Considerando che la Cina è un immenso oceano di prodotti è meglio spendere due parole per conoscere la provenienza di questo binocolo che ho deciso di acquistare per le mie escursioni in mountainbike.
Xiaomi è un’azienda nata nel 2010, nell’ultimo anno sì è fatta conoscere alle masse, compreso il mercato Italiano essendo il quarto produttore di smartphones al mondo.
La strategia di Xiaomi è d’incorporare nel suo catalogo, oltre ai prodotti di propria produzione, anche quelli delle aziende con cui collabora.
Questo è il caso del binocolo oggetto di questa recensione, il Beebest prodotto dalla Xi’an che per gli appassionati di ottica non è un nome nuovo visto che già produceva la serie MIL 8×30 e 7×50, dei favolosi strumenti ottici con prismi di Porro e anche il famoso tetto GHT ED.
In questo periodo questo binocolo non è presente in Italia tramite la rete ufficiale Xiaomi Store (la MI store) e quindi bisogna appoggiarsi ai negozi di e-commerce con il problema della garanzia che è direttamente proporzionale alla serietà del negozio.
Di solito è proposto a un prezzo intorno ai 120 €, possono, però, capitare delle offerte particolari (i classici specchietti per le allodole) che consentono di acquistarlo alla metà del prezzo ufficiale.
Meccanica e sistema di messa a fuoco
Finalmente iniziamo a descrivere le caratteristiche dello Xiaomi BeeBest 8×30. La prima particolarità che si nota, prendendolo in mano, è la qualità costruttiva sopra la sua fascia di prezzo, con buoni rivestimenti di gomma leggermente ruvidi che garantiscono un’ottima presa.
Lo chassis è composto da un grosso ponte centrale, la cerniera che collega i tubi consente un movimento fluido e preciso, come il pomello della messa a fuoco che ho provato anche a temperature sotto lo zero ed è rimasto sempre morbido, fluido e senza particolari impuntamenti.
Non manifesta giochi a vuoto nella rotazione, però essa si percepisce a inizio del movimento, con gli spostamenti degli elementi interni. Purtroppo la manopola è poco zigrinata e utilizzandolo con i guanti diviene scivoloso.
Con un solo giro si passa dalla distanza minima di 2.5 metri all’infinito.
Ottica
La qualità ottica è superiore a quanto ci si aspetterebbe, proponendo una tonalità neutra dei colori e una buona nitidezza al centro dell’asse ottico.
Si percepisce un po’ di degrado verso il 75% del campo, una prestazione pregevole per un binocolo economico che mostra un angolo di visione di 7.5° ovvero 130/1000 metri. Si nota, durante il panning un leggero effetto “palla rotolante” a causa della poca distorsione angolare, applicata dai tecnici in fase di progettazione.
Altre considerazioni
Il peso comprensivo di tappi e cinghia è di 520 g non è ovviamente l’8×30 più leggero presente sul mercato, anche per colpa della sua struttura un po’ massiccia.
L’estrazione pupillare è buona, di circa 20 mm, anche se le conchiglie degli oculari hanno solo una regolazione intermedia.
Utilizzo sul campo
Appare un po’ di luce diffusa, quando ci si avvicina a fonti luminose com’è abbastanza logico aspettarsi dalla maggior parte dei binocoli in commercio.
Stranamente non ho notato immagini fantasma, anche osservando la luna, pur trattandosi di un binocolo economico.
Ho anche un po’ esagerato facendo un piccolo star test, lo schema ottico, seppur economico sia in grado di fornire una buona puntiformità sino al 60 % del campo dopo di che iniziano a mostrare un degrado evidente, difficile confermare se sia più affetto da astigmatismo o da coma.
Considerazioni finali
Lo Xiaomi BeeBest 8×30 mostra una buona qualità costruttiva, ho compiuto anche qualche uscita in condizioni avverse e il binocolo non ha dato segni di debolezza, ovvio che da un binocolo nuovo non ci si aspettava altro, unica vera pecca è l’assenza del classico borsello da cintura sempre presente nella maggior parte dei binocoli di questo formato. Avrebbero potuto considerarlo nel prezzo di acquisto poiché come accessorio non costa di certo una follia.
Giusto Abramo: Nato a Gorla Minore, vive a Marnate (VA). Sposato con due figli, si è tuffato nel mondo dell’ottica più di vent’anni or sono, acquistando il suo primo binocolo che usa tuttora. Agonista di MTB, sino a pochi anni or sono, ha sempre amato il contatto con la natura. Questa sua passione lo ha portato ad immergersi in essa e ad apprezzarla sempre di più sino a specializzarsi nel Birdwatching. Attualmente partecipa ai censimenti e agli Studi dei Parchi Naturali della Lombardia.
Possiede una piccola collezione di binocoli Hensoldt Dialyt e si diverte, nel tempo libero, a restaurarli.
E’ membro, insieme con Piergiovanni Salimbeni del team Astor (Associazione e Studio per l’Osservazioni dei Rapaci)