Radio in outdoor

Il titolo dell’articolo cita due elementi che, come lettori di Binomania, siamo abituati a trovare accoppiati: quasi sempre non c’è binocolo senza outdoor, e stesso discorso in direzione opposta. Ma…la radio? A prima vista potrebbe essere considerata un intruso, e per certi versi e considerando alcune sue versioni, in effetti è così. Ma non sempre.

Ci sono alcuni aspetti della radio che vanno d’accordo con l’outdoor, anzi, sembrano fatti apposta per esso. Ma prima è necessario chiarire cosa intendiamo per radio: il termine è talmente generico e comprende al suo interno tante specializzazioni, che il rischio di perdersi è altissimo. L’associazione d’idee più immediata è la radio che ascoltiamo a casa, al lavoro, in macchina, ovvero la radio nella sua accezione di “ricevente”. Ma una radio può essere anche trasmittente, o meglio “ricetrasmittente” e che quindi ci permette di ricevere e trasmettere segnali (generalmente la nostra voce, ma anche telegrafia o dati) all’interno di determinate bande di frequenza destinate a tale uso. Il radioamatore è la persona che per hobby effettua queste trasmissioni, previo superamento di esame ed ottenimento del nominativo radioamatoriale (il CB è sostanzialmente la stessa cosa, ma con limitazioni di frequenza e potenza e senza necessità di sostenere esami).

Anche se formalmente è necessario sostenere l’esame per essere considerato “radioamatore”, un’accezione più estesa del termine potrebbe includere anche le persone che non possono o non vogliono dare l’esame ma si dilettano ugualmente con le radio, nelle forme e nei modi autorizzati. Su questo torneremo più avanti quando esamineremo un paio di facili esperimenti radiofonici da effettuare outdoor anche per chi non ha i requisiti formali.

Come si conciliano le radio con l’outdoor? Chi conosce un po’ l’argomento, è probabilmente abituato a pensare alla radio come ad un hobby statico, con grandi stazioni casalinghe, antenne fisse e comodi divani. In effetti è molto spesso così, ma negli ultimi anni sono entrati in produzioni alcuni apparati da campo, leggeri e dal costo contenuto, alimentabili tramite pacchetti esterni tipo LiPo o similari, che hanno soppiantato il mito del radioamatore da poltrona e favorito la nascita di stazioni portatili.

Per trasmettere e ricevere, in linea di massima vale il principio “più grande è l’antenna, più lontano il tuo segnale arriverà”. All’aperto, per motivi logistici, di peso o climatici non è possibile (a meno di un grosso sforzo coordinativo e temperature favorevoli) montare grandi antenne per spedizioni di poche ore. Qualcuno lo fa, ma si tratta di eccezioni.Esistono tuttavia due fattori che compensano le limitazioni di attrezzatura, e sono l’altitudine (o l’esposizione) e la distanza da fonti di disturbo elettromagnetico.

Mentre il secondo fattore si applica indistintamente a tutti i segnali radio, l’altitudine comincia a far sentire il suo influsso solo sulle cosiddette VHF, ovvero “Very High Frequencies”, che possiamo identificare grosso modo con quelle frequenze sulle quali trasmettono le radio commerciali. In realtà’ le comunicazioni radioamatoriali in VHF avvengono leggermente più’ in alto, intorno ai 144 MHZ, ed avvengono sia in linea diretta che tramite l’ausilio di ponti radio che permettono di rilanciare il segnale ad un corrispondente che altrimenti, a causa della curvatura terrestre, non sarebbe fisicamente raggiungibile dallo stesso. Su tali frequenze infatti la trasmissione del segnale è essenzialmente diretta, a differenza delle frequenze più basse dove una buona parte dello stesso viene trasmessa attraverso successivi rimbalzi nell’atmosfera.

La situazione tipica della radio in montagna è, quindi, la radio VHF: antenne più piccole rispetto a quelle che servono su bande più basse, maggiore possibilità di raggiungere un corrispondente lontano grazie all’influsso dell’altitudine, minor dipendenza della banda dalle condizioni della propagazione ionosferica trattandosi, come detto, di un’onda diretta.

Personalmente, spesso adotto questa configurazione, anche se d’estate non ne disdegno altre sulle quali per il momento non mi dilungherò. Abitando in Polonia, sono circondato da aree montagnose “per tutte le forme fisiche”: si parte dai comodi e sostanzialmente turistici Monti Beschidi per arrivare ai più impegnativi Monti Tatra. Oltre ai monti, esiste una grande quantità di aree forestali, boschi, aree paludose (la zona nord – est della Polonia è notoriamente un Eden per gli appassionati di birdwatching).

