Recensione del binocolo stabilizzato KITE OPTICS APC 18X50 ED: Il nuovo punto di riferimento!

PREMESSA

Da molti anni sono appassionato di binocoli stabilizzati e ne ho posseduti diversi, quindi ero molto curioso di testare il nuovissimo Kite Optics APC 18×50 ED. Mi è stato gentilmente fornito da Kite Optics in due versioni: quella che utilizza comune  batterie AA ricaricabili 2 + 2 (di scorta), che costa 1700€ ed è attualmente esaurita sul sito ufficiale, e il modello con batteria agli ioni di litio integrata, al prezzo di 1750 euro. Come di consueto, all’interno del video e dell’articolo troverete le mie impressioni riguardo le sue caratteristiche tecniche,  i pregi e i  difetti, nonché un test pratico sul campo e una comparativa effettuata anche contro il binocolo stabilizzato Farvision 20×50 (Più avanti scrivero’ una comparativa contro il CANON 18×50).  I binocoli Kite Optics APC 18×50 beneficiano di una garanzia trentennale sulle parti meccaniche e ottiche e di una garanzia di cinque anni sull’elettronica.

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DATI TECNICI DICHIARATI DALLA CASA MADRE

Caratteristica Specifica
Modello Kite Optics APC 18×50 ED
Ingrandimento 18x
Diametro della lente 50 mm
Sistema ottico Obiettivo ED
Pupilla di uscita 2,77 mm
Distanza minima di messa a fuoco 5,5 m
Campo visivo a 1000 metri 65 m 
Campo angolare 3.7°
Campo apparente formula classica 67° (dichiarato 61°)
Estrazione pupillare 15,5 mm
Distanza interpupillare 76-57 mm
Altezza 250 mm
Larghezza 150 mm
Peso 1015-1020 g
Fattore crepuscolare 30
Compensazione diottrica ±3
Impermeabilizzazione IPX7
Riempimento in azoto
Temperatura di esercizio -20°C a +45°C
Trasmissione della luce 86%
Garanzia (meccanica e ottica) 30 anni
Garanzia (elettronica) 5 anni
Angolo di correzione stabilizzazione 2 °
Durata delle batterie 38-30 ore
Controllo della potenza
Spegnimento automatico Sì (dopo 90 minuti)
Indicatore batteria scarica
Tipo di batteria 2 batterie AA o ioni di litio integrate
Filettatura per il treppiede
Prezzo di acquisto Da 1.700 euro
Distributore ufficiale Kite Optics.com
Negozio suggerito in Italia Binocoli.it di Marco Lucchini

LA STORIA DI KITE OPTICS

Kite Optics è un’azienda a conduzione familiare con sede a Jabbeke, in Belgio, nelle vicinanze della storica città di Bruges. Fondata nel 1992 da Georges De Putter, proveniente da una famiglia di ottici e appassionati della natura, l‘azienda è attualmente gestita dai figli Sebastien e Nicolas, che continuano la tradizione del padre di combinare l’amore per l’ottica con un forte impegno nel proporre prodotti caratterizzati da un ottimo rapporto qualità-prezzo. La gamma di prodotti offerti da Kite Optics è estremamente ampia, spaziando dai classici binocoli e telescopi terrestri fino ai sofisticati binocoli stabilizzati della serie APC. Kite Optics fornisce strumenti a decine di riserve naturali, istituzioni europee e migliaia di appassionati in tutto il mondo. I punti di forza dell’azienda belga sono molteplici: dalla selezione oculata dei prodotti da lanciare sul mercato fino alla garanzia trentennale, supportata da un reparto interno di assistenza altamente specializzato.

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ACCESSORI IN DOTAZIONE

La dotazione di serie comprende una tracolla in neoprene, una custodia morbida per il trasporto, una copertura per  gli oculari, una copertura per gli obiettivi e una cinghia da polso. Nel caso del binocolo dotato di batterie ricaricabili, è incluso anche un cavo di ricarica USB-C.

FIG.1 – La dotazione di serie è decisamente completa

ACCESSORI OPZIONALI

Gli accessori acquistabili separatamente sono numerosi, spaziando dalla custodia in silicone per l’armatura disponibile nei colori verde o nero al prezzo di 45 euro, fino allo zaino per il trasporto e all’adattatore per la fotografia con lo smartphone. Inoltre, è possibile acquistare la shoulder strap, ossia la bretella da spalla, e anche un kit per la pulizia delle ottiche. Troverete tutti gli accessori disponibili in fondo alla  pagina di presentazione sul sito ufficiale di Kite Optics  utilizzando questo link.

 

MECCANICA E SISTEMA A FUOCO

Inizio presentandovi le caratteristiche che accomunano i due esemplari per poi passare alle piccole differenze tra la versione che funziona con le batterie AA e quella alimentata con una batteria al litio integrata. In primis, il binocolo è decisamente robusto e ben impermeabilizzato, dotato di un grado di impermeabilizzazione pari a IPX7  e ottimizzato con riempimento in azoto. Kite Optics dichiara la capacità di resistere all’immersione fino a un metro, rendendolo utilizzabile nella maggior parte delle condizioni climatiche. È possibile osservare con questo binocolo anche a temperature comprese tra i -20 e i +45 gradi. Come potete vedere nelle immagini e nel video pubblicato sul mio canale YouTube, questo binocolo è dotato di un guscio molto resistente che protegge l’elettronica e le parti ottiche. È presente anche una ulteriore protezione di gomma (a buccia di arancia) che migliora il grip e avvolge i lati del binocolo e parte dello scafo superiore e posteriore.

