Recensione del rifrattore astronomico WILLIAM OPTICS FLUOROSTAR 91mm F/5.9

PREMESSA

Lo scorso anno avevo presentato sulle pagine di Binomania due rifrattori WIlliam Optics da 71 mm e 81 mm della serie Zenithstar. Oggetto di questa recensione sarà il telescopio astronomico William Optics FLUOROSTAR 91 che mi è stato gentilmente fornito da UnitronItalia. Anche questa volta è stato effettuato un test visuale e un test fotografico. La parte relativa alla fotografia astronomica è stata realizzata grazie alla collaborazione di due bravissimi astro-fotografi:  Francesco De Biase e Guido Pasi.
Il Kit che ho ricevuto in visione è attualmente in offerta a 3150 euro e comprende oltre al tubo ottico, anche il fuocheggiatore da 3.3″, gli anelli con barra GP, la maniglia “mini-Gp” entrambe lavorate in CNC, lo spianatore riduttore da 0.8x e il telescopio Uniguide 50-200


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Buona visione  e buona lettura a tutti voi.

 

 

STORIA DEL MARCHIO
 

La William Optics è stata fondata da William Yang nel 1996. Sin dall’inizio il suo obiettivo era chiaro:  progettare e produrre telescopi a rifrazione di alta qualità con un design molto curato.  Nel 2021 il rifrattore Megrez 80 F/6 è stato recensito con molto entusiasmo non solo dal sottoscritto ma anche da innumerevoli riviste internazionali del settore. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti e la reputazione di William Optics è cresciuta sempre piu’. Attualmente esistono oltre 70 rivenditori autorizzati in ben 35 paesi. Oltre a ciò, la base produttiva dei componenti utilizzati per la costruzione di telescopi e accessori si estende in vari paesi rinomati per tecnologia ottica e meccanica ( (USA, Germania, Giappone, Russia, Taiwan). Per maggiori informazioni potete leggere l’intervista al fondatore che presentai su binomania, qualche mese or sono.

Fig.1 – Un primo piano sul tappo metallico che reca il logo (cigno) della William Optics

DATI TECNICI DICHIARATI DALLA CASA MADRE

 
 
Diametro (mm) 91
Composizione obiettivo Tripletto apocromatico
Vetro Utilizzato FPL-53
Lunghezza focale (mm) 540
Rapporto focale f/5.9
Focheggiatore Dual Speed 3.3″ R&P
Strehl Ratio 0.95+
Formati fotografici consentiti Full Frame DSLR / Mirrorless / CMOS / CCD
T-Mount disponibile per: Canon EF, RF Nikon F, Z Sony E Pentax K Micro Four Thirds (M4/3) FUJI X
Composizione scafo ottico Alluminio 
Lunghezza (retratto) (mm) 441 
Lunghezza (esteso) (mm) 510
Lunghezza tubo di estensione (mm) 40
Peso OTA (g) 4165
Peso con barra e anelli (g) 5557
Distributore ufficiale per l’Italia www.unitronitalia.com
Prezzo EURO IVA INCLUSA 3150 euro (KIT)
 
 
 

ACCESSORI IN DOTAZIONE

Il rifrattore WILLIAM OPTICS FLUOROSTAR 91mm F/5.9 è proposto all’interno di una ottima borsa di cordura efficacemente imbottita. Al suo interno sono presenti oltre al tubo ottico: il certificato di garanzia, la  check list del costruttore e la cinghia per reggere la borsa.
A dimostrazione della cura meccanica proferita nella realizzazione di questi strumenti, è stato molto soddisfacente verificare anche la qualità del combo “ culla+anelli+maniglia di alluminio” lavorati a CNC e dotata anche di morsetto con passo a coda di rondine per garantire il montaggio sulla montature astronomiche, oltre alla installazione di accessori indispensabili per l’astrofotografia. Di pregio anche la presenza di una maschera di Bathinov alloggiata all’interno del tappo. All’interno della confezione ho anche ricevuto un pdf con le istruzioni (potete scaricarlo qui) e il test interferometrico che attesta la qualità dell’esemplare che ho recensito.

Fig.2 – La maschera di Bathinov fornita in dotazione. A differenza della maschera di Hartmann, questo semplice sistema, creato qualche anno fa dall’astrofilo russo Pavel Bathinov, mostra dei raggi di diffrazione che consentono di ottenere rapidamente un punto di fuoco preciso.

