PREMESSA
In un’epoca antecedente alla diffusione degli obiettivi a bassa dispersione (ED), Al Nagler, il fondatore di TeleVue, progettò un telescopio con uno schema ottico a tripletto cementato che, secondo le sue affermazioni, offriva prestazioni ottiche tali da poter essere considerato quasi apocromatico. Questo telescopio fu battezzato ” ORACLE 3″. Fu annunciato nell’autunno del 1986 e le prime consegne ebbero inizio negli U.S.A. nel marzo del 1987 . All’epoca il telescopio era venduto a circa 850 dollari.

Nel corso della mia esperienza da appassionato di astronomia, incappai occasionalmente in accenni a questo particolare strumento, anche se in misura limitata. Gli acquirenti erano sempre una minoranza, mentre negli anni successivi il telescopio acromatico TeleVue Pronto 70 riscosse maggiore successo in Italia. Questa circostanza alimentò in me, come al solito, la curiosità di rintracciare un esemplare per sottoporlo a un’analisi delle sue reali performance. Chi ne era possessore lo celebrava come un oggetto di elevata qualità, mentre chi non lo aveva mai acquistato lo etichettava come troppo costoso.
Pertanto, è con grande soddisfazione che condivido le mie impressioni sull’utilizzo di questo telescopio e alcune disavventure come spesso capita quando si acquista un prodotto vintage.
Siete pronti? Cominciamo.
STORIA DEL MARCHIO
La storia di TeleVue ha radici affascinanti che risalgono agli anni iniziali dell’azienda. Fondata con una visione ambiziosa da Al Nagler che voleva inizialmente creare obiettivi ottici per i sistemi televisivi di proiezione domestica. Tuttavia, l’aspirazione di espandere la produzione nell’ambito dell’ottica astronomica fu un elemento centrale. La scelta del nome dell’azienda rifletteva questa doppia ambizione, dove il marchio avrebbe dovuto ideale sia ai progetti televisivi immediati sia alle future iniziative legate ai telescopi astronomici.
Il fondatore di TeleVue, quindi, grazie una carriera di progettista ottico di grande rilievo, aveva accumulato esperienza lavorando con istituzioni quali la NASA e l’esercito americano, ma anche in progetti dove era necessaria una ottimizzazione dei costi, come capo progettista ottico presso la Keystone Camera Company. Questo equilibrio tra esigenze contrastanti si rivelò una preziosa qualità quando il fondatore lanciò la propria azienda di ottiche commerciali.
In un momento in cui il suo desiderio personale era quello di portare l’esperienze maturate nello sviluppo dei simulatori Gemini e Apollo LEM per la NASA volle portare le “passeggiate spaziali” nel suo cortile di osservazione a un livello superiore. Per questo motivo emerse la necessità di realizzare oculari e telescopi accessibili a un vasto pubblico di astrofili. Con questa sfida in mente, Al Nagler progettò nel 1979 il primo oculare “Nagler”. Ciò che forse all’epoca non avrebbe potuto predire era il cammino incredibile che TeleVue avrebbe percorso, diventando una figura centrale nell’ottica astronomica. Questa crescita e successo sono stati alimentati dalla costante apprezzamento e riconoscimento di un gruppo affiatato di astrofili in tutto il mondo che hanno condiviso e abbracciato la “visione” dell’azienda, spingendo i limiti delle prestazioni attraverso strumenti quali rifrattori, oculari e vari accessori ottici.
Intervista a Mr. Al Nagler di TeleVue
DATI TECNICI DICHIARATI DALLA CASA MADRE
Diametro (mm) |
76 |
Schema ottico |
Tripletto cementato |
Composizione obiettivo |
Tripletto |
Vetro Utilizzato |
N.D. |
Lunghezza focale (mm) |
560 mm |
Rapporto focale |
f/7.4
|
Ingrandimento massimo suggerito |
N.D |
Focheggiatore |
Da due pollici con riduttore da 31.8 mm |
Strehl Ratio |
N.D. |
Peso OTA (g) |
6. 3 |
Cercatore di serie |
Sì, 9×50 a 90° |
Distributore ufficiale per l’Italia |
E’ fuori produzione ma il distributore in Italia dei prodotti TeleVue è UnitronItalia.com |
Prezzo |
850 dollari nel 1987 |
ACCESSORI IN DOTAZIONE
Premetto che non conosco la dotazione dell’epoca, personalmente ho ricevuto il TeleVue Oracle 3 in una ottima valigia di metallo ben sagomata al cui interno erano presenti: il telescopio, una culla originale , una slitta di passo Vixen e un riduttore da 31.8 mm di produzione cinese. Rispetto ai telescopi successivi la culla non ha le filettature per accogliere gli accessori TeleVue come i piccoli cercatori, quindi è preferibile inquadrare prima gli oggetti con un oculare da 30-40 mm e poi aumentare gli ingrandimenti. Ho già chiesto a Elio Biffi una modifica, vedremo cosa si inventerà “il Signore delle Forcelle”.

