Vortex Fury 6.5×32

Questo piccolo  binocolo, dotato di prismi a tetto, sta letteralmente spopolando in America, sono diventato proprietario di uno di questi strumenti perché volevo qualcosa di leggero e resistente da portare con me durante le sessioni di  birdwatching  e caccia fotografica  e ne sono rimasto  stupito per varie caratteristiche ma anche per il modesto prezzo di acquisto che e’ pari a 242 euro.

Il fury 6.5×32 , a destra, paragonato allo Swarovski Habitch 7×42, da notare le modeste dimensioni

Il Vortex Fury 6.5×32  e’ ben dimensionato, si pone a metà fra  i classici  8×30  e gli 8×42, la gommatura che lo protegge e’ decisamente spessa, facilita la presa e lo protegge dagli ovvi urti che spesso accadono quando si cammina per boschi, sentieri  e paludi badando alle cose che ci circondano e non alla integrità dello strumento.

Peso in gr.   594
Distanza minima di messa a fuoco   1.6metri
Campo Reale   8.5°
Estrazione pupillare   21mm
Trattamento Lenti   XR-FMX
Correzione di fase   Si
Water proof   Si
Costo   242 euro

 

Il campo apparente  si attesta su valori solo sufficienti, poco più di 55 gradi, tuttavia il fattore che mi interessava maggiormente, oltre alla compattezza, era il campo reale fornito di  8.5°, che direi è, almeno nell’uso diurno,ben sfruttabile sino all’80% del campo, la luminosità  (giudicandolo ovviamente come binocolo con prismi a tetto) è buona, così come l’estrazione pupillare degli oculari, regolabile grazie alla rotazione oraria dei paraluce all’altezza desiderata. Un unico appunto, forse avrei preferito che fra il bordo e le lenti vi fosse qualche mm in più  di scafo ottico per proteggere le ottiche, tuttavia ritengo che i progettisti non lo abbiamo fatto, giacche avrebbero potuto creare della vignettatura ai bordi a causa dell’ampio campo reale abbracciato.

Il Vortex Fury 6.5×32 si impugna alla perfezione e la gommatura, molto spessa, lo protegge dagli urti in maniera egregia

La messa a fuoco centrale è dolce e precisa, duro, invece, il disinserimento del pomello per consentire la regolazione diottrica, tale problema, fa  perdere il giusto fuoco, nelle prime sessioni osservative, a causa della scarsa maestria che si mette per estrarre il pomello, ho notato però, che con il corso del tempo, tale meccanismo tende ad ammorbidirsi mentre  l’esperienza personale  riesce a  migliorare le operazioni di  regolazione diottrica, tuttavia avrei preferito l’anello centrale sull’oculare destro, come ad esempio,  quella fornita nella serie Viper. (continua)..

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Ho usato per circa quattro pomeriggi il binocolo sotto dei forti acquazzoni camminando in una palude per un paio di ore a sessione, e la tropicalizzazione pare funzionare, ovviamente non è in grado di passare la prova di immersione per 4 ore a 5metri, ma i vari  o-ring paiono fare il loro lavoro, dato che non si sono presentati nel giro di due settimane tracce di umidità all’ interno delle lenti o dello scafo.

La resa ottica grazie ai pochi ingrandimenti e buona, minima la presenza di distorsione ai bordi e di cromatismo residuo anche con soggetti in forte controluce, sembrerà; strano ma in certi frangenti, leggi, rapaci in controluce, oggetti molto luminosi, e panorami lo preferisco, ad esempio, ad un tetto di 42 mm, dato che quest’ ultimo mostra a causa della forte luminosità un peggior contenimento del residuo cromatico. La resistenza ai controluce non è paragonabile a binocoli con prismi di porro o decisamente più costosi tuttavia è ottimale per il prezzo di acquisto, direi che pretendendo di più si dovrebbe davvero spendere di più.

Lo schema ottico degli oculari è a 5 elementi, mentre le ottiche sono multi-trattate su tutte le superfici con il sistema XR, progettato da Vortex, i prismi sono rivestiti con Argento, e lo scafo ottico è riempito di Gas Argon, che non reagisce chimicamente con acqua, aria, non si disperde rapidamente in caso di rottura dello scafo e rimane stabile e protettivo anche con forti sbalzi di temperatura.

