Recensione della montatura altazimutale Vixen Porta

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PREMESSA

Come molti astrofili hanno sperimentato nel corso degli anni, talvolta si è obbligati a rinunciare a una  sessione osservativa, seppur breve. Le motivazioni possono essere molteplici: dal vivere in un appartamento, all’impossibilità di raggiungere in un tempo ragionevole un luogo buio, sino all’avversione  nel montare telescopio,  montatura equatoriale, cavi, cavetti, pulsantiera ed accessori vari.  Talvolta c’è chi, addirittura, abbandona questo modus vivendi  proprio perché stanco di manovrare un lungo tubo di venticinque centimetri di diametro nell’angusto spazio offerto da un terrazzo di pochi metri quadrati e di attendere un’ora per l’ambientazione termica. Del resto la vita di noi astrofili non è sempre rose e fiori, fortunatamente esistono sul mercato una serie di telescopi compatti che consentono in poco tempo di uscire all’aperto, di riprendere le proprie osservazioni e di addentrarsi per la prima volta nel mondo dell’astrofilia. Per questi strumenti, c’è bisogno di una montatura semplice, leggera, dal montaggio velocissimo e che possa magari rimanere montata in casa con la predilezione dei familiari, ormai assuefatti a sopportare dei mostri di sessanta chilogrammi nel tinello di casa. Per tali ragioni, ho deciso di testare la Vixen Porta, una piccola montatura altazimutale che mi è  parsa l’ideale per le classiche osservazioni visuali, meglio se “mordi e fuggi”.

 

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Buona visione  e buona lettura a tutti voi. 

Fig.1 – Una immagine sul logo della Vixen PORTA

L’azienda giapponese propone questo supporto sia singolarmente sia dotandolo di vari tubi ottici in grado di incontrare le esigenze di  vari astrofili.

DOTAZIONE DI SERIE


La Vixen Porta  è fornita di serie con  un comodo treppiede, dotato di un sistema di fissaggio del porta-accessori davvero molto veloce, che consente, ad esempio, di chiudere le gambe di alluminio, quel poco che basta per passare, ad esempio dal portone di casa.
Il peso si attesta sui cinque chilogrammi e mezzo e la Casa ne dichiara una capacità di  carico di poco inferiore:  cinque chilogrammi. In realtà questo fattore è anche proporzionale al rapporto- leva del telescopio  installato: un rifrattore acromatico di 1000mm di focale, ad esempio,  sarà più instabile rispetto ad un compatto catadiottrico di 127mm di diametro.
La montatura s’installa in meno di un minuto, l’unica accortezza, prima di iniziare le osservazioni, è quella di verificare l’altezza più adatta al proprio uso, giacché, grazie al treppiede regolabile, è possibile variarla fra gli  ottanta centimetri ed il metro e venti. Tale operazione avviene svitando le tre viti a farfalla poste nella parte centrale del treppiede. Per non graffiare la superficie d’alluminio è utile svitarle quasi totalmente  Il vassoio circolare  che funge da  vano porta-oggetti, seppur consenta, come anticipato, un rapido montaggio, non mi è parso possa contribuire ad aumentare la stabilità del treppiede, inoltre, le prime volte, si dovrà avere un po’ di accortezza nell’avvitare, soprattutto se al buio, il tappo di plastica di fissaggio nero, situato, come ovvio, nella zona centrale.

Fig.2 – Il vassoio porta accessori, non è robusto ma decisamente funzionale e rapido nella fase di installazione

Sopra di esso è possibile riporre orizzontalmente solo un paio di oculari da due pollici che diventano cinque o sei  se inseriti verticalmente, tuttavia il basso bordo del vassoio, fa propendere per la prima opzione, che evita, oltretutto, il rischio di veder vacillare gli amati accessori sul terreno a causa di un maldestro spostamento della montatura, chiaramente se si possiedono  degli oculari ortoscopici di 31.8mm di diametro la capienza fornita sarà sufficiente per posizionare un bel kit di oculari. Sono presenti, inoltre, i fori di fissaggio per i classici vassoi porta-accessori triangolari della Vixen, che possiedono una maggiore capienza.