PROBLEMI RISCONTRATI
Come ho sempre sottolineato, sono anch’io spesso intrigato dal fascino intrinseco dei prodotti vintage. Tuttavia, è essenziale mantenere una certa cautela riguardo alle loro condizioni di usura. Nel mio caso, nonostante il rivenditore avesse eseguito una valutazione accurata utilizzando il suo banco ottico, non rivelando problemi, il classico test successivo con il Cheshire mi aveva portato a evidenziare un notevole disallineamento dello strumento.

Motivato da ciò, decisi di approfondire la questione riguardante il posizionamento del tripletto cementato. Acquistai un kit di ventose per poterlo rimuovere dalla sua cella. Tuttavia, nonostante vari tentativi, notai che la situazione non migliorava in modo significativo. L’unico miglioramento lieve si manifestava applicando una leggera pressione sul tubo ottico del fuocheggiatore. Inoltre, esaminando attentamente lo stato del fuocheggiatore si notavano una decisa flessione oltre alla ovvia usura meccanica. Tutto ciò mi portò a suppore che vi potesse essere un disallineamento nella cella che ospita l’obiettivo o della culla del fuocheggiatore.
In collaborazione con UnitronItalia, il distributore italiano di TeleVue, avviai un dialogo con Al Nagler, che mi confermò la sua disponibilità a valutare la situazione. Tuttavia, fece presente che l’operazione avrebbe comportato costi elevati soprattutto per trasporto e sdoganamento. Non avendo ricevuto precise informazioni precise per smontare le componenti, cercai di affrontare la questione smontando i grani di fissaggio (che erano bloccati a causa dell’usura nel tempo) tentando di svitare le parti coinvolte. Dopo diversi tentativi, scelsi di non proseguire.

Per tale ragione, senza alcuna fretta, nel mese di Marzo chiesi Luca Mazzoleni, restauratore e riparatore di strumenti ottici, di valutare “senza fretta” la meccanica del mio telescopio. Dopo l’intervento di Luca, notai un significativo miglioramento dell’allineamento, come è possibile osservare, tuttavia ritengo sia ancora necessario migliorare la zona del raccordo da due pollici.
Potrebbe essere opportuno realizzare un adattatore filettato da collegare al tubo del focheggiatore, in modo da accogliere i più moderni grani di fissaggio. Questa idea potrebbe essere realizzata in futuro, forse in collaborazione con un esperto meccanico come Elio Biffi, noto per le sue competenze in questo settore.
Attualmente si può percepire un’ottica ben collimata e il disallineamento si manifesta soltando estraendo in maniera eccessiva il tubo focheggiatore. Tuttavia, questa situazione non rappresenta un problema significativo, dato che utilizzo un prisma Baader e raramente supero la lunghezza che potrebbe causare una minima deviazione.
Concludendo questo paragrafo, desidero evidenziare che, se avessi dato troppa fiducia ai risultati ottenuti dal mero test sul banco ottico del rivenditore e non avessi effettuato una verifica della collimazione, avrei potuto accontentarmi delle prestazioni precedenti. In ogni caso, il mio esemplare di TeleVue Oracle 3 si presenta in ottime condizioni, specialmente per quanto riguarda il tripletto cementato.
MECCANICA E SISTEMA A FUOCO
Questo rifrattore è stato progettato nel 1986 e introdotto al pubblico nel 1987. La prima versione si distingueva dalla successiva per la finitura satinata, mentre la versione successiva presentava una finitura lucida delle parti nere in linea con il più recente TV-76. Inoltre il paraluce era semplicemente avvitabile e non estraibile.
Questo telescopio è un rifrattore con un diametro di 76 mm, una lunghezza focale di 560 mm e un rapporto focale di 7.4. Dispone di un paraluce metallico e un porta oculari con apertura libera da due pollici. Il tubo ottico è composto da allumino verniciato di colore bianco avorio, mentre paraluce, cella, culla e fuocheggiatore sono colorati di nero. La sua struttura è composta da un tubo di alluminio di colore avorio, mentre il paraluce, la cella, il supporto vicino al diagonale e la culla sono verniciati in nero. Il tubo fuocheggiatore è cromato, ora ovviamente un po’ rovinato dall’età.

