Fototrappolaggio: suggerimenti pratici per un corretto utilizzo

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Questa volta  non recensirò un prodotto specifico ma vorrei aiutare i lettori che si stanno accostando al fototrappolaggio con alcuni consigli che spero troveranno molto utili. 

Prima di iniziare vorrei esprimere il mio pensiero, il fototrappolaggio prevede la ripresa di animali e accidentalmente anche di persone spesso su terreni non di nostra proprietà. Seppure come vi spiegherò la normativa è ancora insufficiente personalmente cerco sempre di praticare questa attività con criterio, accortezza e chiedendo piu’ permessi possibili.  

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Buona visione  e buona lettura a tutti voi. 

SCEGLIETE LA FOTOTRAPPOLA MIGLIORE CHE POTETE PERMETTERVI

Potrebbe sembrare un consiglio scontato ma spesso alcuni appassionati si accostano al fototrappolaggio acquistando camere decisamente troppo economiche.  Non mi sto riferendo a chi ha la necessità di verificare il passaggio di un animale senza velleità di ricerca o fotografiche ma chi vorrebbe ottenere delle immagini sufficientemente interessanti per compiere, ad esempio, uno studio naturalistico. Per questo motivo, acquistando una fototrappola economica potrebbe non scattare in voi “il sacro fuoco “del fototrappolaggio e abbandonereste questa passione in breve tempo.  

Fig.1 – La SpyPoint Flex è una delle fototrappole piu’ recenti e performanti disponibili sul mercato

 

LEGGETE CON ATTENZIONE IL MANUALE DELLA FOTOTRAPPOLA

Anche questo parrebbe un suggerimento scontato ma vi assicuro che molti appassionati non leggono attentamente il manuale.  Molte fototrappole propongono decine di impostazioni e le piu’ costose si possono anche regolare tramite un’applicazione per smartphone a decine di chilometri di distanza. Imparando a menadito le sue funzioni vi eviterà spiacevoli problemi.

 

ACQUISTATE SEMPRE LE BATTERIE SUGGERITE DAL COSTRUTTORE

So che sarebbe bello acquistare batterie piu’ economiche o ricaricabili, ma queste scelte potrebbero comportare un errato funzionamento della vostra fototrappola. Se il costruttore consiglia un modello specifico, ci sarà sempre una ragione. La vostra fototrappola potrebbe anche funzionare con quelle ricaricabili ma notereste, senz’altro, una riduzione delle prestazioni, come ad esempio: il raggio coperto dal sistema di illuminazione, la velocità di attivazione e la stessa durata delle batterie.

Dovrete, inoltre, tenere sempre le batterie cariche, quindi controllate spesso le batterie che magari avete comprato lo scorso anno o quelle di scorta che magari custodite nello zaino durante le fredde giornate invernali. Potreste avere delle brutte sorprese nel momento del bisogno.

 

SCEGLIETE CON ATTENZIONE LE SCHEDE DI MEMORIA


Alcuni anni fa, le fototrappole potevano gestire schede di memoria da 8 o 16, Gb, attualmente il valore medio è 32 Gb ma ci sono anche i modelli piu’ costosi che accettano schede sino a 256 Gb.

In realtà, piu’ che la quantità di foto e video che potrete salvare, ciò che conta è la velocità di lettura della scheda, perché piu’ leggerà rapidamente e piu’ rapidamente le immagini saranno trasferite. Il risultato dipenderà anche dalla velocità di attivazione della vostra fototrappola, per questo motivo se avete acquistato una fototrappola con una velocità di attivazione molto rapida sarebbe un peccato “strozzarla” con una scheda di memoria da pochi soldi. Portate sempre con voi, se possibile, una custodia impermeabile che custodisce varie schede, perché spesso e volentieri potreste trovarvi a 30 km da casa con una scheda danneggiata, rovinata per la umidità o sepolta tra fango e felci.