FIG.2 – Il binocolo è robusto e ben impermeabilizzato, è anche disponibile a pagamento una ulteriore protezione in silicone

Per un utilizzo ancora più gravoso, consiglio di acquistare l’armatura in silicone, visto che pesa decisamente poco. Per quanto riguarda i pesi, posso confermare che il binocolo dotato di batteria interna pesa 1043 grammi, mentre la versione con batterie AA pesa 1069 grammi, comprendendo le due batterie per il funzionamento e le batterie di scorta. La differenza di peso è quindi totalmente irrilevante. Il binocolo misura 250 x 150 mm. Nella parte anteriore, vicino agli obiettivi, si notano i  due coperchi impermeabilizzati per l’utilizzo delle batterie AA, che sono assenti nell’altra versione. Vicino agli oculari si puo’ vedere la leva per l’attivazione della stabilizzazione, che si è dimostrata molto facile da utilizzare anche con i guanti invernali. La versione con la batteria integrata, invece, propone sotto la zona dei prismi e degli oculari un tappo in gomma siliconica che protegge dall’umidità la porta USB e il LED per verificare lo stato della ricarica. In entrambe le versioni, nella parte inferiore dello scafo è presente la filettatura per il collegamento a treppiedi fotografici, oltre a una targhetta con il brevetto, la dicitura “Made in Japan” e il numero di serie. Internamente, il tubo ottico è ben annerito con verniciatura nera quasi opaca e un sistema di diaframmi ottimali. In definitiva si tratta di un prodotto costruito con cura e apprezzabile sin dalla prima vista grazie alla esperienza del costruttore giapponese.

FIG.3 – In questa immagine è visibile la dicitura MADE IN JAPAN

 

Modello

Peso

Dimensioni ( chiuso)

Kite Optics APC 18×50 ED

1069 -1043 g

250×150 mm

 

Per quanto riguarda l’ergonomia, il binocolo si impugna con grande facilità grazie alla larghezza del suo scafo, che lo fa sembrare quasi un binocolo con prismi di Porro, poiché le spalle e le braccia rimangono più larghe rispetto a un classico binocolo con prismi a tetto.

Impugnando il binocolo nella zona più spessa, ossia quella nei pressi degli obiettivi, si percepisce uno sbilanciamento verso gli oculari, che facilita l’utilizzo nel lungo periodo visto che non si deve compensare troppo il peso con i  muscoli deltoidi.   Il sistema di messa a fuoco è affidato a una manopola incassata per metà nello scafo ottico, che risulta decisamente lunga ma con un diametro minimo. Ciò comporta, tenendo anche conto dell’ingrandimento e del rapporto focale aperto, una maggiore attenzione nel raggiungere un punto preciso di messa a fuoco. Kite Optics dichiara un raggiungimento del punto minimo di messa a fuoco pari a 5,5 metri, ma personalmente sono riuscito a mettere a fuoco a una distanza misurata di 4,60 metri. Da questa posizione, è necessario ruotare la manopola in senso antiorario di circa 380 gradi per raggiungere l’infinito. Ovviamente, dato il suo alto ingrandimento, non possiede una profondità di campo incredibile. Tuttavia, da 30 metri all’infinito, è necessario ruotare la manopola di pochissimi millimetri per spostarsi verso l’infinito.
 Il sistema di messa a fuoco si è dimostrato fluido e scorrevole in entrambi i sensi di rotazione, anche se permane una lieve incertezza nel raggiungimento del punto  preciso di messa a fuoco, presumibilmente a causa del rapporto focale e del diametro della manopola, che è piccolo. Questa sembra essere una scelta progettuale ben ponderata, probabilmente per mantenere una ottima compattezza e una migliore impermeabilizzazione. La regolazione delle diottrie avviene sull’oculare destro con una ghiera zigrinata, che ha un diametro di 43,80 mm e uno spessore di 8,40 mm. È necessario esercitare una discreta pressione per ruotarla, evitando così spostamenti accidentali. Ci sono solo tre tacche di riferimento e, in entrambi gli esemplari che ho testato, il centro coincideva perfettamente con la mia messa a fuoco. La compensazione diottrica è compresa tra -+  3.

