Prima di informare i lettori sulle prestazioni di questa serie di oculari devo premettere alcune considerazioni generiche che ritengo essenziali per un utilizzo e una scelta corretta di questi importanti accessori.
L’oculare è un piccolo ed a volte complesso sistema ottico che permette di ingrandire le immagini ottenute dagli obbiettivi del nostro telescopio /binocolo; per questo motivo la resa e le prestazioni di un oculare sono direttamente proporzionali alla configurazione ottica dello strumento utilizzato.
Un telescopio in grado di fornire immagini prive di aberrazioni soltanto sull’asse ottico non migliorerà le proprie prestazioni ai bordi del campo anche osservando con degli oculari molto corretti, così come un oculare ben corretto nell’aberrazione cromatica non eliminerà quella di un rifrattore acromatico a corta focale. Chiarita la incapacità degli oculari di correggere in maniera totale i difetti intrinseci di ogni telescopio dobbiamo ora comprendere che tipi di accessori prediligere per le nostre osservazioni.
Attualmente sul mercato esiste una svariata serie di configurazioni ottiche che rende ancor più difficoltosa la scelta, rispetto a solo dieci anni fa. Chi ama osservare la Luna e i pianeti potrà optare per un discreto numero di oculari in configurazione Plossl che, a secondo della cura nella costruzione e nella qualità delle lenti utilizzate, offrono delle differenze anche notevoli. Generalmente però questi accessori possiedono un discreto campo (in media pari a 50°) e una buona correzione dell’aberrazione cromatica ma una ridotta estrazione pupillare specialmente nelle focali più corte, nonché una resa imperfetta ai bordi. Fra i Plossl più conosciuto dagli astrofili posso citare decine di marche Celestron , Meade , Sky-Watcher, etc., etc, mentre tra i più performanti i Televue e i fuori produzione Clavè.
Oltre alla classica configurazione a quattro lenti sono presenti anche molte versioni “ibride” dotate di cinque e più lenti le quali possono giustificare il prezzo di acquisto se comprate per essere utilizzate con telescopi dalla ottima qualità. Ad esempio, molto validi, erano i rimpianti super Ploss della Masuyama , oculari che ritenevo ottimi sotto tutti i punti di vista.
Le aziende, inoltre, a corredo dei propri telescopi, vendono alcuni oculari in versione Kellner più economici dello schema a quattro lenti Ploss ed alcuni oculari a tre lenti derivati appunto dai Kellner come ad esempio gli SMA, della Celestron, il 25 mm presente nel corredo standard di molti telescopi venduti dalla casa americana, che offrono ancora adesso un buon rapporto prezzo- prestazioni.
Non conviene spendere cinquecento euro per un oculare per abbinarlo a un telescopio dal costo inferiore, sempre che non abbiate intenzione, in breve tempo, di sostituirlo con uno più performante.
Se si prediligono le osservazioni ad alta risoluzione, stelle doppie, studio dei dettagli planetari, ecc, è consigliabile utilizzare oculari ortoscopici di Abbe che offrono delle ottime prestazioni al centro del campo, una opzione economica potrebbe anche essere la reperibilità sul mercato dell’usato degli oculari in versione Ramsden, che non sono corretti come gli accessori appena citati ma, essendo formati da sole due lenti, forniscono un contrasto davvero notevole ad un prezzo adeguato.
Per gli osservatori del profondo cielo sono raccomandabili i cosiddetti oculari grandangolari (wide field) con circa 60 gradi di campo e gli ultra angolari (ultra wide field) che, in certi modelli, esibiscono ben oltre 80 gradi di campo.
Questi piccoli gioielli dell’ottica sono costruiti in varie configurazioni, che concedono stupende visioni degli ammassi del cielo profondo e di altri oggetti estesi ad alti ingrandimenti, purtroppo a volte il loro prezzo supera quello di un telescopio dalla media apertura dotato di montatura equatoriale.
