Intervista a William “Bill” Cook – Chief Optical Man della US NAVY – 12.000 binocoli collimati e..altro ancora!

SOMMARIO

PREMESSA

Con molto piacere vi presento l’intervista esclusiva a William Cook, noto come “Bill”, un grande esperto del settore ottico con una carriera illustre. Nel corso degli anni, ha ricoperto il ruolo di “Chief Optical Man”  della US NAVY , riparando oltre 12.000 binocoli e contribuendo al design di telescopi da osservazione e sistemi di collimazione.
La sua vasta esperienza gli ha consentito di  insegnare a rinomati esperti mondiali e di coniare il termine  “allineamento condizionale”.

Durante l’intervista, “Bill” ha condiviso con professionalità e un tocco di ironia le sue prospettive uniche, arricchendo il dialogo con qualche aneddoto e osservazioni schiette.

Concludo ringraziando ancora una volta Bill per la sua disponibilità, augurandovi  nel contempo una piacevole lettura.

 Potresti condividere con i lettori di Binomania la tua esperienza lavorativa nella US NAVY e il tuo ruolo di  come tecnico specializzato? Quali sono stati i punti salienti della sua esperienza?

Sì Pier, ma  tu stai baciando un serpente a sonagli sulle labbra; dopo mezzo secolo di attività in tale disciplina e professione, ho più da dire di quanto probabilmente  tu e i tuoi lettori vogliate sapere.  Il mio interesse per l’ottica è iniziato molto prima del mio arruolamento nella Marina Militare. È iniziato nel 1959, quando avevo 8 anni, in una scuola di una sola stanza a sud di Mt. Hermon, nel Kentucky. Gli studenti che avevano finito i loro compiti potevano uscire a giocare. Trovai una piccola bottiglia di profumo in disuso che riempii con l’acqua del “Boyd Branch” che scorreva accanto ad essa.FIG.1). Infilai un bastoncino nell’apertura e usai una lente d’ingrandimento. In base a come la tenevo, produceva uno spettro di colori brillanti. Da allora l’ottica è sempre stata parte integrante dei miei pensieri.  

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FIG.1 

  Durante la mia prima settimana all’università, undici anni dopo, incontrai un ragazzo che aveva appena daneggiato il suo Bushnell 7×50 che i genitori gli avevano regalato per la maturità. Era più arrabbiato della proverbiale “gallina dalle uova d’oro”.  Gli chiesi di farmelo controllare e  purtroppo costatai che aveva ragione: l’aveva scollimato. Gli  confermai che pensavo di poterlo aggiustare. Mi rispose: “Beh, se ci riesci ti do 5 dollari”.  Lo portai nella mia stanza del dormitorio e lo “collimai”, allineandolo con il metodo condizionale – a quel tempo non avevo ancora sentito la parola “collimare” e l’allineamento condizionale non era ancora stato coniato.

Al mio ritorno, fu così felice che mi regalò  i cinque dollari promessi e, mentre mi godevo la cena con lui, pensai che riparare le ottiche non sarebbe stata una cattiva professione da intraprendere.  Proprio quando mi laureai, iniziò la famosa  recessione del 1973-75 e per tale motivo dovei iniziare a comprendere come guadagnare un po’ di soldi. Pensai al servizio militare. Iniziai, quindi, ad affidarmi ai reclutatori del centro commerciale di Rayleigh Springs (Tennessee).  Quando il sergente dell’esercito venne a dirmi che avevo ottenuto un punteggio “eccezionalmente buono”, gli dissi che ero nato di notte, ma quella non era la mia ULTIMA NOTTE, e me ne andai a parlare con altri reclutatori.

Quando fu la volta della Marina Militare, vidi un filmato su ciò che facevano i loro ottici e mi appassionai! (Gli Artificieri di precisione hanno cambiato il loro nome in “Opticalmen” nel 1948).

 

Quali erano le principali sfide che  dovevi affrontare quotidianamente nella riparazione e nell’allineamento dei binocoli utilizzati dalla Marina?