 


ACCESSORI OPZIONALI

Se non si dovesse acquistare il kit citato sarà sempre possibile acquistare separatamente lo spianatore di campo FLAT6AIII e  l’Uniguide 50-200. Consiglio di contattare sempre UnitronItalia per verificare la presenza di offerte.

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Fig.3 – Come visibile la culla è di alta fattura meccanica, composta di alluminio lavorato CNC


MECCANICA E SISTEMA A FUOCO

Come William Optics ormai ci ha abituato, la qualità meccanica di questo rifrattore è molto elevata, così come le rifiniture. Il colore del tubo è bianco ed è stato ottenuto con una verniciatura spessa. Le rifiniture dei particolari sono di  grigio anodizzato e nero. La parvenza immediata è di maneggiare uno strumento di alta qualità. 
Il WILLIAM OPTICS FLUOROSTAR 91mm F/5.9 (OTA) pesa poco piu’ di 4100 grammi, mentre supera i cinque chilogrammi e mezzo quando si installa all’interno della culla, peraltro ben fatta e massiccia.

Con il paraluce completamente estratto misura circa 510 mm, che diventano 441 mm quando si chiude per essere trasportato.

L’interno del tubo ottico è  ottimamente rifinito con diaframmi correttamente installati, ben dimensionati e una vernice nera di qualità. Il paraluce si estrae con fluidità ed è privo di giochi.
Anche la zona del tubo fuocheggiatore è opacizzata e dotata di diaframmi. Il grande tubo  da 3.3″ ruota di 360° ed è ottimizzato con una scala graduata e  una vite di bloccaggio. Presenta una lunga escursione del tubo, ottimizzata con le solite regolazioni di resistenza e di blocco del tubo stesso. Ho eseguito il mio solito test, montando un diagonale a specchio da due pollici e un oculare molto pesante e in seguito una reflex dotata di battery pack. In entrambe i casi  il sistema di blocco ha funzionato egregiamente. Il rotatore a 360° è fluido e molto robusto.  Quando è registrato alla perfezione presenta movimenti fluidi  e privi di giochi.

La sua traslazione avviene grazie a un meccanismo composto da cremagliera e pignone. Ho apprezzato il serraggio degli accessori con un sistema a timone che si è rilevato molto comodo, preciso e soprattutto in grado di mantenere in asse tutto il treno ottico utilizzato. 

Fig.4 – un particolare sul sistema di messa a fuoco

Il fuocheggiatore è  demoltiplicato tramite il classico rapporto 1:10 (un giro completo della manopola grande corrisponde a dieci giri di quella piccola). Fornisce una discreta escursione ed è ottimizzato con una scala graduata per verificare la messa a fuoco “ottimale” con i nostri vari accessori. Quando è ben registrato i movimenti sono fluidi e senza giochi ed è pressoché privo di “image shifting”.  Per chi avesse la necessità di regolarlo confermo che è possibile attingere alle informazioni presenti nel manuale allegato.
Una particolarità che si nota da tempo sui prodotti William Optics è la presenza di un termometro. Potrebbe sembrare un mero vezzo estetico, in realtà, come ben sanno gli astrofotografi, al variare repentino della temperatura è sempre necessario apporre delle micro-regolazioni alla messa a fuoco e un termometro consente di gestire rapidamente le correzioni del caso.

 Per quanto riguarda l’alloggiamento del tubo ottico, nulla da eccepire, fate solo attenzione a regolare bene la piastra di fissaggio per consentire la rotazione completa del tubo focheggiatore.

 

Fig.5 – Un primo piano sul fuocheggiatore dotato di termometro

OTTICA

Obiettivo

Il rifrattore astronomico WILLIAM OPTICS FLUOROSTAR SERIE – 91mm F/5.9 è composto da un obiettivo apocromatico dotato di tripletto spaziato in aria che è stato inserito in una cella metallica lavorata CNC: Il vetro utilizzato è il noto e performante FLP-53 e come da indiscrezione fornitami direttamente da Mr Yang è lo stesso vetro utilizzato da altre note aziende di pregio del settore.  All’atto pratico “dovrebbe” essere composto da una lente crown in FLP-53 coadiuvata con altri due vetri opportunamente selezionati per ottenere una eccellente correzione dell’aberrazione cromatica e dello sferocromatismo.

 Di fatto, come sottolineo spesso su Binomania.it, non è sufficiente la presenza di vetro FLP-53 per decretare le eccellenti prestazioni di un progetto, in realtà è fondamentale sapere scegliere con cognizione di causa anche gli altri elementi ottici facenti parte dell’obiettivo.   Fornisce una lunghezza focale di 540 mm, che genera un rapporto focale, adatto alla fotografia, di f/5.9.

