PREMESSA
I lettori sapranno che il sottoscritto, durante il 2007 e il 2008, ha avuto modo di testare tutti gli esemplari di binocoli stabilizzati presenti nel catalogo Canon, eccetto il piccolo 8×25.
Oltre all’ottimo Canon 10×42 WB L IS, modello di punta della casa americana, ho apprezzato particolarmente il Canon 12×36 II per i motivi che elencherò in questo articolo.
Primo piano del Canon 12×36 IS II: il miglior compromesso tra prezzo, prestazioni e maneggevolezza in casa Canon.

COSTRUZIONE ED ERGONOMIA
Questo binocolo è stato costruito sulla meccanica del fratello 10×30 IS. I lettori di Binomania ricorderanno senza dubbio le foto dell’“autopsia” effettuata sul modello 10×30 IS, dove era possibile ammirare un’ottima elettronica, ottimi prismi, ma una insufficiente robustezza. Per tale motivo, anche il Canon 12×36 IS II non ha nella robustezza la sua arma migliore; spesso, però, le scelte che portano all’acquisto di un binocolo derivano da vari compromessi.
La messa a fuoco è precisa e dolce, e non ho nulla da eccepire neppure sulla regolazione diottrica dell’oculare destro, anche se presumo potrebbero esserci dei problemi nell’uso invernale con guanti molto pesanti. Le conchiglie in gomma morbida sono perfette per la mia conformazione del viso e personalmente le ritengo migliori di quelle in dotazione sui costosi Canon 15×50 IS e Canon 18×50 IS UD.
Non è presente la filettatura per il raccordo con i cavalletti fotografici, ma non mi pare un grave problema, giacché con tale binocolo si riesce davvero a farne a meno, a differenza delle versioni 15x e 18x. Sebbene lo scafo meccanico di questo binocolo con prismi di Porro sia dissimile dal design classico, l’ergonomia mi è parsa buona, anche se avrei apprezzato personalmente un “grip” maggiore del rivestimento esterno.
Grazie alle maggiori dimensioni rispetto al Canon 10×30 IS, il feeling è migliore. Con una divagazione prettamente fotografica, direi che l’impugnazione migliora similmente a quando si passa dalla Canon 450D alla Canon 40D: maggiori dimensioni, maggior peso, ergo migliore stabilità.
Peccato che, a sistema IS disattivato, la circostanza in cui l’ottica darebbe il meglio di sé, permangono sempre le oscillazioni dei prismi sganciati dal sistema elettronico, sebbene in misura inferiore rispetto ai binocoli della stessa casa dotati di maggiori ingrandimenti.

OTTICA
La potrei definire come “più che buona senza ambire all’eccellenza”. Il campo è quasi perfettamente piano, con una caduta di luce ai bordi minima, verso il 90% del campo. Il campo reale è pari a 5 gradi, ossia 60 gradi di campo apparente, che non creano alcun effetto tunnel per l’osservatore che accosterà gli occhi a questo binocolo.
La resa cromatica è buona, eccetto per un lieve alone blu che compare intorno agli oggetti in situazioni di forte contrasto. Avendo potuto testare questo binocolo anche durante le ferie in Toscana, ho potuto verificare la bontà ottica di tale binocolo al mare. Per esemplificare, posso dire di aver notato soltanto il residuo cromatico lungo gli alberi delle imbarcazioni poste in controluce e sulle carlinghe degli elicotteri della guardia costiera nelle ore più luminose del giorno.
È difficile dare un giudizio preciso sul fattore nitidezza, giacché esso è inficiato dalla stabilizzazione, seppur, come anticipato, in maniera inferiore ai binocoli di casa Canon con ingrandimenti superiori. Tuttavia, anche chi è abituato a binocoli molto nitidi non avrà molto da lamentarsi facendo uso del Canon 12×36 IS II.
STABILIZZAZIONE
Croce e delizia di tutti i binocoli Canon, questo sistema di stabilizzazione pare funzionare più che discretamente a 10x con il 10×30, ancor meglio con la serie 10×42 serie L, che possiede un angolo di compensazione maggiore. È più che sufficiente a 12x, ma prossimo alla bocciatura con il 15×50 IS ed assolutamente inutilizzabile (mi riferisco sempre all’unico esemplare testato) con il 18×50 IS UD.
Tali asserzioni sono valide per le osservazioni terrestri. In quelle astronomiche, la situazione varia, perché una volta trovato il fuoco sulle stelle non è necessario regolare nuovamente la messa a fuoco, cosa ovviamente impossibile nell’uso terrestre, dove si deve spesso e volentieri trovare il fuoco migliore in base alla distanza del soggetto osservato.
In linea generale, però, il 12x pare il massimo ingrandimento utile per questo sistema di stabilizzazione Canon, poiché è ridotto al minimo il grave (per me) difetto di perdita di fuoco e nitidezza durante la fase di fuocheggiatura, con il sistema IS acceso e durante il panning, cosa davvero inaccettabile nella versione 18x.
Ovviamente, per le problematiche del sistema IS a 15x e 18x, rimando i lettori alle recensioni specifiche pubblicate su Binomania.

