Newton non ostruito Orion CLEAN 3.6”

Chi  si appresta ad acquistare il primo telescopio per osservare principalmente gli oggetti del sistema solare, dopo aver letto decine di recensioni strumentali ed aver osservato attraverso il  telescopio di qualche appassionato,  deve necessariamente decidere quale strumento acquistare, anche in rapporto al budget a propria disposizione. Se non sussistono particolari problemi economici, acquisterà, fuori da ogni dubbio, un telescopio performante in grado di fornire delle immagini nitide,  non afflitte da falsi colori e da aberrazione cromatica, ed  innegabilmente, rinverrà  tali caratteristiche in  un rifrattore apocromatico di ultima generazione.

Per chi invece, avesse una modesta somma  a disposizione una valida soluzione potrebbe consistere nel nuovo  newton di 91mm di diametro, privo di ostruzione, venduto dalla Orion ad un prezzo davvero concorrenziale e che, almeno sulla carta, pare in grado di fornire delle immagini, affini  a quelle dei  sistemi a rifrazione decisamente più costosi. Lo scopo di questa recensione è quello di verificare tale asserzione. Questo test è stato effettuato nel giugno del 2008, per tale motivo le mie impressioni scaturiscono in base alla mia esperienza e ai prodotti disponibili in quel periodo.

Immagine: un primo piano sul Newton non ostruito proposto da Orion



DATI TECNICI

 

Tipo

Newton non ostruito

Apertura

91mm

Lunghezza focale

1240mm (f/13.6)

Potere risolutivo (Dawes)

1.3”

Specchio Primario

91.4mm

Specchio Secondario

28mm (asse minore)

Fuocheggiatore

Da 31.8mm con  sistema a pignone

Peso

Kg.5.20

Distributore

All’epoca Deep-Sky www.deep-sky.it

 

OTTICA

L’acronimo “CLEAN” significa “Clear Aperture Newtonian” che per i meno avvezzi alla lingua inglese significa:” telescopio newtoniano a totale apertura, ossia privo di ostruzione”. Il suo schema ottico, infatti,  è composto da uno specchio primario asimmetrico e da uno specchio secondario montato dalla parte opposta della sede del fuocheggiatore.

 In tale modo il percorso ottico non viene inficiato dalla ostruzione di uno specchio secondario e dei suoi spider, (supporti) utilizzati nello schema classico. Il costruttore, avvalendosi di uno specchio asimmetrico e non parabolico, ha dovuto fare uso di un tubo ottico dal diametro ben superiore a quello che sarebbe necessario per contenere lo specchio di soli 91 mm. Di fatto, è del tutto simile a quello di uno newton di 150mm, tuttavia i lati positivi sono molteplici.
Il piccolo telescopio della Orion, infatti, offre una nitidezza migliore dei suo “fratelli ostruiti”, una resa cromatica perfetta, nonché alcuna aberrazione cromatica, il tutto, a un  prezzo inferiore  a quello che si dovrebbe pagare per acquistare un rifrattore apocromatico  del medesimo diametro o di poco inferiore.

Immagine: un particolare sullo specchio secondario

Lo specchio primario del Orion CLEAN di 91mm di diametro è composto di vetro Pyrex metallizzato con un trattamento in grado di garantire un potere riflettente pari al 96%, chiaramente, tale asserzione non è contestabile nel mero uso visuale, tuttavia, all’atto pratico,  le immagini mi sono più  parse  luminose rispetto a quelle fornite da un Celestron di  114 mm di diametro che ho utilizzato spesso  come paragone.

 Il rapporto focale pari a F/13.6 consente, inoltre, l’uso di oculari ortoscopici  di media focale senza dover obbligare i portatori di occhiali  ad acquistare quelli con una elevata estrazione pupillare che, a parità di prestazione risulteranno decisamente più costosi. Per le mie prove, infatti mi sono avvalso avvalsi di una serie di oculari Baader Genuine, coadiuvati,  quando le condizioni di seeing lo concedevano, da una Barlow 2x  apocromatico della Celestron.

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Immagine: ben visibile il sistema di installazione dello specchio primario

La cura costruttiva di tale telescopio mi pare nella media delle altre produzioni acquistabili in tale fascia di prezzo, ossia inferiore ai 500 euro,  tuttavia, ho apprezzato l’annerimento dell’interno dello scafo ottico atto a  prevenire i riflessi generati da luci parassite ed i pomelli di regolazione della messa a fuoco ergonomici e ben sovradimensionati.