RIFINITURE E MOVIMENTI

La testa della Vixen Porta è protetta con uno spesso strato di vernice bianca ottenuta con vari passaggi  a buccia d’arancia, fa bella mostra di sé, inoltre, il logo rosso dell’azienda, contornato da una circolare mappa celeste blu, sulla quale è impressa la dicitura “Altazimuth Mount”. I movimenti sono affidati a due corone senza fine, composte da 120 denti, che consentono lo spostamento degli assi operano su due manopole estraibili, che hanno svolto alla perfezione il loro lavoro. Per ovviare alla posizione del tubo ottico  installato sono presenti due agganci frontali per ogni movimento, in modo da consentire il rapido spostamento delle manopole nella sede più confortevole per manovrare il telescopio.

Fig.3 – La caratteristica forma della montatura altazimutale


La struttura della testa è simile ad una grossa lettera L, la sede d’aggancio delle piastre a coda di rondine è affidata a due manopole, una più grande ed una di sicurezza, che è ci è parsa fornire un’ottima presa, migliore rispetto a quelle minuscole che si trovano spesso in
dotazione su supporti decisamente più costosi.
Oltre all’ovvia possibilità di spostare il telescopio micrometricamente, è possibile vagare fra le Costellazioni facendo pressione sul braccio della montatura: la testa, infatti, si muove liberamente. L’esemplare in mio possesso era però leggermente frizionato sull’asse orizzontale ma è stato sufficiente regolare i grani di serraggio per ottenere una dolcezza di movimento ideale. I grani per la regolazione sono situati nella inferiore della testa  e nella zona di aggancio della barra a coda di rondine. Nelle nostre sessioni osservative abbiamo usato con profitto vari telescopi e binocoli, per verificare la portata massima di tale strumento e l’assestamento delle vibrazioni.

UTILIZZO CON I BINOCOLI ASTRONOMICI


Il distributore italiano, inoltre, mi ha fornito una coda di rondine scomponibile anch’essa forma di L, in grado di consentire il montaggio dei binocoli astronomici. Purtroppo, la prima parte della coda è troppo corta per consentire il montaggio degli strumenti dal diametro superiore agli ottanta-novanta millimetri,  per tale motivo non abbiamo potuto provare il comunissimo binocolo “25x100FB” con tale montatura, ergo, ritengo che il produttore dovrebbe pensare ad un paio di barre di diversa lunghezza, da fornire in base alle esigenze del cliente.

 

Fig.4 – L’accessorio che consente l’utilizzo dei binocoli e degli spotting scope

UTILIZZO SUL CAMPO

 

Le prime sessioni osservative le ho effettuate in compagnia di un rifrattore apocromatico serie EDHF II della Pentax di 75mm di diametro, che mi è parso “perfetto” per una montatura del genere, il serraggio della barra è semplice e veloce, le prime volte si dovrà soltanto fare attenzione ad operare con un mano, dato che con l’altra si è impegnati a reggere il telescopio, non abbiamo riscontrato alcun problema facendo uso di code di rondine non costruite dalla casa giapponese, dato che il suo sistema è diventato il punto di riferimento per gli altri costruttori, all’interno della sede di aggancio sono presenti anche un paio di filettature che si possono utilizzare con le piastre fotografiche, anche se la stabilità dovrebbe diminuire.
Grazie alla culla porta-tubo di casa Pentax è stato possibile far ruotare lo scafo ottico del rifrattore, fino ad utilizzare le manopole di messa a fuoco in maniera perpendicolare al terreno, ma nulla vieta di utilizzare un piccolo telescopio, collegando una piastra adatta alla vite filettata per il montaggio delle piastre fotografiche appena citata.

Fig.5 – Il Pentax 75 EDHF II è un piccolo ma performante rifrattore, adatto anche alle osservazioni visuali

Il primo bersaglio che ho puntato è stata la Luna: con un diagonale a prisma ed un oculare di venti millimetri il tempo di smorzamento delle vibrazioni è di circa tre  secondi, un valore ottimo, che permette di spaziare in cielo, soffermandosi sugli oggetti prescelti, con un’affidabilità invidiabile. Dopo aver osservato la superficie lunare a basso ingrandimento  ho cambiato oculare e  mi sono avvalso  di una lente di barlow apocromatica  2x e di un oculare ortoscopico della Baader di nove millimetri, a tali ingrandimenti (110) si notava una amplificazione delle vibrazioni, quattro-cinque secondi, ma l’assestamento rimaneva su buoni livelli.