Nelle mie escursioni, oltre alla radio sono sempre accompagnato dal mio Vixen Foresta HR 8 x 42 WP. Cercavo un binocolo con prismi a tetto con un grande campo di vista per uso diurno paesaggistico, con i suoi 7.4 gradi di campo reale e una pupilla d’uscita di 5.25 si è rivelato un ottimo strumento per la sua fascia di prezzo, anche se in alcuni frangenti si rivela un po’ poco ergonomico (spesso rinuncio a portarlo a tracolla soprattutto durante le escursioni impegnative, quindi lo tengo nello zaino il che mi costringe a fermarmi e a levarmi lo zaino se desidero osservare in alcuni punti interessanti lungo il percorso).

Nel mio curriculum ho anche un lunga storia di astrofilo, passione per il momento leggermente in stand-by, a causa delle condizioni meteo in Polonia che sono generalmente molto più sfavorevoli che in Italia. Il lettore sarà tuttavia incuriosito nel leggere che in Polonia esistono ben due “riserve di cielo scuro”, entrambe nella zona sud, mentre in italia non ne esiste nessuna. Per non fare tuttavia l’esterofilo a tutti i costi, mi pare di poter dire che in Italia stia sorgendo pian piano una coscienza generale in merito alla necessità di contenere l’inquinamento luminoso, mentre in Polonia, al di fuori delle due aree soprammenzionate, questa coscienza deve essere ancora sviluppata.

A coloro che, oltre ad un binocolo per vedere lontano, desiderano affiancare anche una radio per sentire lontano, partendo dal presupposto che si tratta di un campo talmente vasto che i suoi vari aspetti possono essere scoperti solo con anni di esperienza, posso consigliare per iniziare, anche in assenza di patente da radioamatore, quanto segue:

-durante la prossima escursione in montagna, portatevi una semplice radiolina a transistor con antenna estensibile,  reperibile a  pochi Euro se non la avete già (scherzando, io la definisco l’equivalente del classico 10×50 che tutti tengono dimenticato nel cassetto). Anche ad altitudini ridotte (500-600 m.) comincerete ad ascoltare radio locali di città distanti anche 200-300 Km. dalla vostra, che altrimenti in città non avreste mai ascoltato. In montagna in Polonia ascolto radio da 5 paesi: Polonia, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ucraina. Provate ad ascoltare anche le AM: ascolterete radio a onde lunghe da tutto il mondo e se vorrete basterà mandare una semplice mail con un rapporto di ricezione per ricevere coloratissime QSL (cartoline di conferma) direttamente a domicilio. Io personalmente custodisco gelosamente alcuni giornali di propaganda che mi sono stati inviati direttamente dalla Corea del Nord e che ognuno può ricevere mandando un semplice rapporto di ricezione della Voice of Korea – altrimenti detta Radio Pyongyan);

– con una piccola spesa aggiuntiva, ci si può procurare un ricevitore scanner con il quale ascoltare – starò volontariamente molto sul generico per non violare nessuna legge – molte cose. Una di queste  è, sui 145.800 MHZ,  la stazione spaziale internazionale. Molto spesso gli astronauti conducono brevi collegamenti con le scuole iscritte al progetto Ariss, dei quali le date sono largamente disponibili online. Se la ISS conduce uno di questi collegamenti con una scuola sul territorio europeo, è possibile durante il passaggio della ISS ascoltare in diretta la voce degli astronauti direttamente a bordo. Inoltre, periodicamente vengono effettuati da parte della ISS degli invii di pacchetti radio contenenti immagini che possono essere decodificate tramite una semplice applicazione e salvati sul proprio telefono (anche in questo caso basta inviare una o più immagini ad un indirizzo specifico per ricevere un simpatico diploma):

– se qualcuno vuole iniziare a trasmettere, può farlo procurandosi dele radio PMR a costo contenuto (è necessario dichiararne il possesso e pagare una tassa). In montagna o in terreno aperto, nonostante la ridotta potenza, possono raggiungere anche una discreta distanza (sul quale possa essere preferisco non esprimermi in quanto non vorrei creare aspettative, ma sicuramente molto superiore alla distanza ottica). Potrebbe essere interessante creare due gruppi distinti oguno con una radio, oppure provare a lasciarne una ad un operatore al proprio domicilio e provare a collegarlo durante la propria escursione.

Sperando di avervi incuriosito e di aver fornito qualche idea per arricchire il vostro zaino, vi auguro buone escursioni!