FIG.4 – La manopola di messa a fuoco non è molto spessa ed è incassata per metà nello scafo ottico

 

Modello

Distanza minima di messa a fuoco rilevata

Senso di rotazione

Raggiungimento dell’infinito dalla distanza minima

Kite Optics APC 18×50 ED 460 cm anti-orario 380 °

ALIMENTAZIONE

 Come anticipato, ci sono due versioni di questo binocolo: quella che utilizza batterie AA sostituibili e un’altra con una batteria interna agli ioni di litio integrata, ricaricabile tramite sistema USB-C. Nel caso delle batterie AA, la durata dichiarata è di 38 ore, che diventano 30 con il sistema di batteria integrata. Entrambi i modelli sono dotati di un sistema LED per verificare lo stato della batteria e del sistema di spegnimento automatico. Durante l’attività molto intensa del mio test, non sono riuscito a scaricare entrambe le versioni. Il sistema di modalità di risparmio energetico si basa su un inclinometro, che consente di disattivare automaticamente la stabilizzazione quando lo strumento viene inclinato ad angolazioni determinate. Ci sono due posizioni: la posizione di riposo e la posizione attiva. La posizione di riposo si attiva quando il binocolo è appeso al collo o posato su un tavolo, inclinandolo oltre i 60 gradi in posizione verticale, facendo entrare l’elettronica di stabilizzazione nella modalità sleep. La posizione attiva consente invece la riattivazione dello strumento quando viene inclinato a 40 gradi in orizzontale o più, con il LED di stato che si illumina di verde. Dopo 90 minuti dall’attivazione del sistema, lo strumento si spegnerà nuovamente, con il LED di stato che si spegnerà.

FIG.5 – La versione alimentata a comuni batterie AA ha i vani laterali per il loro alloggiamento

Il Led, inoltre, in base alla frequenza del lampeggio mostrerà lo stato della carica, se tra 100% e 80% , tra 80% e 50% e sotto il 20%. Potete fare riferimento al manuale che ho tradotto con un software per la traduzione rapida dei contenuti. 

Manual_APC50 (1)– Scarica con il tasto destro.

Note sulla batterie AA

Per quanto riguarda l’utilizzo delle batterie ricaricabili alcaline o al litio, Kite Optics dichiara che non sono consigliate in quanto invalidano la garanzia. Inoltre, consigliano l’uso di batterie al litio per garantire una migliore durata e ridurre il rischio di perdite.

Note sul modello con batteria integrata

La batteria integrata nell’esemplare specifico consente anche l’utilizzo con un trasformatore con un ingresso minimo di 1,5 – 5 V. Inoltre, è possibile alimentarla esternamente con un Power bank, garantendo un utilizzo praticamente illimitato. Con un’autonomia media di 30 ore, è possibile utilizzare intensivamente il binocolo per due mesi o in modo medio per sei mesi.

STABILIZZAZIONE

La stabilizzazione “gimbal” è il vero cuore del sistema e devo confermare, anzi anticipare, che l’ho particolarmente apprezzata.

ll sistema ” Kite APC” non è solo stabilizzato passivamente da un giroscopio. Il binocolo è un vero e proprio sistema attivo. Numerosi sensori, infatti, che sono controllati dal software, rilevano la posizione degli elementi ottici nonché  dello scafo e del percorso ottico interno. Si tratta di una vera e propria “armonia”  tra i componenti che comporta una efficiente  stabilizzazione.

FIG.6- Con questo binocolo è un vero piacere osservare a 18…senza treppiede


Il Kite Optics APC 18×50 ED è dotato del sistema di seconda generazione, definito KDGS-2 , che rappresenta un significativo passo avanti non solo nel sistema  di stabilizzazione, ma anche per quanto riguarda il nuovo software di gestione.. E’ garantito un angolo di correzione della stabilizzazione pari a 2 gradi. Non è necessario che ora mi soffermi sulle mie impressioni, poiché saranno ben evidenziate all’interno della prova pratica. Sta di fatto che attualmente è il binocolo stabilizzato ad alto ingrandimento che preferisco, per varie motivazioni che esporrò tra breve.

Approfondendo la questione relativa a questo sistema di stabilizzazione e cercando il numero di patente visibile sotto lo scafo, ho trovato il brevetto numero 11536982 assegnato alla Kamakura Koki LTD, con inventori Haruo Itoh e Kazuya Miyaji. 

Pubblico il testo originale e una rapida traduzione.

 

“L’apparato ottico anti-vibrazione è dotato di un gruppo di lenti per gli obiettivi posizionato su un lato dello scafo, un gruppo lenti degli  oculari posizionato sull’altro lato dello scafo, un sistema di messa a fuoco  alloggiato all’interno dello scafo per essere situato tra il gruppo di lenti  dell’obiettivo e il gruppo degli oculari e comprendente un prisma raddrizzatore, un meccanismo cardanico che supporta rotativamente il prisma raddrizzatore e un attuatore per ruotare il prisma raddrizzatore tramite il meccanismo cardanico, un primo sensore di rilevamento della velocità angolare configurato per rilevare una prima velocità angolare, che è una velocità angolare dell’involucro, un secondo sensore di rilevamento della velocità angolare configurato per rilevare una seconda velocità angolare, che è una velocità angolare del prisma raddrizzatore, e un controllore configurato per controllare l’attuatore sulla base della prima velocità angolare e della seconda velocità angolare.”