 

ACCESSORIATE UNO ZAINO PER IL FOTOTRAPPOLAGGIO

Come avrete capito io sono un po’ fissato per ciò che riguarda la mia attrezzatura, ho vari zaini e uno esclude gli accessori dell’altro: quello per la fotografia di paesaggio, quello per la caccia fotografica e il digiscoping, lo zaino di sopravvivenza ma anche un piccolo zaino per il fototrappolaggio. Al suo interno sono presenti: varie batterie di scorta, scompartimenti per le fototrappole, cavi di sicurezza, lucchetti, filo di ferro, nastro americano per delle riparazioni rapide, porta schede impermeabilizzato, machete per la pulizia della zona e come vi dirò biglietti con il mio nome e numero per la tutela della privacy.

Fig.2 – Un primo piano sugli accessori principali del mio zaino fotografico per il fototrappolaggio. Utilizzo uno zaino Eurohunt per la sua robustezza e i vari scomparti

IMPARATE A REGOLARE IL SENSORE PIR

Il sensore a infrarossi passivo che è utilizzato nella maggior parte delle fototrappole si può regolare in base alle nostre esigenze. Il suo funzionamento è semplice: misura la quantità di luce infrarossa che è emessa da un oggetto/soggetto all’interno della inquadratura. Se un uomo o un animale entrerà nel campo, il PIR rileverà il cambiamento nell’infrarosso, avvisando la fototrappola che è giunto il momento di scattare una foto o registrare un video. Visto che ogni oggetto emette infrarossi la fototrappola potrebbe attivarsi inopportunamente a causa della caduta delle foglie o il movimento dei rami causata dal vento. Regolandone la sensibilità potrete migliorare le vostre immagini. Io, durante i periodi ventosi o in autunno, tendo a impostare le fototrappole su una sensibilità o bassa o media per evitare scatti “a vuoto”.

 

TESTATE SEMPRE LA FOTOTRAPPOLA PRIMA DI INSTALLARLA IN NATURA


Vi è mai capitato di lasciare una fototrappola installata per un mese, andare a prenderla e poi accorgervi che non ha registrato nulla? A me sì, purtroppo, e soprattutto all’inizio di questo hobby. Personalmente prima di installare una fototrappola compio un rapido test nel mio giardino o addirittura in casa, verifico le mie impostazioni preferite, cerco di comprendere la sensibilità del sensore, il peso di video e fotografie ma soprattutto verifico che registri le fotografie e i video all’interno della memoria.

Fig.3- E’ essenziale compiere un primo test a casa e verificare sul campo il corretto funzionamento della vostra fototrappola

Lo stesso modus operandi andrebbe poi ripetuto durante la installazione in mezzo alla Natura. Solitamente dopo aver confermato le impostazioni tramite menu o app, lampeggia un led che vi avvisa che entro 10, 20 o 30 secondi sarà attivato. Attendete e passate di fronte per verificare che tutto funzioni alla perfezione. La nuova SpyPoint Flex, ad esempio, propone il pulsante “Test” per fare uno scatto di prova immediato. Certamente le fototrappole migliori sono quelle che vi inviano in tempo reale le foto sulla vostra app ma potete visualizzare le foto se la fototrappola è dotata di display o alla peggio, acquistare un piccolo lettore di micro SD e collegarlo al vostro smartphone che lo riconoscerà come memoria esterna. Io spesso utilizzo un tablet rugged per questo genere di operazioni.

Fig.4 – Un tablet rugged è perfetto per la mia manutenzione e controllo delle fototrappole, posso inoltre osservare direttamente tramite APP, oppure inserire la scheda nella porta specifica

 

AGGIORNATE SEMPRE LA VOSTRA FOTOTRAPPOLA


So che è piu’ bello uscire nei boschi a piazzare le fototrappole ma anche l’aggiornamento della vostra fototrappole è molto importante. Le aziende, infatti, scoprono piccoli bug o escogitano dei miglioramenti di cui è possibile beneficiare solo dopo l’aggiornamento. Alcune fototrappole si aggiornano dopo aver inserito un file eseguibile dentro la scheda di memoria, con altre, come ad esempio la SpyPoint Flex è possibile scaricarlo tramite la Rete.  Insomma, molteplici sono le modalità di aggiornamento ma la cosa certa è il beneficio apportato. .Una pessima installazione o una inquadratura frettolosa possono provocare pessime foto, molti falsi trigger (ossia attivazioni inutili) o foto in controluce.
È giusto quindi imparare un corretto modus operandi che mi sento di riassumere in questi altri punti.