Paragonato al Eagle Optics 8×42,

Nella osservazione dei volatili il grande campo reale e’ una manna dal cielo, sono sempre riuscito, anche grazie alla morbidezza della messa a fuoco centrale, ad inseguire una poiana durante la frenetica caccia alle rondini, oppure le stesse rondini durante la caccia alle zanzare sulla superficie degli stagni.
Un 8×42, tranne rare e costose eccezioni, non e’ in grado di superare i 7 gradi di campo, qui di gradi ve ne è ancora 1 e mezzo e la differenza fra 6.5X ed 8X non poi così traumatica; inoltre, è possibile  grazie anche alla messa a fuoco minima consente di osservare farfalle e fiori a distanze inferiori ai 2 metri, per la precisione a 1.6m e  serve unicamente un ottavo di giro per arrivare alla messa a fuoco all’infinito, davvero velocissimo, quasi un appendice dell’ occhio umano.
Se avrete la fortuna di osservare un daino riuscirete senza dubbio a seguirlo anche se dovesse scartare all’improvviso e lanciarsi in tutta velocità nei boschi.

Tutto sommato, anche grazie  al peso ridotto, (non è portatile come, ad esempio, il Leica Ultravid 8×25) si può tenere tranquillamente e senza custodia all’ interno di una giacca mimetica o da fotografo, oppure comodamente agganciato alla cintura grazie alla borsa dotata di passo per il fissaggio.

Il Vortex Fury 6.5×32 si apprezza particolarmente anche nelle sessioni terrestri panoramiche, dove fornisce un buon dettaglio, ovviamente non  è nitido come potrebbe essere un prismi di porro dal medesimo costo, ossia 250 euro ma è nella media dei binocoli con prismi a tetto compresi sino ad almeno 400/450 euro.

Ben visibile la differenza di diametro fra 42mm e 32mm, che ovviamente in certe circostanze fa la differenza

Se non osservate sempre e soltanto all’alba ed al tramonto e volete viaggiare leggeri questo binocolo dovrebbe fare al caso vostro.

I difetti? Beh, un maggiore campo apparente lo avrebbe reso perfetto, ma avrebbe comportato la progettazione di oculari wide angle di costo superiore ed a tale punto sarebbe stato davvero difficile contenere i costi di progettazione.

Come già anticipato  avrei personalmente preferito la regolazione diottrica con l’anello integrato nell’ oculare destro, ma spesso non si può avere tutto dalla vita, soprattutto in questo campo dove la perfezione, pur pagando oro, non é mai raggiungibile, ma resa più vicina dai vari compromessi costruttivi ed oltretutto ad un binocolo a tetto, super-gommato, tropicalizzato da 242 euro di valore non penso si possa davvero chiedere di più.

Uso astronomico?

Gli amici birdwatchers, mi consentiranno queste breve escursus nell’ uso astronomico, con tale strumento sotto un cielo limpido di montagna e’ un vero piacere ammirare le costellazioni. Per la cronaca, con stelle di media luminosità si apprezza una buona puntiformità sino ai bordi e l’effetto passeggiata nello spazio e’garantito, M81 ed M82 sono, inoltre ,visibili anche dalla mia solita postazione sita a 510m slm dalle Prealpi Lombarde.  Con le stelle più luminose il campo sfruttabile diminuisce seppur di poco, ma e’ davvero piacevole  osservare i tre ammassi stellari nella costellazione di  Auriga tutti nel medesimo campo,  oppure la zona di Cassiopea o di Perseo. Ovviamente sto parlando di un piccolo 32mm, quindi la raccoltà di luce non è assolutamente paragonabile a quella ottenibile con un buon 7×50.

Il Fury 6.5×32  potrebbe essere  anche un piccolo sfizio da affiancare a telescopi ed oculari wide angle per veloci osservazioni panoramiche della via lattea, magari da un cielo di montagna molto scuro, ricordo che la pupilla di uscita di questo binocolino e pari a quasi 5mm.

Disclaimer. Questa recensione è stata pubblicata nel Mese di Maggio del 2008.Si specifica che le impressioni d’uso sono totalmente personali e date dai tester di Binomania in completa libertà, senza vincolo e rapporto commerciale e sulla base di esperienza comprovata nell’utilizzo di tali strumenti ottici.
Per eventuali informazioni, aggiornamenti e/o variazioni sui prezzi, sulle caratteristiche dello strumento, sui punti vendita autorizzati o altre informazioni in genere , si prega di contattare direttamente Vortex italia.