Recensione del binocolo angolato Miyauchi Saturn II 22×71

PREMESSA

Il Miyauchi Saturn II è decisamente un binocolo, atipico, dato che la sua lunghezza focale e le sue prestazioni ai medi ingrandimenti  che lo rendono  più simile ad un telescopio.

Il sistema ottico degli obiettivi è composto da quattro-elementi in due gruppo che presentano un valido trattamento multi-strato su ogni superficie ottica, compresi i prismi.
Le immagini sono parse contrastate soprattutto ai bassi-medi ingrandimenti, anche se altri utenti hanno lamentato una certa morbidezza a 100x ed una evidente scollimazione.

Fig.1 – Un bel primo piano sul binocolo Miyauchi Saturn II

Nel mio caso, il binocolo è arrivato perfettamente collimato. Il suo rapporto focale, pari ad F7/8 è adatto anche all’osservazione planetaria e lunare ed è interessante anche per ammirare determinati oggetti del cielo profondo

Il design, come tutti i prodotti della casa giapponese è ben curato, ho saputo che alcuni astrofili hanno avuto molti dubbi sul nuovo Saturn III, che non ho avuto il piacere di provare, soprattutto per ciò che concerne l’assemblaggio dei tubi ottici…ne riparleremo..

SOSTIENI BINOMANIA!

Se apprezzi le  recensioni, i video e gli articoli, puoi sostenere Binomania con una donazione tramite PayPal.
I fondi saranno utilizzati per pagare le spese di rinnovo del sito, del forum e le spese vive per la creazione delle video recensioni.
Grazie!

 

OTTICA

 

Gli obiettivi di 71mm, non hanno mostrato alcun difetto, osservandoli accuratamente e l’unica cosa che si è evidenziata è stata la bontà del trattamento anti-riflesso dal colore violaceo. La messa a fuoco è dolce ed individuale, i prismi in BAK4 sono inclinati a 45° ed è compreso di serie un cercatore 3×12 che sostituirei volentieri con un bel puntatore laser.
La dotazione standard prevede l’utilizzo di oculari in versione Reversed Kellner che forniscono 22 ingrandimenti.

Fig.2 – Gli obiettivi da 77 mm sono dotati di un ottimo trattamento anti-riflesso

Stressando, non poco, il proprietario di SkyPoint ho ottenuto in prova anche il kit con gli altri due oculari, che mi hanno concesso di provare quest’ottica a 40 e 115 ingrandimenti.

Gli oculari si inseriscono a pressione per circa due terzi, poi, basta ruotarli verso destra per introdurre la filettature negli appositi innesti. La regolazione della distanza interpupillare, compresa tra i 54 ed i 75mm, è molto semplice, i prismi scorrono lungo due piccole guide coadiuvate da due lamine di alluminio pieghevoli, il sistema durante il corso del test, protrattosi per più giorni, ha mai mostrati cenni di fragilità o scarsa scorrevolezza.

Nelle serate successive abbiamo puntato le ottiche del Saturn II su Giove e Saturno, questo ultimo, ormai prossimo a sottrarsi alla vista nelle ore successive al tramonto.

TEST SUL CAMPO

Direi bene…a patto di possedere un buon cavalletto fotografico con una testa solida o di acquistare la montatura dedicata, io, a causa delle discrete dimensioni, nonché del peso di poco superiore ai tre chilogrammi e non avendo a disposizione la montatura a forcella Miyauchi, per vagliare la resa ottica a 115 ingrandimenti, ho deciso di utilizzare una montatura equatoriale GP della Vixen, pur consapevole di non usufruire della stessa praticità che avrei avuto con una montatura specifica per binocoli.

Inserendola nella guida della Vixen, bisogna prestare attenzione a che le leve di serraggio non graffino lo scafo del binocolo, in questo caso sarebbe opportuno una slitta costruita ad hoc, in quanto quella di serie, che possiede due attacchi filettati, è poco spessa.

Fig.3 – Il binocolo con le tre coppie di oculari originali

 

TRANSITO DI MERCURIO DEL 7 MAGGIO

 

Con due filtri Astrosolar autocostruiti ho seguito l’intera durata del fenomeno.

L’aberrazione cromatica si palesava unicamente come un sottilissimo anello bluastro ai bordi della nostra stella. Per sopprimere il modesto spettro secondario ho incastrato manualmente due filtri baader Planetarium Contrast Booster nel paraluce degli oculari estraibili: l’immagine esibita non faceva rimpiangere quella fornita da un rifrattore apocromatico dal diametro di poco superiore che stavo testando durante la mattina. E’ un peccato che gli oculari, oltretutto dal diametro di poco superiore ai 31.8mmnon presentino la possibilità di avvitare dei filtri colorati, una mancanza alla quale la Miyauchi dovrebbe rimediare.