OTTICA

Obiettivi

Il binocolo è dotato, come prevedibile dalla sua sigla, di obiettivi  composti da  elementi a bassa dispersione ED. Le immagini sono   nitide per il suo ingrandimento e rapporto focale, sebbene non lo siano come quelle di un binocolo 15×50 di alta qualità.  In ogni modo, offre un contrasto e una nitidezza soddisfacente tanto da poter  essere apprezzato anche dagli appassionati più esigenti. La tonalità dei bianchi è leggermente virata verso il caldo. Inoltre, il binocolo ha le lenti frontali incassate nel tubo ottico per circa 12,50 mm, ciò consente di proteggere gli obiettivi da graffi e urti e in parte funge da sistema paraluce. Una caratteristica molto curiosa e particolare di questo binocolo è la presenza di due obiettivi non perfettamente circolari nella parte interna. Infatti, si nota un  vero e proprio taglio dell’obiettivo che in tale zona  ha un diametro sull’asse orizzontale di circa 46 mm, l’altro diametro è di 50 mm.

FIG.7 – In questa immagine si nota molto bene la curiosa forma non circolare degli obiettivi

Oculari

Quello che apprezzo nella serie Kite Optics APC ED  è la presenza di oculari ottimizzati anche per visi non orientali. Gli oculari sono perfettamente dimensionati per essere utilizzati anche da persone con una distanza interpupillare minima e un naso un po’ più pronunciato. Il diametro esterno degli oculari, compreso il paraluce, è di circa 40,70 mm. La lente di campo degli oculari misura circa 21,50 mm e raramente si appanna nell’utilizzo serale. Alla mia distanza interpupillare di circa 66 mm, quella tra gli oculari è di poco superiore a 23 mm, garantendo un ottimo comfort, come anticipato. Questo è una caratteristica molto apprezzabile dal sottoscritto, poiché molti binocoli orientali, come ad esempio la serie Canon da 50 mm, offrono degli oculari per me molto scomodi da utilizzare.

Gli oculari del Kite Optics inquadrano un campo lineare pari a 65 metri a 1000 metri, ossia 3,7 gradi di campo con la formula ISEE più restrittiva. Kite dichiara 61° di campo apparente, che in realtà sono quasi 67° con la formula classica, ossia campo reale in gradi (C °x I ). Comprenderete quindi che questo binocolo offre un’ampia immersione nella scena, tanto che a tratti sembra di non stare osservando dentro due tubi ottici.

Per quanto riguarda i paraluce, sono dotati di una robusta armatura metallica interna. Non ho percepito un sistema di click stop molto evidente; in ogni caso, ci sono quattro posizioni, con la seconda e la terza molto ravvicinate tra loro, mentre tra la quarta e il paraluce totalmente estratto ho notato una corsa maggiore. Kite Optics dichiara una estrazione pupillare pari a 15,5 mm. Non essendo dotato di strumenti di precisione come un laboratorio ottico, ho potuto soltanto misurare l’altezza che sussiste tra la superficie della lente di campo e il bordo estratto del paraluce, tenendo conto che ho posizionato una piccola pellicola trasparente per la protezione della lente stessa. In tale frangente, ho misurato una distanza di poco inferiore a 12 mm. Resta da considerare che la capacità di percepire la totalità del campo con gli occhiali dipende non solo dalla forma del nostro viso, ma anche dalla forma degli occhiali. Personalmente, utilizzando i miei occhiali per la luce blu, che ho comprato lavorando molte ore al computer, ho notato di non riuscire a inquadrare i bordi estremi del campo. Consiglio quindi ai portatori di occhiali di verificare il proprio comfort osservativo. La distanza interpupillare è compresa tra i 76 e i 57 mm.

 

Modello

Diametro lente di campo

Diametro barilotto

Distanza tra gli oculari con una distanza di 66 mm

Kite Optics APC 18×50 ED 21.50 mm 40.70 mm 23 mm 

 

Prismi

Il Kite Optics ABC 18×50 ED ha una pupilla di uscita pari a 2,77 mm che è quasi perfettamente circolare, se si eccettua il cut-off interno dovuto molto probabilmente alla forma degli obiettivi frontali. Mi è parso che sia stato ottenuto un buon scurimento della pupilla di uscita, poiché non si nota una luce diffusa evidente nei suoi pressi, né ai bordi estremi, o quantomeno, se presente, risulta poco invasiva.

FIG.8 – La pupilla di uscita

TRATTAMENTO ANTIRIFLESSO

Kite Optics dichiara di aver utilizzato un rivestimento multistrato antiriflesso chiamato MHR Advance +, che consente una trasmissione della luce pari all’86%. Come evidenzierò all’interno del paragrafo sull’osservazione pratica, la trasmissione sembra superiore grazie alla maggiore stabilità a mano libera rispetto a un binocolo non stabilizzato. Sia i trattamenti sugli oculari che quelli sugli obiettivi presentano una piacevole colorazione verde violacea, che mi ha ricordato quella di altri prodotti giapponesi, anche astronomici, di alta qualità.

 

ABERRAZIONI CROMATICHE E GEOMETRICHE

Inizio con il confermare che per questo test ho usato il binocolo fissandolo sopra un treppiede, ripetendo la prova a mano libera, non ho trovato differenze significative con la stabilizzazione attivata.