La caratteristica distintiva di questo modello risiede nella sua configurazione ottica: un tripletto cementato che, all’epoca, veniva etichettato come “apocromatico”. Il telescopio era pubblicizzato per la sua nitidezza e il campo visivo ampio, che poteva arrivare fino a 4.9 gradi. Queste caratteristiche lo rendevano ideale per le osservazione della Luna e dei pianeti, così come per la visione degli oggetti del catalogo Messier. Successivamente, fu sostituito da telescopi a doppietto ED spaziati nell’aria, poiché la produzione del tripletto cementato risultava più complessa.
Il sistema di messa a fuoco è classico a cremagliera, il tuo si estrae di 11 centimetri e la messa a fuoco minima è di circa 8 metri, data l’età devo ammettere che lavora senz’altro meglio dei telescopi Vixen e Takahashi venduto nello stesso periodo. Non è di certo un peso piuma, con la culla, la slitta, un diagonale Baader Planetarium da 31.8 mm e un oculare Genuine Ortho da 18 mm pesa esattamente 3 chilogrammi ma è un vero piacere vederlo montato su una vecchia Vixen GP anche come oggetto d’arredamento. Quando totalmente chiuso è lungo 45 cm senza paraluce che diventano 72 cm con gli accessori citati e il tuo fuocheggiatore completamente estratto. Spesso, lasciandolo montato nel mio ufficio, non svito il paraluce e copro l’obiettivo con una custodia Canon per essere sempre pronto all’uso.

Modello |
Lunghezza |
TELEVUE ORACLE 3 |
45 cm |
Con paraluce estratto |
60 cm |
Con prisma e oculare zoom |
72 cm |
OTTICA
Obiettivo
Come accennato, questo telescopio presenta un design a “tripletto cementato” .Una delle principali virtù di un obiettivo cementato rispetto ai doppietti spaziati in aria risiede nella maggiore facilità di allineamento delle lenti e nella conseguente maggiore stabilità dell’allineamento stesso, riducendo il rischio di scollimazione. Inoltre, offre una migliore trasmissione luminosa rispetto alle lenti spaziate in aria. Questo telescopio si ambienta rapidamente e, con trattamenti anti-riflesso paragonabili, permette di ottenere immagini meno influenzate dalla luce diffusa e dalle immagini fantasma. La sua caratteristica predominante è il notevole contrasto, che lo posiziona tra i migliori strumenti testati e lo avvicina al risultato ottenibile con un rifrattore con doppietto alla fluorite minerale (fatta eccezione per l’aberrazione cromatica).

D’altro canto, grazie alla configurazione con lenti spaziate in aria, i progettisti possono sfruttare un maggiore numero di parametri per la progettazione, al fine di ridurre le aberrazioni rispetto a un tripletto cementato, dove le lenti richiedono un processo di lavorazione più accurato. Nel corso degli anni, ho letto di alcuni problemi di scollamento nei tripletti cementati, come nel caso dei modelli Burgess da 80 mm e Christen/Brandon da 94 mm tuttavia, non ho trovato alcun riferimento a problemi simili con il tripletto TeleVue. Personalmente, apprezzo l’uso di questo telescopio in combinazione con oculari ortoscopici di tipo Abbe e con i monocentrici TMB. Anche se non può offrire un campo grandangolare, l’immagine risulta molto nitida e contrastata.
STAR TEST
Lo star test ha fornito delle immagini da manuale: intrafocale ed extrafocale praticamente identiche, senza differenze apprezzabili o colori spuri o luce diffusa. Uno tra i migliori risultati che io abbia evidenziato analizzando un rifrattore astronomico.
TRATTAMENTO ANTI-RIFLESSO
Nonostante non presenti un rivestimento multi-strato di ultima generazione, l’ottica del TeleVue Oracle 3 presenta un’elevata luminosità naturale grazie al suo design a tripletto cementato. Non ho rilevato notevoli differenze di luminosità rispetto a un tipico ED cinese con un diametro appena superiore. Tuttavia, l’ORACLE ha offerto un livello di contrasto superiore, contribuendo a enfatizzare la qualità delle immagini osservate sia diurne che astronomiche.