 Pochissime nella fase di riparazione e nella collimazione. Ho imparato la “collimazione clinica” proprio all’inizio e ho sviluppato le mie tecniche in alcuni degli aspetti più difficili della riparazione, che hanno fatto sì che gli altri tecnici si arrendessero. Sono sempre stato ostinato quando si trattava di dire la verità e sapere quale fosse la verità. 
 “L’uomo più odiato è quello che dice la verità”. – Platone 
Durante l’esame di “Chief”, ci fu dato un foglio in più per mostrare tutti i nostri calcoli per essere esaminati dalla commissione di selezione. In fondo al mio lavoro scrissi: “Alcune domande mi hanno confuso. Non sapevo se dovevo scrivere la risposta che pensavo volevate… o la risposta esatta!”. Quell’anno fui  l’UNICO ottico di prima classe a diventare capo ottico. Ero colpevole di essere un “hot dog” * o solo di sapere ciò che i miei superiori non sapevano?

  • Negli USA la definizione hot dog,  descrive una persona molto abile che si esibisce in vistose manovre acrobatiche quando scia o fa surf 🙂

Quali erano i criteri principali che seguivi per assicurarti che i binocoli fossero correttamente allineati e funzionanti? Hai avuto anche tu, un maestro?

Seguendo le tecniche SEMPLICI e prescritte, la collimazione è un “gioco da ragazzi”. (FIG. 2) Non ho un master, ma sono stato chiamato a insegnare a dottori di ricerca in ottica  molte nozioni che non conoscevano riguardo la  stereopsi, e molti, in seguito, sono diventati i miei migliori amici.

FIG.2  Scarica il file nel formato .pdf. Traduzione effettuata tramite l’abbonamento professionale di Deepl.com per motivi di brevità. Mi scuso per eventuali errori

 

 John Gregory (Gregory Maksutov), il Dr. Dick Buchroeder (Buchroeder Tri-Scheifspeigler), Richard Berry (Editore ASTRONOMY e Telescope Making), Bill Nye (the Science Guy), il compianto Peter Abrahams, Harrie Rutten (Telescope Optics Evaluation & Design), Stephen F. Tonkin (Astronomia binoculare), Gijs van Ginkel e con Cory Suddarth, Presidente S.R.O. / Suddarth Optical Repair, ci siamo conosciuti alla scuola di ottica “A”, abbiamo lavorato insieme in Marina e lui ha lavorato per me alla Captain’s Nautical Supplies di Seattle. Assumerlo è stata la cosa migliore che abbia mai fatto per il bene del settore ottico.

Può raccontarci una situazione particolarmente difficile o interessante che hai dovuto affrontare durante la tua carriera di tecnico ed esperto di riparazioni?

Cercare di insegnare a coloro che pensano di sapere tutto e vogliono che le loro opinioni siano considerate come fatti può essere un compito scoraggiante. La collimazione è un compito semplice, come indicato alla fine dell’allegato (scaricabile tramite la  FIG.2). Eppure, mi sembra di ricevere sempre molti consigli relative a nuovi metodi per ottenere una facile collimazione che, in realtà, non hanno quasi nulla a che fare con la collimazione clinica. Per molti versi, siamo tutti ignoranti. Ma quando questa metastasi diventa stupidità intenzionale, può causare molti danni al nostro settore.

“La verità è incontrovertibile. La malizia può attaccarla, l’ignoranza può deriderla, ma alla fine è lì” – Winston Churchill

 “Il nemico della conoscenza non è l’ignoranza; è l’illusione della conoscenza”. – Dr. Stephen Hawking

 

Quali strumenti e tecniche hai sviluppato nel corso degli anni per garantire un allineamento preciso del binocolo?

 Nessuno! Utilizzo la tecnica di collimazione ideata dalla Marina degli Stati Uniti negli anni ’30, ho collimato oltre 12.000 binocoli e mai una volta la mia tecnica è stata messa in discussione. Evito solo di essere coinvolto in conversazioni con ottici da poltrona che, dopo aver visto 3 o 4 binocoli, pensano di avere un metodo migliore. L’allineamento condizionale può senz’altro far allineare due immagini, ma, come spiegato nell’pdf (vedi FIG.3) questa NON è  una corretta collimazione. Costringe l’osservatore a usare il proprio accomodamento spaziale per  compiere il lavoro. Il risultato è che le immagini sono allineate a discapito di un certo grado di affaticamento della vista.  