Ovviamente queste considerazioni sono suscettibili di variazioni, teoricamente ho analizzato in maniera sintetica quali siano i migliori oculari nei vari campi specifici, in pratica però vi possono essere altri fattori che ci potrebbero far prediligere uno schema ottico rispetto ad un altro. Ad esempio chi porta gli occhiali preferirà l’utilizzo di oculari dalla ampia estrazione pupillare rispetto ai comuni Plossl, mentre i proprietari di costosi rifrattori apocromatici a campo piano, prediligeranno sistemi molto più corretti. Configurazioni a parte, un ottimo oculare, a parità di telescopio, fornirà sempre risultati migliori rispetto ad uno molto economico, anche se sarà testato nel settore specifico di questo ultimo.
Non discuterò’ sui massimi ingrandimenti raggiungibili dai vari telescopi perché ci vorrebbe lo spazio di una intera recensione e sfocerei nelle pure considerazioni pratiche dato che ogni telescopio è uno strumento a sé e ritengo che non si possano presagire le prestazioni con formule generiche.
Dopo questa lunga premessa è giunto finalmente il momento di parlare degli oculari Pentax. gli XW , successori della nota serie XL, sono oculari a grande campo, possiedono infatti un campo apparente di settanta gradi, coadiuvati da una notevole estrazione pupillare di 20 mm e composti da vetri ED che promettono, almeno sulla carta, una estrema puntiformità sino ai bordi. A detta dei progettisti, inoltre, il trattamento multistrato antiriflesso colore verde smeraldo Pentax SMX concede una trasmissione massima della luce superiore al 98%. Ma dato che non esistono oculari perfetti, o almeno io non ne ho ancora provati (forse il Docter UWA 12.5 mm?) ho analizzato per alcune settimane questi accessori Made in Japan nelle seguenti focali: un 40 mm con barilotto da 50.4 mm e un 20 mm, un 10 mm ed un 3.5 mm con il classico formato da 31.8 mm per verificare se i progettisti siano stati in grado di contenere al meglio le aberrazioni ed altri difetti intrinseci di questi accessori astronomici. Alcuni oculari sono stati forniti da mhzoutdoor, altri sono di mia proprietà, acquistati nei primi anni del 2000.
Per verificare le prestazioni ma anche i difetti, è stato indispensabile testarli con una configurazione ottica ad hoc e dato che gli XW sono stati sviluppati appositamente per l’utilizzo con rifrattori apocromatici a corta focale , con un campo piano , ho quindi deciso di utilizzare il “vecchio” rifrattore Pentax SDHF uno strumento apocromatico molto corretto di 75 mm di apertura e 500 mm di focale dotato di un doppietto a dispersione ultra-bassa e di una lente che funge da spianatore di campo.
In ogni modo, non ho dimenticato di utilizzare gli XW con un classico catadriottico commerciale di 203 mm per vedere come si comportano con telescopi dal campo curvo, infine non è mancata una comparativa con degli ottimi oculari ortoscopici Abbe della Zeiss e dei comuni Ploss marchiati Celestron, per verificare come si comportano, nell’osservazione pratica, oculari dal sistema ottico differente.
Prime impressioni
Lo scafo dei Pentax XW appare elegante e robusto, il paraluce estraibile che svolge anche le funzioni di scafo protettore dello schema ottico si è rilevato molto comodo da utilizzare e facilmente regolabile. La grandezza di questi oculari, che può impressionare i novelli utilizzatori di questo sistema, è data, oltre che dalla presenza di molteplici lenti, anche dalla totale impermeabilizzazione (JIS classe 4) che per ovvi motivi non ho deciso di collaudare.
E’ proprio lo schema a più lenti che è foriero di pregi ma anche di difetti. i primi consistono nella quasi totale riduzione delle aberrazioni geometriche, dell’ottimo campo visivo e della comodissima estrazione pupillare anche per i portatori di occhiali, di contro non sono in grado di annullare totalmente i riflessi interni, la luce diffusa le immagini fantasma e l’effetto di parallasse che si evidenzia in varie misure quando discostando l’occhio dall’asse ottico, l’immagine si sottrae alla nostra vista.
