Binocolo Omegon Argus 16×70

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Premessa

I binocoli con un diametro delle lenti di settanta millimetri sono utilizzati soprattutto in due settori molto specifici: quello nautico e quello astronomico.

Nell’osservazione nautica si abbinano al classico binocolo“navale” 7×50: sono, infatti, più luminosi, possono essere trasportati rapidamente all’esterno  del natante e richiedono dei supporti poco ingombranti. Sono anche utilizzati spesso per osservare la costa o il mare direttamente dai fari, dai porti, o dalle torri di avvistamento delle Capitanerie portuali o della Guardia Costiera.

Nell’osservazione astronomica, invece, sono un vero e proprio trait d’union fra il classico binocolo 10×50 (da gestire a mano libera) e i più ingombranti binocoli angolati da 80-120 mm. Il maggiore ingrandimento -di solito compreso fra 15 e 20X- consente all’appassionato di iniziare ad apprezzare anche molti oggetti celesti più flebili delle classiche stelle o degli asterismi.

Nel mercato italiano è da poco comparso un nuovo binocolo 16×70: l’Omegon Argus che sono riuscito a testare per un paio di mesi.

Un primo piano sul nuovo binocolo Omegon Argus 16x70
Un primo piano sul nuovo binocolo Omegon Argus 16×70

Nella Mitologia greca Argus era un mostro che possedeva cento occhi e che aveva il compito di sorvegliare i castelli degli dei, questa parola è spesso usata, in senso figurativo, per descrivere una persona vigile, dallo sguardo attento. Questa scelta aziendale mi è particolarmente piaciuta.

Qui di seguito le caratteristiche tecniche dichiarate dalla Casa Madre.

Prismi di Porro
Ingrandimento 16X
Diametro della lente frontale (mm) 70
Pupilla d’uscita (mm) 4,3
Distanza interpupillare (mm) 56-70
Composizione vetro BaK-4
Rivestimento Multistrato su ogni superficie
Sistema di messa a fuoco Messa a fuoco singola su ogni oculare
Conchiglie di Gomma ripiegabile

Campo visivo

Campo visivo reale (°) 4,1
Campo visivo apparente (°) 65,6
Campo visivo a 1.000 m (m) 72
Fattore crepuscolare 33,4

Generale

Materiale delle superfici Rivestimento in gomma
Colore nero
Lunghezza (mm) 300
Larghezza (mm) 220
Altezza (mm) 90
Peso (g) 2400
Prezzo 549 EURO

 

Meccanica e sistema di messa a fuoco.

Come visibile nelle fotografie a corredo di quest’articolo, il binocolo Omegon  Argus 16×70 è dotato di prismi di Porro, il design è certamente classico, con un’ottima ergonomia che garantisce una presa sicura.

La gommatura è di un bel colore nero, cosi come le celle che contengono gli obiettivi, i costruttori si sono concessi un unico vezzo: un anello rosso nei pressi degli obiettivi che in altri settori è utilizzato per distinguere gli obiettivi fotografici o gli spotting scopes di alta qualità.

Sui coperchi che celano la sede dei prismi, sono evidenziate le caratteristiche principali di questo strumento.  Sul  lato sinistro si nota la dicitura riguardante  la presenza di prismi in vetro Bak- 4 e il trattamento multi-strato su ogni superficie ottica, sul lato  destro, invece, sono impresse  oltre  al formato, in questo caso un 16×70, la  resistenza all’acqua, agli urti e il campo inquadrato a 1000m.

Prismi Bak-4 e Trattamento multi-strato su ogni superficie.
Prismi Bak-4 e Trattamento multi-strato su ogni superficie.

E’ stata prevista la filettatura per fissare il binocolo ai treppiedi fotografici. Una scelta indispensabile visti gli alti ingrandimenti.  I portatori di occhiali potranno beneficiare della possibilità di togliere i paraluce in gomma. Questa scelta è utile anche per facilitare la pulizia delle lenti degli oculari.

Molto utile la filettatura sugli oculari che consente l’utilizzo di filtri astronomici o terrestri dal diametro di 31.8 mm.  Sarà quindi possibile utilizzare i classici filtri gialli per migliorare la visione durante le giornate contraddistinte da foschia.