Inserendo un visore binoculare, dando un altro colpetto alla base della testa, le vibrazioni aumentavano di un altro paio di secondi, inoltre, era necessario accostare con delicatezza gli occhi agli oculari. Tutto sommato ritengo l’utilizzo di tale accessorio, ancora efficace con questa montatura, soprattutto se le osservazioni si assestano sui 50-100 ingrandimenti.

VIXEN PORTA E PICCOLI RIFRATTORI

Fig.6 – La Vixen Porta durante un test sul campo


Pare ovvio che la Vixen Porta non sia in grado di sostenere delle osservazioni in alta risoluzione con una efficacia simile alla cugina Great Polaris e Sphinhx, molto dipende dal peso degli accessori utilizzati, se si fa uso di oculari di due pollici,  la robustezza sarà inferiore rispetto a quanto si potrebbe ottenere, con ad esempio dei leggeri ortoscopici di 31.8mm di diametro

La regolazione micrometrica è affidata in entrambi gli assi da due corone senza fine dotate di 120 denti, tale sistema ci è parso affidabile e privo dei comuni giochi di assestamento, che possiedono, ad esempio, le teste fotografiche dal prezzo di acquisto molto simile.

Avvalendomi di un binocolo di 70m ho apprezzato la solidità del sistema, anche se l’altezza del treppiede non mi consentiva, di osservare in posizione eretta che prediligo durante le osservazioni  con il binocolo, forse con un treppiede più lungo la situazione potrebbe migliorare.

SI PUO’ MONTARE UN CELESTRON 8″

Colto da mania di sperimentazione, ho smontato il piccolo rifrattore apocromatico e, con un po’ d’apprensione, ho montato il tubo ottico di uno Schmidt Cassegrain d’otto pollici, dotato di due grossi anelli, una barra ben dimensionata, un fuocheggiatore Crayford, un diagonale di due pollici ed un oculareWide Angle di 30mm con 82 gradi di campo: in tale situazione davvero estrema, ho evidenziato quanto segue: il sistema di fissaggio è rimasto affidabile seppur sia stato montato un kit “strumento + accessori” dal peso decisamente superiore a quello dichiarato dalla casa.

L’assestamento delle vibrazioni  a settanta ingrandimenti circa, era ovviamente inaccettabile: quindici secondi ed era sufficiente appoggiare l’occhio all’oculare per perdere capacità di dettaglio, tuttavia con un poco d’accortezza, sono riuscito a osservare le 4 stelle del trapezio di Orione, ma sconsiglio questo tipo d’esperienza

Ovviamente il classico C8   è “sconsigliato” da utilizzare con tale montatura, mentre ad esempio un Maksutov Cassegrain di 130mm dovrebbe funzionare maniera egregia.
Ritengo, inoltre, che sostituendo il treppiede con uno più robusto, la capacità di carico della Vixen Porta, potrebbe aumentare anche di un paio di chilogrammi, a patto di non utilizzare tubi ottici dal grande rapporto-leva, come ad esempio i rifrattori a lunga focale

 

PREGI E DIFETTI

Pregi

  • Rapido montaggio
  •  Leggera da trasportare
  •  Perfetta per l’utilizzo con i   rifrattori di media corta focale da 70-90 mm e con i catadriottici sino a 5-6 pollici 
  • Si presta alle osservazioni naturalistiche con spotting scope e binocoli

 

Difetti

  • Non è adatta a strumenti di medio diametro e ai rifrattori di lunga focale sopra i  90 mm  di diametro
  • Il treppiede in dotazione è responsabile della maggior parte delle vibrazioni
  • Usando strumenti pesati si svitano le viti interne ed è necessario accedervi, scollando il coperchio su cui è visibile il logo blu.

 

IN SINTESI

In sintesi, la montatura altazimultale Vixen Porta è ideale per i rifrattori a corta focale compresi fra i 66 e i 90 mm, i piccoli newton sino a 130mm ed i piccoli catadriottici sino a 130-140mm meglio se utilizzati a medio-bassi ingrandimenti.

DISCLAIMER

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