Chiaramente, la scorrevolezza del fuocheggiatore a pignone, da 31.8mm, è appena sufficiente, cosi come l’affidabilità delle viti di serraggio dell’ oculare, che generano una forza insufficiente a fissare con sicurezza visore binoculare, con lente di Barlow e oculari annessi. 

E ‘utile considerare, che, spesso, un oculare Wide Angle di qualità, è venduto a un prezzo superiore a quello proferito per acquistare questo tubo ottico, in fin dei conti, se si volesse pretendere di più si dovrebbe necessariamente spendere di più.


 TEST PRELIMINARE

 

Il test preliminare è avvenuto montando il tubo ottico sopra una  montatura Sky-Watcher Synta Eq6  che ha dimostrato di reggerlo senza problemi. A causa dell’ingombro di tale strumento, consiglio, in ogni caso, ai possibili acquirenti, l’uso di una montatura abbastanza robusta, una Heq5, ad esempio, potrebbe rivelarsi ideale anche per le brevi riprese  fotografiche con proiezione di oculare.
Il telescopio e’ arrivato quasi perfettamente collimato, è  possibile ottenere una prima regolazione attraverso un semplice metodo, che consiste nell’ osservare che il  centro dello specchio (che nel mio caso, essendo già stato assemblato dall’importatore, era evidenziato con un pennarello nero) coincidesse con il foro creato nel centro di tappo, che ho inserito nella sede del porta-oculare, come visibile nella immagine. Successivamente, di notte, è stato possibile, grazie di una stella di media luminosità perfezionare la collimazione,  agendo sullo specchio primario attraverso le viti di  regolazione, dotate di tre viti di fissaggio e di tre viti push and pull.

 

 STAR TEST

Per lo Star Test mi sono avvalso della stella Regolo nella costellazione del Leone e ho ingrandito l’immagine sino a 200 ingrandimenti attraverso un oculare ortoscopico Baader  Planetarium Genuine di 5 mm. L’immagine in intra-focale era priva di difetti e soprattutto priva dell’ ispessimento del primo anello segnale della ostruzione dello specchio secondario. Gli anelli concentrici erano privi di falsi colori e di differenze nella luminosità e non ho percepito luce diffusa.
L’immagine in extra-focale, invece si è dimostrata più impastata con la presenza di luce diffusa sino agli anelli estremi, sintomo di aberrazione sferica.

V’e da dire che all’atto pratico, ossia nella mera osservazione visuale, non  ho avuto modo di verificare alcuna perdita di qualità anche grazie al lungo rapporto focale di tale telescopio.

Immagine: le viti per la collimazione

 

OSSERVAZIONE ASTRONOMICA

Come anticipato, le visioni lunari e planetarie mostrano un contrasto quasi paragonabile a quello di un rifrattore dal diametro simile. Per un confronto diretto, non avendo modo di fare uso di un sistema a rifrazione da 90mm, mi sono avvalso di un ottimo Vixen 80 ED da 720 mm di lunghezza focale.

Luna 

Nell’osservazione della Luna, come era da aspettarsi, l’immagine della fase al primo quarto era lievemente più luminosa nello strumento a specchio che, oltretutto, mostrava una immagine più vibrante. Ritengo, infatti, che seppur il tubo ottico privo di lastra conceda una perfetta e ottimale stabilizzazione, la diversità tra un immagine fornita da un sistema a rifrazione rispetto a quella fornita da un sistema riflessione è ben evidente a un osservatore attento, particolarità che un paio di osservatori occasionali, che hanno avuto modo di partecipare a una fase di questo test, non sono stati in grado di riconoscere.

Sino a centocinquanta ingrandimenti la visione della superficie lunare è molto incisa, quasi cesellata, tale prestazione, dipende, ovviamente anche  dagli oculari utilizzati, che nel mio caso sono stati, come già confermato, degli  ortoscopici della Baader Genuine. Aumentando gli  ingrandimenti, ritengo sia possibile arrivare sino a 200/250X senza però ottenere ulteriori informazioni dalle immagini fornite, con un degrado che è anche direttamente proporzionale alle condizioni atmosferiche .