Nell’uso pratico sia diurno che notturno, questo piccolo ma performante rifrattore fornisce immagini con un’alta nitidezza e un elevato contrasto. Nella pratica del birdwatching e nella osservazione dei panorama si è rilevato comparabile a un performante spotting scope da 95 mm di diametro che costa molto di piu’.

Pubblico il test al banco ottico, penso sia inutile citarne il risultato dato (Sthrel 0.982)  che è decisamente eccellente, superiore ad esempio a quello del mio Takahashi FS128 con ottica alla fluorite minerale.

Fig.6 – Il test interferometrico fornito con l’esemplare

 

STAR TEST



Come  prassi ho compiuto due star test: il primo con una stella artificiale Geoptik generata da una una fibra ottica da 50 micron. La stella artificiale è stata installata nel mio giardino a ottanta metri di distanza dal telescopio, questo per consentirmi di superare di oltre 50 volte la lunghezza focale del telescopio. Successivamente ho osservato il disco di diffrazione di Vega nella costellazione della Lira. Questa stella, essendo bianca, ben si presta a questo genere di analisi.

Posso confermare che in entrambe le modalità, gli star test hanno mostrato una ottima correzione. Le stelle a fuoco erano perfettamente puntiformi, mentre il disco di diffrazione era circondato da anelli  molto regolari e privi di luce  evidente luce diffusa. Non ho notato alcuna traccia di astigmatismo o di altri errori zonali.

Le immagini in extra- focale erano praticamente identiche  a quelle visibili in intra-focale. Percepivo unicamente una  lievissima luce diffusa tra gli anelli in extra-focale.  Questo è un ottimo risultato.

La correzione del colore è eccellente, visto che le stelle bianche sono perfettamente bianche senza alcuna dominanza calda. Tale fatto era anche evidentissimo nell’uso diurno durante l’osservazione di alcuni cigni che apparivano leggermente piu’ caldi se osservati  in un spottingscope al TOP della GAMMA preso come paragone.

Trattamento anti-riflesso
La solita prova che effettuo cercando di leggere i caratteri di un giornale “specchiandolo” sulla lente ha mostrato un’eccellente qualità. ( meno dettagli si vedono e piu’ il trattamento è in grado di non far riflettere la luce che entra all’interno dell’obiettivo)

ABERRAZIONI CROMATICHE E GEOMETRICHE

I risultati qui esposti sono una media delle mie osservazioni, effettuate con oculari di qualità nell’uso terrestre (Kowa TE-11 WZ e Docter UWA 12.5mm) mentre nell’uso astronomico ho usato quasi sempre oculari ortoscopici per osservare la presenza di aberrazione cromatica sulle cinte crateriche e il bordo lunare. E’ ovvio quindi che tali prestazioni potrebbero variare in base agli accessori utilizzati.

 

Aberrazione cromatica in asse


Nulla da eccepire, nell’uso visuale questo telescopio è eccellente. Non si nota la presenza di aberrazione cromatica sia ad alti ingrandimenti, oltre i 200x, sia avvalendomi di un eccellente zoom Kowa TE-11 WZ nell’uso naturalistico. L’immagine ottenuta, facendo uso di un oculare Docter UWA 12.5 mm è una tra le migliori mai analizzate, simile se non superiore a tratti a quella dei migliori spotting scope da 95 mm presenti sul mercato.



Cromatismo laterale 

Variava leggermente in base agli oculari utilizzati, con il Kowa TE-11 WZ nell’uso naturalistico era pressoché assente.

Curvatura di campo

Nell’uso astronomico e naturalistico è stato un piacere apprezzare la totalità planeica di campo nella osservazione di campi stellari e panorami, sia con l’oculare zoom TE-11 WZ che con il Docter UWA 12.5mm.


Distorsione angolare 

Minima a cuscinetto con l’oculare Kowa ed evidente con l’oculare Docter.


Altre aberrazioni  

 Il telescopio mi è parso anche ben corretto per ciò che concerne l’aberrazione sferica. Il punto di fuoco, in proporzione al suo rapporto focale, si è rilevato univoco e sempre facilmente raggiungibile.


TEST CON USAF CHART A 35 METRI con zoom  KOWA

Fig.7 – Test con la Usaf Chart, media di tre osservazioni

Per questa prova ho usato un oculare zoom Baader Mark III 8-24 che fornisce un range di ingrandimento compreso tra circa 25X e 73X. Come sempre ho fatto una media delle osservazioni, compreso il solito severo test alle ore 12, in presenza di turbolenza diurna.

