Cari amici: finalmente una novità!
Da molti mesi non compariva su Binomania un nuovo brand.
Seppur la SIGARMS- il qui nome deriva ancora dai precursori svizzeri che la fondarono nel 1864 – sia una nota azienda d’oltre-oceano produttrice di armi e accessori, non avevo ancora avuto il piacere di utilizzare sul campo i suoi binocoli “Made in Japan”.
L’esordio dello Zulu 11×45 si è rivelato un successo, come capita, talvolta a qualche romanziere esordiente…non vorrei, però, anticiparvi troppo. Vediamo insieme di comprendere perché sono giunto a tale conclusione.

Caratteristiche tecniche dichiarate dalla Casa Madre.
Modello | Zulu 9 11×45 |
Pupilla di uscita | 4,1 mm |
Estrazione pupillare | 16,7 mm |
Fov lineare a 1000 m | 126 m |
Campo lineare | 6° |
Distanza minima di messa a fuoco | 1,83 m |
Distanza interpupillare | 56-74 mm |
Regolazione diottrica | + – 3 |
Peso dichiarato | 950 g |
Lunghezza | 190 mm |
Prezzo (Bignami Aprile 2018) Iva Inclusa | 1570 EURO |
Meccanica e sistema di messa a fuoco
Il binocolo è composto da un discreto ponte centrale e i tubi ottici sono divisi da un classico sistema a cerniera centrale. Lo scafo del binocolo è in magnesio, anche se il peso non è di certo il suo miglior pregio. Con 1007 g, analizzati dalla mia bilancia elettronica, è più leggero del Kowa 10.5×44 che, come ben sapranno i lettori di Binomania, non si può definire un binocolo leggero.
Peso a parte, la costruzione è pregevole, il binocolo è ben gommato, con una protezione grigio molto moderna e aggressiva, tanto da non sfigurare su qualche panzer d’altri tempi o su una Jeep con vernice camouflage.
Scherzi a parte, c’è molta sostanza in questo progetto. L’assemblaggio si è rivelato impeccabile: zero sbavature nell’incollaggio della gommatura, nessun residuo di vernice, grasso o altro, all’interno dello scafo ottico.
Lo stesso dicasi per le rifiniture, anche se avrei prediletto un altro sistema di fissaggio dei tappi, dato che si incastrano nella gommatura, senza poter far presa sulla filettatura dello scafo ottico che ospita un eccellente doppietto a bassa dispersione.
Il binocolo è impermeabile e riempito di azoto. SIGARMS non si espone molto riguardo alle sue reali specifiche, in ogni modo gli acquirenti potranno avvalersi di una garanzia a vita.
Visto il suo notevole ingrandimento, è stato dotato di una filettatura che consente il collegamento ai comuni treppiedi fotografici, peraltro, tale caratteristica è sempre presente nei progetti giapponesi anche con prodotti da otto ingrandimenti.
I paraluce degli oculari sono ruotabili con quattro posizione pre-fissate e purtroppo non totalmente estraibili per facilitare la pulizia della lente di campo degli oculari. Sinceramente, in un prodotto di tal fattura, avrei preferito usufruire di tale possibilità.
Il diametro degli oculari è perfetto, anche per un osservatore occidentale con una distanza interpupillare piccola. La distanza minima utile che ho calcolato è pari a 56 mm, anche se alcune persone “con il nasone” potrebbero avere qualche problema “nell’indossarlo”.

La manopola di messa a fuoco non è molto grande ma funziona bene, mi è parsa precisa, forse un po’ troppo fluida nella rotazione. Il suo vero punto di forza, direi incredibile, è la capacità di coprire la distanza minima di messa a fuoco sino all’infinito (in senso orario) in poco meno di ¾ di giro di manopola!
Il mio esemplare si è fermato a circa 300° di rotazione. Un valore eccezionale per un 11X e che potrebbe, almeno sulla carta, arrecare grossi problemi nella micro-regolazione della focalizzazione, evenienza, peraltro, non evidenziata dal sottoscritto nella prova pratica.
La distanza minima di messa a fuoco pubblicizzata è di 5.9 ft, ossia di poco inferiore a due metri. Direi che è ben stimata, anche se, talvolta, in base al soggetto inquadrato si potrà avere qualche problema di allineamento delle immagini.
Non ho trovato, invece, alcun problema dai 2.5 metri in avanti, dove mostra immagini secche e nitide che potrebbero stupire anche un micro-scopista o un macro-fotografo.
La compensazione diottrica dell’oculare destro avviene ruotando la ghiera zigrinata (che è composta di metallo, protetto da una gommatura!).
Non usufruisce di un sistema di fissaggio, ma i movimenti sono ben frizionati e precisi da evitare regolazioni accidentali durante l’uso o il trasporto.
Ottica

