Vintage o moderno?: Kern Aarau 8×30 vs Zeiss Oberkochen 8×30, vs Swarovski Habicth 8×30

 

Premessa

Era da qualche anno che volevo scrivere una comparativa tra binocoli vintage e binocoli nuovi. Non avevo mai trovato il modo e il tempo. Per fortuna, grazie alla collaborazione di Marco Lucchini di Foto video Lucchini di Domodossola ho avuto la possibilità di confrontare uno Swarovski Habicht 8×30 contro due binocoli con prismi di Porro (magistralmente conservati) di sua proprietà: un Kern Aarau 8×30 e un Carl Zeiss 8×30 Oberkochen.

I tre protagonisti pronti per l'osservazione
I tre protagonisti pronti per l’osservazione

Sul Forum di Binomania e navigando sul web potrete trovare decine di pagine sulla loro storia e le loro caratteristiche, quindi non mi dilungherò più di tanto nel citare i dati tecnici. Ciò che volevo, in realtà, era verificare le reali prestazioni sul campo.  Vi anticipo che vorrei organizzare un’altra comparativa tra binocoli crepuscolari. Zeiss HT 8×54 contro tutti.
Chi volesse mettere a disposizione un 8×56 vintage, potrà contattarmi scrivendo info@binomania.it.

Se non volete leggere l’articolo potete vedere il video. (Per motivi di tempo, purtroppo, non riesco a tradurre il filmato in lingua inglese. Ho deciso di utilizzare un sito che traduce i sottotitoli in automatico. Saranno disponibili nei prossimi giorni. Mi scuso anticipatamente con gli amici non italiani per gli errori che riveleranno).

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I contendenti

All’epoca della loro presentazione il Kern e lo Zeiss costavano come uno stipendio medio. Ai nostri giorni lo Swarovski Habicht costa in media 850 euro, quindi circa il 70% di uno stipendio italiano medio, ma è possibile trovarlo nel mercato dell’usato a circa 500 euro.

È molto difficile stabilire il reale prezzo di vendita degli altri due binocoli, perché dipende anche dalle loro condizioni ottico- meccaniche, in linea di massima si possono trovare tra i 250 e i 350 / 400, se dotati di custodia originale.

La questione è quindi la seguente? Vale la pena spendere questi soldi se con cinquecento euro si può comprare un binocolo usato ma di recente costruzione?  Vi darò la mia opinone alla fine di questa comparativa.

 

Ho sfidato lo Swarovski contro il Kern e lo Zeiss, in quattro tipi di osservazione differente.

  • Birdwatching
  • Visione terrestre panoramica
  • Osservazione crepuscolare
  • Osservazione astronomica

 

 

Prima di iniziare, descriverò rapidamente le loro caratteristiche tecniche, ricordandovi che su binomania è già presente da qualche anno, una recensione approfondita dello Swarovski Habicht 8×30.

 

 

 

Binocolo Kern ARAUU 1973 8×30

È un binocolo prodotto in Svizzera. Qualche settimana fa un militare elvetico, prossimo alla pensione, mi ha confessato che sino agli anni Ottanta i binocoli Kern erano in dotazione non solo all’esercito ma anche alle Guardie di Confine. Attualmente, invece, utilizzano prodotti ZEISS.

L’azienda ha chiuso i battenti negli anni Ottanta, il modello pari al nuovo conservato da Lucchini è del 1973 ed era stato concepito per il mercato militare, come evidenziato sulla sigla presente nei pressi del prisma destro.

 il Kern Aarau 8x30
il Kern Aarau 8×30



Meccanicamente è ben costruito, robusto, con un ampio spazio per le dita (per la maggior parte del range di distanza inter – pupillare concesso). E’ dotato di una solida armatura vulcanizzata ed è l’unico dei tre a non avere un carello centrale. Essendo un binocolo militare è un pregio, in quanto oltre a garantire una messa a fuoco “abbastanza impermeabilizzata”, garantisce il funzionamento anche in caso di rottura. Se dovesse cadere e rompersi un oculare, infatti, si potrebbe in ogni caso osservare con l’oculare sopravvissuto all’urto.

Pesa 538 grammi e ha un diametro della lente degli oculari di ben 16.51 mm, mentre l’estrazione pupillare è un po’ scarsa ma beneficia di un paraluce metallico (non estraibile) a basso profilo.