Come potete vedere i risultati mostrano una altissima qualità e nitidezza .

 


PROVA SUL CAMPO

Ho effettuato varie osservazioni con il  rifrattore astronomico WILLIAM OPTICS FLUOROSTAR 91mm F/5.9 sia nell’uso terrestre sia in quello astronomico avvalendomi di oculari ortoscopici di alta qualità (Takahashi MC ABBE), di un oculare Docter UWA da 12.5 mm  e di uno zoom Kowa TE11-WZ (con adattatore da due pollici). Nell’uso diurno mi sono fermato a circa 80X (oculare Takahashi LE 7.5mm)  per avere  un paragone adatto agli utilizzatori  degli spotting scopes di alta qualità, mentre nell’uso astronomico ho osservato la luna e i pianeti sino a 210X (oculare Takahashi HI-LE 2.8 mm) . In un paio di occasioni, complice anche il seeing collaborativo ho osservato alcuni dettagli lunari a quasi 300X grazie all’utilizzo di un oculare ortoscopico o Takahashi 4mm TOA + Barlow Takahashi)  

OSSERVAZIONE TERRESTRE

Se non fosse  troppo delicato per il mio modo di osservare in mezzo alla Natura tra boschi e paludi e spesso sotto la pioggia, penso sarebbe diventato il mio strumento prediletto. Ha un’ottica eccellente, nitida, contrastata e con una ottima resa dei bianchi, priva di dominanti. Nel range di utilizzo dei classici spotting scopes ha mostrato una eccellente resa agli ingrandimenti piu’ alti, dove spesso, in alcuni prodotti naturalistici inizia a notarsi un calo di nitidezza.

Fig.8 – Un primo piano sul focheggiatore da tre pollici

Seppur abbia voluto analizzare le sue prestazioni sino a circa 70X; non nego di aver compiuto alcune osservazioni terrestri anche a 120-150x, piu’ che altro di prima mattina, con una nitidezza superiore a quella ottenuta da uno spotting scope da 95 mm con moltiplicatore dedicato. Del resto è utile ricordare ai lettori che usualmente uno spotting scope presenta un obiettivo inserito a pressione, ottimizzato con O-RING, per garantire una ottima impermeabilizzazione, i telescopi astronomici, invece, presentano delle spaziature in aria (o in olio) decisamente piu’ precise e che consentono una ottima collimazione ad alti ingrandimenti e una resa superiore sopra i 70-80X per ciò che concerne nitidezza e contrasto. Anche per questo motivo sarebbe preferibile non analizzare con uno star-test uno spotting scope, poichè il suo treno ottico non è ottimizzato per le osservazioni ad alti ingrandimenti come un telescopio astronomico.
Quando dotato di un visore binoculare,  Il Fluorostar 91 della William Optics fornisce delle eccellenti prestazioni, in grado di far impallidire eccellenti binocoli apocromatici da 70-80 mm. (e ‘ solo leggermente meno luminoso rispetto a un binocolo da  70 mm di alta qualità)



OSSERVAZIONE PLANETARIA

Come sapete nel periodo in cui sto scrivendo le mie impressioni, per osservare i Pianeti è necessario alzarsi prima dell’alba. Purtroppo, oltre a tale circostanza a cui peraltro non mi sono sottratto, l’altezza dei pianeti all’orizzonte è veramente minima, compresa tra circa 25 e 40°, comprenderete quindi che non abbia avuto la possibilità di utilizzarlo nelle condizioni ottimali.  In linea di massima un paio di osservazioni effettuate tra le 5 e le 6 di mattina, hanno mostrato, oltre a una discreta insensibilità alla turbolenza atmosferica, rispetto ad esempio a un Maksutov Cassegrain da 127mm, una capacità di fornire dei dettagli planetari simili a quelli ottenibili con un rifrattore di buona qualità da 100mm, seppur la resa sopra i 200X, soprattutto di Giove, fosse  lievemente meno contrasta rispetto a quella di uno strumento di maggior diametro, aperto a F/9.  Devo ammettere che un rifrattore da 90 mm offre delle prestazioni di tutto rilievo, e seppur ci sia un solo centimetro di differenza rispetto a un 80 mm, si notano maggiori dettagli soprattutto nelle zone equatoriali di Giove. Tra un 80 mm e un 90 mm, ho notato un passaggio piuttosto evidente, come quando si osserva per anni in un rifrattore da dieci centimetri per poi passare a uno strumento da 120mm di diametro. In condizioni ottimali, penso sia possibile osservare Giove con ottimo profitto sino a 180-200X e spingersi sino a 250X su Saturno e Marte, grazie al loro maggior contrasto.