Aberrazione cromatica al centro del campo

Per quanto concerne l’aberrazione cromatica,  posso senz’altro scrivere di averlo sottoposto a due prove molto selettive. La prima è la classica, che ormai compio da anni e consiste nell’osservazione di una sfera metallica sopra il gazebo bianco che ho in giardino. Al centro del campo, posso confermare che la presenza del vetro ED si percepisce rispetto, ad esempio, quando si osserva con Kite Optics 16×42. Non ho avuto la possibilità di confrontarlo direttamente, ma senz’altro potrò farlo l’undici di maggio in Valtellina. Posso solo confermare che al centro preciso del campo di visione non vi è alcun cromatismo residuo evidente. Si comincia a percepire un lieve e ininfluente alone giallo-verde-blu della sfera spostandola verso i bordi, mentre si nota un po’ di residuo cromatico sulla struttura metallica del gazebo. Per quanto riguarda le osservazioni naturalistiche classiche, senza dover cercare necessariamente sfere metalliche, posso confermare che il cromatismo residuo mi pare decisamente ben controllato, soprattutto se si valuta questo binocolo in base al suo ingrandimento e al rapporto focale decisamente aperto. L’ho percepito talvolta nell’osservazione del bordo lunare e osservando in forte controluce i rapaci, situazione in cui si palesa comunque un po’ di cromatismo residuo sulle remiganti.

 

Cromatismo laterale

Il cromatismo laterale, come è normale che sia, aumenta spostandosi verso il centro. Tuttavia, come potrete vedere nel video, non è mai troppo invasivo.

Distorsione angolare

Mi sembra di percepire una distorsione a cuscinetto già a partire dal 70% del campo di vista. Non è oltremodo invasiva; tuttavia, è presente. Sta di fatto che, seppur come sapete, come vi ripeto in ogni recensione, io non sia particolarmente sensibile all’effetto palla rotolante, anche in questo caso ho apprezzato l’utilizzo nel panning con questo binocolo perché l’ho trovato poco affaticante.

Curvatura di campo

Sono rimasto decisamente stupito dall’assenza di curvatura di campo nell’uso diurno con questo binocolo. Tanto è vero che non pensavo potesse avere le stesse prestazioni di un Canon 18×50. In realtà, è stato fatto un ottimo lavoro. secondo la mia opinione. Osservando il solito gruppo di abitazioni posto a 1250 metri dalla mia posizione, posso confermare che  portando le porte  e le finestre della casa ai bordi estremi del campo, non noto differenze per quanto riguarda il degrado dell’immagine e il potere risolutivo. L’immagine è veramente godibile per tutto il campo di vista fornito da questo binocolo. Un altro plauso, che comunque ho già espresso nel sotto-paragrafo degli oculari, è che questi oculari sono molto più piccoli e decisamente più comodi rispetto, ad esempio, al Canon 18×50, che è l’unico suo antagonista in tale formato.

Altre aberrazioni

Penso che gli astrofili siano molto curiosi di conoscere le sue prestazioni nell’uso astronomico.

Nella osservazione stellare si inizia a percepire un po’ di ciò che mi pare coma unito ad astigmatismo già verso il 75% dal centro del campo. Del resto non è un binocolo progettato per l’osservazione astronomica.

 

Modelli

Campo con stelle perfettamente puntiformi ( III magnitudine)

Campo ancora utilizzabile

Campo con stelle distorte

Kite Optics APC 18×50 ED

75% 10% 15%

 

TEST CON USAF CHART A 35 METRI

 

Anche in questo frangente ho eseguito tre prove: con il binocolo senza stabilizzazione attivata, con il binocolo con la stabilizzazione attivata e con il binocolo con la stabilizzazione disattivata ma montato su un treppiede fotografico. I risultati sono una media di tre osservazioni nel corso di una giornata, al mattino, a mezzogiorno e al crepuscolo.

Per quanto riguarda l’utilizzo a mano libera senza stabilizzazione,  ricordo ancora quanto mi  suggerì anni fa un amico esperto di rapaci, ornitologo professionista, ossia  che tutti i binocoli con un ingrandimento superiore a 10x non consentono, a mano libera, di mostrare ulteriori dettagli rispetto al classico 10x. In effetti, anche in questo caso, seppur il Kite Optics APC 18×50 ED si impugni particolarmente bene, non sono riuscito a distinguere nettamente le righe verticali e orizzontali al di sopra del classico numero 2, che riesco a percepire con un 10x  di ottima qualità.

Con la stabilizzazione accesa sono riuscito, invece, e anche molto chiaramente a distinguere le righe verticali e orizzontali sino al numero 6. Ovviamente, l’immagine non era perfettamente stabile come quella disponibile  quando montato sul treppiede fotografico, ma si riusciva a percepire con l’uso della USAF CHART la potenzialità della stabilizzazione di questo binocolo.

FIG.9 – Ecco l’interessante risultato ottenuto osservando una USAF CHART a 35 metri di distanza

Adesso penso che sarete curiosi di conoscere le mie impressioni relative all’utilizzo con sistema di stabilizzazione spento su cavalletto. Per l’occasione ho sfruttato il treppiede in legno Berlebach UNI 19 C, un supporto che regge ben altro peso, coadiuvato da una testa fotografica Manfrotto MVH502AH. Vi confermo che sono stato in grado di percepire anche le righe verticali e orizzontali del numero 1, situato sul lato destro, nel senso che tratti, riuscivo a percepirle anche con la stabilizzazione accesa, però iniziava un tremolio evidente, generato in parte a sostenere il peso del binocolo.

