Da moltissimi anni gli appassionati di binocoli, discutono su quale sia la migliore configurazione ottica. Esistono, infatti, gli amanti dei binocoli con prismi di porro e gli indefessi sostenitori dei prismi a tetto.
In realtà, similmente alla politica, esistono anche dei sotto-gruppi, (i fautori dei binocoli stabilizzati, gli amanti della messa a fuoco individuale, i fissati per i binocoli con il campo totalmente , etc etc)
Questo evidenzia, ancora una volta, come un binocolo sia uno strumento realmente difficile, oltre che da testare, anche da includere in una specifica categoria.
Un altro fattore da considerare è che molte persone ritengono di possedere la verità assoluta unicamente perché amano una caratteristica principale di un binocolo, disdegnando spesso altri strumenti che possiedono, nei loro campi specifici, delle prestazioni imbattibili.
E’ nota a tutti, ad esempio, l’avversione di alcuni binofili nei confronti dei binocoli dotati di un minimo di distorsione, che, invece, quando non eccessiva, contenuta entro valori accettabili e ben progettata, è in grado di consentire delle ottime osservazioni terrestri senza l’effetto palla rotolante, molto evidente con i binocoli privi di distorsione.
Ho sentito addirittura criticare la produzione di binocoli con tale “difetto”, asserendo che tali strumenti sono pressoché inutili e che sarebbe sufficiente un semplice programma di progettazione ottica per risolvere il problema, fortunatamente il mondo è bello perché è vario. Seguirà, ovviamente, a breve un articolo specifico in merito alla distorsione di campo ed i binocoli.
Pregi e difetti principali
La differenza basilare fra i due schemi ottici consiste nella disposizione fra i prismi e gli oculari. Per un maggior approfondimento, consiglio vivamente di rileggere l’articolo di Ottaviano Fera, relativo ai prismi ed i binocoli. https://www.binomania.it/binocoli/prismi.php
Ovviamente questi due sistemi ottici non sono scevri da differenziazioni costruttive, , infatti, a seconda della costruzione, della qualità e dell’utilizzo, i componenti del binocolo come lo scafo, i paraluce i prismi e gli oculari possono differenziarsi in maniera piuttosto accentuata.
Vi sono altri due pregi nei binocoli con prismi di porro, oltre a quelli che avete potuto leggere nell’articolo di Ottaviano Fera, e sono:
1)Una migliore tridimensionalità, dovuta alla maggior distanza dei prismi e dei tubi ottici, Esiste una semplice equazione matematica che consente di verificare la percezione di profondità di un binocolo rispetto ad un altro. Essa è dato da B/b x I . B rappresenta la distanza degli obbiettivi, bquella degli occhi dell’osservatore, mentre ì rappresenta l’ingrandimento del binocolo).
2) in certi casi è migliore l’ergonomia dello strumento
Tali prestazioni, potrebbero evidenziare, almeno a livello teorico, che i binocoli con prismi di porro siano migliori rispetto ai binocoli con prismi a tetto ma come spesso si evince, la pratica vale molto più della grammatica e per tale motivo, è utile analizzare e comparare vari strumenti nella pratica quotidiana,ossia nel per verificare le loro “reali” prestazioni su campo. Tentando di non farsi influenzare dai preconcetti.
Il test è stato eseguito per tre tipi principali di osservazioni che personalmente definisco “naturalistiche”
1)Osservazione avi/fauna a breve distanza
2) Osservazione avi fauna a media e lunga distanza
3) Osservazione paesaggistica
I binocoli testati sono stati molteplici e di alcuni di loro troverete ben presto delle recensioni approfondite. Sono tutti binocoli in grado di sviluppare 8- 8.5x ingrandimenti e con un diametro massimo pari a 44mm; (eccetto il Minox HG 10×52 e il Nikon SE 10×42) Ho quindi prediletto la trasportabilità.
- Alcuni binocoli con prismi a tetto.: a partire da sinistra Vortex Stokes 8×42, Vortex Razor 8×42, MInox HG 10×52,NIkon HG 8×42, Kowa Prominar 8.5×44
Primo test
Osservazione avi/fauna a breve distanza
Aggiudico, senza remore, la vittoria ai binocoli con prismi a tetto per i seguenti motivi:
1) Messa a fuoco minima pari, in media a 1.5-2 metri; mentre i binocoli con prismi di porro con 8 ingrandimenti, possiedono, in media, una messa a fuoco minima pari a 3m. Ciò esclude la visione “immediata” di farfalle, libellule e di altri soggetti vicini, spesso mi capita di avere la fortuna, da un capanno osserativo di ammirare dei soggetti anche a distanze inferiori ai 3metri ed il tetto, qui è realmente in grado di fare la differenza.
2) Migliore capacità, in media, dei binocoli con prismi a tetto di raggiungere la media distanza, dalla minima, attraverso una breve e rapida rotazione della manopola di messa a fuoco, (in media 1/8 di giro) Oltre a ciò risulta anche inferiore il passaggio fra la messa a fuoco minima all’infinito. In alcuni binocoli con prismi di PORRO ci vogliono ben due giri e mezzo di manopola, mentre la maggior parte dei binocoli con prismi a TETTO, rimangono su un valore medio pari ad un giro di manopola)
3) Contenimento dell’effetto “sdoppiamento” osservando soggetti alla minima distanza di messa a fuoco.
