Un binocolo che ingrandisce dieci volte e che mostra 85° di campo apparente? Wow! Questa potrebbe essere l’esclamazione proferita da un appassionato, leggendo le caratteristiche tecniche citate dalla Casa Madre. Ciò nonostante è utile fare una piccola premessa. Per ottenere un binocolo con un campo così ampio (e corretto) ci vorrebbero molto più che i 145 euro richiesti da SkyPoint (distributore ufficiale Vixen).
Per tale motivo è utile informare i lettori che tale binocolo non si pone in evidenza per il contenimento delle aberrazioni extra – assiali, ma rappresenta un ovvio compromesso fra la possibilità di inquadrare ampie porzioni di cielo ed il basso prezzo di acquisto, che è pari a quello di un oculare astronomico ortoscopico.
Di primo acchito, quando vidi per la prima volta la pubblicità del Vixen Ascot Super Wide 10×50, (made in China) glissai repentinamente la possibilità di scrivere una recensione, giacché, comparando le sue caratteristiche tecniche al prezzo di acquisto, non mi parve utile presentarlo fra le pagine di Binomania. Oltretutto Piero Pignatta aveva già scritto una interessante recensione del fratello minore 7×32 con 14° di campo, marchiato Bresser.
Field 8.5°: visione grandangolare a basso prezzo. Fotografie dell’autore ottenute con Canon 6D e Sigma 50mm F/1.4
Tuttavia, nel corso dei mesi, ebbi modo di contattare un paio di astrofili stranieri, che mi confermarono di non aver rimpianto l’acquisto. Per tale motivo, preso dalla curiosità, ho deciso di chiedere a Mauro Narduzzi di SkyPoint un esemplare in prova.
Caratteristiche tecniche dichiarate dalla Casa Madre.
Ingrandimento
10X
Diametro (mm)
50
Campo di vista reale (°)
8.5
Campo apparente (°)
85
Campo di vista 1000 m (m)
148
Pupilla di uscita (mm)
5
Estrazione pupillare (mm)
7
Distanza minima di messa a fuoco (m)
7
Impermeabile
Si.
Peso (g)
900
Prezzo Novembre 2014- SkyPoint IVA Inclusa
145,00
La prima cosa che si evidenzia, impugnando questo binocolo, è la sua grande struttura, le dimensioni sono importanti: 130 mm x140 mm distribuiti su poco meno di un chilogrammo. La costruzione e le rifiniture sono buone, in proporzione al prezzo di acquisto, l’interno del binocolo è annerito e non si notano particelle di vernice o altri residui all’interno. Questo è un valore aggiunto poiché io ricevo spesso le lamentele provenienti da lettori insoddisfatti che m’informano d’aver trovato dei fastidiosi residui all’interno di binocoli ben più costosi.
Il binocolo è composto di un sistema di prismi e specchi (un prisma e due specchi per ogni lato) similmente ad altre soluzioni economiche dal formato leggermente diverso. Del resto, per mantenere un tale prezzo di acquisto è ovvio che i progettisti non potessero fare uso di un paio di prismi di Porro II, più performanti, più luminosi, ma ovviamente più costosi. In questo modo, invece, i costruttori hanno potuto ottenere un grande campo di vista con una spesa pari a circa un decimo di quello che presumo, potrebbe costare un eccellente 10×50 ultra-wide dotato di prismi di Porro II.
Negli oculari è presente anche una lente asferica che tenta, con mediocri risultati, di ovviare in parte all’aberrazione sferica di questo strumento, aperto a F/3.
Un bel primo piano sul binocolo Vixen Ascot 10×50 Super Wide.
La messa a fuoco si attua grazie ad una manopola centrale, mentre è possibile regolare la compensazione diottrica sull’oculare destro. Il binocolo è impermeabilizzato e riempito d’azoto, è presente una filettatura per il collegamento ai supporti fotografici, mentre la bassa estrazione pupillare, dichiarata in soli sette millimetri, non ne consente un completo utilizzo ai portatori di occhiali. Del resto questo è un progetto, un po’ estremo e quindi foriero di compromessi.
Per ciò che concerne la resa diurna posso confermare che la nitidezza in asse è sufficiente, di certo non eccelle in tale frangente, le immagini sono un po’ morbide e lo snap test ha mostrato una messa a fuoco poco univoca. Mi ha sorpreso, invece, il contenimento dell’aberrazione cromatica, che grazie alla particolare composizione dei prismi , è decisamente buona, oserei dire: impercettibile in asse e talvolta avvertibile fuori-asse, soprattutto intorno ai bordi degli oggetti più luminosi e/o in controluce: rapaci, luna,tralicci, etc.,etc.
Ai lettori interesserà comprendere la reale resa ai bordi del campo di vista, proverò, quindi, a descriverla con precisione.