Pur essendo ultimamente abbastanza allenato, devo ammettere che l’osservazione sul cavalletto concede soltanto un lieve miglioramento. Non è un miglioramento netto come ad esempio si può avere utilizzando il Canon 18×50 sul cavalletto con stabilizzazione spenta, però si può aumentare leggermente la capacità di percepire i dettagli piu’ flebili. Detto ciò, la differenza tra l’osservazione con il sistema di stabilizzazione spento e acceso è veramente impressionante. Per quanto mi riguarda, seppur questo test sia piu’ utile per me che per i lettori, visto che è molto soggettivo e dipende anche dalla propria acuità visiva, ho notato un deciso miglioramento rispetto a quanto evidenziai usando il Kite Optics 16×42.  Vi invito a leggere il paragrafo riguardante il test con laUSAF CHART https://www.binomania.it/recensione-kite-optics-16×42/#TEST_CON_USAF_CHART_A_35_METRI

Per quanto riguarda il contenimento del cromatismo residuo al centro del campo con l’uso della USAF CHART si nota pochissimo verso il 30%, dove compare sulle righe nere verticali e orizzontali un lieve alone giallo, verde e blu. Al centro del campo è decisamente ben contenuta. La tonalità dei bianchi mi pare anche in questo caso, calda.

PROVA SUL CAMPO

 

Birdwatching

Nell’osservazione dei rapaci, ho potuto ammirare il volo territoriale di  alcune poiane. Ho notato che quando la poiana è di fronte a uno sfondo naturale, come fogliame, rami o rocce, il contenimento dell’aberrazione cromatica è pressoché ininfluente, a tratti quasi difficile da percepire. Quando il rapace si sposta su un fondo grigio molto contrastato del cielo, allora le remiganti appaiono di un colore rossiccio-blu con un cromatismo che si percepisce. Sta di fatto che  è veramente incredibile osservare dettagli nel sotto ala  quando a occhio nudo si percepisce a malapena un volatile indistinto. Anche in questo caso, ho apprezzato molto la stabilizzazione nel panning, perché   è oltremodo efficace. Penso che per questo genere di osservazioni, qualora non si cerchi la perfetta correzione apocromatica di uno spotting scope di alta gamma, il Kite Optics APC 18×50 ED sia uno dei migliori strumenti che io abbia mai provato. È molto più efficace nella stabilizzazione rispetto al Canon 18×50 (per quanto io possa ricordare, avendolo posseduto per tre anni)  ed è decisamente più nitido, corretto e contrastato rispetto al Farvision 20×50. Anche passeggiando preso la Riserva Naturale Palude Brabbia ho apprezzato particolarmente la sua potenza d’ingrandimento. Riesco a percepire e riconosce i rapaci posati su alberi anche a distanze ragguardevoli, prestazione impossibile da ottenere con un classico 10x. inoltre grazie al suo sistema di stabilizzazione è piu’ facile concentrarsi sulla conta, ad esempio, dei nidi in fase di censimento e la sua estrema trasportabilità e facilità di puntamento lo rendono perfetto per osservare anche voli molto rapidi, picchiate o passaggi di stormi a medio lunga distanza. Non è nitido come un 10×42 al top della Gamma, non è risolvente come uno spotting oltre i 30x ma è senz’altro un valido tutto fare che per un certo tipo di esigenze osservative, reputo impareggiabile.

FIG.10 – Alla fine dei conti, si puo’ mettere davvero via il treppiede con questo nuovo binocolo stabilizzato e godersi i 18x senza problema alcuno

Osservazione paesaggistica

Ritengo che questo binocolo sia molto performante anche nell’osservazione del paesaggio.  Con la stabilizzazione accesa, è possibile osservare degli escursionisti sulla cima della montagna di fronte a casa mia che dista circa quattro chilometri e mezzo. Inoltre, il sistema di stabilizzazione è così efficace che prendendo come metro di osservazione i caseggiati a 1.250 metri di distanza, sono in grado, a mano libera, di contare le tegole presenti sui tetti. Altre prestazioni di rilievo possono essere la percezione esatta della croce sul Monte Zeda, che dista dal mio punto di osservazione circa 32 km. 

E’ anche un piacere osservare le imbarcazioni sul Lago Maggiore, distante 8-10 km in linea d’aria. Non è possibile ovviamente percepire i dettagli del viso di una persona a quella distanza, ma si è in grado di capire, ad esempio, se è una donna o un uomo, perché si riescono a verificare dettagli come la lunghezza dei capelli o la forma del fisico attraverso l’abbigliamento. L’immagine ovviamente è un po’ morbida se comparata ai i migliori binocoli 15×56  presenti sul mercato, tuttavia, è indubbio che con questo binocolo sia possibile compiere realmente e con soddisfazione delle osservazioni senza l’utilizzo del treppiede. Quando anni fa utilizzavo un Canon 18×50 ero solito trovare un appoggio perchè l’angolo di correzione della stabilizzazione non era molto elevato.