 

OSSERVAZIONE LUNARE

Citerò le mie impressioni riguardo una osservazione lunare effettuata la sera del 9 Maggio  tra le ore 21 e le ore 23 con un seeing buono ma non eccellente e che mi ha consentito di analizzare attentamente la zona nei pressi della Rupes Recta e del cratere Birt.  Questa è una zona erosiva ed effusiva che mi affascina da anni. La Rupes Recta è situata vicino al bordo est del Mare Nubium . A ovest di essa è visibile il cratere Birt e la sua rima omonima che termina con ciò che è definito cratere BIRT E.

Fig. 9 – Rima Birt e cratere BIRT E. Cortesia NASA/GSFC/Università Statale dell’Arizona

In realtà Birt E é non si è formato come un semplice cratere, ossia attraverso l’impatto di un meteorite, era in realtà una bocca piroclastica esplosa oltre 3.4 miliardi di anni fa. La lava, fluendo,  ha formato la rima facendo poi esplodere la bocca piroclastica e disperdendo la lava  in superficie e formando lo strano cratere visibile. Di fatto, un cratere da impatto è solitamente circolare, mentre una bocca piroclastica solitamente ha forma allungata o irregolare. 

Seppur convinto che per osservare la Luna sia necessario possedere telescopi dal diametro medio-grande, posso confermare che utilizzando oculari ortoscopici di ottima qualità, la rima Birt e  BIRT E erano ben visibili, come se stessi osservando con un rifrattore da 10 centimetri.  Con un oculare ortoscopico da 4 mm, inoltre, si percepivano chiaramente vari crateri all’interno del cratere Ptolemaeus e gli affascinanti  Dark Halo Craters all’interno di Alphonsus. (Ricordo ai lettori che per anni si è pensato che la colorazione scura sulla sommità di questi piccoli crateri dipendesse da una presunta attività vulcanica,. Questa  ipotesi fu poi screditata grazie alla alla missione Apollo 17 e gli astronauti  che ebbero modo di studiare  un piccolo “DHC” nominato “Shortly” che mostrò la sua reale natura di semplice cratere “da impatto”. 

Fig.10 – L’ottimo oculare ortoscopico Takahashi MC ABBE da 4 mm che spesso ho usato con la barlow omonima

Mi è parso, inoltre, di percepire un tratto della rima interna del cratere Alphonsus a circa 290X (seppur la colongitudine lunare non fosse adatta per questo genere di osservazione). Devo ammettere che il reale limite della serata è stato imposto, oltre che dall’ovvio calo di luminosità sopra i 250X, dalle mie midesopsie che hanno un po’ rovinato la percezione dei dettagli fini ad ingrandimenti molto elevati a causa della minuscola pupilla generata ( a 295X la pupilla di uscita è di solo 0,30 mm).

In definitiva sono rimasto molto soddisfatto dalla prestazioni “lunari” del piccolo William Optics Fluorostar 91.

 


OSSERVAZIONE DEL CIELO PROFONDO

Nei limiti del suo diametro, durante l’osservazione di alcuni oggetti del cielo profondo, ho apprezzato con molto piacere la qualità di questo telescopio che, grazie, all’utilizzo di un oculare Docter da 12.5mm (84°) a circa 50X, ha fornito ottime panoramiche a grande campo del cielo stellato. Mi ha particolarmente impressionato la zona della costellazione della Lira che mostrava le note e varie stelle doppie con una puntiformità eccellente e un fondo cielo decisamente scuro.  Il diametro di poco superiore al classico “ottantino” si apprezza anche in questo genere di osservazioni, soprattutto quando si cerca di osservare qualche galassia di magnitudine sufficiente per essere osservata con profitto attraverso questi piccoli diametri. 

 

 

 

UTILIZZO FOTOGRAFICO

Come anticipato, ho chiesto la collaborazione di due astrofotografi molto esperti: Francesco di Biase di astropixel.it e Guido Pasi.   Ognuno di loro è un felice proprietario di questo strumento e per tale motivo pubblico volentieri i loro commenti e le loro immagini, ritengo che questo scambio di opinioni sia di interesse anche per il lettore, dato che  è  possibile conoscere la qualità di altri esemplari differenti da quello che ho potuto recensire personalmente.