L’uso di un visore binoculare ha dimostrato la scarsa luminosità di un telescopio che, seppur non ostruito possiede uno specchio di soli 91 mm di diametro, ergo, ho  preferito arrivare sino a circa  200 ingrandimenti unicamente nelle fasi prossime alla luna piena, giacché il calo di luminosità nei primi giorni della lunazione era notevole e non mi consentiva di apprezzare al meglio i dettagli lunari che spesso erano osteggiati da una fastidiosa foschia che mi ha accompagnato durante la maggior parte delle sere in cui ho testato questo strumento.

Posso citare, a titolo di esempio, alcuni dettagli che sono stato in grado di ammirare con l’Orion CLEAN di 90mm: la Rupes Recta, i domi di Hortensius, il domo di Kepler, la rima principale all’interno del Cratere Petavius e il cratere fantasma all’interno del cratere Ptolemaeus. Ritento, quindi, che i neofiti alle prime armi, non si stancheranno facilmente dei risultati ottenibili con tale strumento.

Pianeti

Puntando il pianeta Saturno, con un oculare da 6mm, ho apprezzato la nitidezza del disco planetario che era del tutto simile a quello fornito dal Vixen 80ED, che  forniva però una resa lievemente più calda, (non essendo un vero apocromatico) una luminosità inferiore ma una immagine meno “vibrante” come ho già avuto  modo di confermare. E’ stato possibile osservare anche una fascia scura sul globo e la suddivisione principale degli anelli, seppur l’inclinazione attuale del pianeta non sia delle migliori.


Cielo profondo

 Un telescopio con un obiettivo di soli 91 mm non è certamente lo strumento ideale per compiere osservazioni proficue del cielo profondo, tuttavia, dal mio sito  abituale ho apprezzato la puntiformità fornita durante l’osservazione  degli ammassi stellari nella costellazione di Auriga e il fondo cielo più scuro rispetto a quello ottenuto nel Celestron  di 114 mm che ho rispolverato per l’occasione; anche le galassie più luminose come M81 e M82 nell’Orsa Maggiore, era  maggiormente percepibili con l’Orion CLEAN, anche a causa della maggior nitidezza che fornisce. Per tale motivo, l’eventuale possessore potrà osservare, senza dubbio, qualche oggetto celeste luminoso, per iniziare ad avventurarsi anche in questo genere di osservazioni. Dal Monte Sette Termini in provincia di Varese  (1000m slm)  ho osservato con facilita l’ammasso  NCGC 2150 situato vicino a M35 nei Gemelli e M51 che si percepiva come una fievole macchietta.

Immagine: il focheggiatore privo di demoltiplica si è rilevato perfetto per la mera osservazione visuale

 

RIPRESA LUNARE E PLANETARIA

Escludendo la fotografia a fuoco diretto con un sistema Reflex o similari a causa delle dimensioni del fuocheggiatore e alla relativa scarsa robustezza, ho ugualmente tentato delle brevi fotografie lunari facendo uso di un oculare William Optics DCL 28 e una vecchia ma sempre utile Nikon Coolpix 995, ottenendo delle fotografie migliori  rispetto a quelle che ero in grado di  conseguire, anni or sono, attraverso il vecchio Celestron 114 e una Reflex Yashica 35mm, segnale che i giovani astrofili possono ottenere delle soddisfazioni e dei risultati maggiori rispetto a  chi osservava 20 o 30 anni or sono.


IN SINTESI


In definitiva, il newton non ostruito della Orion mi pare un  telescopio valido per compiere le prime osservazioni di Luna e pianeti,  i lati positivi consistono nel prezzo di acquisto e nella nitidezza delle immagini fornite, i lati negativi sono senza alcun dubbio le dimensioni del tubo e la posizione che deve assumere l’osservatore per accostare l’occhio all’oculare, che in certe circostanze, a causa della posizione del oggetto celeste inquadrato, risulterà  più scomoda e mena immediata, rispetto a quella ottenibile, ad esempio con un rifrattore ED da 80/90 mm dotato di diagonale.

 

DISCLAIMER

 

“Binomania.it” è un progetto editoriale di Piergiovanni Salimbeni – Giornalista Indipendente. I prodotti testati non sono in vendita, sono restituiti dopo la visione e non percepisco nessuna percentuale sulla eventuale vendita del modello recensito.