FIG.11 – Il peso di un chilogrammo potrebbe essere impegnativo per alcune persone che magari hanno problemi di cervicalgia o per chi compie escursioni molto lunghe, per tale motivo, meglio acquistare la piu’ leggera versione da 32 mm di diametro che pero’ non è dotata di ottiche ED


Dal Monte Sette Termini sono in grado di leggere  perfettamente l’orario del campanile del comune di Oggebbio situato sui paesi nei pressi della sponda piemontese che distanza oltre 10 km di distanza.

FIG.12 – Si leggono gli orari dei campanili a 10 km di distanza e a “mano libera”. Non male, che dite?

Un altro dettaglio di rilievo che ho osservato è la scritta di un cartellone pubblicitario  ai bordi di una strada provinciale situata a ben 5 km di distanza.  

Oltre alla mera osservazione di paesaggio, ritengo che queste sue prestazioni possano essere utili anche a professionisti del settore della sorveglianza,  al monitoraggio degli incendi, alla ricerca delle persone scomparse (in alcune circostanze) alla forza pubblica, alle forze armate dato che fornisce le prestazioni di  uno spotting scope usato ad almeno 23 ingrandimenti ma senza l’ingombro del treppiede e con il valore aggiunto della osservazione binoculare.  In certe occasioni, infatti, è decisamente meglio sfruttare un binocolo a mano libera che trasportare un treppiede fotografico.

 

Osservazione venatoria-crepuscolare

Generalmente un binocolo  per essere performante nelle osservazioni crepuscolari deve fornire una pupilla di uscita superiore ai 5 mm. In realtà, nell’utilizzo pratico esistono anche altre caratteristiche importanti da considerare, tra cui la stabilizzazione.  Accendendo la stabilizzazione, infatti, il gap della trasmissione luminosa veniva meno poiché il cervello era in grado di elaborare meglio un’immagine più stabile rispetto a una tremolante ( un fattore che ovviamente dipendente anche dalle caratteristiche soggettive di ognuno di noi).

Di fatto, anche in questa occasione, ho  potuto constatare questo anche utilizzando il Kite Optics APC 18×50 ED, che ho avuto il piacere di confrontare con un binocolo 16×70 che  ho tentato di gestire a mano libera. Accendendo la stabilizzazione, il divario evidente dovuto al formato differente, passava in secondo piano, poiché non riuscivo a sfruttare appieno né la luminosità né la pupilla di uscita maggiore del binocolo con prismi di Porro 16×70  utilizzato come confronto.

Posso confermare di aver utilizzato con molto profitto il Kite Optics anche nell’osservazione crepuscolare di cervi e caprioli, beneficiando di un dettaglio simile a quello di un cannocchiale 20-23x, anche se con una luminosità inferiore, ma con la possibilità di muovermi più rapidamente e compiere osservazioni più proficue. È importante ricordare ai lettori che la capacità di percepire i dettagli varia a seconda della luce ambientale, e un binocolo stabilizzato potrebbe migliorare il dettaglio percepito anche al crepuscolo. Attualmente, questo binocolo è il migliore in termini di rapporto peso-diametro-ingrandimento – prestazioni, anche nell’utilizzo crepuscolare. Forse i selecontrollori potrebbero prediligere la versione 16x.

Osservazione astronomica

Premetto immediatamente che nella osservazione astronomica non ho potuto osservare stelle puntiformi sino al bordo del campo, il degrado stellare inizia verso il 75-80% dal campo di vista, in maniera inferiore se le stelle sono poco luminose. Di contro il sistema di stabilizzazione rimane accesso anche puntando allo zenith come potete vedere nell’articolo, il fondo cielo è molto scuro e il rapporto diametro – ingrandimento inizia a mostrare anche alcune galassie e oggetti flebili che non si apprezzano particolarmente nel classico 10×50 da sostenere a mano libera. In tale frangente mi è parso un ottimo strumento, M42 svela la sua forma con un discreto ventaglio già sotto cieli medio inquinati, il doppio ammasso di Perseo è stupefacente, cosi come le Pleiadi e le galassie nell’orsa maggiore M81 e M82 si vedono senza problemi. Credo che esulando dalla questione “stelle puntiformi fino al bordo” sia un ottimo strumento anche in queste genere di osservazioni soprattutto per le osservazioni da cieli suburbani dato che, ve lo ripeto, la pupilla di uscita e il suo formato, consentono di scurire abbastanza bene il fondo cielo e ingrandire gli oggetti inquadrati. La Luna esibisce decine di crateri anche con interessanti particolari, pare di osservare a circa 25x in un classico telescopio da 70 mm. Il cromatismo residuo si palesa unicamente sul bordo del nostro satellite naturale.

COMPARATIVA CON IL  BINOCOLO  STABILIZZATO FARVISION 20×50

Non avendo ancora avuto la possibilità di confrontarlo direttamente con il Canon 18×50, occasione che si presenterà comunque durante l’evento dell’11 Maggio in Valtellina, ho avuto l’opportunità di testarlo contro il mio Farvision 20×50. Non sto qui a elencare le specifiche tecniche di questo binocolo  stabilizzato russo, ma è importante sapere che utilizza un sistema di stabilizzazione  magnetico privo di alimentazione.