La profondità di campo è da 8X, quindi da 64 metri all’infinito è tutto a fuoco (anche piu’ vicino, in realtà, grazie alla compensazione visiva soggettiva)

La distanza di messa a fuoco minima è di circa 4.5 metri e occorrono quasi due giri della ghiera presente sugli oculari per raggiungere l’infinito.  Nell’uso terrestre a media-lunga distanza, una volta regolata, non si potrebbe toccare piu’ per giorni. Per quanto riguarda il campo visivo dichiarato non ho trovato dati, ma in ogni caso, vedrete che cosa ho appurato nella prova pratica.

 

Carl Zeiss Oberkochen 8×30

Lo Zeiss 8×30 Oberkochen che ho avuto il piacere di utilizzare è un modello che è stato prodotto tra il 1977 e il 1978, almeno basandomi sulla tabella che mi ha gentilmente inviato Andy De Santis di Bignami (distributore ufficiale di Zeiss)

Nel 1954 la Zeiss West che era sorta nel dopoguerra grazie ai capitali investiti dagli americani, ricominciò a produrre binocoli con una missione particolare e prevedibile: cercare di progettare degli strumenti migliori rispetto a Zeiss Jena. Questo fu uno dei vari risultati: un binocolo grandangolare, (150m /1000m) molto leggero e con una buona resa al bordo (per l’epoca).

Lo Zeiss Oberckochen 8x30
Lo Zeiss Oberkochen 8×30

Pesa 490 grammi e ha un diametro della lente degli oculari di 12.6 mm, l’estrazione pupillare è leggermente superiore (di pochissimo) a quella del Kern e grazie ai paraluce estraibili si possono ottenere risultati migliori se portatori di occhiali o nel caso si volesse fotografare attraverso l’oculare.

La sua miglior prestazione l’ho evidenziata nella messa a fuoco minima, di circa 2.5 metri, da questa distanza raggiunge l’infinito con una rotazione della corsa inferiore a un giro. Insomma una prestazione da vero binocolo da birdwatching, peccato che la messa a fuoco non sia molto fluida. L’ho usato, in ogni modo, volentieri per rapide osservazioni diurne alle cince che popolano il mio giardino.

 

Swarovski Habicht

Seppure sia un modello del 2020, rispetto al primo esemplare nel 1939 (si trattava di un 6×30 per uso militare) poco pare essere cambiato. Se si eccettua il sistema di messa fuoco con carrello centrale, prima era presente una messa a fuoco singola per ogni oculare, la ricetta che l’ha portato a essere un progetto vincente, é la stessa da decine di anni: schema  ottico con prismi di Porro, formato 8×30, (il 6×30 è fuori produzione da anni) ottima nitidezza e contrasto e zero fronzoli. Insomma: un progetto sobrio e maturo sino dall’inizio. Ha un diametro degli oculari , pesa 534 g e la sua estrazione pupillare dichiarata è di circa 12 mm, quindi alla fine dei conti abbastanza simile a quella dei “due vecchietti”. Il campo visivo lineare dichiarato è pari a 136 m a 1000m.

Lo Swarovski Habicht 8x30
Lo Swarovski Habicht 8×30

Ovviamente oltre che robusto come gli altri due contendenti è anche  impermeabilizzato e riempito in azoto.

Per coprire l’intero range di fuoco (da circa due metri sino all’infinito) la manopola ruota di circa 320°. La profondità di campo di un 8X è elevata, come già evidenziato, e questo binocolo ne è un ottimo esempio, di fatto il passaggio da sei metri all’infinito avviene in maniera rapidissima, giacché sono sufficienti solo pochissimi millimetri di corsa.

Vista la presenza (presumo) di o-ring, interni necessari per garantire una perfetta impermeabilizzazione, la rotazione della manopola di messa a fuoco non è molto fluida. Non vi sono impuntamenti, ma avrei preferito una maggior dimensione del rotore unito a un “pelo di fluidità” in più.

Swarovski cita una trasmissione luminosa pari al 96% e sono pronto a crederci. Non riesce però a raggiungere le prestazioni del fratello 7×42 che, oltre ad avere un diametro maggiore, è composto di solo quattordici elementi, contro i venti del formato 8×30.

 

Sfida

Per svolgere questa comparativa, come vedrete nel video, mi sono recato presso un punto panoramico della mia zona: Località San Paolo a circa 800 metri di altezza. Ho osservato dalle 14 alle 17.30 e poi ho proseguito la sessione astronomica dal mio giardino di casa. Ho compiuto ovviamente altre sessioni osservative nei giorni precedenti, singolarmente, o portando nelle mie escursioni un paio di binocoli la volta per trarne impressioni utili. Ho evitato di fare le classiche foto del bosco – che molto piacciono ad alcuni lettori-, per preservare binocoli vintage che mi ha prestato Marco Lucchini.