Visibile un po’ di vignettatura della pupilla d’uscita.
Per ciò che concerne l’osservazione terrestre la visione è soddisfacente sino a circa il 60% del campo di vista, spostandosi verso il bordo, le immagini diventano sfuocate a causa di un vero e proprio mix di aberrazioni geometriche. La “sfocatura” è graduale ed in parte è compensata dall’accomodamento visivo personale ma le immagini ai bordi risultano ovviamente poco “leggibili.” Del resto se si considera che un eccellente binocolo 10×50 con campo piatto costa oltre duemila euro è ovvio che sia un po’ assurdi fare troppi paragoni.
La medesima impressione l’ho percepita nell’uso astronomico, dove gli oggetti puntiformi osservati, evidenziano ancor di più tale difetto. Osservando una stella di II Magnitudine ho notato che fra il 60% del campo e l’80% compare il coma , rimpiazzato successivamente dall’astigmatismo.
Il ponte di comando è molto ampio è contiene il sistema di specchi e prismi.
Dopo questa breve descrizione delle sue caratteristiche principali, penso sia utile citare le mie impressioni osservando il cielo.
Come sono solito fare con i binocoli, in autunno inoltrato, ho osservato la costellazione di Orione. La zona della Cintura e la spada sono completamente inquadrate, ovviamente, focalizzando sulla nebulosa omonima, anche conosciuta come M42, le tre stelle della cintura (Alnitak , Alnilam e Mintaka), saranno affette dalle aberrazioni poc’anzi esposte, tuttavia, spostandosi lentamente di stella in stella, ho apprezzato l’ampio campo di vista che mi consentiva di scorrere zone conosciute con continuità e con la parvenza di osservare senza il binocolo.
Le Pleaidi e le Iadi, sono gli oggetti che mi hanno affascinato di più, mentre è possibile inquadrare contemporaneamente i tre ammassi della costellazione di Auriga (M36, M37, M38).
A partire da sinistra: Nikon 8×30 EII e Vixen Ascot 10×50 Super Wide.
Ho voluto completare il mio test con una comparativa un po’ atipica, avvalendomi per la tenzone del mio binocolo grandangolare preferito: Il Nikon 8×30 E II . Il piccolo binocolo Nikon ha mostrato una maggior nitidezza in asse ed un’ottima puntiformità stellare, anche la resa ai bordi è migliore. Pensavo che il Vixen Ascot 10×50 Super Wide potesse trionfare in luminosità, tuttavia, a causa della piccola vignettatura della pupilla di uscita e della presenza degli specchi nel sistema ottico, non ho notato evidenti differenze, risultando, in linea di massima, comparabile.
In sintesi. Come ho già evidenziato, un eccellente binocolo 10×50, con campo piatto, supera i 2000 euro, mentre una valida alternative dal diametro inferiore ( leggasi 8×30 E II), è disponibile a prezzi compresi fra i 500 ed i 600 euro.
E’ ovvio quindi che nel settore dei binocoli recenti, non esiste nulla che inquadri un simile campo di vista qualora si abbia disposizione una cifra inferiore ai duecento euro.
Per ciò che mi compete quindi non posso criticare oggettivamente questo prodotto, vista quanto poc’anzi evidenziato. L’unico reale impedimento all’acquisto non è dato dalla sua resa ai bordi del campo, bensì dalla scarsa estrazione pupillare che non consente ai portatori di occhiali di inquadrare l’intero campo di vista.
A causa della bassa estrazione pupillare, questo binocolo non necessita di paraluce
In definitiva, il Vixen Ascot 10×50 Super Wide potrebbe essere uno strumento ideale per entrare per la prima volta nel mondo delle visioni binoculari a grande campo. Non è nitido, non eccelle per la perfezione ai bordi del campo, tuttavia i suoi 85° di campo apparente forniranno, senza alcun dubbio, una visione affascinante e originale rispetto ai classici binocoli 10×50 non grandangolari
Ringrazio Mauro Narduzzi per aver fornito l’esemplare oggetto di questo test e per avermi dato “carta bianca” in merito alla stesura di questo articolo.
Disclaimer.Questa recensione è stata pubblicata nel mese di Novembre 2014. Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali,date in completa libertà, senza vincoli o censure e nascono grazie all’esperienza maturata in questi anni nell’utilizzo di tali strumenti ottici. Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, su i punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere, si prega di contattare direttamente SkyPoint Srl, rivenditore ufficiale dei prodotti Vixen.
Piergiovanni Salimbeni è un tester e giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica, geologia lunare. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il suo secondo romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero leggi molti libri, pratica tiro sportivo a lunga distanza, fototrappolaggio, digiscoping, fotografia di paesaggio.
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