Se scrivo “Bignami”, alla maggior parte dei lettori verrà in mente un insieme di brand altisonanti come “Zeiss”, “Meopta”, “Bushnell”. In realtà la nota azienda bolzanina ha anche iniziato da poco tempo a importare una serie di prodotti di fascia economica per accontentare un pubblico sempre piu’ vasto.

Essendo per natura molto curioso ho deciso di farmi inviare in prova i seguenti prodotti:
1. Spotting scope economico 20-60×60. Costo comprensivo di oculare zoom: 144 euro.
2. Binocoli 8×32 e 8×42 con cerniera centrale. Costi: 87 e 92 euro.!
3. Binocolo 8×42 O.B. (finestra centrale). Costo: 144 euro.
I prezzi di vendita al pubblico sono molto accessibili e consentono a un neofita di addentrarsi nel mondo delle ottiche sportive, senza dover investire un intero stipendio.
Scrivo ciò con la consapevolezza che qualcuno fra chi legge, ne ha spesi ben piu’ d’uno…tredicesime comprese.
Spotting scope 20-60×60
Premettendo che sia inutile cercare il cavillo in un prodotto entry-level, descriverò le mie impressioni nell’uso pratico, tenendo sempre a mente che con i soldi proferiti per acquistare questo piccolo telescopio terrestre completo di zoom, si compra neppure una custodia di un prodotto d’alta gamma.
Il 39Optics 20-60×60 è un prodotto leggero: pesa 720 g con l’oculare (ed è lungo ventisette centimetri, trentatre se si calcola l’angolazione del prisma).

Si nota la presenza di policarbonato ovunque, anche nella cella dell’obiettivo. Il suo piccolo diametro si presta a un uso diurno, mentre la qualità degli obiettivi acromatici concede maggiore soddisfazione durante le giornate limpide, badando a non spingere troppo con gli ingrandimenti. Il controllo dell’aberrazione cromatica è discreto sino a 20-30X, inizia a essere invasivo a 50-60X, dove si percepisce un evidente alone spurio intorno ai contorni delle immagini più’ luminose. Il sistema di messa a fuoco svolge il suo compito, seppur ci siano un po’ di giochi. Pregevole, in ogni caso, poter avvalersi di un demoltiplicatore in tale fascia di prezzo. E’ presente, inoltre, il collare ruotabile a 360° per consentire una corretta posizione del telescopio in base al soggetto inquadrato.

L’oculare zoom fornisce un piccolo campo di vista, la prestazione peggiore è ovviamente a bassi ingrandimenti, si ridimensiona ai medi, dove è piacevolmente utilizzabile senza grossi sacrifici.
Mi pare un prodotto adatto ai piu’ giovani o a chi pratica tiro sportivo e che per osservare i bersagli ( purchè’ ben illuminati) non necessiti di un costoso telescopio da duemila euro .
Con uno dei tanti raccordi universali- disponibili on-line- è anche possibile collegare il proprio smartphone al piccolo oculare. In tale caso, per la fotografia dei soggetti/oggetti, verrà senz’altro in auto la luminosità del sensore dell’amato smartphone che metterà qualche pezza al piccolo diametro e alla trasparenza dei componenti ottici, non proprio da Top di Gamma.

Dato il prezzo, viste le prestazioni, è in ogni caso un prodotto allineato con la concorrenza, forse riescono a far di meglio i piccoli maksutov astronomici ma che hanno un ingombro maggiore e una focale meno adatta alle osservazioni a bassi ingrandimenti.
Binocoli 8×32 e 8×42
Entrambi hanno un costo d’acquisto che non supera i cento euro. Sono compatti: l’8×32 pesa 462 g e lungo tredici centimetri, l’8×42, ne pesa cinquecento sessanta ed è lungo quindici centimetri. Sono entrambi gommati e dichiarati waterproof. Il sistema di messa a fuoco è affidato a una manopola centrale (di materiale plastico), il movimento non è fra i piu’ fluidi e si percepisce anche il rumore del grasso inserito fra le componenti durante la fase di montaggio. La compensazione diottrica è affidata a una classica ghiera di plastica che è situata – in entrambi i casi- sull’oculare destro. La gommatura dei due prodotti è dissomigliante: non tanto per la composizione e per il colore, quanto per la forma e per le zigrinature anti-scivolo laterali.