I binocoli sono stati installati su un supporto molto robusto (treppiede SIRUI che regge ben 22 kg), una barra dotata di tre teste fotografiche dove fissare i binocoli. Ho appena ordinato un altro supporto Berlebach per migliorare il mio kit per le comparative.

Prima di entrare nel vivo delle prove sul campo. Passo a esporre quando ho evidenziato

 

Resa dei colori

Consapevole che la percezione delle tonalità sia prettamente soggettiva ho cercato di compiere una prova piu’ imparziale possibile.

Per tale motivo ho utilizzato la mia reflex Canon (formato Full Framce) con un’ottica Canon 35 mm stabilizzata, ho bilanciato il bianco sul cartoncino usato come sfondo e fotografato la resa del bianco attraverso gli obiettivi dei tre binocoli. Leggere differenze di luminosità, dipendono dall’esposimetro che si è fatto un po’ ingannare dalla maggior luminosità dello Swarovski.

Come si può notare dall’immagine che ho pubblicato, lo Swarovski Habicht  8×30 oltre che il piu’ luminoso (ma lo vedremo dopo) ha una ottima tonalità del bianco che pare decisamente neutro.

Al secondo posto metterei il Kern Aarau 8×30 che seppur non sia neutro come spesso evidenziato da molti appassionati, mostra una tonalità del bianco decisamente meno calda dello Zeiss.

Il problema è che spesso ciò che pare neutro non lo , semplicemente perché non si ha a disposizione uno strumento veramente neutro come paragone. La prova fotografica e un software di elaborazione delle immagini per l’analisi “del bianco” cancellano spesso la maggior parte dei dubbi.

 

Nitidezza

Se dovessi dare un punteggio direi che per quanto riguarda la nitidezza lo Swarovski è visibilmente il piu’ nitido, risultato avvalorato da varie prove (Usaf Char, caratteri e soggetti  a lunga distanza), quindi:
 Swarovski Habicht – 9
Zeiss 7.5
Kern 6.5

 L’esemplare di Kern che ho usato mi è parso un po’ morbido

 

Campo inquadrato

Come è possibile vedere dalla immagine presentata, ho verificato il campo di vista dei binocoli, premetto che c’è un po’ di differenza tra l’analisi della visione binoculare e osservare meramente in un oculare.

In questo caso, il Kern è miracoloso, ha un campo di vista decisamente piu’ ampio rispetto a Zeiss e allo Swarovski. Seppur lo Zeiss fosse dichiarato per 150 m a 1000 m e lo Swarovski per 136. Mi è parso che lo Zeiss inquadri su per giù lo stesso campo, anche se ho avuto un po’ di difficoltà a misurare con precisione, vista la perdita di nitidezza ai bordi. La situazione si ridimensiona osservando con entrambi gli occhi e regolando il binocolo alla mia distanza inter – pupillare, in questo caso, il Kern mostra un campo solo leggermente più ampio dello Swarovski, ma inficiato dalle aberrazioni.

In linea di massima, il campo di massima nitidezza dello Swarovski è di circa il 65% seguito dal 55% in media degli altri due binocoli.

Presumo che con le tecnologie attuali  un 8×30 con prismi di Porro, potrebbe fornire tranquillamente un campo di 10° senza particolari problemi, peccato che le aziende non vogliano piu’ investire su questo schema ottico.

 

Contrasto

Swarovski: 9
Kern: 6.5
Zeiss: 7.5 (in parte dipende dalla tonalità calda) che mostra maggior contrasto.


Curvatura di campo


Il Kern è lo Zeiss sono abbastanza simili, con un degrado delle immagini che parte da circa il 60% rispetto al centro del campo, Lo Swarovski si spinge sino al 70%, tuttavia, lo Zeiss è quello che ai bordi presenta unicamente curvatura di campo. Infatti, mettendo a fuoco ai bordi è stato l’unico tra i tre a mostrare delle immagini perfettamente nitide. (Sia il Kern, sia lo Swarovski (anche se l’austriaco in maniera inferiore) sono inficiati da altre aberrazioni che deformano le immagini ai bordi.

 

Distorsione angolare

Lo Swarovski mostra una distorsione angolare nella media, con un degrado di circa il 5% verso il 70% al bordo del campo, il Kern ha una distorsione quasi simile anche se le immagini ai bordi, come detto sono piu’ morbide. Lo Zeiss è quello che ha una percentuale maggiore di distorsione al bordo, oserei scrivere un 7-8%.


Distorsione di ingrandimento

Si verifica quando le immagini portate verso il bordo si gonfiano. In linea di massima è stato abbastanza difficile verificare quest’aberrazione al bordo, perché anche cambiando la focalizzazione il Kern e lo Swarovski mostravano delle immagini molto deformante, lo Zeiss mi è parso l’unico a non avere un’ evidente distorsione di ingrandimento.

