto raro trovare condizioni diurne atte a raggiungere tali potenze. Per fortuna i nostri risvegli all’alba e l’attesa nelle ore pre-crepuscolari, baciate da un buon seeing, hanno consentito l’uso di una coppia di oculari Hyperion da 5 mm in grado di fornire 110 ingrandimenti: un valore impossibile da raggiungere in un “classico binocolo”, almeno sino a pochi mesi fa.

Come anticipato nella premessa ho previsto un secondo articolo per descrivere le prestazioni astronomiche di questo binocolo, anche perché il buon Konrad, dopo cotanta sostanza ha deciso di acquistare immediatamente il binocolo APM100 ED APO 45°, non consentendomi di portarlo al quartier generale di Binomania per un test più approfondito. Per tale motivo ho chiesto gentilmente a Mr. Ludes un secondo esemplare che spero, arriverà il più presto possibile. Un’indiscrezione, però, la posso anticipare. La sera del mio primo contatto, verso le 22.30, ho potuto osservare insieme a Corrado Morelli, Maner Agnoloni e Faber Bergamin la superficie lunare a 110 ingrandimenti: le rime del cratere Gassendi erano ben visibili così come qualche craterino all’interno Plato!  Anche in questo caso ho potuto appurare la seconda asserzione di Corrado: – Questo binocolo a 100 ingrandimenti è simile a un rifrattore astronomico apocromatico. –
In verità, nei pressi del bordo lunare, era presente un leggero residuo di aberrazione cromatica che potrebbe dipendere anche dall’uso degli oculari Hyperion, quindi tale asserzione potrebbe mutare, tuttavia tutti i presenti erano concordi nell’asserire che con il binocolo APM100 ED APO 45°, è senz’altro possibile raggiungere, con tranquillità il tetto dei 150 ingrandimenti se fornito di ottimi oculari.

Anche in questo caso ho dovuto rivalutare una mia speculazione ovvero che un binocolo commerciale potesse raggiungere una collimazione perfetta ad altissimi ingrandimenti.

APM mi ha addirittura confessato che è possibile raggiungere un perfetto allineamento degli elementi ottici per sfruttare ingrandimenti più elevati di quelli da me raggiunti.

Fiducioso della grande luminosità di questo prodotto ho voluto riallestire celermente una comparativa crepuscolare con il Fujinon 25×150 di Corrado Morelli a circa i medesimi ingrandimenti.   Avvalendomi dei Pentax XW da 20 mm, è possibile, infatti, ottenere 27.5 X, un valore sicuramente comparabile ai 25X del grande Fujinon.

Ho esaminato  minuziosamente le montagne, situate a sei chilometri di distanza dal rifugio, concentrandomi sulle zone più scure, sino poi a evidenziare le rarissime zone bianche di qualche ghiacciaio sopravvissuto all’estate.  Ho dovuto, con stupore, costatare che il divario di luminosità era veramente minimo come se l’APM 100, fosse un in realtà un 12 5mm- 130 mm, oppure il Fujinon  25×150 avesse un diametro inferiore. Probabilmente l’ottima qualità dei vetri a bassa dispersione del binocolo APM è in grado di fornire delle prestazioni migliori rispetto a quanto era possibile compiere, anni or sono, con strumenti acromatici di seppur alta qualità. Sarebbe molto interessante compiere una breve sessione astronomica con il Vixen BT 125 per appurare questa mia tesi.

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L’APM 100 ED APO all’alba..in attesa

In sintesi.
La mia prima esperienza con il binocolo APM100 ED APO 45° mi ha fatto comprendere che noi appassionati ci troviamo di fronte ad una nuova era: il divario netto e marcato che delimitava il regno dei binoscopi è ormai svanito.