 


NON DIRIGETE MAI LA FOTOTRAPPOLA IN DIREZIONE DEL SOLE

Quindi a est o ovest, è sempre preferibile evitare di puntare dove tramonta o sorge il sole ma anche in pieno controluce. Le immagini potrebbero essere rovinate dalla luce diffusa o dalla sovraesposizione. Inoltre il sorgere del sole può provocare una falsa attivazione.

 

STUDIATE ATTENTAMENTE L’ALTEZZA A CUI PIAZZARE LA FOTOTRAPPOLA

 

In realtà, non esiste una altezza valida per ogni ripresa, ogni posizionamento avrà i suoi problemi: una fototrappola troppo bassa sarà facilmente visibile dagli animali e esposta ad urti, troppo alta potrebbe fornire pessime angolazioni e poco dettaglio. Ricordate solo che le fototrappole “ad altezza cinghiale” possono subire le loro attenzioni.  I canini posteriori di alcuni cinghiali curiosi hanno distrutto un paio di fototrappole, quindi meglio conoscere bene la fauna della vostra zona.   Altezze che vanno bene per molte riprese potrebbe essere i classici 80-100 cm, ma dovrete poi decidere se angolarla con accessori specifici o con dei semplici rami caduti.

Fig.5 – Scegliere la migliore altezza a cui installare la fototrappola è indispensabile

 

CONTROLLATE L’ANGOLAZIONE IN BASE AI TEMPI DI ATTIVAZIONE DELLA FOTOTRAPPOLA

Una ampia angolazione è favorita dalle fototrappole con tempi di attivazione rapidi, se possedete una fototrappola un po’ lenta, è meglio angolarla poco per consentire di rilevare l’animale a una distanza maggiore e concederle piu’ margine per congelare il movimento. Con la SpyPoint Flex, ad esempio, che è molto veloce, mi posso permettere delle angolazioni anche un po’ estremi su passaggi stretti, con le SpyPoint Micro Link LTE preferisco inquadrare una zona piu’ ampia.

 

ANALIZZATE LA POTENZA DEL SISTEMA DI ILLUMINAZIONE IN BASE ALLA DISTANZA E ALLA GRANDEZZA DEL SOGGETTO

La potenza della illuminazione a infrarosso può essere un’arma a doppio taglio, se è molto potente consente di illuminare i soggetti più distanti ma nel contempo sovraespone gli animali piu’ vicini, magari quelli con un pelo chiaro. Spesso le aziende dichiarano una distanza ottimale dai soggetti, che di solito è compresa tra i 5 e i 7 metri. Alcune fototrappole, inoltre, consentono di regolare la potenza della illuminazione. Vi invito, quindi, a non scoraggiarvi a fare varie prove, sino a trovare la ricetta perfetta per voi.  Dovrete imparare a capire su quale soggetto prediligere la vostra attenzione, come impostare angolazione, potenza e distanza dal soggetto

Fig.6 – La distanza dei soggetti sarà un elemento essenziale per ottenere immagini corrette o sovra-esposte o troppo scure

PONDERATE BENE LA DISTANZA DI RILEVAMENTO DELLA VOSTRA FOTOTRAPPOLA

Se possedete una fototrappola che rileva sino a trenta metri, sarà inutile tentare di riprende dei soggetti che passano a quaranta metri di distanza, meglio, quindi, avvicinarsi per essere sicuri di beneficiare di una corretta illuminazione.

CERCATE METODI ALTERNATIVI PER FISSARE LA VOSTRA FOTOTRAPPOLA

Se non riuscite a fissare la vostra fototrappola con la classica cinghia, utilizza altri accessori, a volte per un tronco troppo grande basta tenere nello zaino un po’ di fil di ferro. Ci sono, inoltre, dei sistemi di bloccaggio dotati di vite da avvitare sui tronchi caduti o sui vecchi steccati (mi raccomando, non esagerate). Qualche temerario piazza anche un paletto o uno stick commerciale dotato di filettatura da ¼. In questi casi è ovvio che dovrete beneficiare di una zona veramente poco frequentata dalle persone o al massimo nel vostro giardino o terreno cintato per un mero controllo della fauna.