La granulosfera solare era ben evidente così come il sistema di macchie solari,a 115 ingrandimenti, invece si percepiva il netto distacco del pianeta Mercurio dal disco solare, coadiuvato inoltre dal fattore stereoscopico che a parità di ingrandimenti mostrava immagini tridimensionali e all’apparenza più grandi rispetto a quelle del rifrattore appena citato.

 

Giove

Ai bassi ingrandimenti si percepisce un lieve alone violaceo, ma è poca cosa rispetto ai comuni binocoli con un apertura focale inferiore a f/5. In alcune serate dal seeing discreto, usufruendo di 115 ingrandimenti ho percepito alcuni festoni sulla SEB, il transito di Io sul pianeta e la grande Macchia Rossa, L’immagine fornita era del tutto paragonabile a quella fornita da un rifrattore acromatico della Vixen da 90 mm .

Saturno

Il binocolo Miyauchi Saturn II ha mostrato la Cassini, l’ albedo più scuro dei poli e in rari istanti di calma atmosferica alcuni dettagli all’equatore.
La perdita di contrasto ha 115X, nel modello da me testato era solo lieve.

Luna

Mi sono divertito, nulla da eccepire. Ben evidente la rima Petavius, così come il cratere di 127 Km Langreneus , a quaranta ingrandimenti il contrasto era del tutto simile ad un rifrattore apocromatico da 100 mm utilizzato nel corso della sera.

Molto interessante le differenze di albedo fra gli Altopiani ed i Mari lunari, lo spettro secondario era contenutissimo, tanto da permetterci di percepire conformazioni al bordo lunare, come Condorcet C, Beahim C, Philipps ed innumerevoli altri.

Fig.4 – in questa immagine è ben visibile la lunghezza focale di questo binocolo Made in Japan

Puntando il  Miyauchi Saturn II verso la zona di Cauchy ho ammirato la sua rupe che si estende per 170km in lunghezza, invisibile,invece la rima Cauchy. Ben individuabile la rima Petavius all’interno dell’omonimo cratere mentre il fondo di Fracastorius appariva liscio e senza particolari dettagli, all’interno di Posidonius, invece, è stato possibile osservare il cratere centrale nonché la cinta craterica interna. Nella zona di Birt era distinguibile la conosciuta Rupes Recta: non sono stato in grado di percepire la rima Birt, abbastanza ostica per uno strumento di 71mm.

Campi Stellari , galassie

La sua qualità principale è data dalla ottima puntiformità delle stelle, la correzione quasi sino ai bordi del campo nonché l’assenza di distorsioni.

La visione di ammassi aperti come M44 è molto appagante e simile a quella di un rifrattore apocromatico dalla corta focale, anche se personalmente apprezzo l’apparente tridimensionalità che solo la visione binoculare concede. Ricordo inoltre ai lettori che utilizzando, il binocolo con gli oculari che forniscono 30 ingrandimenti si può usufruire di un campo di 2,2° rendendo cosi accessibili ampie porzioni di cielo.

Confrontandolo, durante la stessa sessione osservativa, con un binocolo Vixen 20×80 ho constatato una maggiore luminosità del Miyauchi, quasi sicuramente dovuta alla migliore riflessione dei prismi: quasi 10 mm per lente sono già sufficienti in questo genere di osservazioni per notare delle differenze, ma il  Miyauchi Saturn II ha dimostrato di poter rivaleggiare su strumenti da 80mm senza perdere in luminosità ed in risoluzione.

Fig.5 – I paraluce del binocolo Miyauchi Saturn II sono estraibili

M 13 nella costellazione di Ercole a 115 ingrandimenti mostrava invece una parziale risoluzione delle stelle ai bordi del nucleo luminoso ma una moderata luminosità.

L’ammasso stellare M 3 situato fra Arturo e Cor Caroli era splendido e mostrava una differenza di luminosità fra il cuore centrale e le parti esterne.M53 posto ad un 1° da Comae Berenicise con una magnitudine di 7.5 si è mostrato, invece, come una debole sfera sfuocata.

Ben stagliate in un fondo cielo scuro le galassie nell’ Orsa Maggiore, M81 , M 81 ed M51 tutte svelate come soffuse macchie

Ovviamente non è possibile esigere molto di più su oggetti cosi fievoli, in questi casi ciò che conta è soprattutto l’apertura e il relativo potere risolutivo: un binocolo cinese di 100mm è decisamente più luminoso, anche se meno corretto.