TEST CON USAF CHART A 35 METRI
Ho deciso di eseguire un test utilizzando la USAF CHART e vari oculari e diagonali per valutare le prestazioni del telescopio. Tra gli oculari testati, ho utilizzato il classico oculare zoom Baader Hyperion Mark III, il Kowa TE-11 WZ, gli oculari Takahashi MC ABBE, così come i Takahashi LE e i vecchi Vixen LV.
Per sintetizzare i risultati, mi concentrerò sugli ingrandimenti ottenuti con lo zoom Baader, che varia da 23x a 70x. Vi invito a esaminare le prestazioni ottenute con il KOWA TSN 77 nella passata recensione, che si sono rivelate comparabili in termini di potere risolutivo. Naturalmente, il Kowa ha dimostrato di essere più luminoso, nitido, neutro e leggermente più contrastato. Nel caso dell’Oracle 3, ho notato un leggero calo di luminosità intorno ai 50x, accompagnato da un sottile alone blu tra le aree nere e bianche. Tuttavia, se utilizzato con oculari ortoscopici di buona qualità, la resa complessiva appare piuttosto sorprendente, soprattutto considerando l’età dello strumento in confronto ai telescopi terrestri attuali.

ABERRAZIONI CROMATICHE E GEOMETRICHE
Le aberrazioni cromatiche e geometriche variano, come consuetudine, a seconda degli oculari utilizzati. Nel seguente resoconto, fornirò le mie impressioni basate sull’utilizzo diurno con un oculare zoom KOWA TE-11 WZ e in osservazioni notturne con oculari TAKAHASHI MC ABBE e Baader Genuine.
Aberrazione cromatica in asse
Nell’uso a fini terrestri, ho notato una notevole contenimento dell’aberrazione cromatica, tanto che, analizzando i miei appunti, ho riscontrato somiglianze con gli odierni spotting scope definiti ED o i rifrattori con doppietto ED di costo medio. Fino a 50x, il cromatismo risulta ben controllato e talvolta è appena percepibile su oggetti posti in forte controluce, come antenne o tralicci aerei, senza mai risultare invasivo. In ambito astronomico, l’aberrazione cromatica in asse è quasi inesistente, specialmente quando si utilizzano ottimali oculari ortoscopici, addirittura con la Luna piena al centro del campo.
Cromatismo laterale
Nella maggior parte delle osservazioni effettuate, ho riscontrato un buon controllo anche del cromatismo laterale, soprattutto durante l’uso diurno con l’oculare KOWA e gli ortoscopici. In effetti, ho osservato una resa migliore rispetto a uno spotting scope da 82 mm che costa oltre 1500 euro.
Curvatura di campo
Con gli oculari impiegati, ho ottenuto una resa perfetta ai bordi del campo visivo.
Altre aberrazioni
L’uso di oculari di alta qualità, come il DOCTER UWA 12.5 mm, l’oculare zoom Kowa TE-11 WZ e altri oculari di buona fattura come il VIXEN SSW e VIXEN LVW, ha consentito di ottenere immagini puntiformi anche fino agli estremi margini del campo visivo. In particolare, il rendimento con l’oculare DOCTER UWA 12.5 mm è semplicemente “mozzafiato”.
OSSERVAZIONE LUNARE E PLANETARIA
Come appassionato osservatore lunare e planetario, ho avuto l’opportunità di esplorare la Luna attraverso una varietà di telescopi, dall’affidabile Celestron C8, al “rasoio” Takahashi FS128, fino ai binocoli giganti con oculari intercambiabili. Nelle mie esperienze pratiche ho sempre apprezzato il diametro di 80 mm, perché offre delle prestazioni notevoli nell’osservazione dei dettagli lunari.

Prima di tutto, vorrei sottolineare tre fattori che considero fondamentali. Innanzitutto, ho riscontrato l’aberrazione cromatica sul bordo della Luna piena e solo ad alti ingrandimenti. Voglio quindi ribadire che l’intento di Nagler di creare un telescopio di alta qualità, prima dell’introduzione degli obiettivi ED, è stato pienamente raggiunto. In secondo luogo, ho notato un notevole contrasto sia sulla Luna che, ancor di più, sui pianeti. Questo piccolo telescopio offre un contrasto molto elevato, superiore a quello di un telescopio acromatico tradizionale e di un doppietto ED di fascia media. Non sono certo se ciò sia dovuto alla presenza di piombo nella composizione del vetro o ad altri fattori, ma questo contrasto accentuato è particolarmente evidente durante l’osservazione della Luna, già naturalmente ricca di dettagli ben definiti.