CONSIDERATE SE SIA PREFERIBILE FOTOGRAFARE, RIPRENDERE VIDEO O TIME LAPSE

 

Apprezzo molto i video, magari con la possibilità di ricevere una foto prima della ripresa (anche se a volte si perde l’attimo). I video, inoltre, mi consentono di studiare meglio il comportamento degli animali, ma in alcuni casi, sarebbe preferibile, sfruttare le potenzialità del time lapse, magari per analizzare il numero di un branco di fronte a un abbeveratoio naturale nel corso della giornata.  Con le fototrappole con un’attivazione lenta, preferisco riprendere video e non fotografare, dato che spesso le immagini vengono un po’ mosse.

 

PROTEGGETE LA TRAPPOLA DAI FURTI

Sembra facile ma non lo è. Se volete usarla per comprendere se qualche boscaiolo di frodo entra nel vostro terreno, la soluzione migliore è prendere una scala, piazzarla almeno a due metri e mezzo di altezza e aspettare, ma se voleste riprendere animali anche di taglia piccola, la vostra fototrappola sarà necessariamente ben esposta allo sguardo dei ladri, quindi, come fare?

Per fortuna ci sono varie opzioni:

Utilizzare un sostegno naturale o una sedia pieghevole che vi consentiranno di alzare la posizione della fototrappola a una quarantina di centimetri piu’ in alto.

Utilizzare un cavetto anti-scasso

Fig.7 – In questa immagine è visibile un cavetto anti-scasso specifico per il fototrappolaggio. Non lesinate sul prezzo e scegliete solo prodotto di alta qualità

Nasconderla con elementi naturali

Se possibile, celatela alla vista con corteccia secca, fogliame o altro ancora. Io spesso mi avvalgo di un suggerimento datomi da un trucchetto che mi ha insegnato Paolo Mainardi dell’Osservatorio Lupi di Fidenza. Inserisco la fototrappola dentro un sacchetto per congelare gli alimenti, ritaglio le zone di mio interesse, poi con la colla a caldo incollo le cortecce creando una copertura molto naturale. Con questo metodo sono riuscito a lasciare una fototrappola, per oltre tre mesi, in una zona molto battuta.

Sistema No GLOW

Ricordo inoltre che le fototrappole dotate di sistema “NO GLOW” che evita anche il bagliore rosso (la residua parte visibile dell’infrarosso)

Cassette di sicurezza e lucchetti

Per le installazioni professionali e/o di lunga durata esistono cassette di sicurezza e lucchetti per le chiavi. Evitate comunque di piazzarla su tronchi troppo piccoli perché basta un coltello Victorinox per segare il legno e portar via tutto.

In definitiva queste accortezze servono per evitare che il possibile ladro possa rubare la vostra attrezzatura al primo avvistamento, di solito, purtroppo, la seconda volta tornano con un tronchese e con un passamontagna. Anche per questo motivo preferisco usare le fototrappole che consentono l’invio in tempo reale delle fotografie perché se si avvicinano dalla parte del sensore di ripresa ho un po’ di tempo utile per evitare la seconda missione del ladro e nel contempo ricevere sullo smartphone una sua fotografia.

 

PRESTATE ATTENZIONE ALLA CURIOSITA’ DEGLI ANIMALI

Ho già affrontato, in parte, questo problema nel punto riguardante l’angolazione. Oltre all’eventuale utilizzo di fototrappole con sistema NO GLOW è utile lasciare odori “umani” o invitanti sulla fototrappola. Per questo motivo, ad esempio, se utilizzo degli attrattivi o delle pasture, evito di piazzare la fototrappola senza guanti usa e getta. Un amico naturalista che ha lavorato a un progetto di studio dei lupi in Umbria era solito con la sua squadra bollire i vestiti “di lavoro” in un pentolone con radici, rami e foglie per nascondere i loro profumi da Homo Sapiens.

 

CONTROLLATE SPESSO LO STATO DI USURA DELLA VOSTRA FOTOTRAPPOLA

Ogni volta che rimuovo la fototrappola da una zona, controllo che non ci siano infiltrazioni di umidità, ragnatele, sabbia o altro ancora. Prima di aprirla preferisco pulirla con un panno umido per evitare che lo sporco possa entrare piu’ facilmente.