LUNA
Sono riuscito a usare tutte le focali a mia disposizione, intervallandoli fra il rifrattore Pentax e lo Schmidt Cassegrain da otto pollici e confrontandoli con gli altri oculari.
Il contrasto è risultato di poco superiore nei Takahashi ABBE , l’ho notato soprattutto osservando gli intrecci delicati delle rime lunari, come ad esempio la rima Merseneus ma, nell’uso prolungato, ho preferito di gran lunga il Pentax di 10 mm, in concerto con il catadriottico: la comodità nell’osservazione e l’ampio campo osservabile erano senz’altro più appaganti e non ci mi rimpiangere quel poco contrasto in più degli ortoscopici. Confrontati inoltre con i Plossl della Celestron, si poteva percepire in maniera vistosa la migliore trasmissione della luce degli XW.
In una serata di luna piena ho poi verificato l’aberrazione cromatica laterale, l’effetto di parallasse , la luce diffusa e le immagini fantasma.
Aberrazione cromatica laterale | Effetto di Paralasse | Luce diffusa | Immagini fantasma | Distorsione | |
40 mm | Sul bordo estremo del campo, colore azzurrino. | Presente. | Presente ma contenuta | Presente ma contenuta su Luna e Pianeti | Impercettibile |
20 mm | Sul bordo del campo, colore giallo-verde | Presente ma contenuta | Presente ma contenuta | Presente ma contenuta su Luna e pianeti | Assente |
10 mm | Sul bordo estremo del campo, colore giallo-verde | Presente ma contenuta | La più contenuta delle 4 focali testate | Presente ma contenuta su Luna, assente osservando i pianeti | Assente |
3.5 mm | Sul bordo estremo del campo, colore azzurrino | Presente in maniera superiore alle altre focali | Presente | Contenuta | Assente |
Estrazione pupillare | Astigmatismo | Curvatura | Coma | Distorsione | |
40 mm | Ottima | Vedi nota nell’articolo. | Assente | Impercettibile | Impercettibile |
20 mm | Ottima | Impercettibile | Assente | Presente ai bordi del campo | Assente |
10 mm | Ottima | Assente | Assente | Il più corretto | Assente |
3.5 mm | Buona | Assente | Assente | Quasi assente. | Assente |
Assente |
Come potrete verificare dalla tabella ho ottenuto delle prestazioni leggermente differenti a secondo delle focali testate, in ogni modo, questi oculari seppur ottimi sono affetti da una lieve aberrazione cromatica laterale che si nota al bordo estremo del campo. In questo caso, l’oculare più corretto è stato il 10 mm che ha ostentato un lievissimo colore giallo-verde del bordo lunare, proprio nei pressi del barilotto esterno. Anche le immagini fantasma, osservando il disco lunare erano presenti , in ogni caso sono più performanti rispetto a ciò che si osservava, ad esempio, negli oculari Erfle di qualche anno fa, lo stesso dicasi per la luce diffusa. Insomma, ci sono lati positivi e negativi ma questi ultimi paiono ridursi anno dopo anno e la configurazione ottica studiata dalla Pentax mi pare per ora un ottimo punto di riferimento.
Quello che non mi è piaciuto molto è stato l’effetto di parallasse dell’oculare da 3.5 mm, se negli altri era abbastanza contenuto e facile da evitare attraverso una corretta posizione del occhio nei pressi dell’asse ottico, con l’oculare dalla corta focale, bastava un lieve spostamento del viso per vedere scomparire la superficie lunare.
Non ho invece riscontrato pregi considerevoli nella visione planetaria (Marte e Saturno) da farmeli preferire agli ottimi ortoscopici della Zeiss che in questo caso mostravano immagini più secche e contrastate.