Il binocolo è stato montato con precisione, non ho notato difetti grossolani, la protezione di gomma è stata tagliata e incollata perfettamente, non ci sono graffi sullo scafo, e men che meno residui di vernice nei tubi ottici o fra le lenti.

Gli oculari, dal buon diametro, possiedono una banda con grip antiscivolo che consente la regolazione della messa a fuoco, che è singola su ogni oculare come giusto aspettarsi per un progetto del genere.

Omegon Argus 16x70
Molto interessante la possibilità di utilizzare filtri da 31.8mm grazie alla presenza della filettatura.

Ricordo ai lettori che un sistema di messa a fuoco singolo presenta pregi e difetti. I pregi consistono nella maggior robustezza, impermeabilizzazione e nella possibilità, in caso di rottura di un oculare, di poter osservare con l’altro obiettivo. Ovviamente la messa a fuoco centrale consentirebbe una maggiore universalità di visione, soprattutto nell’uso naturalistico per soggetti in rapido movimento a breve distanza.

Per l’uso terrestre – paesaggistico e astronomico la messa a fuoco singola su ogni oculare, io ritengo si tratti di una scelta eccellente.

La profondità di campo è alquanto elevata: Il binocolo mostra una totale profondità di campo da circa 250 metri.

La pupilla di uscita di 4.3 mm  generata da questo formato è  un buon compromesso fra gli  ingrandimenti e  la luminosità. Analizzando la pupilla di uscita ho notato una buona illuminazione ai bordi, anche se è evidente la presenza di  una piccola “Lunetta”   posta a ore 23, dovuta all’angolo del prisma di Porro.

Un bel primo piano sulle lenti da 70mm di diametro
Un bel primo piano sulle lenti da 70mm di diametro

Il campo di vista inquadrato è molto ampio, stiamo parlando di quasi sessantasei gradi di campo apparente, per la precisione 65.6 che corrispondo a 4.1 gradi di campo reale.

Un test stellare analizzando la costellazione di Ercole mi ha portato a verificare la veridicità di quest’asserzione.

Lo scafo del binocolo è in magnesio. L’Omegon  Argus 16×70 è lungo circa 30 cm, largo circa 22 cm, mentre  il suo peso dichiarato è pari a 2200g. La mia bilancia elettronica ha stimato un peso pari a 2278 g.

 

Obiettivi.

L’Omegon  Argus 16×70 non è un binocolo dotato di ottiche a bassa dispersione. Tuttavia la resa cromatica di questo prodotto è molto soddisfacente. Mi è parso che in asse (leggasi al centro del campo) le immagini siano più corrette del noto e “ispirante” Fujinon 16×70, oltre che lievemente più nitide.

Si nota talvolta la presenza di un po’ di aberrazione cromatica, (lieve alone verde-viola) intorno agli oggetti molto contrastati.

L’aberrazione cromatica laterale, invece, si evidenzia da circa il 60% del campo di vista (dal centro ai bordi.)

Curvatura di campo.
Non è un binocolo a campo piatto ma ci manca veramente poco!

L’esemplare in prova ha mostrato di possedere durante le osservazioni terrestri un’ottima planeita’ di campo. Osservando degli oggetti terrestri posti a circa un chilometro di distanza le immagini erano ancora ben leggibili sino al bordo. Differente era invece la resa nell’uso astronomico, dove a partire da circa il 90% del campo di vista si percepiva  un degrado stellare (è risultato un po’ difficile comprendere se fosse coma o astigmatismo)dato il basso ingrandimento e la impossibilità di analizzare con precisione il disco di diffrazione stellare.  La distorsione angolare, minima è presente da circa l’ottantacinque per cento del campo di vista. Difficile esprimermi per ciò che riguarda l’effetto palla rotolante per due motivi: ne sono quasi totalmente indifferente, ho molta difficoltà a percepirlo in binocolo dal medio ingrandimento.

 

Gli oculari forniscono un campo apparente ben superiore a 60°
Gli oculari forniscono un campo apparente ben superiore a 60°

Prova sul campo.

Osservazione terrestre.
Per questo test ho installato il binocolo sopra una solida testa Manfrotto  MVH 502 AH che consiglio vivamente ai binomani dotati di uno strumento da 70-80 mm.