Obiettivi
Lo Zulu9 11×45 possiede delle ottime lenti a bassa dispersione. Come mera analisi comparativa, posso confermare che mi sono parse simili, per contenimento dell’aberrazione cromatica, nitidezza e contrasto ad altri pregevoli prodotti: Nikon HG, Minox HG, etc., etc.
Le immagini sono molto brillanti, tanto da non sfigurare con vari Top di Gamma 10×42, 10×52, che ho avuto modo di utilizzare nel corso degli anni.
La nitidezza in asse è molto elevata, così come il contrasto; la differenza rispetto ai miglior top di gamma è visibile, sovente, con difficoltà e da utenti esperti.
Oculari
Gli oculari di questo 11×45 forniscono un pregevole campo di vista, pari a 105 m a 1000 m che corrispondono a 6° di campo e ben 66° di campo apparente. L’immersione nella scena è molto elevata, del resto è risaputo come i 65-68° siano i gradi di campo più naturali per la vista umana giacché non siamo costretti a ruotare le pupille per abbracciare tutto il campo di vista.

L’estrazione pupillare è buona, ma non eccellente: 16.7 mm. Per tale motivo, chi utilizza occhiali da vista potrebbe non essere in grado di abbracciare tutto il campo ottico fornito.
Si potrebbe ovviare, con un rapido lavoro di taglierino, rimuovendo la parte superiore della gommatura. In questo modo si guadagnerebbe ancora un paio di millimetri, ma non mi è parso il caso fare questa prova.

Prismi
Questo binocolo utilizza prismi Abbe Konig che ovviamente sono stati ottimizzati con la correzione di fase. I trattamenti applicati sono di altissima qualità e ho notato che al crepuscolo, si nota poca luce diffusa ai bordi del campo, che è spesso causata da una scarsa prevenzione della luce diffusa nella zona dove sono alloggiati i prismi.
La pupilla di uscita si è rivelata sferica e priva di cut-off o vignettature. Insomma, stiamo parlando di un binocolo di qualità.
Trattamenti
Il Sig Sauer Zulu9 11×45 fa uso di un sistema definito Spectral Coat, ossia un sistema di trattamento ultra- wide broadband anti -riflesso che consente una ottima trasmissione della luce.
Le sue lenti sono state anche ottimizzate con un trattamento olio-fobico che protegge le lenti dall’acqua, dall’olio, dalle ditate, oltre a garantire una pulizia più rapida ed efficace.

Aberrazioni
Arrivati a questo punto, presumo che siate curiosi di sapere come se la cava rispetto ai vari Top di Gamma che ho avuto il piacere di testare (seppur questo binocolo abbia un formato un po’ atipico).
Vi ho già confermato che è molto nitido, ha un contrasto elevato, è luminoso, ha colori brillanti e una tonalità neutra…ma le aberrazioni cromatiche e geometriche?
Aberrazione cromatica
Non riesce a superare il Kowa 10.5×44 (che peraltro – in tale frangente- è migliore rispetto a binocoli da costo superiore) tuttavia, al centro del campo – nelle normali condizioni di illuminazione – è praticamente assente. Direi meglio di un Leica HD Plus, di un Minox HG, quasi simile a uno Swarovski El (al centro del campo).
Osservando un falco pellegrino posato su un ramo in contro-luce, alle quattro di pomeriggio con cielo plumbeo ma luminoso, si percepisce un lieve alone viola-verde lungo il bordo delle immagini, leggermente superiore – per esemplificare- a quello visibile in un costoso Swarovski EL 12×50.


Rispetto a un Top di Gamma da 10X, come lo Swarovski EL, le differenze s’iniziano a notare dal 25-30% del campo, dove in questo 11×45 si percepisce più ’aberrazione cromatica.
Sarei però, molto, molto curioso di testare il formato 9×45 o ancor meglio l’8×42.

Aberrazione cromatica laterale (cromatismo laterale)
Posso confermare che il suo contenimento è ottimo, in proporzione al prezzo di acquisto, anche se non raggiunge le prestazioni dei più costosi binocoli Alpha.
Osservando nel Sig Sauer Zulu9 11×45 si nota una maggiore presenza di cromatismo laterale. Una differenza che mai varrà la discrepanza con gli alti prezzi di acquisto dei Top ma che è lecito rilevare.
Curvatura di campo
La visione del campo è molto naturale, poco affaticante e corretta, a essere schizzinosi non raggiunge la perfezione di un Canon 10×42, ma poco ci manca, gli estremi bordi del campo sono forse più inficiati dalla distorsione angolare che dalla curvatura, in ogni modo, a distanza ravvicinata la visione è perfetta,.
Osservando dei soggetti situati a lunga distanza, quando si analizzano dei dettagli molto fini, si percepisce soltanto un leggero degrado delle immagini da circa il 90% del campo. Una prestazione che è molto simile alle ultime versioni degli Swarovski EL o degli Zeiss Victory SF.
Distorsione angolare
Minima, presente, a cuscinetto, a partire da circa l’80% del campo di vista.