Le impressioni di Francesco De Biase

Una delle mie postazioni dedicate alle riprese DeepSky è equipaggiata con una montatura 10Micron GM1000HPS ed un Telescopio William Optics FLT-91 che uso con il riduttore spianatore AIII 0.8x originale
consigliato per questo modello dalla casa produttrice, attualmente dotato un sensore CMOS APS-C IMX571 su Moravian C3-26000 Pro monocromatico e con ruota portafiltri interna. Il primo test completo sul cielo è stato effettuato con una camera a colori ZWO ASI-2600MC, stesso sensore IMX571 della nuova camera sopra descritta, all’indirizzo del celeberrimo ammasso aperto delle Pleiadi, conosciuto anche con il codice di catalogo Messier 45 o M45.

Quando è arrivato il tubo si è presentato esteticamente molto bene, ho apprezzato il certificato interferometrico Zygo che riportava un valore Strehl ratio di 0.98, indicatore di una lavorazione di pregio delle ottiche. Anche la dotazione standard è apprezzabile, a partire dalla presenza dei doppi anelli su barra tipo Vixen (avrei preferito una barra tipo Losmandy) e comoda maniglia superiore fissata agli anelli, capace di ospitare un cercatore/teleguida di cui ho deciso di fare a meno grazie alle prestazioni della montatura. Il paraluce retrattile e la comoda, ormai classica, maschera di Bahtinov trasparente integrata, molto utile nelle operazioni di messa a fuoco manuale.

Il focheggiatore massiccio da 3.3” include un adattatore per ricevere un naso da 2” con sistema di blocco autocentrante, di cui però non ho usufruito dovendosi subito smontare per inserire lo spianatore riduttore AIII 0.8x. Installato il riduttore è stata molto utile la presenza della ghiera di regolazione con scala millimetrica stampata sul filetto che mi ha consentito di posizionare il sensore esattamente alla distanza corretta per ottenere il campo piano, anche con regolazioni di fino. Ho notato però che, specialmente con il peso della camera, il gioco meccanico presente nel tubo del focheggiatore fosse troppo ampio e ciò ha richiesto la regolazione manuale delle viti che spingono i supporti in teflon presenti all’interno del tubo e che ne consentono la regolazione. Attualmente è fornito un manuale in formato pdf dove poter verificare la posizione dei grani e delle viti di regolazione.  Solido e molto utile anche il rotatore di campo di cui è dotato, ma a mio modesto parere per completare il tutto si può avere necessità di un regolatore di tiltaggio (detilter), specialmente per compensare l’installazione non sempre accurata dal punto di vista ortogonale dei sensori in commercio.
Una volta portato lo strumento alla condizione di lavoro ideale la camera a colori, con pixel
molto piccoli si è evidenziata una resa puntiforme anche ai bordi del campo, almeno per ciò che concerne il formato APS-C, non ho avuto la possibilità di verificarne la resa con sensori Full Frame.

Fig.11 – Le Pleadi di Francesco di Biase: ● Ottica William Optics FLT 91 + Riduttore Spianatore AIII x0.8 ● Lunghezza focale risultante 432mm ● Montatura 10Micron GM1000 HPS ● Camera CMOS ZWO ASI-2600MC Pro con sensore IMX517 APS-C @-15° ● Filtro IDAS LPS-D1 anti inquinamento luminoso a banda larga ● Campionamento 1.791 arcsec/pixel in Binning 1×1

La scelta del soggetto è stata motivata, oltre che dalla sua indiscutibile bellezza, anche dalla
sua luminosità che mi permette di estrarre meglio il segnale rispetto al fondo cielo. Come ben noto si tratta di ammasso aperto immerso in una nebulosa a riflessione circondata da polveri molecolari. Perfettamente adatto al campo ottenuto dalla combinazione tra la lunghezza focale e l’area del sensore APS-C (23,5×15,7mm), per una FOV (field of view, letteralmente campo visivo) risultante di 3,11×2,32 gradi circa.

Dettagli di ripresa
Sono stati eseguiti 61 scatti da 300 secondi durante lo scorso inverno, con filtro IDAS LPS-D1, oltre agli scatti di calibrazione, più precisamente 33 Flat frame e 21 Flat, tutti a -15° C. Calibrazione, integrazione ed elaborazione sono state effettuate in Pixinsight

Le riprese sono state realizzate in una serata favorevole a inizio gennaio, le singole pose pur essendo di 300 secondi (5 min) cad. non sono guidate, ed è visibile per questo un micro allungamento da deriva a causa del modello di allineamento non eccelso. 
La mia opinione generale sulle prestazioni, supportata dalle prove effettuate e dalla mia
esperienza con altri prodotti della categoria superiore, è positiva, ma necessito di ulteriori prove anche con sensori dal formato più grande.



