Fieldscope Nikon EDG 85 A-VR: l’innovativo.

Fieldscope Nikon EDG 85 VR

I fotografi naturalisti conoscono molto bene i benefici derivanti dalla stabilizzazione ottica. Nel settore fotografico, infatti, è molto facile trovare un sistema di stabilizzazione integrato nel corpo macchina (ad esempio Olympus) oppure direttamente sulle ottiche (ad esempio Canon e Nikon).
Per ciò che riguarda i nostri amati binocoli, le aziende che investono in tale tecnologia si contano sulle dita di una mano (Canon, Nikon, Fujinon, Zeiss e pochissime altre), nessuno però, aveva mai pensato di creare un telescopio terrestre dotato di sistema di stabilizzazione.

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Un bel primo piano sul Nikon EDG VR 85

Nel 2011 il colosso nipponico Nikon ha presentato il fieldscope EDG 85 VR e il mondo dell’osservazione naturalistica e del digiscoping ha ricevuto, finalmente, un poco di aria fresca.

Similmente ai teleobiettivi giapponesi l’EDG 85 si avvale della funzione VR a decentramento ottico. Questa tecnologia è stata applicata negli obiettivi di seconda generazione “II”, che consentono di scattare a mano libera con tempi di scatto sino a quattro volte più lunghi di quello normalmente possibili con ottiche prive di stabilizzazione.  La sua applicazione in un fieldscope garantisce , secondo Nikon,una riduzione delle vibrazioni pari ad 1/8 rispetto all’utilizzo classico. A livello fotografico comporta un tempo di posa inferiore di circa due stop.

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Ben visibile il ponte di comando di questo Fieldscope

Come risaputo nella tecnica del digiscoping, si lavora a lunghezze focali molto elevate, spesso oltre i tremila millimetri, per tale motivo un aumento prestazionale ottenuto grazie ad un sistema di stabilizzazione è ben gradito.
Chi utilizza questa tecnica è consapevole di come sia facile indurre delle vibrazioni nel proprio setup fotografico semplicemente toccando lo scafo ottico dello spotting scope per regolare la messa a fuoco o di come sia controproducente  l’utilizzo alla presenza di forte vento o su capanni traballanti o colmi di persone.

Marco Rovere di Nital, importatore ufficiale dei prodotti Nikon, conoscendo la mia passione per il digiscoping, mi ha inviato un esemplare angolato per consentirmi di fare alcune prove, comprese ovviamente le  comparazioni con i sistemi più classici.

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I pulsanti che regolano l’attivazione del sistema di stabilizzazione, alimentato da comuni pile da 1.5V

Per quanto riguarda la mera osservazione visuale ho potuto testare questo strumento con un eccellente oculare fisso da trenta ingrandimenti (FEP-30W). Nella ripresa fotografica,  invece, ho preferito un’opzione di altissima qualità, evitando la proiezione d’oculare: Duplicatore Nikon FSA-L2 collegato a un’eccellente Reflex Full Frame Nikon D610.

Prima di descrivere nel dettaglio le sue prestazioni fotografiche è utile citarne le caratteristiche tecniche.

Il Nikon EDG 85 VR ha una linea che potrebbe non piacere ai puristi: la zona nei pressi del prisma, dove alloggia anche il sistema VR è molto squadrata, vi è poi una netta differenza di diametro fra la grande ghiera di focalizzazione e la cella che contiene il grande obiettivo da ottantacinque millimetri di diametro. Una ghiera rossa, presente nella parte frontale, vicino all’obiettivo, rappresenta l’alta qualità ottica di questo fieldscope che è, infatti, il Top di Gamma dell’azienda. Il colore grigio scuro dell’eccellente gommatura propone i colori dei binocoli serie EDG, cosi come la conformazione a buccia di arancia che fornisce un ottimo grip oltre ad una maggior resistenza ai graffi.
Sull’ampio ponte di comando vi sono due  manopole e un pulsante: la prima manopola, situata nel punto di equilibrio dello scafo ottico, consente la rotazione del fieldscope di 360° tramite un sistema click-stop.