Il vetro al piombo, grazie al suo indice di rifrazione più elevato rispetto al vetro standard, negli anni passati era utilizzato per correggere le aberrazioni cromatiche e ottimizzare la performance ottica degli obiettivi. Con l’arrivo dell’ECO GLASS per motivi di contenimento dell’inquinamento, ho iniziato a osservare in obiettivi, forse piu’ luminosi e con tonalità piu’ neutre, ma in alcuni casi con un evidente calo del contrasto. Tuttavia, ciò non significa che il vetro senza piombo sia intrinsecamente di qualità inferiore dal punto di vista ottico. Gli sviluppi tecnologici e la ricerca hanno permesso la creazione di nuovi tipi di vetro ecologico che possono competere in termini di prestazioni ottiche con il vetro al piombo. Questi nuovi materiali sono stati appositamente formulati per ottenere un buon compromesso tra indice di rifrazione, dispersione cromatica e sicurezza ambientale.
Il telescopio è in grado di gestire ingrandimenti tripli rispetto al suo diametro, mostrando una ovvia perdita di luminosità a 200x che è ininfluente nella osservazione lunare.
È importante tenere presente che, nonostante le sue dimensioni compatte, questo telescopio non si comporta di certo come un Dobson da 40 centimetri in termini di potere risolutivo. Tuttavia, entro i limiti delle sue capacità, offre dettagli affascinanti, come la rima di Birt con accenni del suo domo bisecato, i crateri sommitali dei domi di Hortensius, numerosi micro-crateri in Ptolemaeus e gran parte delle rime di Gassendi compresi i crateri M e P. L’ingrandimento che ho preferito è stato di circa 150x, ma in alcune occasioni ho spinto fino a 200x utilizzando un oculare Takahashi HI-LE da 2.8 mm. In queste circostanze, a parte una ridotta luminosità, l’unico limite è dato dalla piccola pupilla di uscita di 0.38 mm, che ha messo in evidenza le miodesopsie di un osservatore di quasi cinquant’anni come me.
Nel complesso, posso confermare che il telescopio si adatta rapidamente all’ambiente e che il fuocheggiatore gestisce bene anche gli ingrandimenti elevati. La mia fidata montatura vintage Vixen GP si è rivelata perfetta per trascorrere numerose ore in compagnia del TeleVue Oracle 3, esplorando la Luna in compagnia di un dettagliato atlante lunare.
OSSERVAZIONE DEL PIANETA SATURNO
Nonostante non sia attualmente il periodo ideale per osservare Saturno, ho comunque potuto apprezzare alcuni dettagli interessanti. Sono riuscito a distinguere la Divisione di Cassini, osservare la banda equatoriale e notare la differenza di luminosità tra gli anelli, nonostante il loro angolo di inclinazione sia molto accentuato. Ho anche potuto vedere l’ombra degli anelli proiettata sul pianeta, così come l’ombra del pianeta sugli anelli stessi. Inoltre, ho notato un’area più scura vicino al polo.
OSSERVAZIONE DEL SOLE
Effettuando le osservazioni solari in luce bianca attraverso il prisma di Herschel Baader Cool Ceramic, si apre uno spettacolo straordinario di dettagli sulla fotosfera del Sole. La superficie solare si presenta ben contrastata, con le facole solari e la granulazione superficiale chiaramente visibili senza alcuna difficoltà. Il margine del disco solare non ha residui cromatici evidenti anche togliendo il filtro verde integrato nel sistema Cool Ceramic.
CIELO PROFONDO
L’utilizzo del fuocheggiatore da 2 pollici di TeleVue in combinazione con oculari grandangolari offre un’esperienza molto piacevole per quanto riguardo le osservazioni a bassi ingrandimenti. L’Oracle 3, infatti, può raggiungere anche campi prossimi ai 5°, consentendo di ammirare campi stellari molto ampi come se si stesse usando un binocolo classico. Un aspetto rilevante è che questo piccolo telescopio permette di beneficiare anche di una buona correzione ai bordi dell’immagine, che è influenzata ovviamente dallo schema ottico degli oculari utilizzati. È interessante notare che il rapporto focale, che è di F/7.4, sembra fornire una correzione superiore per aberrazioni come coma e astigmatismo ai bordi rispetto a rapporti focali più bassi come F/5.5 o F/6.3.