Per quanto riguarda le osservazioni del cielo profondo non ho nulla da eccepire: le immagini paragonate agli altri oculari sono risultate molto luminose con una ottima puntiformità sino ai bordi ed un campo quasi totalmente fruibile, oserei dire pari al 98%,se si eccettua l’oculare da 20 mm dalle prestazioni lievemente inferiori. La curvatura era nella maggior parte dei casi assente o impercettibile, ottima invece l’estrazione pupillare. Non ho osservato astigmatismo mentre chi esaminava gli oculari con me lo ha percepito in maniera lieve all’interno degli oculari da 40 e da 20 mm; ritengo quindi che sia un difetto dovuto più alla vista umana che all’oculare, che mi è parso molto corretto.
Inutile dire quale sia stata la visone del doppio ammasso di Perseo e delle Pleiadi attraverso il rifrattore Pentax da 75 mm, le immagini erano sì meno luminose di quelle mostrate dal Celestron di 203 mm ma le stelle erano somiglianti a punte di spillo ed immerse in un ampio campo corretto, tale da non farmi rimpiangere un qualsiasi ottimo binocolo alla fluorite dal diametro di poco superiore.
In alcune serate dalla discreta trasparenza, abbiamo atteso il sorgere di Orione con il catadiottrico, un diagonale da 50,4 mm e l’oculare Pentax XW 40 mm. M42, il cuore del Cacciatore era stupendo: il ventaglio della nebulosa era tessuto da una miriade di dettagli e superando il grado di campo osservabile potevamo spaziare nelle regioni circostanti. Nella regione interna del trapezio, oltretutto, erano visibili le quattro stelle principali più altre due. Posso solo ricordare di aver percepito, mesi or sono, delle simili caratteristiche unicamente dopo aver osservato all’interno di un ottimo Televue Panoptic da 35 mm, ma non avendo a disposizione l’oculare americano per una comparativa non possso evidenziarne le differenze tranne ricordarmi una estrazione pupillare inferiore ed una maggiore presenza di luce diffusa.
Ho maggiormente apprezzato le galassie nell’Orsa Maggiore attraverso l’oculare da 20 mm, ma questo effetto è da imputare al fondo cielo mediamente inquinato che non mi ha permesso di sfruttare la luminosità elevata del 40 mm.
E con i binocoli?
Pubblico volentieri le impressioni dell’amico e collaboratore Elio Biffi, grande appassionati di Pentax XW che utilizza, compara da anni, osservando con i suoi binocoli preferiti.
” Gli oculari Pentax XW sono oculari a grande campo con un ottimo contenimento delle aberrazioni cromatiche e geometriche, li apprezzo molto, con i miei binocoli per la loro trasparenza, la loro luminosità e la resa neutra dei colori. Seppure lo schema ottico sia complesso forniscono un’ottima nitidezza, paragonabile a oculari con meno campo e piu’ specifici per le osservazioni in alta risoluzione.
Tra i difetti posso citare, la presenza della scanalatura nel barilotto che potrebbe dare alcuni problemi con i morsetti dei binocoli e l’ampio diametro dello scafo ottico che, potrebbe non consentire alle persone con una distanza interpupillare inferiore ai 65 mm di osservare con comodità.
Elio Biffi
In sintesi
Ritengo che gli oculari Pentax XW, seppur non siano un progetto recente, abbiano dimostrato ancora una volta di essere molto performanti nella visione degli oggetti del cielo profondo e data la loro comodità nella osservazione e il contenimento dei riflessi (se si eccettua secondo noi la focale più piccola) li consiglio vivamente anche ai possessori di telescopi a campo curvo (Maksutov, Schmidt Cassegrain ecc, ecc) per impareggiabili visioni della superficie lunare e solare.
I Pentax XW ( 20 mm, 14 mm , 10 mm, 7 mm, 5 mm, 3.5 mm) sono attualmente disponibili con prezzi a partire da euro 369 sul sito on-line di mhzoutdoor
Piergiovanni Salimbeni è un giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica.Nel 2021 è entrato a far parte della Patagonia PRO Team come professionista dell’outdoor. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero pratica fotografia di paesaggio, caccia fotografica, fototrappolaggio, digiscoping, enduro con la mountainbike.