Carl ZEISS Sports Optics e i ricercatori dell’Università di Tübingen in difesa dello strillozzo. Una specie a rischio!

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Nel quarto anno del progetto, Nils Anthes , autore del libro “Animal Behaviour: Evolution and Mechanisms “ e il suo team dell’Università di Tübingen hanno dato un’occhiata molto da vicino per determinare  cosa necessita  allo strillozzo  per allevare con successo i suoi pulcini. Quali misure sono veramente efficaci per stabilizzare la piccola popolazione rimanente di questa specie caratteristica del paesaggio agricolo del Baden-Württemberg?

 

Il Baden-Württemberg è una regione della Germania sud-occidentale, che confina con la Francia e la Svizzera, nota per la stupenda Foresta Nera, dove regnano paesaggi sempreverdi e villaggi molto caratteristici. 

Una chiave essenziale per avere successo, afferma Nils Anthes, e nell’analisi delle attività agricole. Zone di nidificazione catalogate con precisione, hanno rivelato che molte delle covate dello strillozzo sono perse durante il raccolto o la falciatura. Se gli strillozzi covano nel grano, di solito non è un problema – in questo caso, perché i giovani di solito lasciano i loro nidi prima dell’inizio del raccolto invernale di luglio.

Al contrario, la situazione nei pascoli è decisamente più critica. Sebbene i nidi siano spesso costruiti in prati radi ricchi di erbe, la prima falciatura avviene tradizionalmente nella seconda metà di giugno – e quindi precisamente nel bel mezzo della fase di nidificazione dello strillozzo. In una sito di conservazione nei pressi di Rottenburg, il team di ricerca ha scoperto che circa la metà di tutti i nidi sono costruiti in questi prati e che quasi due terzi di questi sono vittime di una falciatura regolare.

L’habitat perfetto per lo strillozzo- Fotografia: cortesia Zeiss Team Birding

I partner  finanziatori del progetto che ha costituito  il “Fondo per la conservazione della natura del Baden-Württemberg” (Stiftung Naturschutzfonds Baden-Württemberg)  tramite le autorità agricole locali hanno pertanto avviato intensi colloqui con gli agricoltori locali. Molti stretti rapporti di lavoro si sono sviluppati in questo modo, afferma Anthes. Di conseguenza, molti agricoltori partecipano volentieri alle misure di conservazione proposte per gli uccelli che nidificano nei terreni agricoli. Queto ha portato le parti a concordare una data di falciatura successiva – non prima dell’inizio o della metà di luglio – nelle aree di riproduzione piu’ importanti.

Foto, cortesia: Franco Ciro Amata http://amatafoto.it/

Nel frattempo, molti agricoltori hanno iniziato a contattare gli esperti per poter verificare in anticipo se una determinata zona può essere autorizzata alla falciatura. Grazie a queste partnership, molti più strillozzi sono stati in grado di lasciare i loro nidi con successo rispetto agli anni precedenti. Questo sforzo sta anche dando alcuni primi effetti positivi sulla popolazione di uccelli, poiché è stato osservato un aumento considerevoli di strillozzi in quest’area per il terzo anno consecutivo – un segno che dimostra quanto la perseveranza paghi!

L’habitat perfetto per lo strillozzo- Fotografia: cortesia Zeiss Team Birding

Persistono, tuttavia, ancora alcuni casi problematici  che dimostrano che sia ancora necessario intervenire e tutelare. La coltivazione del trifoglio e dell’erba medica rappresenta una sfida particolarmente delicata per il gruppo di ricerca e gli agricoltori coinvolti. In alcuni anni, questi campi sono così attraenti che una grande percentuale della popolazione di strillozzi si riproduce al suo interno. I campi sono regolarmente raccolti  ogni otto settimane, tuttavia: l’intervallo è troppo breve per consentire il buon esito di una covata.

 

Attualmente esiste un’unica soluzione:  una osservazione intensiva sul campo tra metà maggio e metà giugno al fine di rilevare le covate in queste aree in modo tempestivo. In questi modi i nidi possono essere contrassegnati ed evitati con cura, durante la raccolta. Questa non è una soluzione praticabile a lungo termine, tuttavia, motivo per cui i ricercatori di Tubinga, supportati da sin dal 2016 dalla Carl ZEISS Sports Optics, stanno attualmente lavorando a un metodo che attirerà lo strillozzo nelle colture che potranno offrirgli dei siti di nidificazione sicuri.

Foto, cortesia: Franco Ciro Amata http://amatafoto.it/

Lo strillozzo
(parzialmente tratto da: “Guida degli Uccelli d’Europa, Nord Africa e Vicino Oriente) – Ricca- Editore



Emberiza calandra
Lunghezza 16-19 cm. Nella maggior parte del suo areale europeo nidifica in vaste zone agricole, soprattutto dove sono coltivati su larga scala i cereali, il foraggio e le leguminose.
C’e’ stato un enorme declino in Europa negli ultimi cinquant’anni a causa dei pesticidi e delle colture intensive. E’ sedentario, nidifica in tutta Italia, eccetto nella gran parte dell’arco alpino. E’ migratore regolare e svernante. E’ un uccello sociale, osservabile in piccoli gruppi, non compatti. Abitudini riproduttive complesse. Non molto riservato.

Per ciò che concerne la sua identificazione è grande, con un corpo abbastanza massiccio e becco robusto. Spesso il capo appare piuttosto grosso. Ha un piumaggio simile all’allodola, di colore grigio marrone con strie scure sopra e bianco camoscio sotto con strie scure ai lati della gola, sul petto e piu’ limitate sui fianchi.
In estate, le strie del petto si fondono spesso sino a formare un disegno scuro e irregolare. 
Voce: ha un verso metallico “tristt” e un corto schiocco “bitt” o “bt, spesso ripetuto, rapidamente in una serie elettrizzata “bt’bt’bt’bt’bt’

Foto, cortesia: Franco Ciro Amata http://amatafoto.it/

Per ulteriori informazioni riguardo la situazione in Italia, è possibile consultare i seguenti link:

http://www.lipu.it/news-natura/agricoltura/15-agricoltura/174-l-agricoltura-intensiva-50-specie-uccelli-in-meno

http://www.uccellidaproteggere.it/Le-specie/Gli-uccelli-in-Italia/Le-specie-protette/STRILLOZZO/(det)/minacce 

 

N.d.A. Questo articolo è stato tradotto  dal sottoscritto  in collaborazione con lo Zeiss Birding Team. Si ringrazia  la dottoressa Petra.Kregelius-Schmidt per lo scambio di informazioni.

 

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