Altre aberrazioni
Nell’uso astronomico, utilizzando la mia tabella, ho notato quanto segue
CM:85%, CU:10%, CI:5%
Ai bordi è presente un filo di coma è astigmatismo ma sicuramente poco evidenti. Le immagini stellari al centro del campo sono puntiformi, ma non riescono a raggiungere le prestazioni del mio esemplare di Fujinon FMTR-SX 10×50 che mostra stelle decisamente “più’ a capocchia di spillo”. La luminosità è alta e, grazie agli ingrandimenti di poco superiori al classico 8X, fornisce maggiori soddisfazioni nella percezione di dettagli deboli .
Un plauso ai progettisti giapponesi.
Utilizzo sul campo
Ho poca dimestichezza con gli 11X: ho posseduto per pochi mesi un eccellente 12×50 e per circa due anni ho usato un 10.5×44.
Undici ingrandimenti -a mano libera – sono una via di mezzo fra il piacere di percepire qualche dettaglio in più e l’arrivo più immediato delle vibrazioni, causate dalla stanchezza, dal respiro, dal battito del cuore, etc. etc.
Per tale motivo ho sempre prediletto, al massimo, gli 8.5X arrivando ad amare in certe circostanze i 7X.
In ogni modo grazie al suo peso e alla sua conformazione non posso dire di aver osservato male con questo 11X, anzi! Spesso quella manciata d’ingrandimenti in più rispetto a un 8X fa molta differenza. In un binocolo la distanza fra i 7X e gli 11X è come fra i tredici anni e i diciotto anni…poca distanza uno dall’altro, molta differenza per ciò che riguarda sviluppo fisico e maturità.

Confermo che questo 11X45 potrebbe far innamorare molti birdwatchers che amano avere il massimo potere risolutivo disponibile a mano libera, lo stesso dicasi per il rapporto PUPILLA DI USCITA / FATTORE CREPUSCOLARE che è a suo favore, rispetto, ad esempio al classico binocolo 10×42
Le immagini sono molto luminose, anche al crepuscolo, la tonalità mi è parsa neutra, addirittura più neutra del Victory SF che tende al..giallino.
La nitidezza in asse è molto alta, le aberrazioni sono ben corrette, in certi casi l’ho ritenuto superiore ad altri binocoli della concorrenza, anche se manca ancora qualche passo per arrivare a confrontarsi direttamente con gli Dei dell’Olimpo binoculare che però costano molto di più.
L’ergonomia è buona, la manopola è allineata con il dito indice e il binocolo è quasi perfettamente bilanciato verso gli oculari…non male per un 45 mm di diametro, questo dipende in parte dal ponte di comando molto avanzato verso gli oculari.
Pregi e difetti
Pregi
- Contrasto alto
- Ottima nitidezza in asse
- Luminoso
- Colori brillanti
- Buona ergonomia
- Buon campo di vista
- Garanzia a vita
- Ottima costruzione
- Buon contenimento globale delle aberrazioni cromatiche e geometriche

Difetti
- Peso
- Impossibilità di togliere i paraluce degli oculari
- Tappi degli obiettivi che si fissano nella gommatura del binocolo
- Cromatismo laterale più evidente di qualche altro concorrente nella medesima fascia di prezzo
In sintesi
Il Sig Sauer Zulu9 11×45 si è dimostrato una piacevole sorpresa.
E’ nitido e contrastato, rivaleggia per molte sue caratteristiche con i Top di gamma, ha un campo ben corretto e ampio e mostra poca aberrazione cromatica.
Ammetto di essere molto, molto curioso di testare gli altri, innumerevoli formati.
Il mio plauso va ai progettisti giapponesi per aver costruito un binocolo in grado di rivaleggiare con molti BIG a un prezzo concretamente favorevole.

Ringraziamenti
Ringrazio come sempre Achille Berti di Bignami SPA, importatore ufficiale dei prodotti Sig Sauer che mi concesso di provare questo formato (e prossimamente anche gli altri) lasciandomi, come sempre, libero di scrivere le mie impressioni sincere.
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Disclaimer.
Questa recensione è stata pubblicata nel mese di Aprile dell’anno 2018- Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali e date dai tester di Binomania in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale alcuno e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali strumenti ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di contattare direttamente il distributore ufficiali SigSauer: Bignami.
Piergiovanni Salimbeni è un tester e giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica, geologia lunare. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il suo secondo romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero leggi molti libri, pratica tiro sportivo a lunga distanza, fototrappolaggio, digiscoping, fotografia di paesaggio.