Se devo installare la fototrappola in una zona umida, inserisco sempre un piccolo sacchetto di silica gel dentro il coperchio. Questi accessori indispensabili si trovano facilmente nei negozi specializzati anche on-line. Per un utilizzo intenso e per chi possiede molte fototrappole consiglio di acquistare il silica gel rinnovabile. Cambia colore quando è umido e ritorna al colore originale- di solito arancione- dopo qualche ora in forno alla temperatura suggerita dal costruttore.

Fig.8 – Controllate sempre la usura della vostra fototrappola

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EVITATE DI SPARGERE IL VOSTRO ODORE OVUNQUE

Gli animali hanno un fiuto eccezionale e a meno di soggetti temerari o ormai assuefatti alla presenza dell’uomo si deve prestare sempre un po’ di attenzione quando installate la vostra fototrappola o entrate nel loro regno. Un conto, infatti, è tentare di fototrappolare il capriolo che bazzica nel vostro orto, un conto è tentare di riprendere una lince.

Personalmente, nel corso degli anni ho escogitato vari accorgimenti. In primis utilizzo guanti sterili durante la fase di installazione, salviette “copri-odori” per pulire la fototrappola. Se la zona non è frequentata dall’uomo mi avvalgo di spray per cancellare le mie tracce e spruzzo urina artificiale degli animali che bazzicano la mia zona sotto le suole degli scarponi. Avvalendomi talvolta degli attrattivi (per i test degli stessi e per lavoro) noto che l’animale si concentrerà sulla zona dove li ho posizionati senza badare alla mia installazione o alle mie impronte. Diciamo che ogni esemplare ha una sua indole e imparerete “sul campo” a apprendere anche queste particolarità.

Guardate ad esempio questa cerva come si accorge del mio passaggio. Avevo appoggiato la mano sudata circa otto ore prima. Se volete andare a togliere o cambiare la scheda, privilegiate le ore pomeridiane perché all’alba potreste ancora incontrare animali e al crepuscolo ci sarebbe poco tempo per disperdere il vostro odore.

Fig.9 – Nel bosco di mia proprietà gli animali che lo frequentano sono così abituati al mio odore e a quello dei mie cani che posso permettermi di installare le fototrappole senza particolari accorgimenti

 PROVATE A FAR FERMARE L’ANIIMALE DAVANTI ALLA FOTOTRAPPOLA

 

Ove le normative locali lo consentano è possibile foraggiare leggermente gli animali o utilizzare degli attrattivi non alimentari che incuriosiscono i soggetti e li fanno fermare davanti alla vostra fototrappola. Molte persone utilizzano anche la pasta di sale soprattutto in inverno o a inizio primavera perché in natura si trova poco cibo. Questo è un settore un po’ delicato, la mia opinione personale è tentare di evitare di sconvolgere le abitudini degli animali, eccetto ovviamente se si debbano utilizzare per abbattimenti controllati o per studi faunistici consentiti. Inutile dire, poi, che possiate sfruttare zone dove si sostano naturalmente come pozze d’acqua, giacigli, passaggi stretti e altro ancora.

Fig.10 – Caprioli di prima mattina, una scena che riesco a riprendere facilmente durante i mesi invernali

SE POSSIBILE, ELIMINATE GLI ELEMENTI DI DISTURBO

Sempre tenendo in mente la regola di fare le cose professionalmente e eticamente, cercare di evitare che sterpaglia, rami o altro possano attivare la fototrappola o rovinare la vostra inquadratura. Anche lampioni o case in lontananza potrebbero confondere il sistema di illuminazione a altro ancora. Io scelgo con molta attenzione la zona dove devo fototrappolare, spesso con un doppio sopralluogo o osservando da lontano con il binocolo o il termico. Successivamente, quando posso, chiedo il permesso al Parco, alla Riserva Naturale o al proprietario del terreno, di fare una pulizia “non invasiva” per eliminare sterpaglia, erba alta, sassi o altro ancora. È ovvio che in tal caso ci vorrà molto piu’ tempo per far avvicinare gli animali piu’ diffidenti ma l’effetto fotografico sarà migliore. Calcolate anche che un ramo che non danneggia l’inquadratura potrebbe entrare in essa con un po’ di vento e che quel bell’albero su cui avete installato la fototrappola, se piazzata malamente potrebbe proiettare ombre perfette per attivare ogni minuto la vostra fototrappola.