 Biografia di Francesco di Biase 


Nato nel 1979, appassionato da sempre di scienza e tecnologia, sviluppa a partire dal 2010 una passione incondizionata per l’Astronomia e l’Astrofotografia. Ha costruito e gestisce autonomamente il proprio piccolo osservatorio privato “COSMOS” dotato di due postazioni di ripresa, purtroppo sotto un cielo con un elevato inquinamento luminoso, nel nord della Puglia. Le immagini sono state riconosciute e premiate in diversi ambiti tra cui spicca il NASA APOD nel 2015 e diverse pubblicazioni su riviste e siti dedicati. Contribuisce inoltre al programma di ricerca scientifica ExoClock per la misura di transiti di pianeti extrasolari in preparazione della missione Ariel dell’ESA.

I link  da visitare sono i seguenti:

https://www.astropixel.it

https://www.instagram.com/francescodibiase_astrophoto/

https://www.facebook.com/astropixel.it

 

Le impressioni di Guido Pasi

La prima cosa che noti, prendendo in mano un FTL91, è quanto questo strumento sia bello e curato nei dettagli e nelle finiture. E’ solo iniziando ad utilizzarlo, però, che puoi apprezzare se tanta bellezza vada di pari passo con la qualità. E la risposta è affermativa.

Di rifrattori apocromatici di media o piccola apertura, esplicitamente destinati all’attività fotografica, il mercato ne offre ormai molti. Le modeste dimensioni dei pixel delle moderne camere CMOS per astrofotografia ha reso sempre più competitivo, nella ripresa deep sky, l’utilizzo di strumenti dalla lunghezza focale contenuta, in grado di campionare adeguatamente il turbolento seeing delle lunghe pose o, magari, di sottocampionarlo un poco, rendendone l’uso più facile. Una focale attorno al mezzo metro finisce per essere l’ideale nella ripresa dei campi nebulari e, come detto, il mercato offre ormai diversi strumenti con questa caratteristiche. Tutti sono, in verità, di discreta qualità ottica, i fondi di bottiglia non esistono più (quantomeno negli strumenti dedicati agli astrofili un poco più esigenti), ma una cosa è avere un tubo dalla discreta qualità ottica, altro è averne uno certificato come questo FLT91 per il quale la William’s Optics fornisce un esame interferometrico specifico per ogni esemplare, che documenta il grado di correzione. Gli effetti si vedono sin dalla prima ripresa, con immagini nitide e stelle puntiformi, ben corrette sino ai bordi di un formato APS (nella mia esperienza, ma il produttore prevede il full-frame) a patto di utilizzare uno degli spianatori dedicati e di configurare correttamente il backfocus.

Fig.12 – La Nebulosa Gabbiano, ripresa splendidamente da Guido Pasi

Come tutti i rifrattori, pure delle marche più blasonate, anche questo FLT91 necessita infatti di uno spianatore che vada a correggere l’intrinseca curvatura di campo tipica di questa configurazione ottica. Anziché utilizzarne uno generico, come nei modelli più economici, la William’s Optics prevede due modelli esplicitamente dedicati alla sua linea di rifrattori, uno che non modifica la lunghezza focale ed un altro (da me utilizzato) che con un fattore di riduzione di 0.8 porta la focale a 432 millimetri, per un’eccellente apertura relativa di f:4.7, un rapporto focale molto veloce, perfetto per le riprese degli oggetti più deboli. Questo spianatore-riduttore, il Flat 6AIII, presenta una ghiera centrale che permette una regolazione interna, necessaria per adattarsi ai diversi telescopi della linea. Per il FLT91 questa regolazione interna viene indicata in 5.4 millimetri, ma potrà valere la pena perdere un po’ di tempo al primo utilizzo per realizzare qualche immagine di prova e, osservando gli angoli del fotogramma, identificare la regolazione che più si avvicina alla perfezione. Ricordiamo però che, al di là dello spianatore, bisognerà comunque impostare con anelli e spaziatori un backfocus di 55mm, come nella maggior parte di questi accessori.