In primis ho apprezzato la buona qualità meccanica, la messa a fuoco è precisa ed è facile raggiungere il punto di fuoco. La focalizzazione richiesta è univoca, senza incertezze, sintomo di buona lavorazione delle ottiche.

Le conchiglie paraluce sono morbide e non affaticano il viso dell’osservatore e sono confortevoli anche per chi non possiede una piccola distanza inter-pupillare come il sottoscritto.

La resa è acromatica, ciò significa che, talvolta, si nota la presenza di un lieve alone violaceo intorno alle immagini: nulla a che vedere, però, con l’aberrazione cromatica visibile nei  binocoli economici da 50-100 euro.  In questo caso l’Omegon vince senza fatica alcuna.

Le immagini sono nitide e il contrasto è molto buono, anche se ovviamente l’Omegon Argus 16×70 non raggiunge l’intensità di un’ottica apocromatica.

Paragonandolo a un eccellente  Kowa Highlander Prominar, si nota una differenza di resa dei neri, nel binocolo alla fluorite il nero è nero e i colori molto realistici (con una lieve tonalità calda), l’Omegon  Argus 16×70  mostra un “violetto molto scuro” .

Laddove l’Omegon Argus mostra un tonalità viola scuro, il giapponese alla  fluorite si fa forte di una netta tonalità nera.

La differenza di costo, ovviamente, è scioccante dato che Il Kowa Highlander costa oltre sei volte di più.

Il 16x70 è un formato storico e amato da molti appassionati.
Il 16×70 è un formato storico e amato da molti appassionati.

Paragonandola ai reali competitor (per prezzo e formato) mi è parso molto performante, oserei dire con una resa ottica –per nitidezza, contrasto- migliore rispetto all’esemplare di Fujinon 16×70 che ho posseduto per anni.

Io pubblico con piacere una immagine ottenuta con la tecnica del phonescoping per mostrare (approssimativamente) la tonalità dei colori  forniti e il contenimento delle aberrazioni cromatiche. Ricordo ai lettori che i sensori digitali sono più sensibili all’aberrazione cromatica rispetto a quanto registri il nostro sistema “Occhi – cervello”.

Phonescoping
Phonescoping

 Sessione astronomica.

Negli ultimi anni sto navigando nel cielo estivo in compagnia di binocoli giganti, come ad esempio il Kowa Highlander 32×82, il Docter Aspectem 40X 80-500 ED e il gigantesco Vixen BT 126 SS-A.

Sapete cosa ho notato durante la prima sera di osservazione con l’Omegon  Argus 16×70? Beh..che   osservare il cielo con un “piccolo” 70 mm è molto appagante.

Questo per vari motivi:

  1. E’ leggero
  2. Ha una visione raddrizzata e gli oggetti celesti si trovano immediatamente.
  3. Ha pochi ingrandimenti e un grande campo
  4. Pur non raggiungendo le prestazioni dei “bigbinoculars” sopra i 100 mm, non ricordavo potesse mostrare cosi tanti oggetti.
  5. Non richiede un cavalletto pesante e costoso.

 

E’ stato un vero piacere navigare nella Costellazione del Sagittario, vedere le galassie principali nell’Orsa Maggiore, la nebulosa della Lira, o l’ammasso stellare M13 nella costellazione di Ercole ed altro,altro ancora.

 

La puntiformità stellare in asse rivaleggia con quella del Kowa  Highlander a 21x, anche se nel Kowa le stelle sono decisamente piu’ colorate.

 

In sintesi

L’Omegon  Argus 16×70 mi è piaciuto molto: ben costruito, poco costoso, nitido, la giusta evoluzione di un prodotto già ottimo, anni or sono. Possiede un campo di vista ampio e mi pare sia il perfetto complemento per l’astrofilo che possiede un telescopio e non ha ne’la voglia né il denaro  di investire molto denaro in un binocolo gigante.

Che cosa avrei preferito? Beh, da astrofilo, senz’altro una maggior planeità di campo, per il resto non posso trovare molti difetti a questo prodotto. E’ovviamente un binocolo dritto e non possiede la comodità di un binocolo angolato.

Ringrazio la ditta Astroshop per aver fornito il binocolo  oggetto di questo test e per avermi consentito di citare le mie impressioni senza alcuna restrizione.
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