Il nome Trinovid risuona da circa 50 anni fra i discorsi degli appassionati di tutto il mondo. Con i nuovi Leica Trinovid 8×42, l’azienda tedesca cerca di fornire una valida soluzione per chi non ha la possibilità di ambire ai più costosi Leica Ultravid.
Durante i mesi di Luglio- Ottobre ho avuto la possibilità di utilizzare un esemplare di Leica Trinovid 8×42. Per la prima volta, inoltre, grazie al consenso del distributore ufficiale ho avuto la possibilità di testare severamente il binocolo per saggiare le sue doti di robustezza e di impermeabilizzazione.

Anticipo che i risultati sono stati interessanti.
Passo quindi ad esporre le mie impressioni.
Ingrandimento: | 8X |
Diametro dell’obiettivo: | 42mm |
Campo visivo a 1000metri | 126 metri |
Campo in gradi | 7.2° |
Estrazione pupillare | 15,5 mm |
Distanza interpupillare | 55-75mm |
Distanza minima di messa a fuoco | 3.5m |
Regolazione diottrica | +- 4 diottrie |
scafo | magnesio pressofuso |
Impermeabilizzazione | sino ad una profondità di 5 metri |
Dimensioni | 121x142x67mm |
Peso dichiarato dalla casa | 810 gr |
Dotazione di serie | tracolla in neoprene parapioggia, coperchio di protezione per oculare, coperchi di protezione per obiettivi e borsa multifunzionale |
Prezzo ottobre 2012 | 1325 iva inclusa |

Meccanica e costruzione
Il nuovo Leica Trinovid 8×42 riprende in parte le forme del più pregiato Leica Ultravid 8×42 HD: lo chassis con cerniera centrale ed il sistema di focalizzazione interno con doppio rotore.

Seppur sia un binocolo di costo medio è composto da componenti molto pregiate. Lo scafo è in lega di magnesio, la gommatura è spessa e ben sagomata, le rifiniture in particolari sono molto curati. Spicca, inoltre, sul tubo ottico destro il classico logo Leica.

(continua)..
Il binocolo , come si nota sulla scritta impressa sulla manopola, è stato prodotto negli stabilimenti Leica in Portogallo. Pochi sanno, infatti, che la maggior parte della produzione Leica avviene in Portogallo. La “leggenda” vuole che i fratelli Leitz neglio anni 70 si innamorarono di questa stupenda nazione ma anche del motto “In Braga to pray, in Porto to work and Lisbon to live’ ” Di fatto dai cinque dipendenti dell’epoca, la fabbrica portoghese è cresciuta rapidamente arrivando a quasii 700 dipendenti, molti dei quali hanno all’attivo oltre 20 anni di esperienza aziendale.

Il binocolo è riempito in azoto e gli o-ring interni consentono di resistere ad una caduta accidentale in acqua sino a 5 metri di profondità. Leica ci teneva cosi tanto a mostrarei la resistenza di questo binocolo che mi ha concesso di compiere vari test di immersione e di caduta, che raramente posso compiere con i binocoli in prova.
Il binocolo è più leggero e compatto del precedente: la bilancia elettronica che utilizzo di solito, ha verificato un peso, senza tappi, pari a 794 grammi che sono distribuiti su 121mmx 142mm (con i paraluce non estratti), ancor meno del peso dichiarato.

Le conchigilie oculari sono svitabili e si arrestano su quattro posizioni prefissate per consentire una perfetta regolazione in base alle condizioni di luce, alla conformazione del viso ed alla forma degli occhiali da vista.
L’interno del binocolo è ben opacizzato e sono presenti innumerevoli diaframmi, non ho notato tracce di residui interni, polvere fra le lenti o altro. In sintesi la costruzione meccanica di questo binocolo è accurata.

Messa a fuoco.
Il sistema di messa a fuoco con focalizzazione interna è dotato di una duplice manopola. Rispetto ad altre soluzione non si avvale quindi di una manopola centrale con sistema ad estrazione per la regolazione diottrica ma prevede un medesimo dimensionamento anche per la manopola che funge da regolazione delle diottrie che è pari a +-4.
Nell’esemplare in questione la messa a fuoco si è dimostrata fluida e il sistema ha dimostrato di non perdere la regolazione diottrica con l’uso, anche intenso e durevole. Le dimensioni delle manopole consentono un buon utilizzo anche facendo uso dei guanti, mentre i grip della protezione in gomma sono abbastanza egonomici da consentire una perfetta presa nella maggior parte delle situazioni.
Per passare dalla distanza di messa a fuoco minima all’infinito, (che avviene in senso orario) occorre poco più di un giro di manopola, veramente minima, invece, è il movimento che si deve attuare per focalizzare da circa ventri metri all’infinito: pochi millimetri.
Ovviamente osservando soggetti posti a circa 60 metri sino all’infinito è possibile non effettuare più regolazioni, dato che la sua profondità di campo si attua in fra quelle distanze.
La distanza interpupillare è compresa fra i 55 ed i 75mm, alla minima distanza fra i due tubi ottici sussiste una distanza pari a 16mm che diminuisce verso il rotore a causa della conformazione dello scafo.