 

Aberrazione cromatica

Ho osservato delle montagne distanti circondate dalla neve, quindi un test molto severo. Al centro del campo lo Swarovski è risultato il migliore, seguito a brevissima distanza dal Kern, mentre nello Zeiss si percepiva un po’ di alone giallo-verdognolo, intorno alle sagome degli alberi

 

 

Luminosità

Di giorno una semplice prova fotografica mi aveva un po’ spiazzato. La stessa zona fotografata in manuale con la mirrorless poggiata agli oculari dei binocoli, mostrava piu’ o meno la luminosità, anche se nello Swarovski le immagini parevano più neutre. ( Il nostro sistema occhio-cervello, infatti, percepisce come piu’ luminose le tonalità fredde, mentre come piu’ contrastate quelle piu’ calde).
 Evito poi di citare le ricette dei vari trattamenti anti-riflesso perché ne ho già parlato abbondantemente su queste pagine e sul Forum.
 Purtroppo, seppur avessi cercato di chiudere il diaframma allo stesso diametro di apertura della pupilla di uscita dei binocoli, le foto sono state un po’ difficoltose da ottenere per i seguenti motivi:
Lo Zeiss era l’unico a cui ho potuto svitare il paraluce dell’oculare, la mia ottica da 17 mm su m 4/3 che inquadrava un campo corrispondente a un 35 mm nel formato Full Frame non è riuscita a inquadrare la totalità di campo visibile nel Kern, a causa della conformazione degli oculari ho fatto un po’ fatica a mano libera ad allineare l’asse ottico.
Posso soltanto confermarvi che la mia fotocamera ha fotografato a 1/5 a ISO 200 nello Swarovski e nel Kern, mentre per lo Zeiss ho dovuto alzare il tempo di posa a ½ per avere una corretta esposizione a parità di oggetto inquadrato.

Non prendete, tuttavia, questa prova come “oro colato” in quanto ho avuto non pochi problemi durante le riprese.

 

Coma e astigmatismo

Nella osservazione dei campi stellari ho verificato le seguenti caratteristiche:
Lo Swarovski fornisce il campo piu’ sfruttabile ma le stelle di II e III magnitudine, iniziano a deformarsi verso il 65% del campo divista.

Il Kern e lo Zeiss non sono così performanti, direi che nel Kern il degrado delle immagini avviene già verso il 50%, nello Zeiss forse la situazione è leggermente migliore, soprattutto perché si percepisce meno deformazione stellare, come già evidenziato. In definitiva se volete fare osservazione astronomica e vedere le stelle puntiformi sino al bordo, acquistate un binocolo con oculari asferici e con un buon diametro, almeno di 70 mm.

 

Trasmissioni luminosa

Non c’è storia al crepuscolo lo Swarovski Habicht è decisamente piu’ luminoso, abbastanza appaiati Zeiss e Kern anche se in certe circostanze mi è parso piu’ luminoso il Kern

Riflessi

L’austriaco è il migliore sia per luce riflessi che per luci fantasma, seguito dal Kern e dallo Zeiss.

 

Birdwatching

Nel uso prettamente naturalistico, il Kern si è trovato in enorme difficoltà dato che possiede una messa  a fuoco su ogni oculare. Lo Zeiss, invece, seppur avesse una evidente tonalità calda ha dimostrato di cavarsela bene grazie alla buona nitidezza e alla messa a fuoco abbastanza rapida.

Swarovski brillava” per qualità del dettaglio mostrato, l’alto costrato e l’ottima correzione del colore, pur essendo un binocolo acromatico

 

Osservazione terrestre

Nella osservazione terrestre non saprei cosa scrivere, che non abbia già accennato, nel senso che lo Swarovski risulta piu’ contrastato, nitido, brillante, neutro e con una resa al bordo migliore, il Kern ha un buon campo di vista, immagini abbastanza neutre ma non è nitido come ad esempio il binocolo cinese con prismi di Porro da 80-100 che usano spesso le mie figliole.

Lo Zeiss Oberkochen mi piace per il dettaglio fornito, ma meno per l’aberrazione cromatica in asse.

 

 

Osservazione crepuscolare

I trattamenti anti-riflesso recenti e i nuovi vetri non lasciano dubbi; lo Swarovski Habicht ha dimostrato di fornire una trasmissione luminosa decisamente alta, tanto da mostrare delle finestre di un caseggiato a 6 km di distanza, che erano invisibili negli altri due binocoli sia la crepuscolo sia di notte. Se voleste quindi un binocolo compatto con prismi di Porro che sia molto luminoso, la scelta mi pare sia abbastanza scontata: un prismi di Porro o un Abbe Konig di recente costruzione e con un eccellente trattamento anti-riflesso.