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L’eccellente lente da 85 mm di diametro.

Avvicinandosi alla zona dell’oculare è presente la manopola per il bloccaggio del sistema VR accanto cui è presente il pulsante di attivazione della stabilizzazione. Quando entra in funzione, è stata prevista una disattivazione automatica dopo trenta minuti.
Come i teleobiettivi professionali dell’azienda anche l’EDG 85 VR è impermeabilizzato (sino a 2 metri per dieci minuti) riempito in azoto e dotato di una lente neutra fra il corpo e l’oculare, anche il coperchio  che funge da supporto per quattro batterie da 1.5 V è sigillato. Per toglierlo è necessario operare sulla  leva di blocco-sblocco situata nella parte inferiore dello scafo.
La parte posteriore della piastra  presenta tre fori filettati per garantire la massima flessibilità di montaggio, mentre il paraluce di gomma estraibile incorpora anche il coperchio di protezione dell’obiettivo che non potrà mai perdersi.

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il fotografo naturalista Roberto Glaviano osserva durante una prova sul campo.

Se dovessi sintetizzare le mie impressioni sul design di questo telescopio terrestre, potrei usare soltanto tre parole: moderno, curatissimo e funzionale.

Trattandosi di un “classe EDG” è ovvio attendersi una eccellente qualità non solo dal punto di vista meccanica ma anche da quello ottico. L’EDG 85 VR utilizza delle lenti in vetro a bassissimo indice di dispersione.
Nell’uso visuale ho notato un’eccellente nitidezza, una resa dei colori molto reale e un’ottima luminosità. Con l’oculare  FEP-30W la curvatura di campo è assente, anche le immagini stellari sono puntiformi sino al bordo del campo, mentre l’aberrazione cromatica è praticamente impercettibile.

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Giovane Nitticora. Ottima la nitidezza di questo Fieldscope abbinato ad una Nikon D610

Otticamente parlando questo fieldscope è uno dei migliori che ho mai utilizzato, oltretutto, Nikon, ha previsto ben sette oculare per il sistema EDG- VR.
Il prisma in dotazione nella visione dritta  è un tetto ottimizzato con un  rivestimento dielettrico multi-strato che consente un’elevata riflettenza. La versione angolata, dovrebbe, far uso anche di un penta-prisma a 45°, in questo caso Nikon cita un  rivestimento a correzione di fase.
Nell’osservazione visuale il sistema VR mi ha aperto nuovi orizzonti, tanto da consentirmi di utilizzare il fieldscope a mano libera e a trenta ingrandimenti.  In tale frangente non è possibile avere un’immagine molto ferma, tuttavia la leggibilità dei dettagli è decisamente buona.

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Sorgere della luna sopra il Monte Piambello.

Avendo esperienza con binocoli stabilizzati dai dieci a venti ingrandimenti, non pensavo si potessero notare  degli evidenti benefici ad ingrandimenti superiori.
La situazione migliora ancor di più utilizzando un monopiede.  Ero, invece, un po’ diffidente in merito alla sua efficacia quando utilizzato con un robusto treppiede: mi sono dovuto ricredere.
Nella fase di  focalizzazione si riesce ad ottenere una maggior precisione nella ricerca del punto di fuoco preciso e finalmente ho potuto osservare senza troppo disagio anche nelle affollate domeniche primaverili ove i capanni della LIPU pullulano di chiassose e agitate famiglie.

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Luna “quasi piena”

Ho provato innumerevoli volte ad appoggiare il mio smartpone all’oculare del Nikon EDG 85 A-VR ed anche in tale frangente ho ottenuto scatti più nitidi rispetto agli spotting scopes non stabilizzati.