FIG.3 – Scarica il file nel formato .pdf. Traduzione effettuata tramite l’abbonamento professionale di Deepl.com per motivi di brevità. Mi scuso per eventuali errori

 

Il processo di riparazione e allineamento dei binocoli nel corso degli anni,  si è evoluto dalla tua esperienza iniziale alla fine della sua carriera lavorativa? Ripari ancora strumenti ottici?

La collimazione clinica può cambiare solo se cambiano le leggi della fisica. Coloro che hanno bisogno di accarezzare il proprio ego continueranno senza dubbio a farlo. Dopotutto, la maggior parte degli appassionati vuole solo che le due immagini si fondano. Quando ciò avviene, per loro è sufficiente e quindi  ignorano i livelli che questa scelta comporti affaticamento visivo. 
Ho combattuto questa battaglia tramite articoli, conferenze e libri dal 1976 e morirò ancora combattendo. L’allegato scaricabile con la FIG.3 spiega come i campi di vista visibili nei tubi ottici debbano allinearsi in modo efficace e ragionevole. Per quanto riguarda la possibilità di continuare a riparare strumenti ottici, si veda la figura n. 5

FIG. 5

Ho un collimatore nel mio garage (FIG.6 ) e ho pensato di creare “Collimation Plus”. Quando ho perso 700 dollari il primo mese, ho deciso che ero troppo vecchio per tutti quei grattacapi! 

FIG.6

Avendo letto molti dei tuoi articoli e libri, so che sei stato tu a coniare il termine “allineamento condizionale”, che è stato ampiamente adottato da altri autori. Potresti spiegare brevemente cosa intendi con questo termine?

Assolutamente sì, l’ho coniato io. Si legga sempre il manuale allegato scaricabile tramite la FIG.3

 

Cosa ti ha spinto a condividere le tue conoscenze ed esperienze attraverso libri e articoli sull’argomento? Hai qualche testo da consigliare agli appassionati italiani?

La maggior parte dei miei scritti e delle mie conferenze sono iniziate con il tentativo di smantellare la frode dell'”autofocus” (vedesi FIG.5). 

 

Quali consigli daresti a chi inizia a lavorare nel campo della riparazione e della collimazione dei binocoli?

 È necessario avere una buona attitudine meccanica, una sana dose di pazienza e… “FARSI ESAMINARE LA TESTA”! Oppure accontentarsi di lavorare su strumenti più vecchi. A meno che  abbiate un sacco di soldi, la maggior parte delle aziende affidabili non vi venderà la armatura originale di gomma  del vostro binocolo e molte volte dovrete distruggere la vecchia armatura per poter collimare. I binocoli più vecchi non avevano questo problema.

 

Pensi che per un appassionato possa valere la pena di creare un piccolo sistema per il controllo della collimazione? Io ad esempio ho un classico Celestron C8, cosa mi consiglierebbe?

No! Ma consiglierei a un’officina di telescopi della zona di avere un sistema di questo tipo e qualcuno che lo faccia funzionare e che insegni agli altri. Il C8 è quello che Cory usa quando va agli star party (FIG.7). Il banco di prova non è robusto come quello dell’Mk5, ma è altrettanto funzionale! Troppi ottici da poltrona cercano di far sembrare le cose molto più complesse di quanto non siano in realtà. Questo dà loro una grande spinta all’ego e li pone su un piedistallo di fronte a chi non è incline al pensiero logico, ma ostacola seriamente l’innalzamento del livello di comprensione di tutti.  

FIG.7

Se dovessi consigliare a un giovane appassionato quale binocolo acquistare, preferiresti  un modello vintage o uno nuovo?