La messa a fuoco minima è di circa tre metri nel modello 8×42 e di due nell’ 8×32. La corsa dell’8×32 è breve: si deve girare di circa mezzo giro (in senso orario) per raggiungere l’infinito. L’8×42 – possedendo una distanza minima di messa a fuoco piu’ lontana – circa un metro- sfrutta solo mezzo giro (in senso orario)per poter far focalizzare i dettagli posti all’infinito.
Le immagini nell’uso diurno sono piu’ che sufficienti, non ci sono particolari dominanti di colore, l’aberrazione cromatica al centro del campo è minima nelle giornate terse, mentre si nota di piu’ durante le giornate cupe, oppure osservando dei dettagli in controluce come i tralicci, il bordo lunare o le carlinghe degli aerei
. D’altronde cos’altro chiedere a un binocolo di novanta euro?
Entrambi sono inficiati dalla curvatura di campo che si palesa verso il 75% del campo, generando una “ sfocatura” delle immagini che degrada sempre piu’ verso il bordo. Forse l’aberrazione geometrica che ho giudicato piu’ invasiva è stata la distorsione angolare d’ingrandimento. Le immagini ai bordi si “gonfiano” sino a sembrare piu’ grandi e questo nel panning provoca un evidente effetto “trascinamento”. Tale fatto è piu’ evidenziato nell’8×32 che mostra un maggior campo di vista.
In dotazione sono presenti dei tappi, la cinghia, una borsa e un panno per la pulizia delle ottiche. Questi binocoli entry-level, inoltre, consentono il collegamento ai cavalletti fotografici, grazie alla filettatura nascosta sotto il tappo frontale, nei pressi del ponte di comando.
39 Optics 8×42 O.B.
Migliori, ovviamente, si sono rivelate le prestazioni del prodotto con lo chassis a finestra centrale che costa una cinquantina di euro in piu’. Ho notato una migliore ergonomia, grazie alla conformazione dello scafo. Pesa seicentoquarantaquattro grammi (sì, la mia solita bilancia elettronica) che sono distribuiti su circa sedici centimetri di lunghezza. Il rotore di focalizzazione- anch’esso di policarbonato- è piu’ fluido dei modelli meno costosi ed è quasi in posizione perfetta per essere usato con il dito indice senza forzature; anche in questo caso è presente una ghiera sull’oculare destro per la regolazione delle diottrie.
La distanza di messa a fuoco è lievemente inferiore al modello 8×42 senza finestra centrale. S’impiega solo mezzo giro di corsa per raggiungere l’infinito.

Il campo di vista è pressoche simile al modello piu’ economico, tuttavia la resa ai bordi è migliore, cosi come la luminosità. Di contro l’aberrazione cromatica laterale sembra piu’ invadente, dato che le immagini sono meno sfocate ai bordi e si notano quindi i contorni piu’ nitidi.
L’estrazione pupillare è leggermente superiore, così come il diametro delle lenti.

Fra i due modelli, consiglio di spendere qualcosina in piu’ e acquistare la versione Open Bridge che presenta, inoltre, un’inferiore quantità di distorsione angolare e una migliore prestazione nel panning.
In sintesi i prodotti 39Optics si sono dimostrati dei validi strumenti di fascia bassa, adatti per le persone meno esigenti o per i neofiti che vogliono iniziare a osservare la natura o avere uno strumento ottico sportivo da utilizzare durante la propria attività ludica/sportiva.
Ti è piaciuto quest’articolo?
Binomania consente a tutti gli appassionati di leggere gratuitamente decine e decine di recensioni di prodotti ottico-sportivi, per questo motivo, se apprezzi il nostro lavoro, potresti sostenere Binomania offrendoci un cappuccino attraverso paypal. Ti ringraziamo anticipatamente!
Disclaimer.
Questa recensione è stata pubblicata nel mese di Luglio dell’anno 2018- Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali e date dai tester di Binomania in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale alcuno e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali strumenti ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di contattare direttamente il distributore ufficiale 39Optics: Bignami.
Piergiovanni Salimbeni è un tester e giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica, geologia lunare. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il suo secondo romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero leggi molti libri, pratica tiro sportivo a lunga distanza, fototrappolaggio, digiscoping, fotografia di paesaggio.