Ottica
Lenti
Leica non dichiara la composizione dei vetri utilizzati nel Leica Trinovid 8×42,in sintesi posso confermare che non possiede la medesima resa cromatica ed il contrasto al centro campo dei Leica Ultravid HD, tuttavia la loro resa mi ricorda molto quella dei migliori Top di Gamma di quattro-cinque anni fa.
Sembrerebbe il Leica Ultravid non HD con una nuova veste grafica, a suo tempo, il vecchio Ultravid, costava decisamente di più. Questo quindi è un passo avanti sia per l’azienda che per gli eventuali acquirenti.

Trattamento
Leica dichiara di fare uso di un trattamento nominato HDC che è un multi strato anti-riflesso su ogni superficie. In questa fascia di prezzo non è stato utilizzato il sistema Aquadura presente nella serie Ultravid HD, mentre i prismi a tetto sono stati ottimizzato con un trattamento di fase P40 ed un trattamento HLS High Lux System
Questo sistema aumenta la trasmissione di luce e riduce , nel contempo, le stray light. Anche questa tecnologia è stata “rubata” dalla serie Ultravid.

Oculari
Gli oculari forniscono un campo pari a 126/1000 metri, 7.2° di campo che forniscono un campo apparente pari a circa 58°. Non possono essere definiti degli oculari grandangolari dato che non sfondano il muro dei 60° di campo apparente. Personalmente avrei preferito un maggior “sforzo” da parte dei progettisti.
Aberrazioni
Aberrazione cromatica
Il nuovo Leica Trinovid 8×42 non fa uso di ottiche alla fluorite sintetica, per tale motivo, seppur raramente è possibile notare un filo di residuo cromatico che si palesa nelle condizioni di illuminazione molto critica. E’ visibile, seppur raramente e in maniera contenuta, ad esempio osservando i fili dei tralicci elettrici, oppure osservando, talvolta, rapaci in controluce durante una giornata nuvolosa.
Al centro del campo l’aberrazione è minima, mentre il cromatismo laterale aumenta a partire da circa il 70% del campo.
Se si eccettuano tali condizioni “al limite”, posso confernare che il contenimento delle aberrazioni cromatiche è molto buono durante la maggior parte delle condizioni osservative. E’ tranquillamente classificabile nel settore delle ottiche a bassa dispersione. Esemplificando posso confermare che nel corso di un’intera giornata osservativa, sarebbe veramente poche le condizioni in cui si potrebbe notare traccia di aberrazione cromatica.

Curvatura di campo
Il Leica Trinovid non fornisce un campo totalmente piatto. Come è ovvio la percezione delle aberrazioni geometriche e molto più evidente nell’osservazione astronomica rispetto a quella terrestre. Durante l’osservazione terrestre, le immagini risultano godibili sino a circa il 70-75% del campo fornito. In ogni modo la “leggibilità” delle immagini ai bordi, rimane buona, soprattutto sull’asse orizzontale.
Osservando dettagli che non richiedono un alto potere risolutivo (ad esempio un traliccio della luce a 300 metri) è ancora possibile, ai bordi, del campo, riconoscere con buona precisione la sua composizione.
Inquadrando il soggetto al centro del campo, mettendo a fuoco, portando il soggetto ai bordi del campo e provando a rifocheggiare non è possibile osservare l’immagine con la stessa nitidezza che si ottiene, quando si focalizza correttamente centro del campo.. Per tale motivo, oltre alla curvatura, sono presenti altre aberrazioni geometriche, come è stato, per altro evidenziato, nel test astronomico

Distorsione
Leica ha sempre dato molta importanza alla distorsione angolare a cuscinetto per ovviare e limitare l’effetto palla rotolante.
Infatti, anche in questo modello, si percepisce un poco di distorsione angolare a cuscinetto già a partire da circa il 70″ del campo.
Il mio personale utilizzo nel panning si è dimostrato positivo, anche se ricordo ai lettori che la percezione di questa aberrazione geometrica è alquanto soggettiva. Piacevolissima l’osservazione astronomica, spazzolando il cielo anche in velocità.
Altre aberrazioni
Come sono solito fare ho effettuato un test sui campi stellari che sono una difficile prova per la maggior parte dei binocoli. La puntiformità al centro del campo è pregevole, cosi come la resa dei colori delle stelle.
Il binocolo ha fornito delle immagini stellari di II magnitudine molto piacevoli sino al 75% del capo. Da quel punto in poi la resa è degradata, a causa della curvatura e dell’astigmatismo. Direi che le sue prestazioni sono abbastanza in linea con quelle dei concorrenti nella stessa fascia di prezzo dotati di prismi a tetto.
Ecco la tabella
Test astronomico
Data del test: 5 Novembre 2012
Modello
Leica Trinovid 8×42
Campo di massima niditezza con stelle di II magn.puntiformi
Cm
Puntiformità delle stella nel CM 10/10 (pinpoint)
9/10
Altre aberrazioni
25% curvatura di campo e un po di astigmatismo