 La lingua inglese è sempre in evoluzione. Tuttavia, ritengo che le modifiche debbano essere apportate da grammatici in buona fede e non da un tizio per strada che non conosce la lingua. 
Consiglio di comprare nuovo. Il VINTAGE è di gran moda in questi giorni. Ma per come viene usato è arrivato a significare: VECCHIO … spazzatura… vecchia spazzatura o, in alcuni casi…  PASTURA PER UNO SQUALO MANGIATORE DI PLASTICA!  La cosa principale da ricordare è che, al di là dello spreco di denaro, la maggior parte delle persone non è in grado di distinguere tra un binocolo da 500 dollari e uno da 3.500 dollari. Forse non se ne convinceranno mai, ma: “Una buona pubblicità non ha bisogno di essere accurata e nemmeno significativa; deve solo essere creduta”. 

La maggior parte delle persone non sa davvero cosa vuole. Molte persone si sono rivolte a me dicendo: “Il mio binocolo non mette a fuoco”, mentre in realtà il binocolo metteva a fuoco benissimo ma era gravemente scollimato.

 

Qual è la tua opinione sull’attuale mercato dei binocoli vintage nel mondo?

Qual è la tua esatta definizione di vintage?

Mia risposta: In realtà secondo me qui in Italia c’è un po’ di confusione riguardo questo termine. Personalmente considero un binocolo vintage un binocolo che valga la pena collezionare per il suo valore ottico e/o storico, purtroppo ci sono persone che spacciano pezzi di vetro pieni di muffa per strumenti da collezione.

Pier, tu hai la mia stessa opinione a riguardo

 

 Credi che la maggior parte dei rivenditori di binocoli abbia le competenze giuste per assistere i clienti nel post-vendita?

 NO! Ci sono alcune eccezioni, ma la maggior parte si limita a trasmettere le informazioni errate che gli sono state insegnate

 

E ora una domanda un po’ scomoda: C’è stata qualche situazione in cui ha scoperto che le tue tecniche sono state utilizzate da altri senza che questi ne riconoscessero la paternità. Come hai gestito la situazione?

 Mi piacerebbe che mi venisse riconosciuto il merito dei miei anni di attività e del mio lavoro. Tuttavia, questo è irrilevante. Quando la maggior parte degli AUTORI utilizza il mio lavoro, parla di allineamento condizionale, riconosce il mio contributo. La maggior parte degli altri non lo fa. E poi ci sono quelli che seguono ogni mio contributo e cercano di usurpare il mio lavoro per il proprio o lo negano del tutto.  Kevin Busarow, il proprietario di Oberwerk, ha creato due video in cui sostiene che l'”allineamento condizionale” è un mito. Si veda la seguente immagine.

(Attendo ovviamente un eventuale replica dell’interessato N.d.A.)

 

  Un’ultima domanda: so che ora è felicemente in pensione. Il binocolo è ancora parte integrante della sua vita?

 

Sì, e sì. La FIG.8 mi ritrae come ottico di terza classe tra due collimatori Mk5 sulla USS Grand Canyon. La FIG.9 mi ritrae mentre lavoro su un 20×120 in Capitaneria. Nella FIG.9A potete vedere  il “Capo Cook” in pensione nel suo garage a Twin Falls Idaho.

      L’ottica fa parte della mia vita da oltre mezzo secolo. Le FIG. 10 e 11 illustrano ciò le mie pubblicazione a riguardo.

 

      Ho  anche progettato il telescopio Cook-Houghton, FIG.12, FIG.13 e FIG.14

Ho realizzato il telescopio “Baywatch”, che ha  fatto guadagnare alla Captain’s quasi un milione di dollari.

FIG.15

Inoltre, mentre lavoravo alla Captain’s, ho curato e pubblicato ATMJ (Amateur Telescope Making Journal) per 10 anni dopo che Kalmbach aveva abbandonato Telescope Making di Richard Berry (FIG.16)

FIG.16

Ho svolto attività di ingegneria ottica per Orion, l’Osservatorio Yerkes e la NASA (FIG.17, FIG.18, FIG.19)

 

Nel 1992, il New York Times pubblicò un articolo che esaltava il lavoro di riparazione ottica della Clairmont-Nichols, Inc. di New York (FIG.20) riguardava una scatola di 30 binocoli che avevamo appena ricevuto… per la riparazione. PER LA RIPARAZIONE! 

 

 

FIG.20