Premessa.
La progettazione di un binocolo Top di Gamma, impegna intensamente un’azienda, sia dal punto di vista progettuale, sia per quanto riguarda il dispendio economico . Purtroppo non tutti gli appassionati possono acquistare tali prodotti, fortunatamente spesso le caratteristiche tecniche e/o le innovazioni dei modelli di punta sono proposte, dopo qualche anno, anche nei binocoli dal prezzo inferiore.
Zeiss, ad esempio, ha ideato la serie “Conquest HD”, Nikon la rediviva “Monarch HG”, Kowa la “XD Prominar”, Minox la “BL HD” e così via.
Anche il costruttore giapponese “Vixen” ha presentato, qualche mese or sono, la nuovissima serie ARTES J HR WP, un prodotto che è stato concepito per soddisfare gli appassionati esigenti che non posso acquistare la serie ARTES. Presumibilmente “J” sta per Junior ma potrebbe avere anche altri significati.
Ho chiesto a Mauro Narduzzi, di Skypoint.it , un esemplare in prova e..detto-fatto, sono qui a scrivere le mie impressioni.
Caratteristiche tecniche dichiarate dalla Casa Madre.
Ingrandimento | 8 x |
Diametro effettivo delle lenti | 42 mm |
Materiale dei prismi | BaK 4, a tetto |
Campo di vista reale | 7.0° |
Campo apparente | 52.1 |
Campo a 1000 m | 122 m |
Diametro pupilla | 5.3 mm |
Indice di luminosità | 28.1 |
Estrazione pupillare | 19.0 mm |
Minima distanza di messa a fuoco | Circa 3.0 m |
Distanza inter-pupillare | Da 56 a 75 mm circa |
Waterproof | Si |
Adattabile al treppiede | Si, usando Bino Holder type M |
Accessori inclusi | Custodia e tracolla |
Dimensioni (height × width × thickness) | 14.6 × 13.0 × 5.3 cm |
Peso | 700 g / 1.5 lbs |
Prezzo: Marzo 2017 (SkyPoint) Iva Inclusa | 511 euro |
Meccanica e messa a fuoco.
Il binocolo è dotato di uno scafo a “finestra centrale” o “ponte aperto”, una soluzione che negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede. I suoi pregi sono vari: in primis la notevole ergonomia.
Di contro, qualora i ponti non siano molto robusti, potrebbero verificarsi delle torsioni maggiori rispetto al classico ma ampio, ponte centrale.
La soluzione giapponese ha dimostrato di possedere una buona resistenza alla torsione. Spesso è sufficiente prendere fra le mani i tubi ottici del binocolo e fare un poco di pressione. Nel corso degli anni ho evidenziato delle flessioni cosi preoccupanti da provocare una momentanea scollimazione del binocolo. Per fortuna questa evenienza non è stata evidenziata nel Vixen Artes J.
Lo spazio fra i due ponti è stato progettato con criterio per ottenere un compromesso fra ciò che ritengo prometta “un’ottima presa” ma anche una buona compattezza. Personalmente non sono stato in grado di impugnare un tubo ottico con tutte e tre le dita all’interno della “finestra”. Il dito indice, invece, che è sempre preposto alla focalizzazione, è quasi allineato con la manopola centrale di messa a fuoco.
Questo componente è ben costruito, nell’uso pratico mostra un nette similarità con il Vixen Artes: raggiunge una messa a fuoco minima di circa tre metri e da questa distanza occorre ruotare la manopola di un intero giro, più un altro quarto. Ho giudicato, invece, molto rapida e ben allineata alla concorrenza la prestazione concernente la focalizzazione dei soggetti in movimento da dieci metri di distanza sino all’infinito. In questo caso la rotazione avviene in senso anti-orario. Non ho notato giochi, impuntamenti o altro.
Nella stessa manopola è presente un sistema di regolazione diottrica (oculare destro) che si è dimostrato in grado di non inficiare la precisione di quello centrale e di svolgere alla perfezione il suo compito. Non male, giacché ho osservato in binocoli con un prezzo di vendita certamente superiore che erano ben lungi da fornire tali prestazioni.
Come sempre, quindi, faccio pubblicamente un plauso ai giapponesi per la realizzazione di questo sistema di messa a fuoco.
Il binocolo è più leggero del Vixen Artes: la mia bilancia ha evidenziato 704 grammi, senza tappi e copri – obiettivi. Molto probabilmente l’assenza di prismi K15 ha consentito questo netto alleggerimento.
Il binocolo è gommato con un colore un po’ anonimo e con la classica gomma antiscivolo che però, se si eccettua la zona laterale, non è dotata di parti “grippabili” per migliorare la presa. Sarei curioso di poterlo ammirare con una bella gommatura verde tipo la serie Vixen Foresta con prismi di Porro.
I paraluce sono estraibili e dotati di sistema click-stop. Non si possono smontare del tutto per facilitare la pulizia della lente degli oculari: peccato!
Obiettivi.
Gli obiettivi ED che corredano il Vixen Artes J si sono rivelati possedere una buona qualità: la resa dei bianchi è diventata anche più neutra rispetto all’Artes. Anche la scia e la carlinga degli aerei si sono svelate, ai miei occhi, come “più bianchi”. I colori sono belli, brillanti e saturi, il contrasto non è altissimo come nella serie Artes ma quasi simile, così come la nitidezza. Se mi è concesso essere sintetico potrei scrivere che la sua resa ottica globale mi è parsa molto buona in relazione al prezzo di vendita. Mi rammenta un po’ la differenza che intercorre fra la serie Nikon EDG e la nuova Monarch HG: minima da un punto di vista pratico, notevole se si analizzasse il mero prezzo di acquisto.