Astronomia


Non sono strumenti astronomici, ma è sempre utile osservare la resa sulle stelle, soprattutto ai bordi per rendersi conto della capacità di contenere le aberrazioni geometriche

Lo Swarovski Habicht è preferibile, mostra un fondo cielo piu’ scuro un maggiore contrasto, un maggior campo sfruttabile e un ottimo bilanciamento dei colori per essere un acromatico.

I tre binocoli a confronto: dall'alto Zeiss Oberckochen, Kern Aarau 8x30 e Swarovski Habicht 8x30
I tre binocoli a confronto: dall’alto Zeiss Oberkochen, Kern Aarau 8×30 e Swarovski Habicht 8×30

In definitiva

Ringrazio, in primis Marco Lucchini Marco per aver fornito due binocoli della sua preziosa collezione e uno Swarovski Habicht ancora imballato
La mia comparativa penso abbia portato a risultati alquanto scontati.

È palese che un binocolo Top di Gamma e di recente costruzione sia piu’ luminoso, nitido e contrasto dei vecchi “re” degli anni Settanta, tuttavia non posso non tener conto del forte fascino emanato da questi prodotti.

I fattori vincenti di un binocolo moderno risiedono in primis nei nuovi trattamenti anti-riflesso e poi nella composizione dei vetri utilizzati, senz’altro se avessi provato un ipotetico Zeiss 8×30 con prismi di Porro del 2020, con nuovi rivestimenti e magari dei nuovi oculari sarei rimasto, senz’altro, di stucco.

Personalmente  credo che se dovessi scegliere tra un binocolo con prismi di Porro di alta qualità e di recente costruzione, che si può trovare nell’ usato a 500 euro e un binocolo vintage da 350 euro, opterei per il primo.

 Nulla vieta ai possessori di questi gioiellini vintage di godersi la natura e il paesaggio senza particolari problemi, pur consapevoli delle loro limitazioni.


Anni fa guidai per una quarantina di chilometri una moto Guzzi Falcone acquistata dal mio vicino di casa. Ricordo che guidandola ne apprezzai il rombo, il rispetto che incuteva a ogni ingresso in curva o frenata, il fascino che emanava e le storie che avrebbe senz’altro potuto raccontarmi. Rammento però che arrivai anche a casa con la schiena rotta…e che rimpiansi immediatamente la mia moderna, comoda e performante motocicletta.  Insomma, per esemplificare ancora una volta: parteciperei con entusiasmo alla mitica gara ciclistica “L’eroica” con un bici d’epoca ma per scendere durante l’anno tra i sentieri rocciosi della mia valle, preferirei senz’altro affidarmi alla mia mountainbike da enduro con freni a disco e 160 mm di escursione.

 

i due binocoli vintage testati rappresentano un’ottima esempio di ciò che si poteva progettare e costruire nel passato Se siete amanti dei binocoli vintage e della loro storia vale senz’altro la pena acquistarli, ma se volete uscire sul campo, in mezzo alla Natura,  ritengo che avere ottiche nitide e contrastate,  scafi impermeabilizzati e messe a fuoco veloci e una garanzia e assistenza post-vendita, non posso che consigliarvi prodotto recente e piu’ specializzato. Se siete amanti delle osservazioni paesaggistiche e il vostro budget è limitato, potreste anche optare per un attuale Top di Gamma sempre con Prismi di Porro (Nikon EII, Swarovski Habicht 8×30) da acquistare nel mercato dell’usato.

Concludo dicendo che alla passione non c’è limite, se amate il vintage divertitevi, fate solo attenzione alle stime esagerate di chi in questo settore fa del mero commercio, non basatevi su una sola opinione ma cercate eventuali difetti o problemi di un modello specifico. Verificate soprattutto se il binocolo acquistato dovrà anche poi essere riparato o restaurato da persona competente, perché in quel caso ci sarà un prezzo ulteriore da sborsare. Ricevo spesso lamentele da appassionati convinti dall’annuncio clamoroso di turno, di aver comprato un pezzo di storia dell’ottica per poi rimanere delusi dopo averlo comprato con il binocolo Made in China con ottiche ED pagate la stessa cifra.

Insomma, come in ogni settore…occhi aperti e decidete sempre con la vostra testa e soprattutto se possibile provate un binocolo vintage  prima dell’acquisto.

Buone osservazioni a tutti.