FIG.12 – Il Farvision all’epoca era disponibile anche nel formato 25×55, sono assolutamente convinto che anche questo binocolo della KITE OPTICS possa gestire tranquillamente tali ingrandimenti

Una stretta comparativa sia nell’uso diurno che nell’uso astronomico ha evidenziato la totale supremazia del Kite Optics 18×50 rispetto al Farvision 20×50. Il Farvision mostrava un’ottica più morbida, con meno nitidezza, un  contrasto decisamente inferiore e soprattutto una stabilizzazione che comprometteva i micro-dettagli. Alcuni dettagli visibili nella USAF CHART, ad esempio, che ho utilizzato nel test, erano visibili nel Kite Optics ma non nel Farvision. Anche nel test di lettura dell’orario dal campanile sulla costa piemontese, il Farvision ha raggiunto prestazioni simili, ma non ha eguagliato la luminosità e la nitidezza del binocolo giapponese.

Ritengo ancora una volta che,  attualmente il Kite Optic,s sia il binocolo stabilizzato da battere, non solo per il suo sistema di stabilizzazione molto efficace nell’uso pratico, ma anche per la sua compattezza, la presenza di vetri ED e la resa ottica ai bordi nelle osservazioni diurne. Sono convinto che potrebbero proporre in vendita un binocolo 20×50 o 25×55 in grado di offrire, seppur con meno luminosità, una marcia in più all’osservatore molto esigente, sia da un punto di vista ludico-naturalistico che tattico.

PREGI E DIFETTI

Pregi:

 

  •  Ottimo sistema di stabilizzazione che sfrutta appieno i 18 ingrandimenti.
  •  Ottiche ED a bassa dispersione
  •  Ottimo rapporto qualità-prezzo in base alle prestazioni fornite.
  • Ottimo sistema di stabilizzazione che potrebbe sopportare anche ingrandimenti superiori.
  •  Prodotto “Made in Japan” ben progettato e assemblato
  •  Eccellente durata delle batterie; dopo 15 giorni di utilizzo veramente intenso erano entrambi all’80% della autonomia.
  •  Robusto e impermeabilizzato.
  •  Dotato di accessori opzionali interessanti, come ad esempio l’armatura in silicone.
  •  Campo di vista corretto sin dal bordo nell’utilizzo diurno.
  •  Buona resa nel panning, rendendo come un cannocchiale 23x o 25x senza necessità di utilizzare un cavalletto fotografico.

Difetti:

  •  Difficile trovarne, poiché non ci sono molti concorrenti diretti. Tuttavia, potrebbe mostrare talvolta un po’ di aberrazione cromatica, presumibilmente a causa del suo rapporto focale.
  •  Il peso potrebbe essere considerato un limite per alcune persone, specialmente per l’utilizzo durante un trekking molto impegnativo o escursioni di lungo periodo. In tal caso, la serie Kite Optics con diametri inferiori potrebbe essere una soluzione più adatta. 
  •  Le stelle non appaiono puntiformi ai bordi del campo, come ad esempio nel Canon 18×50.
FIG.13- Girate la levetta magica e godetevi il Cielo e la Natura a 18x…a mano libera

IN SINTESI

Credo che il binocolo stabilizzato Kite Optics APC 18×50 ED sia insuperabile, e ciò per diverse ragioni. Offre un rapporto qualità-prezzo eccellente, con ottiche di alta qualità che praticamente eliminano l’aberrazione cromatica in una vasta gamma di condizioni di illuminazione. La durata della batteria è eccezionale, gli oculari sono estremamente confortevoli e si ha la sensazione di impugnare uno spotting scope con almeno 23-25 ingrandimenti, con la flessibilità dell’utilizzo a mano libera e il valore aggiunto della visione binoculare. Il suo sistema di stabilizzazione gestisce perfettamente  i 18 ingrandimenti, sebbene gli astrofili debbano valutare se beneficiare di tutte queste caratteristiche in cambio di una leggera perdita nella puntiformità stellare ai bordi del campo.  Per tutti gli altri generi di osservazione, rappresenta un vero piacere per gli occhi.

 

PREZZO

Prezzi a partire da 1700 con garanzia trentennale su ottica e meccanica e 5 anni sull’elettronica.

Sito ufficiale: https://kiteoptics.com/it/

Link all’acquisto diretto sul sito della KITE OPTICS: https://kiteoptics.com/product/outdoor/stabilized-binoculars/apc-stabilized-50/

 

RINGRAZIAMENTI

Io ringrazio Sebastien De Putter di Kite Optics . per aver fornito l’esemplare oggetto di questo test, lasciandomi libero di citare le mie impressioni personali.

DISCLAIMER

Binomania non è un negozio, Nel mio sito web troverete unicamente recensioni di prodotti ottico sportivi, fotografici e astronomici.  Le mie impressioni sono imparziali come è dovere di ogni giornalista e non ho alcuna percentuale di vendita sull’eventuale acquisto dei prodotti. Per questo motivo, qualora voleste acquistare o avere informazioni su eventuali variazioni di prezzo o novità, vi consiglio di visitare il sito ufficiale  di Kite Optics .