Molti lettori avranno notato che osservando soggetti molto vicini, l’immagine fornita dal binocolo tende a sdoppiarsi, in una specie di “otto”, questo dipende da due fattori: dalla distanza degli obiettivi fra loro e dalla prevaricazione dell’ occhio prevalente rispetto all’ altro che ha la megli,o proprio in tale frangente e che non permette al cervello la totale integrazione di entrambe le immagini.
Tale difetto è oltremodo evidente da chi è abituato ad osservare i particolare con un occhio solo, cannocchiale e/o telescopio, giacché il sistema occhio-cervello del binofilo pare più allenato.
Per questo motivo, giacché i binocoli con prismi di porro sono dotati di tubi ottici più distanti fra loro, rispetto ai tubi ottici dei binocoli con prismi di tetto, i prismi di porro generano un maggiore sdoppiamento della immagine, a discapito delle osservazioni naturalistiche a breve distanza, per tale motivo è decisamente più gradevole osservare insetti e farfalle a breve distanza con un binocolo con prismi a tetto, rispetto ad un binocolo con prismi di porro.
3) In media, i binocoli dotati di prismi a tetto, possiedono una maggiore compattezza dello scafo ottico che consente una migliore impugnatura ed una maggiore rapidità della messa a fuoco e quindi una miglior capacità di inseguire i soggetti a breve e media distanza.
Ciò dipende da due fattori: dalla maggiore compattezza dei tubi, e dalla già citata, minor corsa della messa a fuoco . E’ quasi sempre possibile regolare la messa a fuoco rapidamente con un solo dito , riuscendo nel contempo a sostenere il binocolo.
Tale caratteristica è molto soggettiva, giacché dipende dalla conformazione della mano e dalla lunghezza delle dita, in linea generale, un bambino o una donna, si trovano maggiormente a loro agio con un binocolo a tetto, perché si riesce ad impugnare facilmente.
Interviene, inoltre, la maggior corsa della messa a fuoco dei binocoli con prismi di porro che, in certi frangenti, non consente di inseguire soggetti molto veloci. Personalmente , durante il lungo test, ho appurato di riuscire a seguire con i vari binocoli dotati di prismi a tetto, per l’80 per cento delle volte, le acrobazie da ramo in ramo di alcune cince molto confidenti mentre ho sempre avuti forti problemi con i PORRO che richiedevano una maggior dovizia nella fase di messa a fuoco.
2) Osservazione avi fauna a media e lunga distanza
Direi che i pregi e i difetti di entrambe le configurazioni si equivalgono, in certi casi gli amanti di tali osservazioni preferiranno un binocolo con prismi di porro per la maggior qualità ottica a parità di prezzo, in altri casi, prediliranno la leggerezza dei tetto, magari perché sono instancabili trekker o praticanti del nordic walking. La rapidità di messa a fuoco non è cosi fondamentale nelle osservazioni a media distanza, anche se, resta il fatto che nell’uso naturalistico siano preferibili binocoli con un ampio campo di vista per inseguire al meglio i soggetti più veloci.
3) Osservazione paesaggistica
In tale specifico settore, prediligo maggiormente il binocolo con prismi di porro per i seguenti motivi
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la resa ottica, per ciò che concerne la nitidezza, la capacità di resistere ai riflessi, il campo apparente e il contenimento dell’abberrazione cromatica è accessibile a prezzi decisamente inferiori rispetto a quella fornita dai binocoli a tetto. In media, un binocolo con prismi di porro da 900-1000 euro è in grado di fornire una resa ottica simile a quella di un tetto da 2000 euro. Anche nelle osservazioni in forte controluce, situazione spesso incontrabile nelle mere osservazioni paesaggistiche la composizione dei prismi di porro mostra una inferiore “difrazione laterale”, rispetto a quella causata dal passaggio di luce sui bordi di un prisma di tetto. In un prossimo articolo, avrò modo di spiegare con maggiore precisione tale “pregio” che in realtà è una caratteristica dei prismi a porro, che a parità di qualità ottica e/o di trattamenti risultano più performanti nel contenere diverse aberrazioni.
2. Una maggiore tridimensionalità che consente una maggior godibilità delle immagini paesaggistiche
3. I tubi spaziati consentono di sostenere validamente il binocolo nella fase di panning “lento” nella fase di osservazione del panorama, fattore soggettivo, ma che cito per ovvi motivi.
Resta ovviamente il fatto, che per la mera osservazione di panorami a media e lunga distanza preferisco la precisione, la robustezza e la tropicalizzazione di un binocolo di derivazione militare con messa a fuoco individuale
In sintesi
Ancora una volta posso confermare che il settore dei binocoli è bello perché vario, in antitesi ad altri settori, noi amanti dei binocoli possiamo scegliere non il miglior binocolo, ma quello che va bene per noi..
Piergiovanni Salimbeni è un tester e giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica, geologia lunare. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il suo secondo romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero leggi molti libri, pratica tiro sportivo a lunga distanza, fototrappolaggio, digiscoping, fotografia di paesaggio.