La corretta configurazione del FLT91 per uso fotografico, pertanto, prevede di rimuovere il tubo di estensione (da usarsi solo per osservazioni visuali), inserire lo spianatore 6AIII ed aggiungere 55mm di spaziatori prima del sensore, considerando naturalmente anche gli spazi interni della camera e dell’eventuale ruota portafiltri.

Fig.13 – La nebulosa IC 443 si trova nella costellazione dei Gemelli è il resto di una supernova esplosa migliaia di anni fa. Cortesia Guido Pasi

L’altro aspetto per il quale questo telescopio mi ha conquistato è la precisione delle componenti meccaniche: a poco, infatti, serve la qualità ottica senza un adeguato corrispettivo meccanico che assicuri il mantenimento dell’ortogonalità dell’asse ottico. In questo il FLT91 non delude, a cominciare da un’eccellente intubazione sino ad arrivare all’ottimo focheggiatore, preciso con la sua riduzione 1:10, privo di shift laterale e dotato di un bel rotatore dal movimento molto fluido. Chi si occupa di astrofotografia può apprezzare dettagli che sfuggono ad altri, per esempio la maschera di Bahtinov integrata nel tappo o la barra tipo Vixen molto lunga, particolare questo non irrilevante. Un problema tipico dei piccoli e medi rifrattori, infatti, è rappresentato dalla difficoltà di bilanciamento sull’asse di declinazione dato che l’obiettivo, dal diametro e quindi dal peso contenuto, non riesce a compensare quello più cospicuo della camera di ripresa. Spesso si rivela necessario aggiungere piccoli contrappesi nella parte frontale dello strumento per ovviare al problema. La lunga barra in dotazione al FLT91 permette però di spostare l’ottica abbastanza in avanti da compensare camere anche piuttosto pesanti, nel mio caso, per esempio, una ASI2600 con ruota portafiltri che può trovare una posizione di equilibrio senza il bisogno di altri aggiuntivi.

 

La biografia di Guido Pasi

Guido Pasi è un medico savonese classe 1960, si occupa di astrofotografia sin dalla gioventù ed è autore di libri e corsi sull’argomento.

 

 

PREGI E DIFETTI


Pregi

  • Ottimo obiettivo apocromatico

  •  Qualità meccanica

  • Accessori in dotazione

  • Eccellente compromesso tra trasportabilità, potere risolutivo concesso e luminosità

  • Focheggiatore con demoltiplica

  • Strumento perfetto per l’astrofotografia

    Difetti

  • Tra i tre esemplari testati, quello di Francesco  presentava un lieve focus shift sistemato regolando con attenzione le viti del tubo fuocheggiatore

 

IN SINTESI

 

Il rifrattore apocromatico WIlliam Optics Fluorostar 91 mm è un ottimo strumento per l’astrofotografia grazie alla qualità ottica e meccanica ma non disdegna neppure le osservazioni lunari e planetari, grazie a un diametro che fornisce prestazioni piu’ simili a quelle di un telescopio da quattro pollici che dal classico “ottantino”. Il prezzo del Kit e gli accessori in dotazioni sono perfetti per addentrarsi con profitto nel mondo della fotografia astronomica, sapendo di poter contare, al bisogno, di uno strumento polivalente sia per le osservazioni astronomiche che quelle naturalistiche (quando correttamente accessoriato)

PREZZO

Il rifrattore astronomico WIlliam Optics Fluorostar 91 è attualmente disponibile nel KIT FOTOGRAFICO venduto da UnitronItalia a un prezzo di 3150 ma è possibile spendere qualche centinaio di euro in meno acquistando solo il tubo ottico.



RINGRAZIAMENTI

 

Io ringrazio Andrea Camomilla e Giovanni (Gianni) Quarra, per aver fornito l’esemplare oggetto di questo test, lasciandomi libero di citare le mie impressioni sul campo. Un forte ringraziamento anche a Francesco e Guido per aver condiviso la loro esperienza nel settore della astro-fotografia.

DISCLAIMER

Binomania non è un negozio, Nel mio sito web troverete unicamente recensioni di prodotti ottico sportivi, fotografici e astronomici.  Le mie impressioni sono imparziali come è dovere di ogni giornalista e non ho alcuna percentuale di vendita sull’eventuale acquisto dei prodotti. Per questo motivo, qualora voleste acquistare o avere informazioni su eventuali variazioni di prezzo o novità, vi consiglio di visitare il sito ufficiale  di UnitronItalia cliccando sul banner che rappresenta l’unica forma pubblicitaria presente in questo articolo. Grazie!