Prova su campo
Come risaputo, attualmente, la maggior parte delle aziende fa uso di ottiche a bassa dispersione per tale motivo, spesso i potenziali clienti vagliano anche altre qualità dello strumento prescelto. Leica ci teneva cosi tanto a mostrare la qualità meccanica del nuovo Trinovid che mi ha consentito, come anticipato, di sottoporlo a varie prove severe. Avevo solo un accorgimento, non avrei dovuto rompere le lenti, per il resto tutto era lecito.Devo ammettere di essere divertito..
Nel corso dei tre mesi di utilizzo, ho quindi provveduto a lasciar volutamente cadere il binocolo, per terra, durante le mie escursioni, un fattore che spesso può capitare nell’uso outdoor. Oltre a questo, ho lasciato, talvolta il binocolo immerso nelle pozzanghere di acqua e nei ruscelli, un paio, di volte, inoltre, in coincidenza di un forte temporale ho deciso di correre al riparo sotto un cascinale, lasciando il binocolo con gli oculari privi di tappo sotto la pioggia battente.

Ho anche provato a sporcare lo scafo di fango utilizzandolo poi durante l’escursione. Arrivato a casa, lo sciacquavo sotto il rubinetto, lo asciugavo e lo riponevo nella custodia senza troppi problemi.
Alla fine dei tre mesi di utilizzo, posso confermare che, la gommatura di protezione ha tenuto molto bene, cosi come l’impermeabilizzazione del binocolo, si è solo insinuata un poco di umidità nella piccola finestra trasparente sul rotore di focalizzazione dove vi sono i riferimenti. Questo punto, infatti, non presenta un O-ring esterno. Una velocità visita presso il noto riparatore-restauratore italiano Luca Mazzoleni mi ha consentito di verificare, attraverso il suo collimatore 4X, una perfetta collimazione dello strumento, reduce da un bel tour de force.
Per il resto, sia la messa a fuoco che lo chassis non hanno avuti particolari problemi. Posso quindi confermare l’ottima costruzione meccanica dell’esemplare che mi è stato fornito per questa recensione.

Del resto spesso si è soliti giudicare un binocolo solo dalle prestazioni ottiche, scordando che spesso, la differenza fra due binocoli dalla simile resa ottica, ma dal costo differente dipende principalmente dalla robustezza e dalla impermeabilizzazione che sono dei fattori molto importanti da considerare, soprattutto si voglia acquistare un binocolo da utilizzare per molti anni a venire.
Per quanto riguarda le sue prestazioni ottiche, posso solo ribadire che non abbiamo di fronte un sostituto del Leica Ultravid HD, ma un ottimo compromesso in base al suo rapporto prezzo-prestazioni. La messa a fuoco è risultata veloce nell’utilizzo birdwatching, mentre avrei preferito un maggiore campo visivo, molto buona l’ergonomia ed il grip della gommatura. Nella maggior parte delle condizioni osservative la resa al centro del campo è molto buona, la nitidezza è alta ed è possibile osservare con piacere i soggetti prediletti.

In sintesi
Ma quali sono le reali differenze rispetto al Leica Ultravid Hd?
A parte la differenza ottica citata, direi che le differenze, seppur presenti, sono minime: un campo leggermente più ristretto nel Trinovid, una distanza minima di messa a fuoco di poco superiore, ed un peso meno contenuto.
Se si analizzano i due prezzi di acquisto e le loro prestazioni globali posso asserire senza problemi che questo il nuovo Leica Trinovid 8×42 sia un buon acquisto. L’alta qualità meccanica, i dieci anni di garanzia e l’affidabilità di un marchio da anni presente sul mercato potrebbero essere dei validi motivi d’acquisto.

Amate il marchio Leica, non avete i soldi per acquistare un Leica Ultravid 8×42 HD ma volete dotarvi di un binocolo meccanicamente molto robusto, con una buona qualità ottica ed una ottima ergonomia? Beh, il nuovo Trinovid potrebbe essere lo strumento ideale per voi.
Disclaimer. Questa recensione è stata pubblicata nel mese di Novembre 2012. Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali e date dai tester di Binomania in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale alcuno e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali strumenti ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di contattare direttamente Forest Italia
Piergiovanni Salimbeni è un tester e giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica, geologia lunare. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il suo secondo romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero leggi molti libri, pratica tiro sportivo a lunga distanza, fototrappolaggio, digiscoping, fotografia di paesaggio.