PREMESSA
La Palude Brabbia è un esempio di torbiera di origine post-glaciale situata ai piedi delle colline. Originariamente, questa zona faceva parte di un vasto bacino lacustre che collegava il Lago di Varese, il Lago di Comabbio e la stessa Palude Brabbia, formatosi subito dopo il ritiro del ghiacciaio del Verbano. Successivamente, a causa dell’apertura di un deflusso verso ovest dal Lago di Varese, il livello dell’acqua scese, portò all’emersione della Palude Brabbia e di aree circostanti. La forma attuale della palude è il risultato dell’accumulo progressivo di sedimenti dai bordi verso il centro e gli stagni si sono formati a causa degli scavi per estrarre la torba dal fondale argilloso e da quelli artificiali in epoca piu’ recente.

Nel XVIII secolo, la palude fu oggetto di tentativi di bonifica dovuti a preoccupazioni sanitarie e febbrili, ma tali progetti incontrarono numerosi ostacoli. Tuttavia, le escavazioni per i depositi di torba nel fondo degli stagni iniziarono a prendere piede. Nel XX secolo, la Palude Brabbia acquisì riconoscimento per il suo valore naturalistico, divenendo una riserva naturale regionale nel 1983 e ottenendo lo status di Zona Umida di Importanza Internazionale secondo la Convenzione di Ramsar nel 1984. La LIPU ha gestito l’area dal 1994 in collaborazione con la Provincia di Varese, l’ente gestore della riserva.
Attualmente la zona è denominata Riserva Naturale Regionale Palude Brabbia ed è compresa nelle aree RETE NATURA 2000 a livello europeo.
SPECIE
Posizionata ai piedi delle Alpi, la Riserva Naturale Regionale Palude Brabbia costituisce un cruciale punto di sosta nel percorso migratorio per numerose specie di uccelli, oltre a fungere da sito di nidificazione per molte varietà legate all’ambiente acquatico. Le diverse stagioni regalano spettacoli in continua evoluzione, con variazioni di colori, fioriture e opportunità di avvistamento che rendono questo luogo un’esperienza sempre nuova per gli appassionati di natura e birdwatching.
CORMORANI, DA SVERNANTI A NIDIFICANTI
I cormorani sono uccelli acquatici noti per il loro adattamento a vari habitat costieri e d’acqua dolce in tutto il mondo. Si nutrono principalmente di pesce, anche se possono cacciare altre prede acquatiche come crostacei e piccoli molluschi. La loro abilità distintiva è quella di nuotare sott’acqua per lunghi periodi, immergendosi per cacciare il cibo. Dopo aver pescato sul Lago di Varese, i cormorani spesso si posizionano al sole con le ali aperte per asciugare le penne. Per il riposo notturno, preferiscono posizioni elevate come alberi, scogli o altre superfici rialzate, dove si radunano in colonie. Questi uccelli sono noti per il loro caratteristico piumaggio scuro e per le loro capacità di volo potenti, ma preferiscono nuotare e immergersi per cercare il cibo.
Il consumo giornaliero di pesce da parte di un cormorano può variare notevolmente in base alla specie specifica, alle dimensioni dell’uccello e alla disponibilità di cibo nell’ambiente circostante. Tuttavia, in media, un cormorano può consumare da 300 a 600 grammi di pesce al giorno. Le specie più grandi e le popolazioni con accesso a un abbondante approvvigionamento di pesce possono consumare quantità maggiori. Durante la stagione riproduttiva, quando devono nutrire anche i loro giovani, il consumo giornaliero di pesce può aumentare notevolmente.

La dottoressa Barbara Ravasio, responsabile dell’Oasi, ha confermato che i cormorani ,come specie svernante, ha raggiunti negli ultimi venti anni un numero circa 1000 individui. Dal 2004, sono state censite le prime quattro coppie nidificanti che ora hanno raggiunto la capacità portante dell’oasi che è di 500 coppie nidificanti. Cacciano prettamente sul Lago di Varese a causa dei bassi fondali della Palude Brabbia.
OSSERVARLI DI NOTTE?
Per condurre i censimenti, i volontari LIPU si recano al crepuscolo con i loro binocoli e gli spotting scopes. Per i cormorani svernanti si può beneficiare degli alberi spogli, per le nidificanti, purtroppo no. Per questo motivo, durante una delle mie ultime escursioni, tuttavia, ho pensato che potesse utile utilizzare un moderno visore termico ad alta risoluzione come lo ZEISS DTI 4 per questo genere di studi ornitologici. Ho deciso di scrivere questo reportage su Binomania.it visto che tratta l’argomento birdwatching e riserverò il test approfondito di questo nuovo visore termico al sito www.termicienotturni.it