Aberrazioni
Aberrazione cromatica.
Durante le normali condizioni di illuminazione l’aberrazione cromatica al centro del campo è pressoché assente. I tecnici hanno fatto un ottimo lavoro, soprattutto con un rapporto focale cosi aperto, come è quello di un binocolo compatto 8×42.
Anche osservando l’avi-fauna in controluce non ho notato molta aberrazione cromatica al centro del campo e questo è un test sempre molto difficile che mette in crisi decine e decine di binocoli, anche più costosi. L’aberrazione cromatica laterale è presente: minima nelle normali condizioni e più evidente nei controluce a partire da circa il 70% del campo di vista, ove si nota un lievissimo alone “verde- viola” intorno alle sagome di rami.
Curvatura di Campo.
Non è un binocolo a campo piatto! Del resto i giapponesi tendono a privilegiare la nitidezza in asse, costruendo binocoli con schemi ottici meno complessi (leggasi- minor numero di elementi).
A parte i Nikon EDG o la serie Canon IS ho sempre notato questa caratteristica in molti prodotti del Sol Levante. Le immagini sono perfettamente a fuoco sino a circa il 75% del campo di vista, dopo avviene un degrado lievissimo e proporzionale ma che ancora consente di percepire dettagli.
Esemplificando posso scrivere che se inquadro una poiana a quattrocento metri di distanza e mi sposto per averla al bordo del campo, sono ancora in grado di riconoscere la sagoma del rapace.
Parte del degrado dipende dalla curvatura di campo, parte dall’astigmatismo che si evidenzia ai bordi, da circa l’80% del campo di vista.
Distorsione angolare.
Questa distorsione è evidente già verso il 75% e l’ho calcolata di circa il 5%: anche questa mi pare una soluzione molto giapponese, di fatto l’effetto palla rotolante – rolling ball effect- (per chi lo percepisce) è decisamente limitato.
In sintesi potrei confermare che trattasi di un buon binocolo con cui fare panning.
Uso sul campo.
Ho utilizzato questo binocolo durante la migrazioni dei rapaci nel mese di Marzo. Per me è molto utile verificare se le impressioni avute a caldo trovino riscontro nell’utilizzo sul campo. Il contenimento dell’aberrazione cromatica ha sempre fornito delle visioni piacevoli, anche la messa a fuoco ha svolto con dovizia il suo compito e la finestra centrale mi ha fatto sentire a casa dato che è un design quasi simile a quello dei miei due binocoli prediletti: lo Zeiss Victory SF 8×42 e lo Swarovski Swarovision 12×50.
Non posso negare che avrei preferito senz’altro di usufruire di un maggior campo di vista ma, come risaputo, spesso il grande divario di prezzo dipende proprio da questa caratteristica. Per ottenere un binocolo ben corretto e che possieda un grande campo e’ necessario avere dei prismi molto grandi, degli oculari (costosi) con uno schema ottico complesso. Tutto ciò non è mai regalato e quando qualcuno prova a presentare un prodotto simile nella fascia media ottiene spesso dei risultati scarsi.
Pro.
Prezzo, peso, ottiche ED, meccanica, brand Vixen.
Contro:.
Campo non molto elevato, solo 7°, messa a fuoco un po’ lunga.
In sintesi.
Dovendo ipoteticamente consigliare di acquistare il Vixen Artes J o il Vixen Artes 8×42, sceglierei senz’altro la versione “Junior” : le differenze sono visibili da occhi esperto, ma non comparabili con il divario di prezzo. I progettisti giapponesi hanno fatto un ottimo lavoro con questo nuovo binocolo naturalistico.
Ricordo anche ai lettori, non astrofili, che Vixen è un marchio famoso e presente sul mercato dal 1949, per tale motivo lo prediligo a vari marchi precari che spesso compaiono rapidamente sul web, per poi svanire dopo qualche anno.
A meno di trovare altri gioiellini fra le varie demo che mi arrivano quasi settimanalmente a casa, mi sento attualmente di scrivere che il Vixen Artes J è uno fra i migliori binocoli a tetto dotato di ottiche ED per uso naturalistico, nella fascia di prezzo prossima ai cinquecento euro, che ho avuto il piacere di provare.
Ad esempio; ha più campo di un Vortex HD 8×42, costa meno di uno Zeiss Conquest HD e pesa meno di un Minox BL HD 8×44.
Era proprio il pezzo che pareva mancare in casa Vixen: bravi, ragazzi, bravi!
Ringraziamenti
Ringrazio Mauro Narduzzi di SkyPoint, distributore italiano dei prodotti Vixen, per aver fornito l’esemplare oggetto di questo test lasciandomi, come sempre, libero di citare le mie più genuine impressioni.
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Disclaimer.
Questa recensione è stata pubblicata nel mese di Marzo dell’anno 2017- Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali e date dai tester di Binomania in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale alcuno e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali strumenti ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di contattare direttamente Skypoint, importatore ufficiale dei prodotti Vixen per l’Italia.
Piergiovanni Salimbeni è un giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica.Nel 2021 è entrato a far parte della Patagonia PRO Team come professionista dell’outdoor. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero pratica fotografia di paesaggio, caccia fotografica, fototrappolaggio, digiscoping, enduro con la mountainbike.