PROVA SU CAMPO
Anche se a molti lettori parrà un’assurdità, il 12×36 II offre immagini migliori rispetto al costoso 15×50 IS, a parità di condizioni di illuminazione diurna. Infatti, avendo un minore ingrandimento e una minore luminosità ma ottimi prismi di Porro II, fornisce immagini più nitide, affette da meno cromatismo. Cede soltanto un poco ai bordi, dove l’immagine è meno nitida e presenta una maggior caduta di luce, ma la leggerezza e il minor prezzo di acquisto lo rendono un compagno ideale per le sessioni diurne.
Ovviamente, anche in questo caso è stato fatto un paragone fra due binocoli dissimili: un 12×36 contro un 15×50. Tuttavia, spero che questa mia analisi possa servire a far comprendere che, spesso nell’uso diurno, è inutile fare uso di alti ingrandimenti e di ampi diametri.
Attraverso il Canon 12×36 IS II ho potuto scorgere i numeri impressi sullo scafo delle navi della Marina Militare Italiana, che salpando dal golfo di La Spezia si trovavano esattamente sulla linea dell’orizzonte nei pressi della Versilia. Tale prestazione non l’ho potuta raggiungere a mano libera con un altro 12x e men che meno con un 8x che avevo portato con me durante la pausa estiva.
Un’altra caratteristica positiva di questo esemplare è la sua capacità di mettere a fuoco con buona precisione anche con il sistema IS attivato, consentendo di ottenere una compensazione dei prismi quasi immediata, circa 1.5-2 secondi, che permettono di osservare il dettaglio puntato in brevissimo tempo. Ho apprezzato questo fattore quando osservavo il decollo dei caccia della marina militare dalla base militare di Luni (SP).
Oltre a ciò, con il Canon 12×36 IS II è davvero possibile ottenere un’immagine quasi perfettamente stabile, a patto di impugnare bene il binocolo e di limitare i movimenti. Ergo, sebbene sia necessaria un po’ di attenzione, questo binocolo è in grado di fornire belle soddisfazioni nell’uso a mano libera, anche in forti condizioni di illuminazione, mostrando dettagli irraggiungibili dai classici 10×50 o 10×42 usati a mano libera.
Con la versione 18x, ad esempio, oltre ai difetti ottici, di un progetto così compatto e spinto, non ho mai avuto la possibilità di osservare perfettamente i panorami nell’uso diurno, anche da seduto, facendo uso delle ginocchia per stabilizzare i gomiti.

IMPRESSIONI FINALI
In sintesi, ritengo che questo binocolo rappresenti il punto di arrivo del sistema IS Canon, poiché dopo 12 ingrandimenti, soprattutto nell’uso diurno, intervengono più fattori negativi che positivi. Il Canon 12×36 IS II ha dimostrato di possedere le seguenti qualità: leggerezza, buona resa cromatica, campo piano, minima caduta di luce ai bordi, ottimo comfort osservativo e buon campo apparente, ponendolo fra i migliori binocoli per uso panoramico (in condizioni atmosferiche non pessime), adatto all’escursionista medio e al naturalista che ama avere un binocolo tuttofare dotato di stabilizzazione e discreti ingrandimenti.
Per tale motivo, anche se potrebbe sembrare una conclusione azzardata, lo preferisco decisamente ai blasonati e costosi 15×50 IS e 18×50 IS UD della stessa casa, che, almeno sulla carta, dovrebbero fornire prestazioni migliori anche nell’uso diurno. Anche in questo caso, ho constatato come nell’uso pratico la pura analisi dei dati tecnici di uno strumento non rappresenti alla perfezione le sue reali prestazioni. Resta ovviamente il fatto che, personalmente, ritengo sia inutile cercare l’estrema nitidezza in tali binocoli, poiché non saranno mai paragonabili a un classico binocolo di buona fattura, sostenuto da un solido cavalletto. Ergo, siamo nel settore dei compromessi e questo 12×36 IS II della Canon, per l’uso terrestre, mi sembra, finalmente, un VALIDO compromesso.
SUGGERIMENTI AL COSTRUTTORE
Ritengo utile fornire questo binocolo di due tappi copri-ottiche.
RINGRAZIAMENTI
Ringrazio, ancora una volta, Marco Lucchini di Binocoli.it per avermi fornito a tempo di record (meno di 12 ore dalla richiesta) un esemplare di questo modello della casa Canon.
Piergiovanni Salimbeni è un tester e giornalista indipendente iscritto all’Albo Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Si è laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante : ” I danni da inquinamento elettromagnetico e il caso Radio Vaticana”. E’ responsabile dei siti web: www.binomania.it e www.termicienotturni.it. Pubblica video recensioni sul suo canale YouTube. Dal 1997 collabora con mensili e quotidiani nazionali, sempre nei settori di sua competenza: ottica sportiva, astronomica, fotografica, sistemi per la visione notturna e termica, geologia lunare. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, nel 2020 ha esordito con pseudonimo con un editore classico, mentre nel 2022 ha pubblicato su Amazon il suo secondo romanzo “Il Purificatore”, disponibile anche in formato e-book. Nel tempo libero leggi molti libri, pratica tiro sportivo a lunga distanza, fototrappolaggio, digiscoping, fotografia di paesaggio.