Fig-11 – Con il permesso dei proprietari dei terreni, talvolta, preparo la zona per il fototrappolaggio con una bella sessione di “palestra medioevale” con falce e machet

LEGGETE L’ INTERVISTA INERENTE LA NORMATIVA E IL FOTOTRAPPOLAGGIO

Riguardo la normativa vi consiglio di leggere questa intervista che realizzai grazie alla collaborazione di un ufficiale di una forza armata autonoma italiana che tratta questa materia quotidianamente. https://www.binomania.it/fototrappolaggio-normativa/

In questo articolo mi limiterò a citare il mio modus operandi. Visto che per me il fototrappolaggio fa parte della mia attività giornalistica di tester di strumenti ottici e digitali, cerco sempre di comportarmi nella maniera piu’ professionale possibile. Cerco di scegliere per la mia attività, oltre ai terreni di mia proprietà, parchi o riserve a cui chiedere il permesso (quasi tutti vi risponderanno che l’attività di fototrappolaggio è permessa). Nel caso di terreni privati, tento di spiegare la mia attività coinvolgendo il proprietario, quasi sempre, basta un caffè, una chiacchierata per mostrare il mio lavoro e trovare moltissima disponibilità. In ogni caso utilizzo sempre dei piccoli cartelli stampanti di colore grigio o marrone dove inserisco il mio nome e cognome il numero di cellulare e l’oggetto della installazione, ad esempio studio faunistico o test giornalistico.
Sino ad oggi ho sempre incontrato persone interessate e curiose e qualcuno mi ha chiamato per consigliarmi posti utili dove fototrappolare o per avere la foto della volpe che passa nel suo terreno. Insomma, la normativa non è ancora molto chiara a riguardo, cerchiamo sempre di essere rispettosi del pensiero e della proprietà degli altri.

Fig.12 – mia moglie durante la fase di installazione di una fototrappola

ARCHIVIATE LE VOSTRE IMMAGINI E I VOSTRI VIDEO

L’archiviazione di foto e di immagini è indispensabile per ogni appassionato di fototrappolaggio. Senza raggiungere le mie livelli patologici che prevedono un triplo backup. uno su notebook e l’altro su un sistema con duplice hard-disk da 4 Terabyte cadauno, vi consiglio, quanto meno, di fare una copia delle vostre immagini, eliminare quelle inutili e magari rinominare le piu’ interessanti. Le cartelle dovrebbero essere archiviate per anno, data, zona e magari per specie. Se avrete tutto il materiale in ordine potrete organizzare meglio anche la vostra fase di ricerca e analisi successiva.

SIATE PAZIENTI!

A meno di aver la fortuna o la possibilità di utilizzare fototrappole che (con un abbonamento a pagamento) inviano le immagini e i video a bassa risoluzione sul vostro smartphone, la virtu’ fondamentale per chi pratica il fototrappolaggio è: essere pazienti.
Evitate di controllare la scheda di memoria troppo spessa. Se l’avete installata con criterio, funziona, è ben nascosta e ulteriormente protetta da un cavo, avete una ottima scheda micro SD, lasciate che svolga il suo compito per molti giorni. Personalmente nei posti piu’ impervi e per le ricerche piu’ difficili, come nella mia zona è quella del lupo o della lince, preferisco usare fototrappole dotate di pannello solare come la SpyPoint Solar Link Micro LTE che mi consente una ottima autonomia spesso anche di un paio di mesi.
In caso di fototrappole con batteria ( a meno che si scarichino prima, io tengo la regolare del ciclo lunare, ossia le lascio fuori almeno 29 giorni).

Io concludo questo articolo, spero di non avervi annoiato troppo anche se in realtà, avrei avuto altri consigli da scrivere. Potranno essere oggetto di un articolo successivo. Buon fototrappolaggio a tutti voi.