Il pregio maggiore, ovviamente, si percepisce durante la ripresa fotografica.
Lo zoom 3.5X FSA-L2 fornisce una lunghezza focale di ripresa compresa fra i cinquecento millimetri e i millesettecentocinquanta. Ovviamente tale prestazione diminuirà quando si aggancerà al più piccolo EDG 65 VR, ove la distanza focale varierà dai quattrocento ai millequattrocento.
A quasi duemila millimetri di focali qualsiasi errore in fase di scatto genera pessime immagini oltre ad un evidente sfocatura data dalle vibrazioni. Se ho apprezzato il sistema VR  nella mera osservazione visuale durante la focalizzazione, in quella fotografica ho raggiunto il pieno entusiasmo.

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Distanza dal capriolo ripreso nella immagine sottostante

La rotazione della manopola sia osservando nel mirino che nel monitor con il sistema live-view attivato non genera vibrazioni fastidiose inoltre, sono riuscito ad ottenere scatti “fermi” in condizioni proibitive per sistemi privi della stabilizzazione. Grazie al sistema VR non ho mai utilizzato il cavetto di scatto e raramente mi sono avvalso del live view e del temporizzatore. A mano libera, utilizzandolo come un comune teleobiettivo, ho provato a scattare a 500 mm , ottenendo foto perfettamente nitide a un 1/60!

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Il supertele ottenuto dalla combinazione del  FSA L2 e  Nikon EDG 85 A-VR  consente di ottenere delle fotografie, su  soggetti statici, paragonabili a quelli ottenibili con un classico e costoso super-teleobiettivo. Il Boken, ovviamente, sarà inferiore, mentre maggiore sarà l’abilità richiesta dal fotografo per ottenere una perfetta messa a fuoco anche su soggetti in rapido movimento. In tal caso mi sono avvalso oltre che del luminoso mirino della trentacinque millimetri giapponese anche della messa a fuoco predittiva, tanto amata dai fotografi naturalisti ante-AF.

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Nitticora. Nikon EDG 85 con Nikon D610

Il video è stato compresso.

Nikon ha prestato molta attenzione alle esigenze dei fotografi naturalisti e per tale motivo è possibile scattare in modalità AUTO con priorità di apertura sia in modalità manuale con misurazione. Per ciò che concerne la misurazione di esposizione disponibili, è possibile fare uso della centrale pesata.

 

Nikon ha in catalogo anche due classiche staffe per il digiscoping con le fotocamere digitali compatti: la FSB-UC di tipo universale, adatta alla serie CoolPix e la DSB-N1 che è stata costruita specificatamente per la serie Nikon V1, molto apprezzata dai digiscopers mondiali.
Ringrazio personalmente Nikon per aver portato la stabilizzazione anche nel settore dei fieldscope, il beneficio è notevole sia durante il birdwatching sia nella ripresa fotografica. L’eccellente qualità dell’EDG 85 A-VR  e la sua affidabile meccanica lo pongono nella piccola schiera dei migliori telescopi terrestri presenti sul mercato.
Ritengo che, attualmente, sia il miglior fieldscope per gli amanti della fotografia e della tecnica del digiscoping: un nuovo punto di riferimento. Da quando utilizzo l’EDG  85 A-VR ho dimenticato lo stress e la tensione di scattare ad oltre 2000 mm di focale all’interno di capanni traballanti o in posti ventosi e questo beneficio si nota anche nel mero uso visuale.

Si ringrazia la Nital nella persona di  Maurizio Bachis, Nikon Sport Optics Manager, per l’esemplare in prova e Marco Rovere, responsabile ufficio stampa, per avermi consentito di esprimere le mie impressioni senza forzature sull’esito del mio test.

 

Disclaimer. Questa recensione è stata pubblicata nel mese di Luglio del 2014. Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali e date dai tester di Binomania in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale alcuno e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali strumenti ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di contattare direttamente Nital SPA  cliccando sull’immagine qui di seguito.