Previo ottenimento del permesso, mia moglie, le mie figlie ed io abbiamo raggiunto la Torretta di avvistamento a due piani, che si affaccia su una vasta porzione della palude, con l’intento di effettuare l’osservazione dei cormorani anche nelle ore notturne.
La distanza tra la torretta e gli alberi in cui i cormorani di solito nidificano varia da 850 a 870 metri. Gli adulti di cormorano raggiungono un’altezza di circa 120-150 cm, quindi era mio interesse verificare se il visore termico ZEISS DTI4/35, di cui fornirò ben presto una recensione dettagliata, fosse in grado di rilevare uccelli di tali dimensioni a tale distanza, anche se i volontari LIPU possono raggiungere distanze inferiori grazie alle barche.

LO ZEISS DTI 4/35 IN BREVE
Il visore termico ZEISS DTI 4, con il suo diametro di 35 mm (esiste anche in una versione da 50 mm) e il nuovo sensore 640 x 512, ha dimostrato di essere un valido strumento per l’osservazione notturna dei cormorani. La capacità del 4/35 di rilevare fonti di calore a quasi 900 metri di distanza è notevole, facilitando l’individuazione delle colonie di cormorani anche dietro a cespugli e fogliame meno fitto. Il visore offre tre modalità di osservazione: universale, rilevamento e nebbia. Io ho preferito la modalità “rilevamento” che evidenzia in modo più marcato le fonti di calore.

L’uso di un treppiede fotografico ZEISS ha contribuito a stabilizzare l’osservazione, eliminando le vibrazioni causate dall’uso dello zoom e dalle oscillazioni naturali della torretta. In questo modo, è stato possibile percepire chiaramente la presenza dei cormorani sugli alberi situati a notevole distanza. L’utilità di questo visore termico nell’osservazione dei cormorani nidificanti è indiscutibile, dato che nidificando a partire di aprile, i normali censimenti a distanza sarebbero ostacolati dal fogliame. In questo caso ritengo che l’uso del termico possa essere uno strumento essenziale per questo particolare genere di censimento, migliorabile, ovviamente, qualora ci si potesse avvicinare a distanze inferiori. Nei censimenti invernali, invece, penso rimanga preferibile l’utilizzo diurno del comune binocolo e del piu’ potente spotting scope.


UTILITA’ DELL’UTILIZZO DEL VISORE TERMICO PER LA NIDIFICAZIONE DEI CORMORANI
Osservare i cormorani sui nidi di notte con un visore termico può essere utile per diversi motivi:
Censimento delle coppie nidificanti: Visto il periodo primaverile e la presenza di foglie, l’uso del termico si rivelerebbe piu’ vincente rispetto alla osservazione classica.
Monitoraggio delle attività notturne: I cormorani potrebbero avere comportamenti notturni rilevanti, come cambi di turno tra i genitori nella cova delle uova o nell’allevamento dei piccoli. Queste attività possono essere importanti per comprendere meglio il loro ciclo riproduttivo e il comportamento.
Verifica del numero di individui: Il conteggio notturno potrebbe aiutare a stabilire il numero esatto di cormorani presenti sul sito di nidificazione, compresi quelli che potrebbero essere difficili da osservare durante il giorno per vari motivi.
Studi comportamentali: L’osservazione notturna potrebbe rivelare comportamenti unici o insoliti dei cormorani durante le ore notturne, come interazioni con altri animali notturni o strategie di protezione dal freddo o dai predatori.
Impatto antropico: Potrebbe essere importante monitorare la presenza di attività antropiche notturne, come intrusioni umane o atti di disturbo che potrebbero influenzare negativamente le colonie di cormorani.

IN SINTESI
In definitiva ritengo che l’osservazione notturna con visore termico di alta qualità possa fornire informazioni preziose per una migliore comprensione della biologia e del comportamento dei cormorani, contribuendo così alla conservazione e alla gestione delle loro popolazioni e dei loro habitat.
RINGRAZIAMENTI
Si ringrazia ZEISS e BIGNAMI per la preziosa collaborazione e la dottoressa Barbara Ravasio – responsabile dell’Oasi per le informazioni relative alla storia della nidificazione dei cormorani.
Potete trovare ulteriori informazioni sulla Riserva Naturale Regionale Palude Brabbia al seguente indirizzo: https://lipupaludebrabbia.it/
Piergiovanni Salimbeni è un tester e giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica, geologia lunare. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il suo secondo romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero leggi molti libri, pratica tiro sportivo a lunga distanza, fototrappolaggio, digiscoping, fotografia di paesaggio.