Due lustri fa, per acquistare un binocolo di 100mm era necessario investire una somma pari a circa due mensilità di lavoro.
Attualmente con una cifra compresa tra i 300 ed i 400 euro si porta a casa un binocolo dello stesso diametro, con ingrandimenti compresi fra i 22 ed i 30X, prismi in vetro Bak4, trattamento (generalmente multistrato su ogni superficie) chiamato Chinese green ed una messa a fuoco singola su ogni oculare. (eccetto il modello 22×100 dotato messa a fuoco centrale con regolazione diottrica sull’oculare destro.)

La qualità ottica non e’ eccellente, ma la quantità di luce raccolta e’ impressionante, anche per i normali utilizzatori dei binocoli di 80 mm.
Il campo realmente sfruttabile è, in media, compreso fra il 60 ed il 70 per cento del campo reale, non ho mai trovato un binocolo di tali configurazioni ottiche, con delle prestazioni inferiori. Lo spostamento del campo di massimo contrasto varia fra il 5 ed il 20 per cento, ma spesso vi si può porre rimedio con una precisa collimazione. Il campo apparente è spesso superiore ai 60°, dipende dal rapporto CRxI (campo reale per gli ingrandimenti)

Due lustri fa, per acquistare un binocolo di 100mm era necessario investire una somma pari a circa due mensilità di lavoro.
Attualmente con una cifra compresa tra i 300 ed i 400 euro si porta a casa un binocolo dello stesso diametro, con ingrandimenti compresi fra i 22 ed i 30X, prismi in vetro Bak4, trattamento (generalmente multistrato su ogni superficie) chiamato Chinese green ed una messa a fuoco singola su ogni oculare. (eccetto il modello 22×100 dotato messa a fuoco centrale con regolazione diottrica sull’oculare destro.)
La qualità ottica non e’ eccellente, ma la quantità di luce raccolta e’ impressionante, anche per i normali utilizzatori dei binocoli di 80 mm.
Il campo realmente sfruttabile è, in media, compreso fra il 60 ed il 70 per cento del campo reale, non ho mai trovato un binocolo di tali configurazioni ottiche, con delle prestazioni inferiori. Lo spostamento del campo di massimo contrasto varia fra il 5 ed il 20 per cento, ma spesso vi si può porre rimedio con una precisa collimazione. Il campo apparente è spesso superiore ai 60°, dipende dal rapporto CR x I (campo reale per gli ingrandimenti)

ATTENZIONE: LE FOTO RELATIVE AI PRISMI DEI BINOCOLI OGGETTO DI QUESTO TEST, NON SONO ASSOLUTAMENTE UN INVITO ALLO SMONTAGGIO MA SONO STATE PUBBLICATE A MERO SCOPO INFORMATIVO, PER MOSTRARE LA SEDE DEI PRISMI.
RICORDO CHE ALCUNI MODELLI SONO DOTATI DI UN RIEMPIMENTO DI AZOTO PER PREVENIRE LA FORMAZIONE DI MUFFE INTERNE , E’ QUINDI PREFERIBILE FARE RICOLLIMARE IL PROPRIO STRUMENTO DALLA AZIENDA PRODUTTRICE. TUTTAVIA PER PURO PIACERE DESCRITTIVO, SPIEGHERÒ’, NEL PROSSIMO ARTICOLO COME OPERARE ANCHE SU QUESTI ESEMPLARI.
RICORDO, INOLTRE, CHE LA COLLIMAZIONE DI UN BINOCOLO NON È UNA OPERAZIONE FACILE, E QUINDI, ANCHE NEL CASO IN CUI SI POSSA OPERARE SUI PRISMI DALL’ESTERNO DELLO SCAFO E’ CONSIGLIABILE CHE L’OPERAZIONE SIA EFFETTUATA DA UN ASTROFILO ESPERTO E SE POSSIBILE DAL RIVENDITORE.

Ricordo ai lettori che il campo reale citato sullo scafo dei binocoli è spesso ottimistico, (ad esempio il Bigbino della Celestron non ha un campo di 3° ma di poco superiore ai due gradi e mezzo) la migliore analisi del CR avviene quindi sul campo, verificando la distanza da stella a stella con un buon software astronomico.
Generalmente i binocoli della serie Bigbino, Skymaster, Night tecnology, (vedete foto qui a sinistra) hanno una minor propensione alla scollimazione, anche se la loro regolazione risulta più ostica e oltretutto anche perdere il riempimento di azoto quando previsto, giacchè non è possibile agire sull’esterno dello scafo. L’operazione quindi non è consigliata.
La regolazione della distanza pupillare è solo discreta, così come la resa ai bordi, quasi sempre compresa, fra li 60 ed il 65 per cento del campo reale, in tutti i binocoli di questa serie che ho provato il trattamento è risultato essere monostrato.
La serie più recente di 100 mm fornita dalla binsocularschina.com e venduta in italia sotto varie marche, Atrotech Optiks, General hi-t,, possiede una maggiore propensione alla scollimazione dovuta al sottodimensionamento dei grani di regolazione dei prismi, ma la loro regolazione è semplice ed immediata, le prestazioni ai bordi migliori, l’ estrazione pupillare degli oculari maggiore così come il trattamento anti-riflesso, che, tranne in un solo caso, un esemplare Astrotech Optiks, della prima serie, che provai mesi or sono, si è sempre rilevato multistrato su ogni superficie, compresi i prismi
Cosa si vede?
Sotto un cielo medio inquinato è possibile osservare galassie che i proprietari dell’ ottimo Fujinon 16×70 potranno MAI vedere.
Ho visto le galassie M65 ed M66 anche dal giardino di casa, invisibili la stessa sera con un 80 mm Made in Japan, M101, M51 M108, M109 si osservano senza troppe difficoltà, mentre e possibile percepire perfettamente la struttura di M81 e di M82.
M31 a 1000m è più affascinante che nel C91/4, le galassie satelliti sono visibili e molto luminose, la vista d’insieme è mozza-fiato.
M78 in Orione si osserva anche con la luna al primo quarto ed M1 nella costellazione del Toro ,si ammira con facilità, carpendone anche la forma.
Con pazienza una sera, ho contato 202 stelle nelle Pleiadi, ed ho raggiunto un magnitudine stellare pari a 12.
Ho visto anche innumerevoli volte M105 eNGC 3384 ed ho risolto i bordi di M12, impossibile anche con un discreto Vixen ARK 20×80.
Navigare nella costellazione di Auriga, con un 100 mm e una cosa che ogni astrofilo dovrebbe fare nella sua vita, così come ammirare il doppio ammasso di Perseo che, soprattutto nei binocoli tipo Astrotech Optich rivela delle stelle colorate e molto puntiformi a patto quando osservato al centro del campo di massimo contrasto.
La nebulosa Velo nel Cigno nelle limpide sere di agosto è visibile anche dal giardino di casa, periferia di Varese, a 500 m slm, molti autori, invece, continuano ad asserire che v’è bisogno almeno di un 20 cm.
Delle montature atte a supportare il peso di questi “mostri” ne parlerò la prossima volta.
Piergiovanni Salimbeni è un tester e giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica, geologia lunare. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il suo secondo romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero leggi molti libri, pratica tiro sportivo a lunga distanza, fototrappolaggio, digiscoping, fotografia di paesaggio.