Rispetto a un binoscopio, infatti, l’APM 100 ED APO 45° mantiene i pregi di un vero binocolo come la compattezza, il peso e l’immediatezza nell’utilizzo. Il confronto con il binoscopio dotati di ottiche Takahashi da 90 mm, oltre agli ingombri e alla maggior delicatezza di tale prodotto, ha mostrato una scarsa propensione del sistema a specchi di Matsumoto di adattarsi, con velocità alle varie esigenze dei partecipanti. Infatti, ogni qualvolta si doveva regolare la distanza interpupillare, si andava necessariamente a perdere il punto di fuoco che, andava ritoccato da entrambi i lati. L’APM100 ED APO 45°, invece, è sempre generoso, al massimo si regola la distanza interpupillare, non richiede montature troppo elevate ma consente, ugualmente, un’ottima universalità d’uso grazie alla possibilità di montare la maggior parte degli oculari astronomici.

Rispetto a un classico costoso e pesante binoscopio dotato di ottiche apocromatiche da 100 mm, mi è parso, se l’esperienza acquisita con il binoscopio SharpStar Avalon, non m’inganna, fornire una nitidezza inferiore soltanto dai 100 ingrandimenti, tuttavia sia per l’abbordabile prezzo di acquisto che per la sua compattezza lo ritengo senza dubbio preferibile dal vero binofilo che si differenzia nel modus observandi rispetto all’astrofilo classico.

Con una cifra di poco superiore a quella di un binocolo ALPHA 10×50 è possibile venire in possesso di un binocolo veramente poliedrico.

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Il sottoscritto alle prese con il piccolo ma performante Vixen BT 70ED, sullo sfondo l’APM 100 ED APO

Molti di voi saranno forse curiosi di sapere la mia opinione rispetto agli altri binocoli presenti nell’immagini allegate a questo articolo. Sarò breve.

1)    Il Vixen BT 70ED si è rivelato un valido performer: fornisce prestazioni di tutto rispetto a bassi e medi ingrandimenti, un contenimento dell’aberrazione cromatica eccellente e una nitidezza paragonabile ai prodotti Docter e Kowa, Ovviamente è perdente nell’uso crepuscolare rispetto all’APM 100 e non possiede la medesima raffinatezza meccanica e costruttiva.

2)    Il classico 23-41×100 cinese, (serie BA6) fornisce una luminosità leggermente inferiore, tuttavia vera differenza è data dalla presenza dell’aberrazione cromatica (variabile agli oculari utilizzati) agli ingrandimenti medio – alti oltre ad un netto calo nel contrasto, nella nitidezza e nel mantenimento di una precisa collimazione.
3)    Il Docter Aspectem, per certi versi è ancora imbattuto nella sua categoria: E’ un performante prismi di porro II, leggero e ben trasportabile, impermeabile e con un grandissimo e corretto campo apparente. Difficile scorazzare per i monti con l’APM100 ma c’è chi potrebbe anche farlo. Il Docter ovviamente è meno luminoso e con una tonalità più calda che è sempre  causa di accanite diatribe tra fautori e detrattori. Forse un aggiornamento con un più performante oculare zoom, potrebbe in parte, acquisire maggiori ammiratori.
4)    Il Kowa Highlander Prominar..ora si odono le vere note  dolenti. Difficile non notarne la somiglianza e difficile non pensare che Ludes abbia preso spunto da un must per ottenere il suo nuovo prodotto. Devo ammettere però che l’APM 100 ED APO 45° è una vera spina nel fianco del “mitico” Kowa Highlander Prominar. Rispetto al binocolo giapponese, l’APM 100 è più luminoso, consente di spingersi oltre i 100X, costa molto, molto meno e mantiene la medesima cura costruttiva.

Termino questo mio articolo confermando che l’APM 100 ED APO 45° ha posto le basi per una nuova era: quella dei binocoli giganti che possono realmente spingersi oltre i cento ingrandimenti.

Un plauso a MR Ludes e ai costruttori cinesi che ancora una volta sono riusciti a stupire noi appassionati.

Possessori di binoscopi o telescopi con torretta, siete avvisati.