BIRDWATCHING
Dopo aver letto fin qui, avrete sicuramente compreso che questo piccolo rifrattore può essere utilizzato anche per delle sessioni di osservazione naturalistica di breve durata. Sebbene personalmente non lo porterei con me in ambienti come boschi e paludi per via delle sua “delicatezza” del peso non trascurabile e della mancanza di impermeabilizzazione, trovo che il telescopio sia adatto per l’osservazione dell’avi fauna e degli animali da postazione fissa e “protetta” dalle intemperie. Fino a 50X, l’aberrazione cromatica è pressoché trascurabile o addirittura assente, il che lo rende adatto anche per l’osservazione di uccelli rapaci. Posso confermare che a circa 70X, durante un’osservazione di una cornacchia grigia posata su un traliccio a 600 metri di distanza, ho notato occasionalmente un leggero alone blu attorno all’oggetto, sebbene fosse minimo e quasi inesistente in asse. Alla luce di questo, è possibile considerare questo telescopio come una sorta di “ED” (Extra Low Dispersion) grazie alla sua capacità di gestire l’aberrazione cromatica a livelli molto accettabili.

PREGI E DIFETTI
- Progetto esclusivo a firma Televue.
- Tripletto cementato con un contrasto decisamente elevato.
- Ottimo contenimento dell’aberrazione cromatica
- Ambientazione rapida
- Consente di compiere osservazioni a bassi ingrandimenti con campi di vista da binocolo
- Fuocheggiatore da due pollici che amplia le possibilità di utilizzo.
- Rapporto focale ideale per l’osservazione della Luna e dei pianeti ma anche degli oggetti del cielo profondo
- Design abbastanza compatto per un facile trasporto
- Valigia inclusa di alta qualità
- Rarità e affascino legati alla sua scarsa notorietà
Difetti:
- Come con tutti i telescopi vintage, è importante fare attenzione a possibili problemi derivanti dall’usura e dalla età.
- La culla non supporta l’attacco di un cercatore, a differenza delle soluzioni più recenti di TeleVue.
- Presenza di una leggera aberrazione cromatica ad alti ingrandimenti in confronto ai moderni tripletti apocromatici di ultima generazione.
- Fuocheggiatore non demoltiplicato (ma fluido)

IN SINTESI
Sono veramente soddisfatto di avere incluso questo telescopio nella mia modesta collezione di telescopi Vintage. Da appassionato di rifrattori di qualità prodotti negli anni Ottanta e Novanta, avevo una curiosità irrefrenabile di mettere alla prova le capacità di questo strumento sul campo. È vero che non è leggero né possiede la stessa meccanica avanzata di un tripletto di recente costruzione o dell’innovativo TeleVue 76, tuttavia, ritengo che il suo contrasto eccezionale possa mettere in dubbio persino alcuni telescopi con doppietto ED di recente costruzione. La sua costruzione può essere definita essenziale, ma solida, e confido nel fatto che potrò presto migliorare l’adattatore da due pollici grazie all’aiuto esperto di Elio Biffi.
Considero questo telescopio un eccellente rappresentante degli strumenti “grab and go” Si adatta rapidamente alla temperatura circostante e consente osservazioni piacevoli e grandangolari a bassi ingrandimenti ma è altrettanto capace di mostrare la Luna e i Pianeti fino a 200x senza particolari problemi. Personalmente, il mio ingrandimento preferito si aggira attorno ai 140x. E con l’oculare monocentrico TMB da 9 mm, ho osservato la Luna in maniera veramente ottimale. Le sue prestazioni diurne con la USAF CHART sono identiche per risoluzione dei dettagli a quelle dei migliori spotting scope presenti sul mercato con le eccezioni citate nell’articolo.
In definitiva non sostituisce o supera di certa i migliori rifrattori da 3 pollici presenti dal mercato ma è uno strumento che senz’altro non delude, anche se non ho ancora terminato di farlo ottimizzare dagli abili artigiani italiani.
Piergiovanni Salimbeni è un tester e giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica, geologia lunare. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il suo secondo romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero leggi molti libri, pratica tiro sportivo a lunga distanza, fototrappolaggio, digiscoping, fotografia di paesaggio.